lunedì 24 giugno 2019

Teatro all'italiana

Con teatro all'italiana ci si riferisce certamente all'edificio teatro, che così sapientemente duchi e principi dell'Italia disunita rinascimentale innalzarono per dar lustro alle loro corti, e che si confaceva a un certo tipo di drammaturgia di tradizione antica, ma in particolare moderna, appunto cortigiana. Un teatro di diletto e di vetrina.

Teatro all'italiana nella corte, nel 'centro' della città, teatro in costume, teatro di maniera. Questo è ancora quasi tutto il nostro teatro, teatro finanziato e di reggimento, a parte qualche parentesi d'avanguardia ormai definitivamente defunta, che certi direttori di lungo corso cortigiano rifilano in programma ma condito da tanto nome con fama televisiva... A Firenze sicuro è l'unico teatro che si vede,  quello all'italiana, dove ancor non smettono di recitare mandragole e commediacce en travesti; o a Venezia, dove le maschere ancora la fanno da padrone.
Teatro cortigiano, teatro buono per una sera per ridere e stare al fresco in un cortile che fu dei signori del tempo andato, dove si ammira il guitto d'eccezione e gli si dice "bravo, bravo". Che tanto conforta e tiene lontane le riv(e-o)luzioni!

Il teatro in periferia è visto al contrario come fumo agli occhi, teatro senza cornice, teatro antiborghese, teatro 'lontano', rischiosamente anti-cortigiano.

Teatro povero! Omamma, oiccheccifailaggiù?

Per tradizione incancrenita agli italiani, e forse soprattutto agli attori italiani, piace così tanto l'edificio teatro, o recitare in una corte, o in un palazzo, ché hanno l'impressione di essere nel centro, essere nel fulcro del quibus culturale, lusingati e tenuti in gran conto dal loro dio Narciso oltre che dai vari principi assessori (a quando l'istituzione del diritto di ereditare la carica?), quando invece non sono che servi di scena, anche se recitano bene.

Non stupisce che professori di antico corso e colleghi approfonditi nell'arte di Talia e quanti altri denigratori dell'ultim'ora da sempre, da che è nato, amino, se non dileggiare, sminuire il mio piccolo teatro periferico (come altri pochi esistenti di simil fatta nella melma italica), ché non si trova dentro le mura, anzi ne è distante sei chilometri, e veramente non si capacitano come si possa praticar arte drammatica e così ostinatamente in cotale spazio, in mezzo agli orti!, e senza essere servi di scena di nessuno.


Nessun commento:

Perché La Mostra Parlante Ti mando ai Celestini...

Una spettatrice mi manda questo scritto su La Mostra Parlante Ti mando ai celestini , che visto il "successo" ritorna alla Baracc...