Nell'articolo che riportiamo, de Il Tirreno, il signor Giovannelli dell'Arpat dichiara, in sostanza, che se ci sono le polveri sottili è colpa del destino; inutile ricorrere alle bici, o addiritture alle gambe, insomma inutile vietare le automobili (dunque inutile combattere magari anche i termovalorizzatori e compagnia cantando,) perché le polveri sottili ci sono sempre state...dipende dalle brezze, dal cemento, insomma, è la solita colpa del signor nessuno. Anzi, visto che non servono a nulla, le centraline di rilevamento delle polveri si eliminano e così è risolto il problema, e si risparmia anche. Che classe di ragionamento, e come fila liscio, e come aiuta la giunta giuntarella cenniana, che alle auto (vero signor Borchi? "Noi a Prato non siamo abituati ad andare in bici") non vuol proprio rinunciare. Lettura consigliata: La nuvola di smog di Calvino. Proporrei di distribuirlo gratis alle teste di rapa. (Ah, fossero solo teste di rapa!) | |
«Contro lo smog inutili gli stop alle auto» | |
Il responsabile dell’Arpat Giovannelli annuncia la riduzione delle centraline | |
La diminuzione delle stazioni di rilevamento da 10 a 2 consentirà anche un risparmio per le casse comunali | |
PAOLO TIBERIO | |
PRATO. La lotta allo smog, è chiaro, non la si fa coi blocchi della circolazione ogni qualvolta si registrano i superamenti nelle centraline dell’Arpat dislocate in alcune strade cittadine. Le limitazioni al traffico veicolare sono soltanto un obbligo di legge. Ma per capire com’è l’aria che respiriamo e che cosa occorra fare per migliorarla ci siamo rivolti al responsabile dell’Arpat Luciano Giovannelli. Alla luce dei recenti superamenti delle polveri sottili e dei conseguenti blocchi alla viabilità, che quadro della situazione si presenta oggi? «La situazione è sempre costante, sebbene i valori siano un po’ altalenanti, possiamo dire che gli estremi di questo saliscendi seguono grosso modo la stessa tendenza». Che tipo di strumentazione viene utilizzata per monitorare la qualità dell’aria sul territorio? «Il monitoraggio avviene grazie al lavoro di 8 stazioni fisse più altre due mobili che rilevano il tasso dei principali inquinanti: monossido di carbonio, biossido di azoto, ozono e polveri sottili». Esiste un criterio che sancisce se la qualità dell’aria è buona o meno? «Certamente, per ognuna di queste sostanze appena citate, esiste una determinata scala di valori che, sulla base dei microgrammi o milligrammi presenti in un metro cubo di aria, sancisce il giudizio sulla qualità dell’aria stessa che può essere buona, accettabile, scadente o pessima». Consultando i bollettini quotidiani dell’aria Arpat, partendo dal mese di ottobre fino alla metà di dicembre si può notare che molto spesso alcuni dati non sono disponibili. Perché? «Purtroppo questo è vero: le centraline sono sensibilissime e richiedono una manutenzione costante e capillare. Talvolta basta che, ad esempio, un chiosco che utilizza delle fonti di calore importanti, si metta troppo vicino ad una di queste stazioni che subito il risultato delle polveri si impenni. Inoltre per quanto riguarda le polveri sottili, le centraline non riescono ad individuare quali sostanze si aggregano a queste particelle e se queste stesse sostanze sono inquinanti o no». Le centraline coprono bene il territorio? «A dire la verità sono anche troppe. Sul nostro territorio basterebbero al massimo tre stazioni, laddove l’attività del traffico è più intensa: le zone in esame, imprevisti a parte, riporterebbero grossomodo lo stesso risultanto, certamente con alcune differenze, ma dal margine limitato». Ed i proclami dei blocchi del traffico in centro, le domeniche in bici e compagnia bella in che modo hanno influito sulla situazione? «In nessun modo. Si potrebbe stare tutti a casa, senza riscaldamento e senza automobile, ma il problema delle polveri rimarrebbe comunque. Le polveri sottili in sè sono sempre esistite, la questione come già detto è individuare quali sostanze si aggregano ad esse». Le condizioni meteo hanno qualche influenza sul monitoraggio? «Assolutamente sì, come anche la morfologia del territorio: consideriamo ad esempio l’area pratese, dove è presente un’importante concentrazione di cemento. In caso di alta pressione ed assenza di vento, gli scarichi delle auto e delle ciminiere insieme alle altre polveri, ma ristagnerebbero in basso, facendo registrare un’impennata del tasso delle polveri nell’aria. Invece con una giornata caratterizzata dalla bassa pressione e da un discreto vento, nonostante un traffico abbastanza intenso il rilevamento testimonierebbe un esito diverso rispetto al caso precedente. Bisogna poi considerare, che l’agglomerato più grande, dove logicamente si concentra più calore, attira su di sè le brezze rinfrescanti, con le quali viaggiano le polveri sottili delle periferie, anche se il traffico nel centro è interdetto». C’è in atto anche un nuovo programma che un po’ ribalta la tradizione di questo metodo di rilevamento dati. Può citare i punti più importanti? «Innanzitutto l’opportuna riduzione delle centraline operative: da 10 a 2 (rimangono Poggio a Caiano e via Roma), assistite da altre 2 di Pistoia (Montale, Signorelli): un matrimonio Prato-Pistoia che fa ben sperare per il monitoraggio dei rispettivi territori. Il piano, ancora in fase di progettazione, partirà il 1º gennaio e la rete di monitoraggio sarà di carattere totalmente regionale. Quindi anche un maggiore risparmio di risorse economiche che può far rifiatare le casse del Comune». |
venerdì 31 dicembre 2010
Le favole pratesi del Signor Giovannelli
lunedì 27 dicembre 2010
Ingresso libero
Toni Comello, a cena a casa mia una sera qualche anno fa, mi disse varie cose. Era venuto a vedere Dramma intorno ai concubini di Prato in Baracca, e dopo lo spettacolo lo invitai a mangiare da me.
Per la verità, dopo lo spettacolo avevo tutto fuorché voglia di preparare da mangiare, ma gli dovevo una cena, e poi anche per l'amicizia che lo legava a Gianfelice. Quella cena è rimasta memorabile, perché non so come riuscii a metter su, da un frigorifero quasi vuoto, una cenetta deliziosa.
Toni sedeva alla mia sinistra e ogni tanto mi spifferava frasi o impressioni quasi sottovoce.
Mi disse: 'il teatro gratis è immorale'.
Quella frase mi è ronzata parecchio nell'orecchio e mi ha fatto riflettere, e mi fa riflettere sempre di più.
Effettivamente a la Baracca, se non in rare eccezioni, mai abbiamo fatto entrare il pubblico liberamente a uno spettacolo. Il motivo principale è stato quello economico, con i pochi finanziamenti con cui ci siamo sempre confrontati, non ce lo siamo mai potuti permettere.
A parte i teatri (che comunque sono tutti ben finanziati), a Prato e in Toscana in generale, è molto in uso offrire gli spettacoli gratuitamente, soprattutto nel periodo natalizio, o di Carnevale, o comunque sempre quando un ufficio cultura decide di fare spettacolo.
I motivi sono vari; naturalmente che se lo possono permettere, ma anche, qualcuno ha detto, per non avere problemi nel fare il borderò, c'è questa 'paura', per la verità insensata, dato che lo spettacolo gratis costa di più come Siae.
Ma c'è un motivo profondo, ed è quello di dare in pasto cultura, il panem et circenses di romana memoria.
Questo ha fatto sì, per esempio a Prato, che i pratesi non vogliano pagare a teatro. E che vedano di tutto basta che sia gratis.
Il 'gratis' costante abbassa quasi automaticamente il livello, perché lo spettatore 'digerisce' tutto.
E si crea un sistema di dipendenza degli artisti che, per lavorare, per forza devono andare a bussare alla porta degli uffici cultura, oltre che dei teatri, e non possano autonomamente essere artisti. Insomma si crea in questo modo un servaggio generalizzato.
Come può un teatro indipendente o gruppi di artisti competere con un ufficio cultura che dà spettacoli sempre a ingresso libero?
Insomma, per noi che facciamo teatro senza santi in paradiso, si tratta di concorrenza sleale.
Ciò significa che non si può, che nessuno può fare certe attività impunemente, o meglio, che non le può proprio fare.
Con la nuova amministrazione comunale a Prato non è cambiato niente; anzi.
Nonostante ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, le proposte culturali natalizie, tanto per fare un esempio, con le debite rare eccezioni, sono tutte a ingresso libero.
Toni invece riteneva giusto che si pagasse, anche poco, magari un biglietto simbolico, ma che non si entrasse 'gratis'. Che vi fosse, fra le tante offerte di una città, una scelta anche critica (e non solo di convenienza economica) da parte dello spettatore. Questo significa creare una concorrenza anche nella qualità, nei temi, una ricerca costante da parte di chi crea e gestisce la cultura.
Alla maniera toscana, invece (e non solo toscana per la verità), sceglie e decide chi ha la gestione della cosa pubblica; ma in realtà non vuole scegliere e decidere nulla, se non come e a chi dare i soldi, attua una distribuzione del danaro pubblico senza un vero e proprio programma di crescita culturale della popolazione; insomma, tanto per ricordare il vituperato Mao, danno i pesci, ma non insegnano a pescare. E questo soprattutto perché devono creare servaggio, o anche foraggiare e incrementare il proprio bacino elettorale.
L'ammasso culturale del passato continua nel presente, nonostante la Destra, perché l'obbiettivo non è la cultura ma la propaganda, anche di sé oltre che di partito, il dominio.
M.E.
E si crea un sistema di dipendenza degli artisti che, per lavorare, per forza devono andare a bussare alla porta degli uffici cultura, oltre che dei teatri, e non possano autonomamente essere artisti. Insomma si crea in questo modo un servaggio generalizzato.
Come può un teatro indipendente o gruppi di artisti competere con un ufficio cultura che dà spettacoli sempre a ingresso libero?
Insomma, per noi che facciamo teatro senza santi in paradiso, si tratta di concorrenza sleale.
Ciò significa che non si può, che nessuno può fare certe attività impunemente, o meglio, che non le può proprio fare.
Con la nuova amministrazione comunale a Prato non è cambiato niente; anzi.
Nonostante ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, le proposte culturali natalizie, tanto per fare un esempio, con le debite rare eccezioni, sono tutte a ingresso libero.
Toni invece riteneva giusto che si pagasse, anche poco, magari un biglietto simbolico, ma che non si entrasse 'gratis'. Che vi fosse, fra le tante offerte di una città, una scelta anche critica (e non solo di convenienza economica) da parte dello spettatore. Questo significa creare una concorrenza anche nella qualità, nei temi, una ricerca costante da parte di chi crea e gestisce la cultura.
Alla maniera toscana, invece (e non solo toscana per la verità), sceglie e decide chi ha la gestione della cosa pubblica; ma in realtà non vuole scegliere e decidere nulla, se non come e a chi dare i soldi, attua una distribuzione del danaro pubblico senza un vero e proprio programma di crescita culturale della popolazione; insomma, tanto per ricordare il vituperato Mao, danno i pesci, ma non insegnano a pescare. E questo soprattutto perché devono creare servaggio, o anche foraggiare e incrementare il proprio bacino elettorale.
L'ammasso culturale del passato continua nel presente, nonostante la Destra, perché l'obbiettivo non è la cultura ma la propaganda, anche di sé oltre che di partito, il dominio.
M.E.
domenica 26 dicembre 2010
L'impianto fotovoltaico alle Vanne, Prato
Come si può vedere, l'impianto è nell'acqua. E pensate, non c'è stata alluvione! Il fatto è che quel campo si allaga dopo pochi scrosci d'acqua.
Ci devono essere problemi, perché ieri, Natale, alcuni -presumiamo responsabili del cantiere- sono passati verso le cinque del pomeriggio a controllare.
Non abbiamo altro da aggiungere rispetto a quello che abbiamo scritto e detto: un'operazione speculativa voluta quando a Prato la Sinistra era al potere, avallata e confermata dalla Destra, che ora gestisce l'amministrazione della città.
venerdì 24 dicembre 2010
L'altro Natale
Sabato 25 Dicembre 2010
ore 10-12
Teatro La Baracca
Via Virginia Frosini 8 Casale di Prato
VEGLIA MATTUTINA di NATALE
“TSEDAKA'” della SCALA D'ORO
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LA CARITA' PROFETICA DI RABBI SHIMON
“Otto gradini per scalare il..... Messia !”
Lettura e condivisione di Moni Ovadia - “TSEDAKA della SCALA D'ORO”
Una singolare, antica e..... futura idea profetica.
Ecco una interpretazione....... politica per un capitalismo o socialismo che da compassionevoli diventano conviviali, per felici armonie tra i viandanti umani
NORBERTO BOBBIO ci ha lasciato già la sua firma testamentaria:
“Dopo gli infiniti erramenti di millenni il labirinto della storia ha una pecularietà che finora c'è sfuggita e che lo rende simile a un gioco d'azzardo: delle due ultime strade rimaste una conduce all'uscita, l'altra finisce in un abisso”
Viandanti Migranti Veglianti....
SIETE INVITATI A NATALE
ALLA BARACCA DI CASALE
DA ORE 10:00 A ORE 12:00
INGRESSO LIBERO
Giovedì 13/20 Gennaio 2011:
due veglie serali
Sempre al teatro LA BARACCA di CASALE
seguono due rivisitazioni poetiche e critiche rileggendo in compagnia due fiabe storiche:
Fedro – Il lupo e l'agnello giovedì 13 gennaio 2011 ore 21.15:
Vangelo – Epulone e Lazzaro (Lc 16,19-31) giovedì 20 gennaio 2011 ore 21.15
Due veglie per legare la scala d'oro profetica agli scalini economico-esistenziali
Organizzazione e regia: Fulvio Silvestrini – cell. 3487716553
mercoledì 22 dicembre 2010
L'infanzia negata dei celestini, ovvero un altro episodio della vita difficile di un teatro libero
Stasera al Teatro La Baracca si va in scena con L'infanzia negata dei celestini.
Il Comune di Prato decide, in collaborazione con il Metastasio, di presentare proprio stasera, un singolare mercoledì, uno spettacolo sui bambini rom.
E' il Natale che accende la città?
No, la vuole spengere.
Vuole spengere tutte le note dissonanti, tutte quelle che non possono far parte del coro.
Crediamo che il nostro spettacolo avrebbe dovuto essere ospitato, se non al Teatro Metastasio, nell'ambito delle manifestazioni comunali.
Grazie allo spettacolo e al libro omonimo abbiamo ricostruito una memoria e una rete fra gli ex-celestini, che da qualche tempo hanno cominciato a ritrovare il loro passato. Lo stanno riscrivendo.
Si tratta dunque di un ostruzionismo assiduo e costante : in aggiunta la parrocchia di Casale ospita stasera un concerto, in collaborazione con la Circoscrizione Sud, esattamente come l'anno passato fu fatto coincidere lo spettacolo sui concubini con un concerto natalizio: stesso orario, stessa data, ingresso gratuito.
Anche Prato nel Sacco ha ricevuto lo stesso trattamento dalle stanze del potere, e solo un mese fa : hanno fatto il possibile per distruggere il lavoro di mesi, prove.
E come non ricordare che, il giorno prima che debuttassimo con Gonfienti, Storia di una battaglia la Soprintendenza aprì in fretta e furia il sito archeologico di Gonfienti di Prato, ora di nuovo invaso dalla melma e dalla sterpaglia?
Dunque stasera va in scena un altro episodio della difficile vita di un teatro indipendente.
Grazie comunque a tutti coloro che ci seguono, e stasera non saranno pochi.
Grazie comunque a tutti coloro che ci seguono, e stasera non saranno pochi.
Teatro La Baracca
Come piallare la memoria
Così il monumento ai caduti di Prato, in piazza delle Carceri, verrà spostato dal Centro alle scuole Cesare Guasti.
Il Comune di Prato vuole fare lì un grosso marciapiede con la possibilità di metterci tavolini. Un salottino, insomma per berci l'aperitivo.
E poi naturalmente, niente pedonalizzazione in Piazza delle Carceri. Le automobili sono il vero guaio e scempio di quella piazza!
Consideriamo questo spostamento del monumento una vergogna. Invece di valorizzare la memoria, questa giunta la pialla.
lunedì 20 dicembre 2010
La partecipazione pilotata delle Costituente? No, grazie
Fa sorridere l'esultanza di alcuni per l'approvazione, da parte del consiglio comunale di Prato, delle modifiche al regolamento sulla 'partecipazione', che di fatto dovrebbe avvicinare i cittadini alle scelte della e per la città in cui vivono, su proposta dalla sedicente 'costituente'.
Ancora queste modifiche non sono consultabili sul sito web del Comune; tuttavia, di fatto, a parte la forma, la sostanza è sotto gli occhi di tutti.
I comitati cittadini a Prato sono praticamente morti; tutto il fermento che c'era prima delle elezioni è scomparso per sempre.
Ormai è chiaro a tutti a cosa servono, o almeno a cosa sono serviti, questi processi partecipativi: a mantenere il controllo e a muovere in certa direzione la politica cittadina.
In sostanza Primavera di Prato comunica: una volta ci siamo cascati; la seconda no.
sabato 18 dicembre 2010
Amministratori incompententi e periferia abbandonata
L'assessore Mondanelli afferma che sul sito elettronico del Comune ieri era stato consigliato ai pratesi di restare a casa: FALSO. Ieri mattina, in prima battuta, sul sito internet del Comune era scritto che la neve caduta era poca e comunque non era da preoccuparsi. L'abbiamo letto. Peccato che non abbiamo fatto a tempo a copiare il testo, perché dopo un'ora era già scomparso.
La capacità degli attuali amministratori pratesi è sotto gli occhi di tutti. Non ci si può improvvisare esperti di protezione civile. Non si può pensare tanto alla città quando si deve pensare alle proprie fabbriche.
Qua, nella periferia tanto aborrita, la neve è ghiacciata e nessun mezzo spargisale è passato; nessun controllo di nessun tipo.
CONTINUIAMO A ESSERE ABBANDONATI.
E' VERGOGNOSO.
venerdì 17 dicembre 2010
CASELLO PRATO OVEST BLOCCATO
Attenzione, dato che i mezzi di informazione non informano; che il sito di autostrade non comunica niente, che il sito del Comune di Prato tantomeno:
al momento il CASELLO AUTOSTRADALE DI PRATO OVEST è BLOCCATO in entrata e in uscita.
Probabilmente lo è anche quello di PRATO EST.
LE COMUNICAZIONI DATE, LE MISURE PRESE DAGLI ORGANI COMPETENTI SONO DEL TUTTO INSUFFICIENTI ALLE PERSONE, AGLI AUTOMOBILISTI, A TUTTI COLORO CHE IN QUESTO MOMENTO SI TROVANO IN MEZZO ALLE STRADE E IN DIFFICOLTA'.
La neve e i soliti disastri
Fino a due ore fa il sito del Comune diceva che non ci si doveva preoccupare, che sarebbe stata una debole nevicata. Naturalmente la Protezione civile ha tolto questo comunicato, aggiornando la situazione.
Siamo praticamente bloccati. Esattamente come un anno fa, il 19 dicembre 2009.
Il disastro dell'anno passato non è servito a nulla.
I mezzi tecnologici, le informazioni, i meteo, internet e tutti i santa santorum non servono a niente.
A cose fatte, quando la neve ci esce dalle orecchie, scrivono il comunicato : statevene a casa.
Una recensione su Anito e Garibalda
E' così difficile ricevere una recensione teatrale, per chi come noi, non sta su nessun carro!
Per esempio: La Repubblica difficilmente si cala nella provincia e manda a recensire spettacoli che non siano di grido, di registi mitizzati.
Così fanno altri giornali, che pure non sono così importanti come quello citato.
E anche i critici del web non sono da meno; spesso salgono sui carri importanti, anche per essere accreditati e poco interessa loro di andare in un teatro alternativo come il nostro. Seguono mostre e mostrini, teatri e teatroni.
Per questo ci fa piacere quando giungono recensioni da competenti spettatori che, sebbene non lavorino per nessuna 'testata', mostrano, molto di più che tanti giornalisti, proprietà di linguaggio e spendono un po' del loro tempo per gli altri.
Grazie.
Teatro La Baracca
Teatro La Baracca
Recensione di Anito e Garibalda
Basato su un impianto scenico essenziale che non lascia spazio a orpelli e sovrastrutture, Anito e Garibalda di Maila Ermini, autrice già nota per operazioni drammaturgicamente complesse come Laris Pulenas e il Dramma intorno ai concubini di Prato, risolte però registicamente in modo semplice ed efficace dall’interpretazioni di due soli attori – la stessa Ermini affiancata dal D’Accolti – fa finta di svolgersi in uno studio televisivo dove è in corso l’affannosa costruzione dell’ennesimo ‘realiti’ con cui addormentare le coscienze televisive.
Questa volta, però, il tema (l’Unità d’Italia nelle gesta dell’’eroe dei due mondi’ e della sua famosa compagna), i protagonisti (Anito e Garibalda, latori di una inversione semantico-sessuale dei due famosi personaggi) e il contesto (la regia televisiva che deve domare i due maldestri malcapitati-attori e ricondurli nello stazzo pubblicitario in cui sono immersi e costretti), generano una sequenza di azioni, canzoni, trovate comiche, incidenti scenici, interruzioni di percorso, apparizioni di fantasmi che conducono lo spettatore nel caos più comico e inimmaginabile, dipingendo una Italia non solo ancora da farsi ma semmai tutta da ripensare ancora e difendere dal vero nemico che l’attacca: la stupidità e il vuoto, il fanatismo del successo.
Spettacolo attuale e antitelevisivo, interpretato da una burbera e rinco-sindacalizzata Garibalda accompagnata e sostenuta di un Anito ‘en travesti’, che tuttavia non rinuncia alle seduzioni del sesso femminile. (Giorgio Intina).
Inceneriti da morire
VENERDI' 17 DICEMBRE ORE 21 ad AGLIANA (Pt)
presso il Teatro Moderno,
il Comitato per la chiusura dell' inceneritore di Montale
promuove un' assemblea pubblica per fare il punto sulla situazione delle nocività prodotte dalle emissioni dell' inceneritore di Montale, sul pesante inquinamento della piana pistoiese/pratese e sulle malattie e morti conseguenti. L' incontro è in risposta a quanto emerso dalle indagini e dalle analisi effettuate sulle matrici ambientali ( suolo e acque ), sulle matrici biologiche ( animali e piante ) e in riferimento alle informazioni date da Arpat, Usl e Provincia di Pistoia le quali, pur certificando un diffuso inquinamento dei terreni e delle acque, minimizzano gli effetti dannosi di tale situazione e quelli dell' inceneritore relativamente alla produzione di sostanze nocive e tossiche. Noi chiediamo invece la chiusura dell' impianto di incenerimento di via Tobagi in quanto trattasi di una fonte dannosa certa per la salute umana e in quanto nocività evitabile, essendo disponibili altre soluzioni senza ricorrere a combustioni e basate sul riutilizzo e il riciclaggio. Modalità che, insieme alle raccolte differenziate, creano nuova occupazione. All' incontro, presentato e condotto da Alessandro Romiti del Comitato per la chiusura dell' inceneritore di Montale,
parteciperanno : - la dott.sa Patrizia Gentilini, oncologa, ISDE Italia; - il dott. Valerio Gennaro, epidemiologo, Istituto Tumori di Genova; - il dott. Gianni Malatesta, fisico; - la dott.ssa Adriana Pagliai per il Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze Prato Pistoia
parteciperanno : - la dott.sa Patrizia Gentilini, oncologa, ISDE Italia; - il dott. Valerio Gennaro, epidemiologo, Istituto Tumori di Genova; - il dott. Gianni Malatesta, fisico; - la dott.ssa Adriana Pagliai per il Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze Prato Pistoia
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, Comitati toscani contro l’incenerimento dei rifiuti, Italia Nostra Toscana, Forum Ambientalista Toscano
LETTERA APERTA - APPELLO
AGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI
Comuni, Province, Regione
(Toscana)
Soppressione degli ATO, istituzione dei Commissari regionali (acqua e rifiuti)
Un attacco ai Beni Comuni. La privatizzazione della politica
Assemblee Elettive, Sindaci, Cittadini e Comitati di Cittadinanza
relegati ad un ruolo di sterili spettatori
La Regione Toscana ha presentato un disegno di legge che stravolge le norme sui servizi pubblici di acqua e di rifiuti, togliendo ai consiglieri comunali e provinciali ogni possibilità di scelta in merito e relegando i sindaci in una commissione puramente consultiva, non vincolante delle scelte dei Commissari regionali, i quali, nel corso del 2011, andranno a sostituire le Autorità di Ambito e anche l’Assemblea dei Sindaci, approvando i piani industriali, selezionando i gestori unici e imbalsamando per decenni i due settori.
Per questo lanciamo un appello a tutti i consiglieri eletti nelle assemblee istituzionali della Toscana per chiedere che si apra un confronto serio su tali scelte.
Il pretesto per la Giunta regionale toscana è dato dalla Legge finanziaria statale, che pone l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica eliminando i consigli di amministrazione degli Ambiti Ottimali. Obiettivo condivisibile, ma qui preso a pretesto per commissariarli, anziché decentrarne le funzioni come dispone la suddetta legge, e per aumentarne le dimensioni territoriali, in violazione di norme già esistenti, sino a farli coincidere con la regione. Questa riforma non ha neppure nulla di coerente con le asserite volontà di ottimizzare l’efficacia e l’efficienza del servizio, che si fondano invece sulle conoscenze tecniche ed amministrative, che sono tutte locali e sui caratteri fisici di un territorio ottimale. “Ottimale” appunto è l’aggettivo fissato dalla legge statale, che stabilisce anche i criteri fisici, geografici ed economici, criteri che la Regione Toscana intende stravolgere e non rispettare. Per l’acqua, gli Ambiti ottimali sono strettamente connessi al territorio, sono i bacini idrografici, dove l’acqua piovana defluisce in una determinata superficie verso valle in percorsi geograficamente e fisicamente definiti, dove è captata e usata dalla collettività, e infine depurata e scaricata nei fiumi. Non rispettare tali criteri geo-economici significherà inevitabilmente aumentare tutti i costi a carico degli utenti.
Questo vale per l’acqua, ma anche per lo smaltimento dei rifiuti, dove la scelta migliore è la partecipazione e il coinvolgimento dei consiglieri eletti e delle popolazioni locali e non l’accentramento burocratico, la regionalizzazione, il commissariamento dei sindaci. Solo la partecipazione delle popolazioni, chiamate a evitare impianti dannosi alla salute e a realizzare le buone pratiche, consente la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e la riduzione dei costi. Cioè soluzioni alternative sia all’incenerimento sia alle discariche, ma purtroppo sappiamo che la Giunta regionale ha in verità altri obiettivi, più costosi e stranamente coincidenti con gli investitori negli impianti d’incenerimento.
Anche il direttivo nazionale dell’ANCI del 2.12. u.s. ha dichiarato: “una eventuale esclusione da parte delle regioni dei comuni, dal governo dei servizi di gestione dei rifiuti…si configurerebbe come un comportamento illegittimo”.
Firenze, 16/12/2010
giovedì 16 dicembre 2010
Ven. 17 Dicembre 2010, ore 9.00 - 12,30
A FIRENZE , PRESIDIO NO BALZELLO Bollette Publiacqua SpA
Ven. 17 Dicembre 2010, ore 9.00 - 12,30
PRESIDIO NO BALZELLO Bollette Publiacqua SpA (anticipo cauzionale)
PRESIDIO NO BALZELLO Bollette Publiacqua SpA (anticipo cauzionale)
in occasione Assemblea dei Sindaci ATO3 Medio Valdarno
(Gestore Publiacqua SpA) PER UN NUOVO SISTEMA TARIFFARIO
BASTA SPA -
FUORI I POTENTATI FINANZIARI E MULTINAZIONALI DALLA GESTIONE DELL’ACQUA
FUORI I POTENTATI FINANZIARI E MULTINAZIONALI DALLA GESTIONE DELL’ACQUA
PER UN NUOVO PUBBLICO PARTECIPATO E DEMOCRATICO
Appuntamento alle ore 9,00 presso
Sala Cassa di Risparmio Firenze in Via Folco Portinari 5 r Firenze
Presidio promosso da:
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua Medio Valdarno
Comitati Provinciali Referendum Acqua Pubblica FI - PO - PT
- TERR Mugello-Valdisieve
Malaparte non va
Perché la mostra su Malaparte è snobbata dai pratesi?
Il Comune ha puntato molto su questo evento, ma non attrae.
Recentemente ha escogitato anche la possibilità di dare, tramite i commercianti del centro, biglietti omaggio.
I giovani che frequentano la biblioteca non hanno nessuna voglia di fare quattro passi in più per andare a trovare il loro illustre concittadino. Anche perché lo sentono così poco concittadino, così poco pratese, nonostante Malaparte abbia cantato Prato come nessuno mai.
E poi c'è il passato politico, che dire ambiguo è dir poco; il suo estetismo, il narcisismo portato all'eccesso, il suo frequentare i potenti: a noi dicono poco, non emozionano.
L'idea è che il Malaparte non sia sincero, non sia autentico, nonostante lo voglia apparire.
Altri letterati della sua generazione, non necessariamente di Prato o italiani, risultano molto più vicini ai giovani pratesi.
Certo, il Fondo Malaparte è stata una occasione perduta per Prato, e tornerà a casa di Dell'Utri.
Ma a molti pratesi non sembra importare affatto.
Dopo la mostra dello Zar, organizzata dalla provincia per intenti d'affari, un altra mostra 'flop', questa organizzata dal Comune che ha utilizzato lo scrittore (e non era difficile) per la propaganda.
Questo succede quando si manovrano dall'alto eventi e manifestazioni per fini che sono tutto fuorché culturali.
Ora siamo in attesa dei dati che snocciolerà l'assessorato, la conta dei numeri, che apparirà sui 'giornalelli', per di-mostrare che non era così.
Ora siamo in attesa dei dati che snocciolerà l'assessorato, la conta dei numeri, che apparirà sui 'giornalelli', per di-mostrare che non era così.
mercoledì 15 dicembre 2010
Infiltrati
Vecchia storia.
Gli infiltrati nelle manifestazioni.
Nel sito elettronico del quotidiano La Repubblica si lancia il dubbio che gli scontri di ieri a Roma siano opera di infiltrati che avrebbero avuto il compito di 'sporcare' la protesta civile. Vale la pena dare una occhiata alle foto che vengono pubblicate.
Ma già ieri sera se ne parlava, nella Rete, con foto e ampi commenti.
Sartre, nel dramma Il Diavolo e il Buon Dio spiega bene come si fa.
Che sia una lettura praticata 'in alto'?
martedì 14 dicembre 2010
Quale fiducia
Dire che il governo Berlusconi ha ricevuto la fiducia, tra l'altro per tre voti, è davvero ridicolo.
Fuori dal palazzo, non c'è nessuna fiducia.
E criminalizzare gli studenti, criminalizzare la protesta è talmente inutile, non serve per far cambiare opinione alla gente che, in gran numero, invece la appoggia.
Servirebbe una svolta radicale.
Radicale?
Fuori dal palazzo, non c'è nessuna fiducia.
E criminalizzare gli studenti, criminalizzare la protesta è talmente inutile, non serve per far cambiare opinione alla gente che, in gran numero, invece la appoggia.
Servirebbe una svolta radicale.
Radicale?
In merito all'Inceneritore di Montale, Pistoia
Riceviamo una lettera della Dott.ssa Gentilini in merito alle tristi vicende dell'Inceneritore di Montale (Pistoia):
Signora Presidente Fratoni,
mi rivolgo a Lei nella sua veste di Presidente del Tavolo Istituzionale di cui faccio parte.
Nell’ultima riunione del Tavolo Istituzionale ho presentato una nota da inserire a verbale, con la quale formulavo 5 precise richieste, rivolte specificamente ai rappresentanti del Tavolo Tecnico presenti , ed in particolare le prime 4 al dott. Gabbrielli e la quinta di competenza del dott. Coppi.
Devo purtroppo prendere atto che a tutt’oggi non solo non è stata soddisfatta alcuna delle richieste formulate, ma non mi è nemmeno pervenuto il verbale della riunione al quale doveva essere allegata la mia nota.
Dal momento che in tale nota , chiedevo che mi venissero forniti dati e documenti specifici, non mi riterrò soddisfatta fino a che i dati ed i documenti richiesti non mi verranno forniti.
Apprendo peraltro che sul sito di ARPAT, nella sezione Fatti di attualità sono state pubblicate delle dichiarazioni a firma del Dipartimento Provinciale ARPAT di Pistoia, riprese poi dalla stampa locale, in merito ad alcune mie affermazioni contenute nella richiesta n. 5 della nota.
Come infatti Ella stessa può constatare, avevo esplicitamente chiesto al Tavolo Tecnico, in qualità di nostro consulente, spiegazioni su alcune evidenti differenze, riscontrabili nei controlli eseguiti nel 2010, tra i valori dei PCB-dl misurati da ARPAT e quelli ottenuti nelle analisi in autocontrollo.
Il Dipartimento Provinciale dell’ARPAT, con le sue dichiarazioni, non fa altro che confermare esplicitamente quanto da me asserito, ossia che durante l’unico controllo finora effettuato nel corso del 2010, l’inceneritore non funzionava nelle condizioni di massimo impegno, come prescriverebbe la norma, essendo alimentato esclusivamente con Rifiuti Solidi Urbani, in assenza degli altri materiali che pure di norma tratta (rifiuti ospedalieri e rifiuti speciali di origine industriale).
Signora Presidente Fratoni, nella sua veste di responsabile dell'ambiente per la Provincia di Pistoia, Le chiedo in primo luogo se ritiene adeguati controlli eseguiti dall’organo competente in condizioni difformi da quelle previste dalla normativa, ovvero nelle condizioni di funzionamento più impegnative, che dovrebbero comportare la combustione di tutte le tipologie di rifiuto per le quali l’impianto è autorizzato, quindi anche i rifiuti ospedalieri ed industriali, come avviene del resto nelle condizioni ordinarie di funzionamento.
Le ricordo che dall’AIA si desume che il quantitativo di rifiuti ospedalieri che l’inceneritore è autorizzato a bruciare è pari a 1000 tonnellate e che in condizioni ordinarie di funzionamento questo è effettivamente il quantitativo combusto: nel 2006, prima che iniziassero i lavori di ristrutturazione dell’impianto, ad esempio, risulta dai documenti ufficiali che siano state incenerite 922 tonnellate di rifiuti ospedalieri e 2102 tonnellate di rifiuti speciali di altra origine, per un totale di 3024 tonnellate di rifiuti non urbani, pari a circa il 10% dei rifiuti inceneriti in quell’anno (33581 tonnellate totali).
Un valore ben diverso dallo 0,1% indicato nella nota dell’ARPAT che fa riferimento ad un anno in cui era in corso la ristrutturazione dell’impianto!
Le faccio inoltre notare come nella nota del Dipartimento Provinciale ARPAT, non si entri nel merito degli alti valori (da me citati) dei PCB totali misurati al camino, ma si prenda in considerazione la loro tossicità equivalente (TEQ), cosa tuttavia non prevista dalla normativa ambientale, la quale, pur non fissando limiti per le emissioni di PCB da inceneritori, fornisce un valore guida per i grandi impianti di combustione di 50 ng/Nm3 in termini di PCB totali senza alcun riferimento alla tossicità equivalente.
Se però si vuole prendere in considerazione la tossicità equivalente mi chiedo allora perché, Signora Presidente, non si sia proceduto all'immediata chiusura dell'inceneritore nel settembre 2009 quando, in tossicità equivalente, i PCB, sia da soli (0,13 ng/Nm3) che, in maggior misura, uniti a diossine e furani (0,14 ng/Nm3), avevano superato, ancora una volta, il valore limite di 0,1 nanogrammi per metro cubo.
Se però si vuole prendere in considerazione la tossicità equivalente mi chiedo allora perché, Signora Presidente, non si sia proceduto all'immediata chiusura dell'inceneritore nel settembre 2009 quando, in tossicità equivalente, i PCB, sia da soli (0,13 ng/Nm3) che, in maggior misura, uniti a diossine e furani (0,14 ng/Nm3), avevano superato, ancora una volta, il valore limite di 0,1 nanogrammi per metro cubo.
Da tutto ciò rimane l’amara impressione che le norme siano di volta in volta interpretate non tanto a tutela della salute della popolazione, quanto piuttosto a salvaguardia della gestione dell’impianto.
Resto in attesa delle sue risposte.
Distinti saluti
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Caro Presidente
Caro Presidente del Consiglio,
le scriviamo perché sentiamo l’esigenza e il dovere, da studenti e da cittadini, di spiegare cosa è accaduto ieri. Ci concederà, spero, questa premessa: molti studenti presenti alla manifestazione non solo non hanno mai messo piede in un centro sociale ma possiedono anche un’ottima media; potremmo presentarle più di un libretto, ma non lo faremo perché noi sappiamo chi siamo e questo è sufficiente.
Ma torniamo al fine di questa lettera e lo facciamo con una domanda che lei tante volte si sarà posto: perché queste persone-studenti, lavoratori, artisti,ecc. manifestano? In genere la risposta è che le rivolte sono rivolte di “pancia”,di fame,dovute alla crisi economica globale. Certamente. Ma ci permetta di illustrarle un altro punto di vista e lo facciamo attraverso le parole di uno storico Edward Palmer Thompson che,in questo saggio che citiamo,riflette sulle rivolte popolari inglesi del XVIII secolo “(…) E’ certamente vero che i disordini erano innescati dai prezzi saliti alle stelle, dagli abusi compiuti dai negozianti,dalla fame. Ma queste rimostranze agivano all’interno della concezione popolare che definiva la legittimità e l’illegittimità dei modi di esercitare il commercio, la molitura del frumento, la preparazione del pane, ecc. E questa concezione, a sua volta, era radicata in una consolidata visione tradizionale degli obblighi e delle norme sociali , delle corrette funzioni economiche delle rispettive parti all’interno della comunità, che,nel loro insieme, costituivano l’economia morale del povero. Un’offesa contro questi principi morali,non meno di un effettivo stato di privazione,era l’incentivo abituale per un’azione immediata.”
Le citiamo infine,uno slogan-accusa che i contadini rivolgevano nel Settecento ai mugnai,”il male del tempo”: perché prima rubava ma con cortesia, ma ora è oltraggiosamente ladro.
Non ci fraintenda. Noi non stiamo accusando il suo governo di essere oltraggiosamente ladro, noi accusiamo l’Italia tutta di esserlo. La nostra patria è divenuta ladra di sogni, di speranze e di verità.
Accusiamo perfino le nostre madri e i nostri padri che continuano a difenderci dal mondo, da internet e da facebook e non hanno ancora compreso che in questi anni il vero pericolo sono stati loro, la loro incapacità di critica,la loro incapacità di volere.
Condanniamo l’indifferenza poiché crediamo che la qualità di una società è inversamente proporzionale alla quantità degli indifferenti.
E in ultimo condanniamo noi stessi di non essere abbastanza bravi da rendere chiara l’evidenza. L’evidenza è questa: noi siamo la futura generazione di precari o meglio, noi andremo a ingrossare le file di quella che possiamo definire “la classe dei precari”. Così come la Rivoluzione Industriale ha prodotto la classe operaia, rivoluzionaria per eccellenza, ecco che questo sistema in cui la speculazione è sfociata nello sfruttamento, ha provocato la nascita di una nuova classe rivoluzionaria, i cui membri non formano “strutture”, ma i cui legami si basano sulle relazioni e su una medesima condizione umana.
Lei ci insegna che un uomo può cambiare un Paese,noi fortunatamente siamo migliaia, forse milioni.
Sta certamente comprendendo quello che le stiamo dicendo. Le daremo una dritta, da sciocchi quali siamo. Ciò che deve temere di più è la felicità pubblica, ovvero quel sentimento antico quanto la Rivoluzione Francese, che si spiega più o meno così: l’uomo comprende di essere uomo solo quando è in movimento, e di questo ne scopre il divertimento, il piacere, puro, dello stare insieme. La Felicità Pubblica. Il resto è un colpevole silenzio e un’inquieta sensazione di noia. Ieri per la prima volta è tornata. Quello che ha visto non era follia,ma per l’appunto felicità. Felicità collettiva.
E questa volta sappiamo per certo che lei non potrà comprendere.
Cordiali saluti.
le scriviamo perché sentiamo l’esigenza e il dovere, da studenti e da cittadini, di spiegare cosa è accaduto ieri. Ci concederà, spero, questa premessa: molti studenti presenti alla manifestazione non solo non hanno mai messo piede in un centro sociale ma possiedono anche un’ottima media; potremmo presentarle più di un libretto, ma non lo faremo perché noi sappiamo chi siamo e questo è sufficiente.
Ma torniamo al fine di questa lettera e lo facciamo con una domanda che lei tante volte si sarà posto: perché queste persone-studenti, lavoratori, artisti,ecc. manifestano? In genere la risposta è che le rivolte sono rivolte di “pancia”,di fame,dovute alla crisi economica globale. Certamente. Ma ci permetta di illustrarle un altro punto di vista e lo facciamo attraverso le parole di uno storico Edward Palmer Thompson che,in questo saggio che citiamo,riflette sulle rivolte popolari inglesi del XVIII secolo “(…) E’ certamente vero che i disordini erano innescati dai prezzi saliti alle stelle, dagli abusi compiuti dai negozianti,dalla fame. Ma queste rimostranze agivano all’interno della concezione popolare che definiva la legittimità e l’illegittimità dei modi di esercitare il commercio, la molitura del frumento, la preparazione del pane, ecc. E questa concezione, a sua volta, era radicata in una consolidata visione tradizionale degli obblighi e delle norme sociali , delle corrette funzioni economiche delle rispettive parti all’interno della comunità, che,nel loro insieme, costituivano l’economia morale del povero. Un’offesa contro questi principi morali,non meno di un effettivo stato di privazione,era l’incentivo abituale per un’azione immediata.”
Le citiamo infine,uno slogan-accusa che i contadini rivolgevano nel Settecento ai mugnai,”il male del tempo”: perché prima rubava ma con cortesia, ma ora è oltraggiosamente ladro.
Non ci fraintenda. Noi non stiamo accusando il suo governo di essere oltraggiosamente ladro, noi accusiamo l’Italia tutta di esserlo. La nostra patria è divenuta ladra di sogni, di speranze e di verità.
Accusiamo perfino le nostre madri e i nostri padri che continuano a difenderci dal mondo, da internet e da facebook e non hanno ancora compreso che in questi anni il vero pericolo sono stati loro, la loro incapacità di critica,la loro incapacità di volere.
Condanniamo l’indifferenza poiché crediamo che la qualità di una società è inversamente proporzionale alla quantità degli indifferenti.
E in ultimo condanniamo noi stessi di non essere abbastanza bravi da rendere chiara l’evidenza. L’evidenza è questa: noi siamo la futura generazione di precari o meglio, noi andremo a ingrossare le file di quella che possiamo definire “la classe dei precari”. Così come la Rivoluzione Industriale ha prodotto la classe operaia, rivoluzionaria per eccellenza, ecco che questo sistema in cui la speculazione è sfociata nello sfruttamento, ha provocato la nascita di una nuova classe rivoluzionaria, i cui membri non formano “strutture”, ma i cui legami si basano sulle relazioni e su una medesima condizione umana.
Lei ci insegna che un uomo può cambiare un Paese,noi fortunatamente siamo migliaia, forse milioni.
Sta certamente comprendendo quello che le stiamo dicendo. Le daremo una dritta, da sciocchi quali siamo. Ciò che deve temere di più è la felicità pubblica, ovvero quel sentimento antico quanto la Rivoluzione Francese, che si spiega più o meno così: l’uomo comprende di essere uomo solo quando è in movimento, e di questo ne scopre il divertimento, il piacere, puro, dello stare insieme. La Felicità Pubblica. Il resto è un colpevole silenzio e un’inquieta sensazione di noia. Ieri per la prima volta è tornata. Quello che ha visto non era follia,ma per l’appunto felicità. Felicità collettiva.
E questa volta sappiamo per certo che lei non potrà comprendere.
Cordiali saluti.
Elisa Albanesi,
Assemblea di Lettere Occupata.
Assemblea di Lettere Occupata.
Da che pulpito
Da quale pulpito viene la lettera di Cenni sulle partecipate.
Al riguardo, vogliamo aggiungere: per anni abbiamo visto distribuire posti e posti in cambio di consenso elettorale. Una aberrazione totale. Qualcuno sostiene che anche Alemanno a Roma.
Pensare però che arrivi il Cenni e cambi il sistema lui, ecco, questo fa davvero sorridere. Sembra una presa in giro. Che lui sia dalla parte dei cittadini di Prato? Sarebbe già molto che fosse un po' dalla parte dei lavoratori delle sue fabbriche.
Cenni contro i sindaci della piana .Lettera aperta: «Basta spartizioni di poltrone» PRATO. E’ il sindaco Roberto Cenni a scrivere una lettera aperta ai partiti politici e alle associazioni di categoria su Consiag. «Abbiamo assistito negli ultimi giorni a molti interventi relativamente alle posizioni dei partiti e dei sindaci su Consiag - scrive Cenni - Mi riferisco in particolare ai sindaci della piana fiorentina, certamente dei beneficiari che col loro 27 per cento decidono le sorti della società a danno di Prato e dei comuni della provincia. In questo momento - continua Cenni - mi preme richiamare quello che credo dovrebbe essere il pensiero di tutti e cioè il ruolo e l’utilità che le società partecipate dovrebbero svolgere in favore di un unico interesse: quello dei cittadini. Per garantire efficienza, qualità dei servizi e tariffe contenute». E ancora: «Penso siano chiare e presenti a tutti le sfide e le competizioni che dovranno essere affrontate da queste società a partire dal 2011. E credo che l’interesse comune sia quello di affrontarle con la massima capacità per poter partecipare ai bandi e alle gare nella speranza di vincerle. Qui non si tratta di una questione semplicemente di destra o di sinistra, né tantomeno l’assicurazione per i comuni a impegnare una poltrona nella cabina di regia ma che l’interesse sia il mantenimento del servizio e soprattutto cercare di svolgere un ruolo di sviluppo, affidando ai cda obiettivi precisi nel tentativo di conservare in Toscana la centralità delle decisioni». «Posso capire - aggiunge - che in ragione di vecchie abitudini si sia consolidato un sistema di spartizione di poltrone, con clientele di vario genere, ma mai come in questo momento faccio un invito e un richiamo a tutti al senso di responsabilità. Ci sono servizi che comunque la legge impone di mettere a gara che oltre a risvolti economici incidono soprattutto sulla comunità. Ad esempio la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Le amministrazioni pubbliche rischiano infatti di non avere più in mano la gestione dell’azienda ma resterebbe loro comunque la responsabilità di fronte ai cittadini nel caso di un cattivo servizio. Ma penso anche al bando per le reti del gas, dove il fattore sicurezza è chiaro a tutti. Per non parlare delle garanzie che è doveroso dare a tutte le maestranze che fino ad oggi hanno prestato lavoro nelle società partecipate». «Trovo pertanto straordinariamente fuori luogo i diversi interventi sui media circa inciuci o stanze dove questo argomento dovrebbe essere discusso. Ritengo invece - conclude Cenni -importante che la discussione si tenga nelle sedi preposte. Nelle assemblee delle società partecipate, dove dovrebbero essere definite le strategie condivisi da affidare ai cda. Abbiamo perso fin troppo tempo e il dovere impone di non lasciare spazio a ulteriori schermaglie». (Da Il Tirreno, Prato). |
sabato 11 dicembre 2010
Al servizio della propaganda, ovvero come si usano i soldi pubblici a Prato
Per trasmettere le immagini di Pratoincontra alla televisione, gli incontri promozionali gestiti dalla giunta Cenni a Prato, il Comune spende 17 mila euri.
La televisione è Toscana Tv.
Senza contare quanto è costata l'enorme pubblicità, i megamanifestoni che sono stati messi in occasione dell'Incontra precedente, le brochure e quanto altro. E il costo del Teatro Metastasio con annessi e connessi?
Invece, si vocifera, gli artisti non sono stati serviti altrettanto bene.
Crediamo urgente chiedere, se le opposizioni dormienti non l'hanno già fatto, il costo di questa sfacciata macchina della propaganda che viene spacciata per "occasioni di dibattito e partecipazione attiva per tutti i cittadini".
venerdì 10 dicembre 2010
Ancora sul Centro di Scienze Naturali di Galceti
Che tristezza, la fine di questo centro.
Sicuro che non era il migliore del mondo per gli animali, non abbiamo elementi per parlare come avrà la magistratura, come avranno coloro che avranno presentato la denuncia; tuttavia non possiamo che provare certa pena per chi, come Gilberto Tozzi, finisce, a settantacinque anni, estromesso in questo modo.
E' finito il tempo in cui il mondo si poteva cambiare con la passione, con le idee, con la 'sesta elementare'.
E' finito il tempo in cui gli operai e la gente che non aveva studiato aveva qualche chance, magari favorita dal Partito e compagnia cantando.
Ora, tutti onesti e rettamente animalisti, ci accingiamo a creare il migliore dei mondi possibili con tanto di laurea. E spesso accompagnati dai, o accompagnando i, magici industriali-pifferai.
Da Il Tirreno, Prato
Lascio tutto e vado nelle Galapagos |
Tozzi replica alle accuse e si sfoga: «Chiarisco tutto e vado via dall’Italia» |
Mi amareggia il fatto che siano state sequestrate strutture estranee all’attività di recupero animali |
GIOVANNI CIATTINI |
PRATO. Una fine ingloriosa, comunque vada. Gli schizzi di fango che hanno sporcato in questi ultimi giorni il Centro di scienze naturali di Galceti non si lavano facilmente. Ed associare il reato di maltrattamenti animali al direttore del Centro, Gilberto Tozzi, è una di quelle cose che neanche uno struzzo riuscirebbe a digerire. Perché negli oltre quarant’anni di attività del Centro, 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, Gilberto Tozzi altro non ha fatto che recuperare e curare cervi, istrici, gufi, tartarughe, gru cinerine, falchi pecchiaioli e tantissimi altri animali. Oggi un’inchiesta della Procura pratese ha messo la parola fine ad un’esperienza che aveva fatto conoscere il Centro di scienze naturali di Galceti oltre i confini provinciali e regionali. Il Centro è sotto sequestro, la fauna presente è destinata in tempi brevi ad abbandonarlo per varie destinazioni: i mammiferi andranno nel centro di recupero di Semproniano vicino a Grosseto, gli animali esotici, come i serpenti, nel bioparco di Roma. I cinghiali maremmani andranno nel centro di Riparbella. Alcuni uccelli hanno già lasciato il Centro per essere ospitati al Cruma di Livorno. Tozzi, siamo alla parola fine? «Eh sì, l’attività del centro di recupero, cura e riadattamento della fauna selvatica si è ormai conclusa. Non so come finirà la vicenda giudiziaria ma quel che è sicuro è che io non sarò più disponibile a ricominciare. Ho 75 anni, ho dedicato tutta la mia vita a studiare la fauna e alla cultura ambientale. Ho fiducia nella giustizia: spero che si possa chiarire tutto e poi me ne andrò dall’Italia. Il mio sogno è quello di andare nelle isole Galapagos, un paradiso della natura fortemente minacciato dall’uomo». Che cos’è che più l’amareggia di quanto è accaduto? «Non voglio toccare l’aspetto che sta all’origine di quanto è successo, mi riferisco alle gelosie di chi ha messo in moto la Procura. Posso capire che un Centro come il nostro, finanziato sì da risorse pubbliche - ma al 60% autofinanziato grazie agli ingressi e alle attività didattiche -, possa suscitare invidie di altri centri e di veterinari vicini ad associazioni ambientaliste. Ci tengo a precisare che nessuno di noi si è arricchito: il mio stipendio è intorno ai 2mila euro, Deanna prende qualcosa meno e ancora meno mio figlio Saverio. Mi dispiace però che il sequestro abbia coinvolto anche attività estranee al centro di recupero degli animali. Parlo dei corsi didattici curati da Deanna, all’osservatorio astronomico gestito dall’associazione Quasar che ha sede nel centro, al servizio di protezione civile e antincendio. Per far riavere le divise ai volontari è stato necessario richiedere il dissequestro, che ci è stato concesso, e stamani sono state prelevate. Anche l’associazione Toscana Miele ha sede all’interno del Centro. Abbiamo in ponte un progetto commissionato dalla Comunità Europea, ora nella fase esecutiva, sulla prevenzione incendi nei siti archeologici e nei parchi ambientali, che ora resta bloccato». Da che cosa nasce l’accusa di maltrattamenti? «Dai duecento storni trovati dentro il frigofero. Non li abbiamo uccisi noi. Sono uccelli che la gente ci porta, come fa con tanti altri animali, vivi o morti, lasciandoceli fuori dal cancello. In questo caso erano esemplari morti. Noi li usiamo come cibo per gufi e falchi: sono le loro prede naturali. Mi hanno contestato anche un’area usata come cattura e controllo degli storni. Sono uccelli che stanno avendo un impatto dirompente nell’ecosistema naturale a danno di altre specie, come le capinere, le cinciallegre, i passeri. Gli storni creano danni anche all’agricoltura visto che si cibano di uva e olive. E io li sto studiando». Ma non è un po’ paradossale che proprio voi che ogni anno vi prendete cura di migliaia di animali, dal pettirosso al pitone, siate accusati di maltrattarli? «L’ha detto lei». Ha fatto scalpore anche l’aver trovato trappole per cornacchie e topi disseminate un po’ dappertutto. Alcune particolarmente ingegnose? «Non sapevo che fosse proibito usare trappole per catturare i topi. Nel parco ce ne sono tanti perché c’è tanto cibo per gli animali. Non possiamo usare il veleno proprio perché ci sono altri animali che ci cibano di topi: come i gufi e i barbagianni, per esempio. I topi catturati poi diventano cibo dei rapaci o dei serpenti. Le trappole per cornacchie sono di proprietà della Provincia che le ha autorizzate: si tratta di uccelli dannosi per altre specie, penso alla pernice rossa che è tornata riprodursi nel Monteferrato». Il picchio verde, sostengono, aveva uno spazio angusto. Gli aironi erano senza cibo. «Il picchio verde ha un’ala rotta. Non può volare. Deve avere uno spazio non troppo ampio perché sennò non troverebbe il cibo. E lo stesso vale per la poiana cieca. Gli aironi, quando si è presentata la polizia provinciale insieme alla Forestale, dovevano ancora mangiare. Ci sono degli orari per la somministrazione del cibo». Le merendine e le aranciate per i cinghiali? «Sono animali che mangiano di tutto. Una merendina scaduta da tre giorni non credo che farebbe male neanche ad un bambino. In genere per alimentarli noi raccogliamo la verdura e la frutta scartata dai supermercati e così per i resti dei forni». E poi ci sono i medicinali scaduti ed i fucili. «Due o tre flaconcini, forse un collirio. Poca roba. A curare i nostri animali ci pensa il veterinario dottor Giacomo Giromella col quale abbiamo un rapporto, regolato da un convenzione, da 15 anni. Io non sono un veterinario. Ho la sesta elementare. C’è chi mi chiama professore ma sono un autodidatta. Mi definisco un etologo. Non sono certo io a fare diagnosi. Hanno trovato una scheda nella quale riportavo che un animale morto aveva gli arti spezzati. Ma questo l’avrebbe notato chiunque. Se c’è da fare qualche accertamento particolare su un animale deceduto per patologie anomale lo inviamo all’università di Pisa. Fucili: una carabina ad aria compressa che usano i bambini per il tiro a segno e un fucile calibro 22 per sparare ai topi. Ci avevamo messo una pila per vederci di notte. Insomma, sono questi i nostri “peccati”». |
giovedì 9 dicembre 2010
"Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni"
In merito all'ultimo film di Woody Allen.
Le recensioni di tutti dicono che non è un capolavoro, che assomiglia a Match Point e a Basta che funzioni, come al solito pieno di autocitazioni.
Non la penso proprio così. Non vorrei comunque dare una classifica dei film di Allen, ma semplicemente dire che, quanto meno, è un'opera maestra per l'intreccio tecnicamente inteso, e anche per il ritmo che sostiene senza cadute le storie di più coppie e persone tutte destinate al fallimento.
Nessuno ha ancora notato che, come si intrecciano le vite delle persone, nel film si intrecciano abilmente anche le arti?: la letteratura è rappresentata dal romanziere fallito Roy; le arti figurative rappresentate da Sally moglie di Roy e dal gallerista Greg (interpretato da un freddo Banderas, ma probabilmente è voluto); la musica dalla bella Dia (Freida Pinto), la chitarrista amata da Roy, ma anche dalla lirica che irrompe e il jazz come sempre.
Come la vita di ciascuno di loro, anche le singole arti non dicono più nulla, sono meramente o illusioni o affari, equiparate alla ciarlataneria della cartomante, una delle poche che forse umanamente si salva, a cui si rivolge Helena , madre di Sally.
Ciò che mi ha più ferito (perché il film 'ferisce' e non ha un 'finale' accomodante e dunque non piace), è la vicenda di Roy che, a corto di idee, ruba letteralmente il manoscritto di un romanzo scritto da un amico che lui ritiene morto.
Essendo stata oggetto di plagio, mi fa piacere che Allen la pensi come me.
Meglio illusi che disonesti.
m.e.
Ucci ucci, sento odor di affarucci....Ma c'è Rifkin da Cenni!
O bravo Rifkin, che te ne vai da Cenni, invitato dal vice di Asm Antonio Rancati. Non ti era bastato andare in Sicilia da Lombardo (per poi sconfessare il piano energetico regionale siciliano che tu avevi preventivamente battezzato e hai detto "Mi hanno usato per fare propaganda"? Non sospetti, caruccio, che avvenga anche qua? Vuoi che ti si chiami Noam Chomsky per dirtelo...?).
E' lui, quello contro la bistecca, il vegetariano Jeremy Rifkin. Il teorico della 'terza rivoluzione industriale'.
E' lui, quello contro la bistecca, il vegetariano Jeremy Rifkin. Il teorico della 'terza rivoluzione industriale'.
All’incontro di domani parteciperà anche Angelo Consoli, presidente del Cetri (Centro europeo per la Terza rivoluzione industriale) e il presidente nazionale di Anter, Antonio Rainone.
Anter, appena nata nel gennaio del 2009 a Prato, è già diventata un’associazione di punta a livello nazionale in materia di energie rinnovabili. Ma vedi un po'!
Magari tutti insieme tratteranno anche della devastazione del territorio, come alle Vanne, che il Comune ha messo in atto e quasi concluso con i campi fotovoltaici in nome del Dio Sole, ma soprattutto in nome del Dio Danaro.
Anter, appena nata nel gennaio del 2009 a Prato, è già diventata un’associazione di punta a livello nazionale in materia di energie rinnovabili. Ma vedi un po'!
Magari tutti insieme tratteranno anche della devastazione del territorio, come alle Vanne, che il Comune ha messo in atto e quasi concluso con i campi fotovoltaici in nome del Dio Sole, ma soprattutto in nome del Dio Danaro.
La propaganda e gli affari continuano.
martedì 7 dicembre 2010
Renzo e Silvìa
Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi ha incontrato Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore, dove è stato accolto a pranzo.
Notizia succulenta. Ahinoi, però, l'avevamo previsto.
Il SindaHo ha detto che per salvare Firenze lo rifarebbe, e quindi la bacchettata di Bersani ("meglio sarebbe stato incontrarlo a Palazzo Chigi") è rimandata al mittente.
Renzino è uno degli eredi del Silvio: sembra proprio un figlioccio suo, uscito fuori dal suo allevamento: modi, temperamento, temerarietà, sprezzo di tutto fuorché di sé.
Berlusconi incassa in qualche modo un alleato. E' bravo in questi giochi, il lombardo, sul genere pateracchi stile brutta copia dei "Promessi Sposi".
Prato, la qualità della vita?
Secondo la classifica del Sole 24 sulla 'qualità della vita' Prato non sta benissimo, sebbene abbia recuperato qualche punto rispetto al passato. Salva la città solo 'affari e lavoro', per il resto non c'è da stare allegri.
Fra gli altri colpiscono due dati: quello della scarsa offerta culturale e dei pochi laureati. Quest'ultimo aspetto è 'storico', e sembra sostanzialmente continuare; del primo, il punteggio rimane scarso.
Naturalmente non prendiamo per oro colato quello che ci viene propinato; noi che la viviamo sappiamo che la qualità della vita non è affatto migliorata in città; che le periferie stanno crollando (vedi Iolo, per esempio) o sono lasciate a sé stesse; anzi sempre più slegate e sconnesse, con strade che franano, e che ogni giorno che passa è sempre più difficile praticare. In bici si percorrono a rischio della propria incolumità, sia per il traffico disordinato e sempre più veloce perché non controllato (vedi per esempio frazioni come Galciana o Casale, dove le automobili sfrecciano pericolosamente; ma anche a Figline, per fare ancora un esempio che conosciamo bene), sia per il manto stradale, con buche, tranelli e altri accidenti (E nessuna pista ciclabile in costruzione o in vista, e quella che c'è è abbandonata!). Si costruisce dappertutto e si mangia quel poco di verde libero rimasto, vedi nella zona delle Pantanelle o Ponte alle Vanne, verso il pistoiese, dove stanno ultimando un impianto fotovoltaico su una zona acquitrinosa cara agli uccelli, rinominato dalla gente del posto "impianto foto-rivoltante". Una zona che per secoli era rimasta intatta, una vergogna assoluta, organizzata dalla precedente giunta e ratificata allegramente dalla attuale. Lì, nelle vicinanze, hanno lasciato morire un altro posto bellissimo, via Bigoli, ridotto a discarica abusiva, dove ci sono ancora alberi secolari, case antiche volutamente lasciate crollare per la prossima speculazione, e prosciugati i laghetti. Un vero e proprio macello eco-antropico, che silenziosamente, malignamente è compiuto.
L'offerta culturale, centralizzata e rafforzata dalla super-assessora friulana Beltrame a suon di marcia e di efficienza, recentemente riscontra una enorme quantità di proposte, una raffica, diremmo noi, che mozza il fiato e che confonde. La centralizzazione stalinista messa in atto dalla gestione della supersignora è stata bruciata a tappe forzate ('non avrai altro verbo o struttura o ente fuori di me'), ma allo stesso tempo si avverte anche uno scadimento nella qualità - certo non dovuto solo a lei - dell'offerta stessa. Ma soprattutto è aumentata l'insensatezza del progetto complessivo, se si esclude qualche 'mostrina' che va letta bene, che è un messaggio ben preciso, come per esempio l'incoronazione del Malaparte, che fino a pochi anni fa a Prato era chiamato il 'fascistone' e visto molto ma di molto male, fino a quando Luconi lo cominciò a far salire in cattedra, per finire, come s'è visto, - e Luconi con lui - in qualche modo sul palco o in trono, a bella posta.
Il signor Ciampolini, che organizza Prato Incontra e si fa sempre riprendere con fotografie che mette sul sito comunale a bella mostra di sé - forse in quanto portavoce del sindaco ne è autorizzato,- ha contribuito a dare alle iniziative autodefinitesi culturali, in realtà promozionali di sindaco e giunta, una impronta televisiva. Al Metastasio il delfino di Umberto Cecchi invita, in occasione del prossimo e speriamo davvero ultimo incontro di Prato Incontra, personaggi meramente televisivi, un po' come faceva Berlusconi qualche anno fa alle feste del Milan: belle donne e cantanti sfilanti. Il titolo è, miseramente, E' Natale, e si vuole interrogare sul senso del Natale. Nemmeno all'asilo si oserebbero titoli e argomenti simili. Ci saremmo aspettati - almeno - l'invito di un rappresentante delle istituzioni clericali; un etnoantropologo, per esempio, a ricordarci che è Natale da prima della nascita di Gesù, che i romani si scambiavano le strenne durante i saturnali esattamente negli stessi giorni e come facciamo molto più massicciamente noi, nel gorgo consumista attuale.
Dal canto loro le circoscrizioni, quelle ancora in mano all'opposizione, continuano come hanno sempre fatto, in particolare la Sud, vero e proprio feudo dell'antico PD, come se 'nulla' fosse accaduto, come se la batosta elettorale non fosse avvenuta e non fosse necessario cambiare rotta, e cercano di far 'vivere' culturalmente le periferie insaccando di spettacolini parrocchie e circoli Arci alla vecchia maniera, senza nessun senso ma con uno scopo preciso, perpretrando quello che abbiamo vissuto per tanti anni e che non vuole ancora morire, questo catto-comunismo toscanoide strisciante d'annata, definiamolo benevolmente così, e che rifugge i teatri che eventualmente ha nel territorio come la peste bubbonica perché non servono ai voti futuri. Così gli artisti si vedono costretti a recitare in condizioni pietose, in strutture non adeguate né più attrezzate, ma tanto basta, credono loro, per muovere il consenso e per fare cultura.
Una città in ginocchio - ne è sintomo il sequestro del Centro di Scienze Naturali di Galceti e ancor più la questione Sasch per cui il Sindaco forse si dovrebbe interrogare cosa fare da grande, se il sindaco o l'imprenditore- una città sofferente è quella che viviamo, una Prato la cui politica è ben poca cosa, povera, triste, vuota, allagata, franante. Dimentica delle proprie disgrazie, come ha già derubricato le tre cinesi morte nel sottopasso.
Una città in ginocchio - ne è sintomo il sequestro del Centro di Scienze Naturali di Galceti e ancor più la questione Sasch per cui il Sindaco forse si dovrebbe interrogare cosa fare da grande, se il sindaco o l'imprenditore- una città sofferente è quella che viviamo, una Prato la cui politica è ben poca cosa, povera, triste, vuota, allagata, franante. Dimentica delle proprie disgrazie, come ha già derubricato le tre cinesi morte nel sottopasso.
lunedì 6 dicembre 2010
Pratesitella: ecco un esempio (pericoloso)
Di seguito trascriviamo un articolo che la dice lunga sulla 'pratesità' tanto invocata dalla giunta cennesca.
Fra le altre la Circoscrizione Est si distingue per il livello culturale in città: questo articolo sulle dichiarazioni della consigliere Pdl Lombardi è la punta dell'iceberg, ma anche la presidente della commissione cultura Ovattoni col suo entourage non scherza: andate a vedere che ricette intruglione propina...che livelli!
"Dichiarazioni anti rom, imbarazzo nel centrodestra: Lombardi convocata dai probiviri del Pdl. Solo la Lega la difende a spada tratta
Il Pdl prova a correre ai ripari sul caso creatosi attorno alle dichiarazioni anti-rom e convoca per domani Clarissa Lombardi per valutare eventuali provvedimenti da prendere. Lo annuncia il vice-coordinatore vicario del Popolo della Libertà, Filippo Bernocchi: “Incontrerò Lombardi per decidere il da farsi, al momento però mi sembrano quasi incredibili le dichiarazioni riportate”. Anche Riccardo Mazzoni, coordinatore provinciale del Pdl prende le distanze: “La xenofobia è un male che va estirpato dalla nostra società – commenta in una nota –. Frasi xenofobe come quelle scritte su Facebook da un nostroconsigliere di circoscrizione non appertengono dunque né alla nostra storia politica né alla nostra cultura e costituiscono un gravissimo danno all’immagine del partito”. A deliberare su Clarissa Lombardi saranno direttamente i probiviri nazionali. Nel frattempo il centrodestra si divide facendo affiorare l’esistenza di due anime quasi inconciliabili circa il comportamento da tenere nei confronti dei rom con pulsioni xenofobe pronte ad essere sprigionate. La Lega Nord così nella versione del suo segretario comunale Leonardo Soldi sta dalla parte della consigliera di circoscrizione. “Capisco perfettamente la sua rabbia – afferma –. Noto che la questione dei rom non è ormai sentita solo dalla Lega, ma anche dagli elementi meno moderati del Pdl. In un periodo di crisi certe agevolazioni, che i comuni sono obbligati a concedere ai rom stridono ancora maggiormente rispetto al passato. Mi riferisco in particolar modo alla situazione dei campi nomadi. Non avendo per nulla una cultura della pulizia e del vivere civile, come invece abbiamo noi, se ne fregano di rispettare certi standard. Oggettivamente Lombardi ha sbagliato in un solo punto, si è dimenticata di includere nelle sue dichiarazioni un riferimento ai sinti”. Decisamente di carattere opposto le dichiarazioni del capogruppo in consiglio comunale di Futuro e Libertà, Federico Lorusso che ne approfitta per riaprire un contenzioso politico con il Pdl. “Mazzoni ci ha appellati come inutili idioti, bene adesso dovrebbe guardare in casa propria gli idioti che ha. Questa gente dovrebbe dimettersi immeditamente senza attendere un minuto di più. Chi è nelle istituzioni ha il dovere di pensare prima di parlare, questo purtroppo non sta avvenendo da troppo tempo all’interno del partito di Mazzoni”. Il suo collega di partito, Maurizio Bernocchi consigliere della circoscrizione sud allarga il campo della stigmatizzazione: “Sono rimasto delusissimo da Bonny Marras (che su Facebook ha parlato di rom come “razzaccia che sa solo rubare”, ndr). Voglio prendere le distanzze dalle sue parole da queste parole e mi meraviglio che una consigliera eletta possa fare delle dichirazioni simili. Questa non è politica, ma solo razzismo. Brava, ha messo in difficoltà la maggioranza”. Dalla circoscrizione Est, istituzione dove è eletta la protagonista delle esternazioni contro i rom, trapela un fortissimo imbarazzo. Il presidente Alessandro Ciardi si è preso 24 ore di tempo per riflettere prima di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione. L’unico disposto a parlare è Andrea Bonacchi, presidente della commissione lavori pubblici della Est, che prova a minimizzare. “Le dichiarazioni di Clarissa Lombardi – dice -non sono un comunicato ufficiale, ma semplicemente delle iperboli. Premesso questo il problema rom non si risolve né cacciandoli né con la compassione: le baraccopoli sono un problema sociale e d’integrazione”. Su quest’ultimo versante si inserisce la considerazione del capogruppo in consiglio comunale dell’Udc, Antonio Longo. “Si fanno queste sparate a caso per fomentare odio, ma nel frattempo si lavora. Abbiamo già trovato degli accordi con gli assessori Silli e Mondanelli per la sistemazione dei rom già spostati da Santa Lucia in viale Marconi. Le dichiarazioni di Lombardi pertanto appaiono prive di logica e di senso esattamente come capitato a Padova”. Carlandrea Adam Poli"
Sulla pelle degli animali
Con sconcerto si sono lette le notizie sul Centro di Scienze Naturali di Galceti.
Di come tutto si sia fatto poi andare veloce: denunce, sequestri e nuovi corsi.
Di come tutto si sia fatto poi andare veloce: denunce, sequestri e nuovi corsi.
Qualcuno dirà che ce n'era bisogno; e che meno male! Tuttavia, ripetiamo: altre denunce, come quella per il sito archeologico di Gonfienti, non hanno goduto di nessuna corsia preferenziale, anzi! Altri problemi della e nella città sono lasciati ancora lì dove stavano, a sé stessi: distruzione del verde, mobilità cittadina fallimentare, periferie allo sbando, morte del decentramento, allagamenti, stalinizzazione del sistema cultura...
A Galceti è ancora tutto, di nuovo e sempre, gestito 'politicamente', la presunta Sinistra contro la presunta Destra, che ora muove le danze. Il presunto 'vecchio' contro il 'presunto' nuovo.
La saga della smania di potere e speculazione giocati sulla pelle degli animali sembra proprio continuare.
venerdì 3 dicembre 2010
PER LA PRATO CHE CI PIACE
Contro la riduzione della Zona a traffico limitato (ZTL) e dell’Aria pedonale urbana (APU) nel Centro Storico.
Meno macchine Più trasporti pubblici
Più Pedoni Più biciclette
Sabato 4 dicembre 2010 ore 15,30
Manifestazione in Piazza S. Agostino
Ore 16,30 biciclettata per il centro storico
L’Amministrazione Comunale di Prato ha annunciato un nuovo provvedimento di riduzione della ZTL, questa volta vuole anche abolire una parte dell’APU. Il motivo sarebbe la difficoltà dei controlli, ma tra permessi ed abusi il centro storico di Prato ha sempre meno tutela dal traffico.
Il provvedimento significa solo più caos, complicherà la vita dei residenti, non si favoriranno le attività commerciali, ma aumenterà il numero di coloro che potranno liberamente circolare in centro, con o senza i permessi, perché non saranno aumentati i vigili urbani, non sarà installato nessun video- controllo sugli accessi, non si realizzeranno nuovi parcheggi.
Non si spende un euro per riqualificare il centro storico, il provvedimento annunciato dal Comune aumenta solo il traffico privato e di transito causando anche maggior inquinamento.
Per questo sabato 4 dicembre abbiamo organizzato un pomeriggio di protesta che vuol far vedere che il Centro storico di Prato può avere un altro destino ed un altro futuro.
Noi crediamo che vada incentivata e tutelata la mobilità pedonale, quella ciclabile e si debbano aumentare i trarti pubblici che invece i provvedimenti del governo vogliono tagliare.
La Prato che ci piace è a misura dei cittadini e non al servizio delle auto.
In un Centro Storico più accogliente possono trovare più spazi tutti: i residenti, i turisti, i commercianti. Solo così potremo aumentare la presenza e la voglia di tutti i pratesi di avere un centro storico vivibile e visitabile.
Coordinamento Comitati Cittadini, Italia Nostra, Legambiente, RadioGas, Venti di Terra, WWF, Primavera di Prato
Sequestrato il Centro di Scienze Naturali di Galceti
Esprimiamo perplessità riguardo a questo sequestro.
Forse qualcuno ha mire sul Centro, vuole sostituirsi a Tozzi; ci sono attriti personali?
E' stata sequestrata solo una parte; non è chiuso il planetario e tutta la parte didattica relativa al Centro stesso.
Ma noi ci domandiamo: come mai certe denunce corrono come il vento e altre invece si incagliano chissà dove? (come per esempio quello sullo stato degradato del sito archeologico di Gonfienti?).
"Il Centro di scienze naturali di Galceti è stato sequestrato per ordine della magistratura. Ieri mattina gli agenti della polizia provinciale e quelli della forestale si sono presentati ai cancelli della struttura per porre i sigilli. Il clamoroso colpo di scena va a colpire una delle strutture più amate dai pratesi, con decine di volontari impegnati nella cura e assistenza degli animali, ma anche con un’attività didattica di primissimo piano in campo naturalistico e ambientale. Non solo, il Csn è anche riferimento regionale per il recupero e la conservazione di animali selvatici.
Forse qualcuno ha mire sul Centro, vuole sostituirsi a Tozzi; ci sono attriti personali?
E' stata sequestrata solo una parte; non è chiuso il planetario e tutta la parte didattica relativa al Centro stesso.
Ma noi ci domandiamo: come mai certe denunce corrono come il vento e altre invece si incagliano chissà dove? (come per esempio quello sullo stato degradato del sito archeologico di Gonfienti?).
"Il Centro di scienze naturali di Galceti è stato sequestrato per ordine della magistratura. Ieri mattina gli agenti della polizia provinciale e quelli della forestale si sono presentati ai cancelli della struttura per porre i sigilli. Il clamoroso colpo di scena va a colpire una delle strutture più amate dai pratesi, con decine di volontari impegnati nella cura e assistenza degli animali, ma anche con un’attività didattica di primissimo piano in campo naturalistico e ambientale. Non solo, il Csn è anche riferimento regionale per il recupero e la conservazione di animali selvatici.
Il sequestro rientra nell’ambito di un’indagine che la procura sta portando avanti dalla scorsa estate, quando ci fu già una perquisizione nel Centro e il direttore Gilberto Tozzi venne ufficialmente indagato. Le accuse sono di esercizio abusivo della professione medica. Inoltre durante la perquisizione sarebbero stati trovati medicinali scaduti e anche un fucile. Cosa abbia provocato questa accelerata con il sequestro dell’intera struttura, verrà spiegato oggi in una conferenza stampa convocata in procura. Intanto si sa che alcuni degli animali in cura al Csn, in particolare alcuni rapaci, sono stati portati altrove, mentre il grosso degli animali è sempre all’interno della struttura.
Da parte sua Tozzi continua a respingere tutte le accuse, come ha fatto fin dall’inizio dell’estate. In particolare il direttore ha sempre sostenuto che le cure agli animali erano prestate dai medici veterinari convenzionati con il Centro."
La politica che non rappresenta
E' una vecchia storia.
Questi politici non ci rappresentano, ora più che mai.
Questi politici non ci rappresentano, ora più che mai.
Gli studenti che hanno sfilato per le strade, e le hanno occupate, hanno significato soprattutto questo. Perché questa politica lontana da noi, questi politici che anche a livello locale non si vedono mai girare fra la gente, confrontarsi seriamente se non in apparizioni per accogliere applausi, se non sfreccianti nelle auto blu, se non davanti alle telecamere, questa gente non può rappresentarci.
Nel piccolo si vede nella nostra città, Prato. Ma potrebbe essere detto di moltissimi altri sindaci, lontani e vicini e di tutti i 'colori'.
Un sindaco che non si 'dà' se non alle cene degli amici; che non si rende conto bene della sua città; che non la conosce; che fa salotto nel teatro-bene, protetto dagli specialisti dell'immagine, dove riceve i suoi cittadini come un signore d'altri tempi...
Semplicemente ridicolo, e 'distante'. Potremmo dire anche inutile.
Un rappresentante dei cittadini si muove per la città, si muove fra la gente, cerca di capire, di conoscere, di vedere. E di comunicare con le persone che lo hanno eletto, e certo non in un salotto!
E' questo il dramma e una delle cause dello stallo dell'economia. Una politica chiusa in sé stessa e nei suoi privilegi, fonte e mezzo di privilegi, personali e di casta. Una politica sostanzialmente non democratica, non osmotica, non dinamica. Una democrazia falsa e solo d'immagine.
Questi rappresentanti che non ci rappresentano, che aprono il futuro solo a sé stessi, ecco contro chi hanno sfilato i giovani.
Ecco cosa va cambiato.
giovedì 2 dicembre 2010
La politica e gli imprenditori
Il segretario della CGIL di Prato Marigolli è molto arrabbiato con Cenni, il sindaco-imprenditore pratese e dichiara che egli pensa «agli interessi della sua azienda - la Sasch- e della famiglia scaricando le difficoltà sul distretto: sui suoi lavoratori e sui terzisti» e che sta facendo «scelte contestabili dal punto di vista morale in particolar modo per una persona che è stata eletta per fare il bene della collettività».
In sostanza il sindacato si troverebbe a risistemare le aziende caracollanti della famiglia Cenni con condizioni imposte: "ci hanno messo davanti alla scelta di costituire le newco quando in realtà ci potevano essere altre strade da percorrere».
E ancora: «Il comportamento del sindaco è indifendibile. Gli imprenditori che hanno creato un debito enorme a danno dei lavoratori e di tante aziende terziste, oltre che con le banche, sono gli stessi imprenditori che ricostituiscono altre aziende per riaffittare il buono che c’è e decidendo anche il prezzo che devono pagare per averlo. Sono scelte che, secondo me, vanno contro il più elementare senso della giustizia. E mettiamoci anche che si ritroveranno con aziende immacolate, senza più responsabilità, che faranno concorrenza agli altri. Che diciamo agli altri? Fate anche voi così?».
Chissà se da questo disastro che sta succedendo, mentre la giunta tenta lo stordimento spettacolar-natalizio, affigge manifesti enormi e compra pagine intere di pubblicità di giornali amici su Prato incontra (come se fosse l'evento dell'anno), comprometterà la poltrona del sindaco. O ancora: impareranno i pratesi che questo connubio fra imprenditori e politica è disastroso e ambiguo? Ora stanno pensando anche a Montezemolo, a livello nazionale, ancora un altro imprenditore!, come se avesse qualche capacità di risollevare le sorti del nostro paese con la bacchetta magica degli affari!, così come pensavano i cittadini pratesi che il Cenni li potesse 'salvare' ("è bravo, Cenni, è bravo, ha tanto cuore...non è come tu credi, piace tanto anche a molti della Sinistra"), ormai esausti di una sequela di giunte prepotenti e disastrose dell'altra parte . Ma 'salvare' da che, dalla crisi? Anzi, è peggiorata, perché le ditte legate al Cenni non pagano, e la situazione del distretto è ancora peggiore, con l'aggiunta che si tratta proprio delle fabbriche del capo...e che quindi hanno forzatamente un trattamento di 'favore', diciamo così, anche da parte dei sindacati stessi...
Peggio di così...
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