Secondo la classifica del Sole 24 sulla 'qualità della vita' Prato non sta benissimo, sebbene abbia recuperato qualche punto rispetto al passato. Salva la città solo 'affari e lavoro', per il resto non c'è da stare allegri.
Fra gli altri colpiscono due dati: quello della scarsa offerta culturale e dei pochi laureati. Quest'ultimo aspetto è 'storico', e sembra sostanzialmente continuare; del primo, il punteggio rimane scarso.
Naturalmente non prendiamo per oro colato quello che ci viene propinato; noi che la viviamo sappiamo che la qualità della vita non è affatto migliorata in città; che le periferie stanno crollando (vedi Iolo, per esempio) o sono lasciate a sé stesse; anzi sempre più slegate e sconnesse, con strade che franano, e che ogni giorno che passa è sempre più difficile praticare. In bici si percorrono a rischio della propria incolumità, sia per il traffico disordinato e sempre più veloce perché non controllato (vedi per esempio frazioni come Galciana o Casale, dove le automobili sfrecciano pericolosamente; ma anche a Figline, per fare ancora un esempio che conosciamo bene), sia per il manto stradale, con buche, tranelli e altri accidenti (E nessuna pista ciclabile in costruzione o in vista, e quella che c'è è abbandonata!). Si costruisce dappertutto e si mangia quel poco di verde libero rimasto, vedi nella zona delle Pantanelle o Ponte alle Vanne, verso il pistoiese, dove stanno ultimando un impianto fotovoltaico su una zona acquitrinosa cara agli uccelli, rinominato dalla gente del posto "impianto foto-rivoltante". Una zona che per secoli era rimasta intatta, una vergogna assoluta, organizzata dalla precedente giunta e ratificata allegramente dalla attuale. Lì, nelle vicinanze, hanno lasciato morire un altro posto bellissimo, via Bigoli, ridotto a discarica abusiva, dove ci sono ancora alberi secolari, case antiche volutamente lasciate crollare per la prossima speculazione, e prosciugati i laghetti. Un vero e proprio macello eco-antropico, che silenziosamente, malignamente è compiuto.
L'offerta culturale, centralizzata e rafforzata dalla super-assessora friulana Beltrame a suon di marcia e di efficienza, recentemente riscontra una enorme quantità di proposte, una raffica, diremmo noi, che mozza il fiato e che confonde. La centralizzazione stalinista messa in atto dalla gestione della supersignora è stata bruciata a tappe forzate ('non avrai altro verbo o struttura o ente fuori di me'), ma allo stesso tempo si avverte anche uno scadimento nella qualità - certo non dovuto solo a lei - dell'offerta stessa. Ma soprattutto è aumentata l'insensatezza del progetto complessivo, se si esclude qualche 'mostrina' che va letta bene, che è un messaggio ben preciso, come per esempio l'incoronazione del Malaparte, che fino a pochi anni fa a Prato era chiamato il 'fascistone' e visto molto ma di molto male, fino a quando Luconi lo cominciò a far salire in cattedra, per finire, come s'è visto, - e Luconi con lui - in qualche modo sul palco o in trono, a bella posta.
Il signor Ciampolini, che organizza Prato Incontra e si fa sempre riprendere con fotografie che mette sul sito comunale a bella mostra di sé - forse in quanto portavoce del sindaco ne è autorizzato,- ha contribuito a dare alle iniziative autodefinitesi culturali, in realtà promozionali di sindaco e giunta, una impronta televisiva. Al Metastasio il delfino di Umberto Cecchi invita, in occasione del prossimo e speriamo davvero ultimo incontro di Prato Incontra, personaggi meramente televisivi, un po' come faceva Berlusconi qualche anno fa alle feste del Milan: belle donne e cantanti sfilanti. Il titolo è, miseramente, E' Natale, e si vuole interrogare sul senso del Natale. Nemmeno all'asilo si oserebbero titoli e argomenti simili. Ci saremmo aspettati - almeno - l'invito di un rappresentante delle istituzioni clericali; un etnoantropologo, per esempio, a ricordarci che è Natale da prima della nascita di Gesù, che i romani si scambiavano le strenne durante i saturnali esattamente negli stessi giorni e come facciamo molto più massicciamente noi, nel gorgo consumista attuale.
Dal canto loro le circoscrizioni, quelle ancora in mano all'opposizione, continuano come hanno sempre fatto, in particolare la Sud, vero e proprio feudo dell'antico PD, come se 'nulla' fosse accaduto, come se la batosta elettorale non fosse avvenuta e non fosse necessario cambiare rotta, e cercano di far 'vivere' culturalmente le periferie insaccando di spettacolini parrocchie e circoli Arci alla vecchia maniera, senza nessun senso ma con uno scopo preciso, perpretrando quello che abbiamo vissuto per tanti anni e che non vuole ancora morire, questo catto-comunismo toscanoide strisciante d'annata, definiamolo benevolmente così, e che rifugge i teatri che eventualmente ha nel territorio come la peste bubbonica perché non servono ai voti futuri. Così gli artisti si vedono costretti a recitare in condizioni pietose, in strutture non adeguate né più attrezzate, ma tanto basta, credono loro, per muovere il consenso e per fare cultura.
Una città in ginocchio - ne è sintomo il sequestro del Centro di Scienze Naturali di Galceti e ancor più la questione Sasch per cui il Sindaco forse si dovrebbe interrogare cosa fare da grande, se il sindaco o l'imprenditore- una città sofferente è quella che viviamo, una Prato la cui politica è ben poca cosa, povera, triste, vuota, allagata, franante. Dimentica delle proprie disgrazie, come ha già derubricato le tre cinesi morte nel sottopasso.
Una città in ginocchio - ne è sintomo il sequestro del Centro di Scienze Naturali di Galceti e ancor più la questione Sasch per cui il Sindaco forse si dovrebbe interrogare cosa fare da grande, se il sindaco o l'imprenditore- una città sofferente è quella che viviamo, una Prato la cui politica è ben poca cosa, povera, triste, vuota, allagata, franante. Dimentica delle proprie disgrazie, come ha già derubricato le tre cinesi morte nel sottopasso.
1 commento:
Signora Maila,
la luciditá con cui scrivi e analizzi le cose pratesi é impressionante. Si capisce che una giunta di periti/geometri/ragionieri (quando va bene), col cardiologo messo alla protezione civile e il venditore di abbigliamento a sindaco e la giornalista ad assessore culturale, é uno sfacelo. Comprensibile che ti temano e ti considerino pericolosa e da ghettizzare.
La tua estromissione dai posti che contano é la vera misura della tua qualitá.
Devi continuare cosí.
Brava, e grazie.
Sandro Perini.
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