Ieri sera abbiamo replicato il mio "Ne parlo con Malaparte" a Palazzo Datini a Prato.
E' stato per me faticosissimo, vengo da giorni pesanti, e per giunta all'arrivo eravamo stati accolti da una tempesta tropicale che aveva reso tutto più difficile.
Mi ero dimenticata di portare il solito "Libro del gradimento" (che ci segue come una specie di portafortuna), e quindi abbiamo messo dei fogli.
Dopo lo spettacolo, il dibattito (solo fuori Prato si riesce ad evitare ormai, e dove è emerso qua e là il solito fanatismo cieco nei confronti di Curzio!), e quindi non mi aspettavo di trovare scritto alcun commento.
Ma quando sono andata a riprendere i fogli ho visto che qualcuno (che si è firmato solo con la mail), ne aveva lasciato uno. E che commento!: "Questo è il teatro che mi aspetto di vedere".
Io lo ringrazio pubblicamente, mi ha davvero ripagato della fatica e dell'amarezza di vivere in una città (ma ce n'è un'altra diversa?) dove non cambia nulla, dove il potere occulto è radicato, e la prospettiva politica dei prossimi cinque anni è, ancora una volta, l'immobilismo, affari e intrighi dei soliti "amici".
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