domenica 28 febbraio 2010

CULTURMOSTRO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da un nostro fedele lettore.

“Buonasera, sono Angelico Delficcati. Vorrei trovare spazio nel vostro blog, che già altre volte mi ha ospitato, visto che siete così sensibili alle questioni culturali.
Detto papale papale: a me non piace il ‘culturmostro’ che l'amministrazione cittadina intenderebbe instaurare a Prato.
Il cosiddetto aziendalistico 'creare sistema', più volte invocato dall'assessore alla cultura, mira in realtà a una omologazione dell' offerta culturale (solo mitologica e falsa e naturalmente calata dall’alto/altro).
Dunque dico no a questo programma culturmostruoso, che, nel settore musicale va a senso unico (Camerata Cameratae… Cameratorum), quando non assente; in campo figurativo, appiattito da un museo Pecci faraffaristico e tartufesco; nel teatro, aiuto! tutti i teatri in uno…tutti per uno, uno per tutti! Fedeli alla Regina…e tutti a recitare lo stesso copione, magari in televisione e con un foyer dove si possano fare tante belle festicciole stile pagliettine!... E Officina Giovani… fatta nascere da Luconi, ma che lui stesso, ormai in odore di direzione artistica, lascia distaccatamente morire con la sua benedizione, amen! (essendo ormai luogo similleoncavallino!?)
L'assessore alla cultura aveva affermato che il Teatro Metastasio assorbiva troppi soldi; creando il 'culturmostro' sistematico ce ne vorranno ancor di più! (Peraltro il sistema mostro era già preparato e in atto; le stesse parole, ‘sistema’, per esempio, sono state udite anche durante l’inutile incontro sul Parco della Piana il 1 febbraio alle Scuderie Medicee, dalla bocca dell’assessore Cocchi). E' incredibile come ormai certi sistemi stalinisti siano realizzati, con il beneplacito di molti pseudo-intellettuali di Sinistra, da una amministrazione di Centro-Destra. Que confusion, amigos!
Tutto questo che avviene, cari signori che state lavorando per la cosiddetta 'partecipazione', che salite e scendete le scale dei palazzi, è esattamente l'opposto".

Perché il Teatro La Baracca è un'eccellenza nel panorama culturale pratese

In questi giorni di dissidio culturale a Prato, in cui si discute di riassetti organizzativi di enti cittadini e si parla di 'aperture' verso altri centi culturali della città, non è stata mai fatta menzione del Teatro La Baracca.
E’ un teatro privato, e questo per il Centro-Destra dovrebbe essere un punto di merito. Invece non lo è, come peraltro accadeva nella precedente amministrazione.
Forse perché è un teatro libero.
Opera dal 1994 ininterrottamente in una realtà periferica difficile, praticamente auto-finanziato, con produzioni drammaturgiche assolutamente originali, l’unico teatro a Prato che ha fatto della storia di Prato riflessione drammaturgica importante: L’infanzia negata dei celestini, Dramma intorno ai concubini di Prato, Vita restante di carnefice sull’eccidio di Figline, Laris Pulenas sulla questione etrusca; ricevendo premi e riconoscimenti dalla Regione Toscana e dall’Enap per la consistente produzione drammaturgica.
Quindi è stata portata la storia di Prato, seppur scomoda, a teatro, favorendo da anni il dibattito cittadino.
Il teatro ragazzi, l’altra costola della produzione del Teatro La Baracca, non solo è originale nella creazione di personaggi e storie, ma non si è piegata alla moda del teatro multimediale. E’ un teatro d’attore e per questo anche fortemente gradito dalle famiglie e dai ragazzi.
Pertanto svolge una fondamentale funzione socio-educativa, permettendo ai cittadini di utilizzare il proprio tempo libero con intelligenza e divertimento.
Fino al 2007 il Teatro La Baracca ha ospitato, praticamente a proprie spese e fino a quando ha potuto, anche compagnie esterne.

I suoi limiti sono solo le dimensioni del teatro, 70 posti.
Tuttavia, teatri ben più piccoli e meno significativi del nostro, ricevono, in tutta Italia, molta maggiore attenzione.
D’altra parte teatri più grandi non possono vantare la sua capacità di produzione: dal 1994 sono stati prodotti una cinquantina di spettacoli.

sabato 27 febbraio 2010

La Baracca

Riportiamo una intervista di Claudio Balducci per la rivista Skeda che parla del Teatro La Baracca.

"L’edificio de La Baracca era originariamente un rimessaggio per una comunità contadina. Nei primi anni '90 Maila e suo padre, lo comprano e lo ristrutturano. Verso il 1993-4 si forma una compagnia teatrale abbastanza grande, laboratoriale, senza introiti. Molti dei partecipanti svolgono attività presso altre compagnie in modo saltuario, dalle quali ricavano qualche guadagno, ma non dal laboratorio. L'esperienza dura oltre dieci anni ed è stata assai interessante. Poi le strade si sono divise. La Baracca è diventato un teatro che produce spettacoli, li esibisce, li esporta, li vende.
La compagnia ‘stabile’ è composta dunque da Maila Ermini e da Gianfelice D’Accolti. Il vostro programma mi sembra vario rivolgendosi sia a ragazzi che ad adulti.

Risposta di Maila: Da ottobre a novembre abbiamo messo in scena una serie di spettacoli che abbiamo chiamato la memoria scomoda di Prato: “l'Infanzia negata dei celestini”, il “Dramma intorno ai Concubini di Prato”, la “Vita restante di carnefice” (sul boia di Figline), “Laris Pulenas” ... spettacolo che in effetti non fa parte della serie della memoria scomoda ma parla comunque di Gonfienti ...
Ci sono poi, “Le marzocomiche” che sono testi un po' più leggeri, come: “Cenerentola è andata via” ...

Domanda: I testi li scrivete insieme?

Risposta di Gianfelice: Per il 90 per cento e più li scrive Maila anche se c’è qualche mio lavoro. Per quantor guarda il teatro per ragazzi questo è di Maila al cento per cento.

Domanda: Qualcuno ha osservato che il lavoro dell’attore non è la recitazione ma l’interpretazione, il cercare dentro di sé quella parte umana relativa al personaggio che si interpreta. Voi siete volti all’interpretazione o all’oggetto della rappresentazione?

Risposta di Maila: In realtà io sono interprete di me stessa, essere autrice di teatro è la mia vera grande vocazione, il resto viene dopo, è importante ma non fondamentale, viene per mettere in pratica il momento creativo che per me significa fondamentalmente intervento politico.

Risposta di Gianfelice: Io invece nasco come attore e punto sull’interpretazione. Sono stato allievo di un grande maestro, Orazio Costa Giovangigli e poi sono diventato anche autore intendendo la scrittura come interpretazione del reale. Però con Maila c'è una straordinaria simbiosi, lei è essenzialmente scrittrice oltre ad essere anche ottima attrice, e io intepreto le sue produzioni, e questo va bene.

Domanda: Nella sua “Storia del Teatro” Silvio d’Amico afferma che, una volta nato – in Grecia – il teatro continua a esistere come genere anche in epoche del tutto diverse, ma senza essere vitale. Torna a vivere, a essere vero teatro, solo in pochi momenti della storia – nel cristianesimo medievale, nel periodo elisabettiano, forse nell’Ottocento, in quei momenti cioè in cui esiste una tensione irrisolta tra autorità e popolo. Secondo voi il momento in cui viviamo è favorevole o no a un teatro vivo?

Risposta di Gianfelice: Nei momenti d'oro della Grecia classica si ha la massima fioritura della tragedia, nei periodi di crisi politica si ha invece il fiorire della commedia. Questa è una epoca tragica, si ha l’abbandono di ogni cerimoniale, e dovrebbe quindi essere un periodo favorevole al comico, al satirico. In effetti è proprio ciò a cui assistiamo. Ma il teatro vive una grande crisi dovuta al cattivo uso della tv che non è di per sé una cattiva maestra, lo diventa da come la si usa . Si può fare ottimo teatro anche in tv. Potrebbe essere un veicolo di nuovi innamoramenti. Successe con me, con “Edipo Re” di Gassman mentre studiavo la tragedia a liceo classico e fu un innamoramento. È difficile che il teatro come strumento oggi venga rivalutato perché è monopolizzato.

Risposta di Maila: Anch’io condivido l’osservazione di d'Amico, tuttavia comincerei a dire che oggi bisogna fare azioni per recuperare un teatro significativo con il necessario smantellamento di tutti gli stabili che furono creati per incentivare il lavoro teatrale ma che sono diventati monopolio partitico. La Baracca nasce e si sviluppa in questo senso come luogo per rifondare questa antica concezione teatrale e per diventare momento necessario. Se si pensa che non abbiamo alleati e che siamo completamente isolati dal punto di vista politico, il successo è notevole. Perché comunque in certi momenti e situazioni c'è una risposta. Anche se fondamentalmente non ci interessa il discorso sulla quantità altrimenti ci saremmo accodati a tante offerte.

Domanda: Che rapporto avete con il pubblico che tipo di pubblico è il vostro, dei bambini e famiglie e quello più impegnato degli adulti?

Risposta di Maila: È sempre un rapporto di comunicazione, dopo gli spettacoli per gli adulti c'è sempre il dibattito, che abbiamo rimesso in auge e per il quale il pubblico si può trattenere o no, senza forzature. Con i bambini è la stessa cosa. perchè il diologo con i bambini e i genitori è sempre vivo non solo all'interno degli spettacoli. L’aspetto positivo è che lo spettatore che viene qui non ha fretta.

Domanda: Tu Gianfelice hai lavorato anche a Milano. Io ho scoperto questa realtà de La Baracca per caso, e l’ho trovata originale e interessante: esiste qualcosa del genere a Milano o può esistere

Risposta di Gianfelice: Possono esserci degli spazi alternativi, ce n'è anzi la necessità ed esistono, ma non con questo respiro, impegno e continuità. Spazi che funzionano per le prove, ma piccolissimi teatri stabili come questo con una organica stagione non mi sembra che esistano.

venerdì 26 febbraio 2010

SOCCORSO 'ROSSO'

Il signor Bacci, direttore del Teatro di Pontedera, prende le difese del direttore artistico Tiezzi in una lettera aperta pubblicata su "Il Tirreno".
Le parole che esprime in favore dell'amico sono naturalmente di solidarietà e di stima. Giudica un buon lavoro quello fatto da Tiezzi.
Ora non vogliamo entrare nel merito della qualità degli spettacoli di Tiezzi, perché, quando si tratta di estetica, come ci ha insegnato Kant, il giudizio estetico non è esattamente quello 'critico'. Dunque ognuno ha il suo ed è opinabile.
Tuttavia rilevo che Bacci non può sapere esattamente quello che accade in città, se non per sentito dire. D'altronde come il giudizio estetico è sospetto, lo è anche quello di un amico, di uno, come Bacci, che tiene buoni agganci evidentemente per tenersi in sella a Pontedera da molto tempo.
Tutti questi artisti che sono e sono stati direttori artistici hanno creato un loro sistema e si aiutano e si sostengono a vicenda, con l'appoggio politico, senza che nessuno abbia mai potuto criticare le loro scelte, che sono fatte con i soldi di tutti.
Tiezzi non si è curato affatto della città di Prato, che credo non conosca nemmeno; ha usato il Metastasio, come ora il Metastasio usa lui.
La Sinistra, che per tanto tempo ha gestito senza alcuna opposizione, in barba a ogni regola democratica, assumendo anche a tempo indeterminato persone vicine politicamente e fidate, mettendo alla presidenza del teatro una persona del tutto incompetente in materia come la signora Cardillo, ora non può gridare allo scandalo se la Destra reclama la direzione del teatro, le scelte.
O si cambiano le regole del gioco, e allora la politica resta fuori dalla gestione del teatro una volta e per sempre, oppure si incassa il colpo e si cerca di dare nuova vita e credibilità a quanto si rappresenta o si vuole rappresentare.
Detto per inciso fa sorridere che la Destra voglia poi affidare la direzione artistica A Luconi e Magelli, due artisti di Sinistra, grazie alla quale si sono fatti un nome, e che proprio la Sinistra vi si opponga. Si capisce bene che la cultura è per tutti solo una questione di potere; che troppe persone non competenti ne parlino e soprattutto decidano.
Peccato che gli artisti siano così pronti a svendersi.
Peccato che i pratesi non protestino per questo uso indegno che le fazioni partitiche fanno del teatro, che appartiene a loro.

giovedì 25 febbraio 2010

Met, addio!

Tardi la Sinistra si leva al mattino e dice che al Teatro Metastasio ora come mai c’è ingerenza della politica. Ora che al governo cittadino ci sono altri che vogliono sedersi e far mettere altri a sedere sugli scranni del teatro!
Insomma, Cenni ha mostrato il pugno e ha deciso che bisogna cambiare.
Via, Federico, non disperarti!
La gestione del Teatro Metastasio è sempre e solo stata ingerenza della politica. Esso è tenuto in vita proprio per questo, e altrettanto farà la Destra.
Il Teatro vive solo grazie alla politica, che lo fa vivere perché sia sua espressione, tornaconto, vetrina, come tristemente ebbe a dirmi un giorno di diversi anni fa l’ex sindaco di Prato Romagnoli.

Da tempo la Sinistra ha smarrito le sue ragioni a favore della Cultura, a cui, come la Destra (uso le parole- destra-sinistra- sbiadite solo per brevità) vuole mettere il bavaglio.

Signor Tiezzi, ci farebbe miglior figura se ne andasse, se togliesse il disturbo. E’ un consiglio amichevole, mi creda. Lasci che altri occupino il suo posto a far les marionettes. Non si afferri alla scialuppa come in un naufragio. Non ne vale la pena. Andrà alla Scala, farà tante altre regie, Lei.

Una volta tanto la applaudirei.


Maila Ermini

martedì 23 febbraio 2010

CONTRO LE FIRME ILLEGALI

Condivido totalmente e sostengo quanto dichiarato da Emma Bonino circa la raccolta - illegale - delle firme per la formazione delle liste.

So bene cosa significhi.

Quando formavo la lista Per il Bene Comune, nelle scorse elezioni amministrative, ho dovuto fare l'impossibile per raccogliere le firme, e solo grazie all'aiuto di qualche simpatizzante ci siamo riusciti.

Quando stavo ai banchini, ricevevo anche velate minacce circa la validità della procedura, mi si diceva che dovevo fare così e così, che ci doveva essere una persona 'valida' a ratificarle. Venivano apposta, si 'appostavano' per verificare se la procedura fosse regolare.

Al contrario i partiti che già avevano consiglieri e santi al Comune, non avevano difficoltà; tant'è che in giro per Prato si son visti i banchini raccolta firme soprattutto degli 'scomodi'.

L'ho detto e ridetto. Una vergogna assoluta.




Maila

sabato 20 febbraio 2010

AMMINISTRATORI COMUNALI MA PROVINCIALI

Primavera di Prato si dichiara contraria al piano dell'assessore Caverni per riaprire al traffico alcune strade del centro storico di Prato. Pensare che questo aiuti i commerci è semplicemente folle e provinciale, di gente che non conosce altre città europee, ma anche italiane, che invece, hanno egregiamente risolto la questione della vitalità del centro storico con totali pedonalizzazioni.
Siamo un paese da quarto mondo e i nostri amministratori ce li meritiamo.
Questa amministrazione tace sull'inceneritore, per tenersi buoni alcuni comitati che li hanno appoggiati, e poi pensa di far circolare in centro le macchine, proprio nel momento in cui nella Pianura Padana si decreta lo stop al traffico!

venerdì 19 febbraio 2010

PUNTO CALICE

Dunque: i primi 1500 Euri sono arrivati agli alluvionati del Calice.
Anche i cani sembrerebbero tornati al Canile.
La strada che porta alle Pantanelle però è disastrata, anche per il passaggio dei camion, e grande difficoltà è arrivarci.
Alcune case sono ancora vuote e silenziose.
Il torrente Calice: non è ancora in allerta, ma sta crescendo. L'acqua scende giù abbastanza prepotente e quell'argine in curva, ormai lacerato, non va bene.

Maila

Lettera agli artisti

Cari artisti,
da qualche parte sarete.
Leggo sui giornali che stanno preparando per voi un nuovo museo Pecci, a Prato.
Addirittura avrà una copia a Milano o qualcosa di simile.
Cari artisti, è un inganno.
Non costruiscono affatto per l'arte, questi non sono i mecenati del tempo che fu. Sono molto, molto peggio. Costruiscono per gli affari, per fare affari. Punto.
Il presidente non è un artista o uno studioso, ma un imprenditore.
Questi nuovi costruttori e reggitori di musei orrendi e asfissianti pensano all'arte come grande opportunità per i conti correnti. Con la complicità delle giunte di tutti i colori asservite all'economia.
Per questa servitù, solo per questo il Museo Pecci non ha mai decollato, la gente ha sempre 'sentito' che era un inganno e ha disertato. E continuerà a farlo, finché i padroni non si renderanno conto di dover cambiare, radicalmente.
Se avete a caro la vostra arte, disertate anche e soprattutto voi la mostruosità di questo inganno. Non partecipate alla festa, che distrugge la vostra stessa arte. Che cosa vi lasceranno esporre? Il nulla, l'insignificante, il vuoto. La forma, al massimo.
Abbiate rispetto per voi e per quello che fate.
Ci sarà qualche altro luogo dove voi potrete essere per il mondo.

Maila Ermini

giovedì 18 febbraio 2010

FUSIONI E COCCHIERI

Nelle cronace locali poco si dice di Riccardo Fusi, l'uomo forte pratese della società Baldassini-Tognozzi-Pontello, ora sotto gli occhi del ciclone per essere implicato nello scandalo che include anche il senatore Verdini, accusato di corruzione.
E' questa la pratesità tanto invocata?
Invece molto spazio viene dato all'assessore in tramonto Cocchi, in un articolo di pura propaganda (Il Tirreno), dove si sbilancia a favore della nullità artistica che è Tiezzi, che, contrariamente a quanto detto, nulla sa del territorio dove lavora. La sua direzione è stata caratterizzata da uno spettacolo invedibile (Passaggio in India) e da una serie di spettacoli in cartellone di cui a malapena ci si ricorda i titoli.
Cocchi parla anche di Gonfienti e del Parco delle Cascine.
Del primo dice che riprenderanno i lavori di scavo (daranno i soldi alla Soprintendenza! e lo faranno attraverso l'assessore all'Urbanistica -?) e poi, delle Cascine di Tavola, altre amenità insulse. Naturalmente è tutto finto, solo brutale propaganda.

P.S. A questo punto, in questo clima politico, locale e nazionale, ci auguriamo invece che il Metastasio venga chiuso per un anno o due, nessuno se ne accorgerebbe, e magari invece una pausa farebbe bene alle menti per capire quale deve essere in una città la funzione di un teatro e di un direttore artistico.

ULTIMO AVVISO

DAL SITO INTERNET DEL COMUNE DI PRATO
I resti ossei e le ceneri dei defunti, provenienti da tutti i cimiteri del territorio comunale e custoditi nella camera mortuaria del cimitero di Chiesanuova, verranno definitivamente collocati negli ossari/cinerari comuni dei cimiteri di provenienza (ove possibile) se i famigliari/aventi titolo non daranno una diversa disposizione.Il termine, già scaduto il 21 novembre scorso, è stato prorogato per dare massima pubblicità e divulgazione all’avviso prima di iniziare i trasferimenti.
Breve descrizione
Si tratta dei resti ossei e urne cinerarie derivanti dalle esumazioni/estumulazioni effettuate nei vari cimiteri di Prato fino al giugno 2009, per i quali i familiari o gli aventi titolo, entro i sei mesi previsti dal regolamento comunale, non hanno provveduto ad indicare la nuova collocazione definitiva (tumulazione o inserimento in modo indistinto in ossario o cinerario comune).L’Amministrazione Comunale, nella volontà di dare una decorosa e definitiva collocazione dei resti ossei, nonché la massima informazione a tale operazione, pubblica l’elenco dei defunti con evidenziata la data del decesso, la data di esumazione/estumulazione e il cimitero di provenienza, affinché i cittadini siano in grado di riconoscere i propri cari.
A chi rivolgersi
Gli interessati possono contattare l’Ufficio Servizi Cimiteriali presso il Cimitero di Chiesanuova (vedi indirizzo nella sezione "Dove andare").
Scadenza
Il 20 marzo 2010, decorso il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione (18 febbraio 2010) dell'avviso su questo sito, i resti dei defunti non reclamati saranno definitivamente collocati negli ossari/cinerari comuni dei cimiteri comunali, fermo restando la registrazione sugli appositi registri comunali.
(Segue liste dei defunti)
Con questo ipocrita comunicato il Comune di Prato intende risolvere la questione dei ' passati a miglior vita'.
Si pensa dunque che tutti leggeranno questo avviso telematico?
Perché non chiedere la collaborazione della Chiesa locale?
Perché non mettere un annuncio nei giornali?
Si pensa di mettere una affissione pubblica?
I resti dei defunti che non verranno 'reclamati' saranno messi nell'ossario indistinto!
Ora sappiamo cosa faranno del nostro corpo.

mercoledì 17 febbraio 2010

Corruzione

Giorni di grandi scandali politici, vicende di corruzione nel vortice del minuto.
Mi chiedo come sia possibile sopravvivere in Italia senza essere minimamente aderenti al sistema corruttorio, dove si lavora solo tramite soldi o diventando schiavi.
La penisola è sempre stata ad alto livello corruzione, ma in questi tempi di crisi si osservano impennate disastrose. Appare dunque che non solo il cursus honorum politico, amministrativo, imprenditoriale, artistico, ma il semplice vivere del proprio lavoro non sia praticabile senza finanziamenti illetici, giri di prostituzione, servilismo, appoggi familistici, nepotismo, ruffianeria.
Dunque coloro che politicamente vantano e reclamano onestà, indossando cariche e onori, visibilità e favori, io di loro diffido.
Perché mi rammento di quando ero candidata sindaco di Prato, di quanto fosse impossibile muoversi onestamente, già dal semplice raccogliere le firme e convalidarle per formare un lista e presentarsi alle elezioni.
E ogni giorno mi rammento di quanto sia difficile lavorare onestamente, senza 'appoggi' in campo artistico -così sempre al lato del mondo politico si trova l'arte! - come non è consentito, per esempio, 'entrare' in televisione semplicemente con la dote della propria bravura o capacità, o in un semplice teatro, dico uno qualsiasi, senza uno degli ingredienti che elencavo prima.
Che fare? Dubitare dei profeti e dei cavalieri senza macchia e paura (ma con portafoglio o altro) è già un primo passo.
Maila

martedì 16 febbraio 2010

LA FOLLIA DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

"Mentre il territorio frana, i politicanti pensano al ponte sullo Stretto di Messina
Sicilia, Messina: Ultime notizie Nebrodi, San Fratello - Nel paese della Sicilia, San Fratello, sui Monti Nebrodi, in provincia di Messina, sono almeno 2.000 le persone costrette ad abbandonare la propria casa per rischio frane.Il fronte della frana continua purtroppo a muoversi, mangiando metri su metri, abitazioni su abitazioni.San Fratello, paese di circa 5 mila anime sui monti Nebrodi, appare desolato e somiglia sempre di più ad un paese fantasma.La Protezione Civile ha già costituito un'unità di crisi del dipartimento regionale. Il sindaco di San Fratello, Salvatore Sidoti Pinto, è pessimista e parla senza andare per il sottile: "non ci resta che pregare e sperare che San Fratello non scompaia". E un po' tutti sembrano ormai talmente disperati al punto da vedere nel miracolo l'unica speranza rimasta per salvare il piccolo paese in provincia di Messina.Gli abitanti avevano portato in processione nella piazza principale del paese la statua del protettore, San Nicola, e il crocifisso ligneo custodito dal 1400 nella Chiesa Madre, ma la frana non si è fermata.
FRANA ANCHE LA CALABRIA: FRANA A MAIERATO, VIBO VALENTIA
Nel frattempo in Sicilia, ed in Calabria, disgrazia su disgrazia, la gente comincia a capire e purtroppo a toccare con mano, sulla propria pelle, cosa significa dissesto del territorio, frane, smottamenti, calamità. Termini ormai entrati a far parte con ricorrenza nelle notizie di cronaca di molti comuni. Anche in Calabria, a Maierato, in provincia di Vibo Valentia, sono state evacuate numerose persone a causa di un'altra frana. Seri problemi, legati al grave dissesto idrogeologico, anche in altri comuni della Calabria e della Sicilia. I siciliani, come i calabresi cominciano a capire chi sono i politicanti e sono stufi. Puntano soprattutto il dito contro le tante opere inutili del Sud Italia che frana.Tra queste opere il faraonico Ponte sullo stretto di Messina.
PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, COSTI: PER 1/3 GIA' STANZIATI SOLDI PUBBLICI.
Spesa complessiva vicina a 5 miliardi rispetto ai meno di 4 con cui il consorzio guidato da Impregilo aveva avuto l'appalto. A questo punto chissà a quanto arriverà il prezzo del ponte sullo Stretto di Messina, se un giorno il cantiere dovesse veramente aprire .Notizie di stampa evidenziano che Eurolink, consorzio con capofila Impregilo che si è aggiudicato i lavori del ponte, s'è visto aumentare il compenso dalla societa' Stretto di Messina del 28%, da 3.879.600 euro a 4.969.530 euro. E questo, denuncia Legambiente, "senza aver mosso una pietra". Inoltre, cosa davvero incredibile, "come se non bastasse, le penali da pagare all'impresa, se l'opera non si farà, saranno più alte". Legambiente denuncia quindi "2 scelte immotivate, ad esclusivo vantaggio di Impregilo, che sembrano a tutti gli effetti una cambiale in bianco firmata dallo Stato a vantaggio dei privati."Per la costruzione di quest'opera faraonica non è ancora stato nemmeno presentato il piano finanziario completo, ma solo un ipotetico project financing". Ma i soldi pubblici, dei contribuenti italiani, già ci sono, finanziati dal Cipe (Comitato intergovernativo di programmazione economica), attualmente presieduto da Cosentino n.d.r., e dalla Finanziaria per circa un terzo della cifra stimata utile alla realizzazione del Ponte". Fondi pubblici, sottolinea Legambiente, che "anche il buon senso vedrebbe ben spesi solo per l'immediata messa in sicurezza dei territori delle province di Messina e di Reggio Calabria, per la salvaguardia cioè di tutti i cittadini .- Uno Notizie Sicilia, Messina - San Fratello"

lunedì 15 febbraio 2010

COME NON FARE DI PIU' PER ARTIGIANI E LAVORATORI

Leggo stamani la dichiarazione del segretario del PD Ferranti dal titolo “Fare di più per artigiani e lavoratori” riportato da Il Tirreno, Cronaca di Prato.
Conosco bene la situazione critica dell’artigianato pratese, anch’io mi definisco tale, una artigiana del teatro.
Le ricette proposte dal Pd sono piuttosto vecchie e dubito della loro efficacia. Per aiutare gli artigiani e le piccole imprese si pensa di non pensare solo al tessile, di ridefinire l’economia del distretto in maniera diversa e poi si sostiene che Prato deve essere piattaforma logistica per l’intera regione e ‘polo della cultura contemporanea e dell’innovazione’. Ferranti parla di nuovo dell’Interporto di Gonfienti (non basta aver distrutto per sempre una grande opportunità culturale com’era la città antica), del Polo ex-Banci, e dell’ampliamento del Pecci: ciò significa riversare su Prato altro cemento, senza progettare veramente alternative economiche e culturali, vuol dire in pratica non sviluppare l’economia degli artigiani o i lavoratori, né tantomeno sviluppare la cultura contemporanea, bensì gli affari dei soliti.
Insomma si predica con le solite ormai ‘incredibili’ frasi standard della Sinistra, ma si razzola altrove, piuttosto dalla parte degli industriali, forse illudendosi che facciano come finora non hanno fatto, ovvero creare lavoro.
Maila Ermini

venerdì 12 febbraio 2010

CAOS BIBLIOTECA

Purtroppo, nonostante le interrogazioni, nonostante gli assessori sorveglino in incognita, la situazione alla biblioteca lazzeriniana è disarmante.
Un caos-bazar la contraddistingue, al primo colpo d'occhio.
Sentiamo la nostalgia verso quella brutta biblioteca d'un tempo, dove gli spazi erano comunque ben delineati, esistevano 'zone' e 'zone'.
Non è ASSOLUTAMENTE giusto né corretto addossare la colpa al direttore; egli si trova a gestire uno spazio bello quanto si vuole, ma SBAGLIATO per una biblioteca, almeno così come è configurato e non basterà aumentare il numero dei posti-lettura.
Lo spazio va ripensato completamente. Gli architetti ci sono, chiamateli per risolvere, tamponare almeno, il caos.
Dopo le fanfare dell'inaugurazione, signori e signore, questa è la degna biblioteca di una concezione populista, becera e volgare della cultura, così come ormai ci si profila davanti.

giovedì 11 febbraio 2010

Visione dis-giunta.

Dopo 8 mesi di governo la nuova giunta cenniana pratese risulta già sbiadita e smarrita.

Dal punto di vista immigrazione, l’assessore Milone fa quello che può. I suoi modi e metodi, la repressione, il controllo della criminalità e dell’illegalità hanno un po’ intimorito gli immigrati, e hanno creato uno stato di attenzione. Tuttavia, nel mondo dell’estremo consumismo, dove solo il danaro ha un senso, in un contesto di crisi totale dell’economia locale e non, dove essere in regola costituisce un aggravio economico pesantissimo e nessun ritorno di alcun genere, dove essere schiavo è per molti l'unico lavoro possibile, anche gli italiani (e già lo facevano ampiamente prima) seguiranno ancor di più la strada dell’abusivo, dell’occulto, del ‘nero’ e dello schiavismo. Dunque non ci sarà un livellamento verso la legalità, ma al contrario.
La giunta non ha proposto niente, per mitigare i danni dell’abbrutimento cittadino, se non rimedi con i centro-storico-vetrina-mercatino, ma nessun progetto culturale sulla città, e non parlo solo del generico ‘integrazione’ che viene da sempre annunciato dalla Sinistra, ma che in realtà non corrisponde a quasi niente, se non a una vuota controproducente 'tolleranza'. Il fatto è che noi non abbiamo nessun modello alternativo etico-legale forte né tantomeno culturale da invocare contro immigrati, abusivi, delinquenti. Giovani.
La periferia è lasciata a circoscrizioni senza nessun potere ormai, non considerata se non sotto-considerata, come si è potuto vedere in occasione dell’alluvione di Natale del Calice. Sono stati capaci di spostare la questione-alluvione al Centro, addirittura in un teatro, nel teatro fedele ed amico.

Gli enti culturali cittadini, pur nominati 'eccellenze' (basta, per favore con questa parola, non la ab-usate più!), non significano niente. Quando si parla di Metastasio si parla di poltrone e di nomine degli amici e di intrighi; quando si parla di Pecci, si parla solo di ‘affari’ ( e la visione affaristica della 'cultura', stile marketing, di questa giunta è venuta fuori ampiamente non tanto nell’acquisto del crocefisso del Lippi quanto nei modi); quando si parla di Officina Giovani si sparano minacce sprezzanti verso il 'basso' con toni da Re Sole, come ha fatto l’assessore Soldi che è stato evidentemente sostituito alla Beltrame come ‘interfaccia’, quest’ultima, pur abile nel districarsi dagli attacchi che le sono piovuti addosso, è in difficoltà nel tenere un filo di comunicazione istituzionale (nonostante sia anche assessore alla comunicazione ) nella isterica trama pseudo-culturale cittadina, come invece è molto più capace di fare l‘assessore alla pubblica istruzione Pieri.

Sul piano ambientale, purtroppo non ci sono migliori avvisaglie.
L’annunciata estensione del ‘porta-a-porta’ credo sia un piano ereditato dalla precedente giunta e non un merito dell’attuale, che, invece, tende a affollare il centro cittadino di macchine per dire grazie ai suoi elettori, non predispone nessun piano di educazione sui rifiuti alla cittadinanza e nelle scuole; non invita gli enti competenti a farlo; non invita chi può a eliminare imballaggi, installare distributori di latte, eccetera; non c’è nessun piano per l’acqua, che si intende privatizzare, e non si predispone alcun piano per far sì che l’acqua del sindaco sia di qualità in modo da non bere più l'acqua nelle bottiglie di plastica. Il Sindaco Cenni si era espresso più volte a favore di questo piccolo-grande progetto, così come era nel programma di Maila Ermini, ma attualmente non sta facendo nulla.

Sul piano della mobilità alternativa, il vuoto. Primavera di Prato ha inteso proporne uno, a basso costo, sulle ciclabili, ma al momento è inascoltata.
Sul campo del cemento, le ultime notizie sono pessime, volendo questa giunta cementificare anche il Monferrato, con l’appoggio anche di chi non dovrebbe; inutile quindi salvare l’area Banci quando si vuole spostare il cemento da un’altra parte. Al riguardo, la maggioranza dei comitati cittadini non proferisce parola, sembrano piuttosto appoggiare l'operato della giunta in carica.

L’opposizione è ancora troppo inacidita dalla sconfitta, non ha fatto nessun serio esame di come sia stata possibile, risulta ancora arrogante nei suoi modi (e questo è ravvisabile nella gestione della Provincia); tiene ogni altra opposizione alternativa a distanza.
Maila Ermini ha telefonato a Massimo Carlesi per informarsi sulla questione dei ‘fontanelli’ pubblici (quando era candidato sindaco aveva fatto una proposta interessante in merito), ma non ha risposto né richiamato, perché Maila è considerata eretica. E i fontanelli, forse, non li vuole condividere con nessuno.

mercoledì 10 febbraio 2010

DALL'ESTERO

LIBERATION
Mercredi 10 Février 2010
L'Italie de Berlusconi, un pays en voie de barbarisation
par Robert Maggiori

L’Italie est-elle un pays normal ? L’anomalie que représente Berlusconi - le fait qu’il concentre le pouvoir politique et médiatique, qu’il utilise le Parlement comme «usine» à fabriquer des lois destinées à le sauver des tribunaux, qu’il vomisse sur la magistrature, qu’il critique sans arrêt la Constitution, qu’il réduise la politique à des blagues et des déclamations histrionesques, qu’il traîne derrière lui les casseroles de ses scandales sexuels - inciterait à répondre non.
Mais il y a plus. Ce qui frappe, par exemple, c’est qu’après avoir été qualifiée de laboratoire avant-gardiste de l’Europe, l’Italie, aujourd’hui, régresse à un statut «provincial». Sa classe politique elle-même est provinciale, voyage peu, ne parle que rarement anglais. Le rôle central encore attribué à la télévision demeure «années 80». On va «en» télévision endimanché, tout est entertainment, pub, talk shows hurlés, fesses et dentelles, les émissions d’enquête sont rarissimes, celles, de réflexion, auxquelles participeraient philosophes, historiens, sociologues, psychanalystes ou hommes de sciences n’existent pratiquement pas. Un soir sur deux, sur Rai Uno, animée par un inamovible journaliste doucereux et caudataire, il y a Porta a porta, sorte de messe à laquelle participent toujours les mêmes leaders politiques, et qui n’est pas loin de remplacer Chambre et Sénat. Très rarement, dans le public des émissions politiques, sportives ou de variété, on voit un Noir ou un Métis.
Nouvelle province, l’Italie perd des points dans à peu près tous les classements, qu’ils concernent l’école, la santé, l’écologie, les droits, la culture (budget massacré) et même la technologie. Encore récemment, après Bob Geldof, reprochant au gouvernement d’équilibrer son budget sur le dos des pauvres, c’est Bill Gates en personne qui est intervenu pour accuser Berlusconi («Les gens riches dépensent beaucoup plus d’argent pour régler leurs problèmes personnels, comme la calvitie, qu’ils ne le font pour combattre le paludisme») de réduire de moitié les aides publiques au développement promises devant les caméras, faisant de l’Italie «le pays européen le plus avare».
Même régression au niveau informatique. Sait-on qu’en raison du décret Pisanu la connexion wireless à Internet dans un lieu public, un aéroport ou un cybercafé est soumise à la présentation d’une carte d’identité ? Que les crédits pour le développement du haut débit sont gelés depuis 2008, que du côté de la majorité, des voix se lèvent pour demander le contrôle de social networks tels que Facebook ? Que des pétitions sont signées partout, demandant au gouvernement d’«émanciper Internet» de normes législatives pénalisant le futur du pays, lequel, pour l’accès à la Toile, est déjà «arriéré et sous-développé par rapport au reste de l’Europe» ? Il est vrai que Berlusconi est homme de télévision old style, pour qui Internet est dangereux, parce que «liquide», incontrôlable - et hors de son empire.
Mais c’est au niveau sociétal que la régression est la plus nette. Berlusconi mobilise tellement l’attention qu’à l’étranger on ne voit pas très bien que le fait majeur est plutôt une «liguisation» de la société, entraînant une dégradation morale et civique, sinon une «barbarisation» de l’Italie. La Ligue du Nord d’Umberto Bossi - dont l’organe, La Padania, écrivait : «Quand allez-vous nous libérer des nègres, des putes, des voleurs extracommunautaires, des violeurs couleur noisette et des gitans qui infestent nos maisons, nos plages, nos vies, nos esprits ? Foutez-les dehors, ces maudits !» -, alliée décisive du parti de Berlusconi, a fait élire ses hommes, dont plusieurs sont ministres, dans un nombre considérable d’administrations, a diffusé partout ses valeurs et son langage, dédouané et rendu normal le discours xénophobe. Il faudrait une bibliothèque vaticane pour énumérer les discours d’incitation à la haine raciale, d’homophobie, d’«anti-méridionalisme», prononcés par ses leaders. Qu’on regarde sur YouTube des vidéos de Monsieur Mario Borghezio, ou qu’on écoute quelques extraits d’émissions de Radio Padania : dans aucun pays on tolérerait un tel déchaînement de haine, et de bêtise, xénophobe ! On défend les valeurs chrétiennes, la famille, le travail, on veut la croix sur le drapeau italien et le crucifix dans les écoles, mais le ministre de l’Education prévoit d’imposer un quota d’étrangers dans les classes, le ministre de l’Intérieur a voulu instituer des rondes de surveillance (bide colossal, heureusement, personne ne s’étant présenté pour les constituer), a instauré comme délit le seul fait d’être un étranger sans papiers. Une petite star de la politique, chef d’entreprise à la droite de l’extrême droite, pressentie pour être sous-secrétaire au Welfare parce que bien aimée de Berlusconi (à propos duquel elle avait dit : «il est obsédé par moi, mais il n’aura pas mon…», ou «il n’aime les femmes qu’à l’horizontale»), s’est distinguée finement en déclarant que «Mahomet était un pédophile». Un fanatique (un élu) tenait à désinfecter les trains empruntés par des Nigérianes, un autre (élu aussi) voulait «éliminer tous les enfants (rom) qui volent les personnes âgées» et, interrompu par les applaudissements du «peuple de Padanie», invitait les musulmans à aller «pisser dans leurs mosquées». D’autres encore ont mis le feu à des baraquements d’immigrés, proposé des wagons de trains ou des lignes de bus séparés pour Italiens et étrangers… Discriminations en tous genres, agressions, ratonnades, crimes parfois, banderoles et cris racistes dans les rassemblements de la Ligue, véritable chasse à l’homme noir, avec bâtons et fusils, qui évoque, pour la presse internationale, le Ku Klux Klan, et qui, au ministre de l’Intérieur, fait dire : «Nous avons fait preuve de trop de tolérance envers les immigrés.»
Cela suscite peu de réactions en Europe. Et c’est sans doute en ce sens que l’Italie est le plus «provincialisée» : on la regarde de loin et de haut, tout en l’aimant pour sa cuisine, son art et ses paysages, on ne la prend guère au sérieux, ni dans le bien, ni dans le mal. Qu’on imagine ce qui se passerait dans les rues de Londres, de Paris, de Berlin ou d’ailleurs si la Ligue du Nord était un parti, disons, autrichien, ou français, et si Umberto Bossi s’appelait Jörg Haider !

martedì 9 febbraio 2010

TOSCANA: VOGLIO VIVERE COSì...

"Maxi traffico di rifiuti indagini in Toscana.
L'inchiesta, partita dalla morte di un operaio in un impianto di Scarlino dove venivano trattati rifiuti speciali pericolosi in maniera non corretta, ha permesso di accertare un colossale movimento di materiali altamente tossici. Coinvolte grosse industrie tra le quali la Lucchini.
GROSSETO. Un colossale traffico di rifiuti con grandi nomi dell'industria coinvolti. Al momento, nell'ambito dell'inchiesta, è stato sottoposto a sequestro il laboratorio di analisi di Mantova della Made Hse, appartenente al gruppo Marcegaglia. Un tecnico del laboratorio è agli arresti. Secondo fonti investigative risulterebbe indagato anche Steno Marcegaglia, padre di Emma. Nel laboratorio, secondo quanto emerso dalle indagini, sono stati redatti falsi certificati di analisi sui rifiuti da smaltire provenienti da un'industria siderurgica dello stesso gruppo Marcegaglia di Ravenna. Con i falsi certificati i rifiuti potevano essere destinati a siti non idonei a riceverli, con notevole risparmio sui costi di smaltimento. La maxi operazione partita da Grosseto in seguito all'inchiesta provocata dalla morte di un operaio nell'impianto di trattamento di Scarlino dove vennero trovate centinaia di migliaia di bombolette spry smaltite illecitamente, si sta allargando a mezza Italia: 61 le persone coinvolte, 20 le aziende, 17 i provvedimenti cautelari e 3 i sequestri preventivi. L'operazione "Golden Rubbish", coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto e condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente (C.C.T.A.), ha fermato un'organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi, costituita in Toscana ed avente diramazioni in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna. Il traffico di rifiuti accertato negli ultimi anni è stato stimato in circa un milione di tonnellate, con un lucro di svariati milioni di euro ed un consistente danno all'Erario per l'evasione dell'ecotassa, oltre, naturalmente, ai gravi danni provocati all'ambiente. L'indagine, originata da uno stralcio della Procura della Repubblica di Napoli concernente la movimentazione dei rifiuti prodotti dalla bonifica del sito contaminato di Bagnoli, si è sviluppata in Toscana, individuata quale destinazione finale dei rifiuti. Dalle attività investigative svolte dal N.O.E. di Grosseto (in collaborazione con altri Nuclei del centro e nord Italia) è emerso come la struttura organizzativa fosse imperniata sul ruolo di una società di intermediazione maremmana, proprietaria anche di un impianto di trattamento, la quale, avvalendosi di produttori, trasportatori, laboratori di analisi, impianti di trattamento, siti di ripristino ambientale e discariche, regolava e gestiva i flussi dei rifiuti. Questo avveniva attraverso una sistematica falsificazione di certificati di analisi, formulari di identificazione e registri di carico e scarico al fine dell'attribuzione di codici di rifiuto non corretti, così da poter essere dirottati soprattutto in siti di destinazione finale compiacenti in Toscana, Trentino - Alto Adige ed Emilia Romagna. Come si è detto il giorno della tragedia di Scarlino, la triturazione non corretta di circa 100 tonnellate di bombolette provocò la fuoriuscita di propano producendo una miscela esplosiva pericolosissima che esplose. Furono i Vigili del Fuoco, che per domare le fiamme e bonificare l'intera area, avevano impiegato quasi una settimana di lavoro, a scoprire la situazione e a dare l'allarme ai carabinieri del Noe che accertarono che l'impianto era utilizzato per smaltire illecitamente rifiuti pericolosi, costituiti principalmente da terre e rocce provenienti dalle bonifiche di distributori di carburante. E tutto questo senza che fosse effettuata alcuna operazione di carico e scarico dei rifiuti e di conseguenza senza l'effettuazione di operazioni di trattamento o di inertizzazione utilizzando false certificazioni analitiche. Lo smaltimento di rifiuti pericolosi in discariche per rifiuti non pericolosi, permetteva l'abbattimento dei costi di gestione e, in parte, l'elusione dell'ecotassa. Altro filone investigativo è quello che riguarda una industria metallurgica di Ravenna che aveva la necessità di smaltire un cumulo di quasi 100.000 metri cubi di rifiuti, stoccati in un'area interna allo stabilimento. Il cumulo di rifiuti era stato provocato da lavori di sbancamento effettuati nel corso di vari anni e contaminato da mercurio, idrocarburi e da altri inquinanti. Analoga situazione è stata accertata a Trieste, dove si è svolta l'intermediazione e l'individuazione di siti di smaltimento dei rifiuti provenienti dallo stabilimento di un'industria siderurgica, classificato quale sito di bonifica di interesse nazionale. I rifiuti venivano solo parzialmente smaltiti in discariche, classificandoli sempre con codici non pericolosi, mentre la maggior parte venivano stoccati all'interno dello stabilimento, realizzando vere e proprie discariche abusive. Rifiuti che venivano miscelati tra di loro al fine di abbassarne i parametri di pericolosità e, attraverso campionamenti non rappresentativi e la compiacenza di intermediari e di siti di smaltimento, venivano inviati ad impianti non idonei a riceverli, sempre con lo scopo di risparmiare notevolmente sui costi di smaltimento finale. La reazione della Lucchini La Lucchini intanto, dopo che la procura ha disposto gli arresti domiciliati per il direttore dello stabilimento siderurgico di Servola, Francesco Rosato, e per il responsabile Ecologia ed Ambiente, Vincenzo D'Auria, ha ricordato che "si tratta di un'indagine avviata alcuni mesi fa dai Noe di Grosseto su tutto il territorio nazionale" ed è in relazione "ad un ipotetico traffico illecito di rifiuti che coinvolge numerose industrie italiane". Attraverso i suoi legali, la Lucchini - continua una nota - "ha immediatamente fatto istanza di riesamina del provvedimento, certa della assoluta estraneità dei suoi dirigenti coinvolti, loro malgrado, in un'indagine che chiama direttamente in causa società regolarmente autorizzate, alle quali la Lucchini e numerose altre imprese italiane hanno affidato i servizi di smaltimento dei rifiuti". Smentito infine dall'azienda che che vi siano altri collegamenti con l'attività produttiva dello stabilimento di Servola e ha precisato "che ulteriori notizie pervenute agli organi d'informazione sono del tutto infondate". ("Il Tirreno", Federico Lazzotti, 9 febbraio 2010).
Per approfondimenti del caso si consiglia la visione del video:

lunedì 8 febbraio 2010

NATURA MORTA PRATESE CON VASO D'AMICIZIA

I giornali locali dipingono la città di Prato a tinte fosche.
Criminalità, delinquenza, razzismo e cinesi che diventano sempre più potenti.
Un città in cui la presenza dei militari è assolutamente necessaria. Ah, Pinochet!
Occorre intervenire prima che sia troppo tardi. Anzi, ormai è troppo tardi.
Il nemico è qui e tra poco ci occuperanno anche le case. Come faremo?
Anzi, grazie a chi affitta ai cinesi (ma vedi un po' sono anche gli industrialotti alla Beccaglia presidente del Pecci che lo fanno! ), sono già da anni nelle NOSTRE case.
L'opposizione ufficiale tentenna afasica delogosizzata. Come un pugile che abbia preso un micidiale sinistro sul ring. Non sono più gli 'sporchi' comunisti di un tempo.
L'opposizione non ufficiale? Ubi sunt partecipatores? I comitati sono stati messi a tacere? Evidentemente sono soddisfatti del sindaco griffato, non è per lui che molti di loro hanno lavorato sotto mentite spoglie?
Intanto ci si prepara alla successiva farsa delle Regionali, dove la tanto auspicata PARTECIPAZIONE non è altro che una misera parola. Assistiamo al fallimento delle Regioni. Lo scambio è a nostro sfavore: in cambio di una misera fittizia identità (io sono toscano, io sono lombardo, io sono campano...?), la Regione ci assesta il suo ulteriore colpo di oppressione. Dunque il cittadino ha sopra di sé la pressa di: Comune (e noi purtroppo di stampo cenno-monarchico-pratossico), Provincia (lambertesca nesuta con letture all'aria aperta su frane in valbisentica), Regione (inquino-inquisitotta piuttosto scocchiata) e ...Stato berluscoide! Ne volete di più?

Mentre i militari smarriti e i crocifissi lippiani ritrovati invano ci proteggono, la cultura pratese si celebra al Politeama, dove si cucina la beceronata con raccolta fondi. La gestione delle sorti alluvio-comunali affidata all'operetta.
Si lavora solo grazie alle amicizie. Si avanza in carriera solo grazie alle amicizie. Tutti tacciono per le amicizie.
Grazie amici delle vostre amicizie.
Zizì

venerdì 5 febbraio 2010

Ho perso l'avvocato

Ho perso l'avvocato. Non è una battuta. Il suo telefono è più che spento; inesistente.
Quello fisso, quello mobile. Non lo trovo più. Non c'è più. Eppure l'ho sentito pochi mesi fa. Come se non esistesse più. Avrà cambiato lavoro? Avrà cambiato indirizzo o città? Avrà cambiato sé stesso? Provo un senso di smarrimento.

Intanto ho saputo di un'altra 'fuga': a Montecatini una pensionata viveva senza luce, senza riscaldamento in casa, perché i soldi che aveva le bastavano a mala pena per pagare l'affitto. Mangiava pochissimo per risparmiare; se ne stava a letto tutto il giorno, coperta, per non sentire il freddo. Teneva la porta aperta di giorno, perché non avendo campanello, non poteva sapere chi la cercasse. L'hanno scoperta per caso. Non è una barbona. Pesa 35 chili.

Si fugge o si scompare. Non c'è altra scelta per chi non è al passo coi tempi.
Dio Danaro è insaziabile.

giovedì 4 febbraio 2010

ANCORA E SEMPRE NO ELETTRODOTTI

Dunque, non sono solo io a voler interrare gli ELETTRODOTTI, in particolare quelli della Piana fiorentina-pratese. Come se io fossi una signora eccentrica, come qualche mese fa qualche rappresentante dell'autorità comunale pratese neo-insediata mi voleva far passare sulle pagine di 'Metropoli'.
All'Elba stanno combattendo contro un piano scellerato di TERNA.
A Lucca stanno raccogliendo le firme contro un altro scempio simile. Cfr. il blog
http://noelettrodotto.blogspot.com/
E anche altrove.
VOGLIAMO I CAVI INTERRATI
Maila

"All’isola d’Elba, una delle più belle isole del Mediterraneo, patrimonio paesaggistico della Nazione, si sta perpetrando un danno ambientale di vaste proporzioni. Terna, nell’ambito del Piano energetico nazionale, sta realizzando il nuovo elettrodotto a 132.000 Kw. che prevede due tratti interrati e un tratto aereo con 20 tralicci alti dai 30 ai 40 metri lungo i crinali dal Volterraio verso lo splendido golfo di Portoferraio devastando un paesaggio senza eguali. Il progetto prevedeva ben 120 tralicci. La lotta dei Comitati e delle Istituzioni interessate ha indotto a ridurli ed interrarne un vasto tratto. La pubblicità alla fase esecutiva è stata nei stretti termini di legge e la notizia è giunta come un fulmine a ciel sereno. I proprietari si sono costituiti in Comitato per l’interramento dell'elettrodotto. Il loro interesse coincide con quello di tutta la comunità. Il Comitato ha ottenuto l'adesione di un gran numero di cittadini, di ogni associazione di categoria economica, dell'Azienda di Promozione Turistica, di tutti i Comuni e delle Istituzioni elbane interessate e del Consiglio Regionale toscano che aveva dato inizialmente parere favorevole. Terna, forte di un decreto ministeriale, si è dimostrata sorda a qualsiasi richiesta, continuando nell’installazione dei tralicci. Chiediamo aiuto per ottenere l’interramento dell'elettrodotto."
Comitato per l’intero interramento del nuovo elettrodotto

DICIAMO NO ALLA SERRA DEL CEMENTO SUL MONFERRATO

Altro che piste ciclabili, vicesindaco Borchi! (Si ricorda?)
Altro che tutela dell'ambiente! Questa giunta dichiara di essere contro il termovalorizzatore a Pantanelle, e poi strizza l'occhio alla cementificazione del Monferrato e zone limitrofe con un progetto che trasforma il Centro Naturale di Galceti in Disneyland cementil-affaristico mascherato di ambientalismo e buone intenzioni.
Primavera di Prato si opporrà a qualsiasi disegno di cementificazione sul Monferrato.
Da Il Tirreno di oggi, Cronaca di Prato.

Maxi intervento su Maliseti e Galceti - Ecco i progetti nel dettaglio, 30 milioni per il nuovo Centro di scienze naturali

Ai piedi del Monteferrato 100 appartamenti una foresteria da 120 persone, una scuola e una residenza protetta

CRISTINA ORSINI /
PRATO. Cinquanta ettari di terreni, metro più metro meno, da Maliseti al parco di Galceti. Ha queste dimensioni il maxiintervento, già presentato all’amministrazione comunale da tre privati su progetto dell’architetto Stefano Bruno, e che si giocherà - se andrà in porto - su due aree diverse ma attigue della città: Maliseti e Galceti, entrambe delicatissime. Mossa e contromossa per realizzare il nuovo, tecnologicamente all’avanguardia, Centro di scienze naturali e contemporaneamente, grazie ai meccanismi della perequazione, edificare quella vasta piana ai piedi del Monteferrato che ricade sul territorio di Maliseti. Da una parte cioè i privati si fanno carico degli onori e degli oneri della trasformazione del centro che già attualmente è visitato da 40mila persone l’anno, regalando nuovi terreni e provvedendo la loro edificazione e dall’altra provano a rientrare dall’investimento con una lottizzazione di tutto rispetto a Maliseti (anche questa su terreni di proprietà) che prevede case ma anche strutture di servizio pubblico. Vediamo nel dettaglio. L’intervento a Galceti. Il progetto - realizzato gratuitamente, per ora, da Bruno e con la consulenza tecnico-scientifica del direttore del centro Gilberto Tozzi - prevede come prima mossa l’acquisizione gratuita di circa 30 ettari di campi da trasformare in parco. Complessivamente l’area del centro dai 18 ettari attuali arriverebbe così a quasi 50. All’interno - i lavori sono previsti per lotti - si andrebbe dalla messa in sicurezza dell’esistente e alla realizzazione delle nuove strutture. In primo luogo i due blocchi museali. Il primo di tre piani completamente interrati così da evitare qualsiasi impatto nell’ambiente. All’interno oltre le sale per le esposizioni un auditorium da circa 1500 persone, bar, un ristorante dal 700 coperti, negozi per lo shopping e un acquario di acqua dolce con la fauna regionale. Oltre al museo ipogeo un altro spazio, fuori terra questa volta, collegato ad un “tepidarium”, una sorta di serra che conterrà la fauna esotica che il centro reccoglie e cura e le piante che hanno necessità di vivere in ambiente climatizzato e umido. Di fianco nascerà la serra delle farfalle. Assieme alle sale espositive, nell’edificio, sono previsti il centro meteo, con i terminali per il monitoraggio dell’intera provincia e sull’apice il nuovo osservatorio astronomico con trecento posti a sedere. Non mancherà, ovviamente, il nuovo planetarium. Poi un “chicca”: nei cinque ettari di terreno già di proprietà del Comune, il Centro ha intenzione di realizzare il “parco dei dinosauri”, ovvero l’area nella quale mettere in mostra la fauna del Quaternario che viveva nella piana: tigri a sciabola, elefanti, rinoceronti col vello. Il tutto per un investimento tra i 25 e i 30 milioni di euro che prevede anche strutture in bioarchitettura e l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Previsti - a regime, se mai il progetto andrà in porto - tra i 350 e i 400mila visitatori all’anno. Case e non solo a Maliseti. Il meccanismo proposto dai privati, disponibili a riversare una valanga di milioni per valorizzare i terreni sul versante Galceti, prevede un altrettanto remunerativo intervento sul versante Maliseti. Da realizzare contemporaneamente o quasi. I terreni, oggi a destinazione agricola, sono già dei tre privati che chiedono di perequare ottenendo, sull’area di piedi del Monteferrato, una capacità edificatoria se non pari ai 20-30 milioni da spendere sul Centro, almeno consistente. Per realizzare cosa? Almeno 50mila metro cubi di abitazioni (pari a circa un centinaio di appartamenti), un albergo-foresteria per 100-120 persone che verrebbe destinato ai visitatori del centro di Galceti, una scuola e una struttura di edilizia protetta. L’area che gli edifici occuperebbero sarebbe di tre ettari, gli altri 18 ettari sarebbero trasformati in parco didattico. Un po’ di storia. L’enorme lottizzazione a Maliseti è stata ridimensionata rispetto ai volumi iniziali, di circa i due terzi. Perché il progetto non è nuovo ma è datato 2006 quando venne presentato e “congelato” per essere messo, sostanziosamente “tagliato”, eventualmente nella variante generale del nuovo piano strutturale dall’allora giunta Romagnoli. Ridimensionamento preteso anche dall’attuale amministrazione: eccessivo l’impatto della nuova cittadella (gli appartamenti a Maliseti inizialmente erano 300). Il “no” è stato ribadito dal vicesindaco con delega all’Ambiente Goffredo Borchi (allora membro della commissione urbanistica) e confermato dall’assessore all’Urbanistica Gianni Cenni che ben presto - forse la prossima settimana - incontrerà il progettista dell’intervento. «Se pure non si può pensare di fare la riqualificazione del centro di Galceti, che ha comunque necessità di opere urgenti, con i soldi del Comune - spiega Borchi - è comunque necessario pensare a un progetto di minor impatto su un’area tanto delicata come quella ai piedi del Monteferrato». Secondo il vicesindaco «non c’è alcuna necesità di fare un investimento così forte sul Centro di scienze naturali. Per il nuovo museo - dice - basteranno 6,7 milioni di euro. Da valutare anche - aggiunge - la possibilità che anche l’amministrazione pubblica metta qualcosa e quanti finanziamenti riusciremo a reperire dall’Europa». Una cosa è certa, secondo Borchi: «Se la cosa si farà dovrà avere la massima trasparenza e la condivisione dei cittadini».

mercoledì 3 febbraio 2010

Verso la moderna schiavitù 'democratica'

Sul campo amministrativo pratese, proseguono gli atti verso la realtà virtuale, la dematerializzazione che viene spacciata come passo obbligato a colpi di legge per la triste modernità.
L'albo pretorio diventa internettico e quindi non ci si potrà più recare nella stanzetta delle affissioni del Comune.
Dunque sarà sempre più difficile avere informazioni su bandi, ordinanze, atti vari. Bisognerà 'chiedere' e sottomettersi all'autorità ancora di più.
Sono azioni verso una più scientifica schiavitù e sudditanza, che obbligano anche chi non vuole o non può, come gli anziani, a utilizzare Internet, a mettersi al passo.
In realtà, almeno finora, molta poca trasparenza si vede sul sito Internet del Comune, che viene piuttosto utilizzato dalla Giunta per farsi propaganda, com'è stato nel caso della festa per gli alluvionati (a proposito, com'è andata?).
Proprio utilizzando il sito web del Comune abbiamo chiesto da mesi la trascrizione di una interpellanza in merito ai pannelli fotovoltaici che erano minacciati alle Pantanelle e ancora non si vede nulla.

Da La Nazione di oggi.
L’albo pretorio adesso è completamente on line
La stanza delle “affissioni” chiude per sempre
L’ALBO PRETORIO del Comune di Prato è diventato “virtuale”. Tutti i provvedimenti, avvisi e atti soggetti all’obbligo di pubblicità adesso vengono resi pubblici tramite il sito Internet. L’albo pretorio, inteso come luogo fisico del palazzo comunale in cui finora venivano affissi bandi, deliberazioni, determinazioni, ordinanze, piani di recupero, piani attuativi e altri, chiude per sempre.L’amministrazione comunale - come previsto dalla legge 69 del 18 giugno scorso “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonchè in materia di processo civile”, in cui si dispone che “ dal 1º gennaio 2010, gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati” - si è attivata per rendere possibile questa operazione di semplificazione e dematerializzazione: l’albo pretorio ha perso validità legale ed è stato sostituito dalla pubblicazione sul sito web di qualsiasi atto che abbia necessità di pubblicità legale.Ciascun cittadino o ciascun professionista dal suo computer potrà consultare da casa sua o dal suo ufficio tutti gli atti del Comune senza recarsi al protocollo. Non sarà più necessario portare o inviare atti all’albo pretorio ma tutto il processo avverrà in via telematica con risparmio di spazi, tempo e risorse umane.L’albo pretorio on line potrà contenere decine oppure diverse centinaia di documenti a seconda del periodo. Per consultarlo è possibile eseguire una combinazione di ricerche: per tipologia: sono state create “categorie” di documenti, raggruppamenti basati sull’argomento o sui destinatari o sul tipo di atto (ad esempio deliberazioni, bandi, gare, ecc.); per data di affissione: ogni documento rimane visibile nell’albo per un periodo di tempo prefissato (ad es. una delibera rimane affissa per 15 giorni). Con la ricerca per data si può cercare uno o più documenti affissi/pubblicati in una data precisa o in un intervallo di date. Nelle prossime settimane saranno attivate altre modalità di ricerca; sarà, ad esempio, possibile effettuare una ricerca per ente/soggetto che ha richiesto la pubblicazione.Il Comune di Prato ha, inoltre, già attivato la consultazione “on line” di molti suoi archivi. È possibile consultare tutti gli atti deliberativi, le ordinanze del sindaco, l’ordine del giorno del consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali, le gare, i concorsi del Comune di Prato, la bacheca delle varianti urbanistiche, le convocazioni delle commissioni consiliari, gli avvisi pubblici.

LA GIUNTA AZIENDALE

Sul versante della cultura comunale, registriamo la solita 'brutalità' verbale.
Il gallerista Moretti, che dovrebbe essere da frequentatore dell'arte persona di gusto, scade nel volgare dando di politicante a Loredana Ferrara dell'IdV perché ha osato criticare l'acquisto del Lippi. Il gallerista invoca l'affare. Siamo alle solite: si mette la gestione della cosa pubblica sotto la lente dell'economia, come se gli amministratori si trovassero in una 'azienda.
I modi spicci che contraddistinguono alcuni assessori di questa Giunta (modi che erano già era ben ravvisabili nella precedente) sono emblematici di un abbassamento del livello di democratizzazione e ciò è preoccupa. Non si accetta la critica e chi la fa viene 'punito'.
Invece non viene punito affatto chi tace, come fanno alcuni registi in odore di direzione artistica, che vediamo improvvisamente ricomparsi, da 'sinistri' che erano, a lavorare in altro versante, scaldandosi i muscoli per la corsa vincente.
Intanto l'archivio fotografico toscano viene triturato sotto il taglia-tutto-aziendal-numerico del culturame programmatico pratese.
Zizì
Gli articoli che riportiamo sono de Il Tirreno di oggi, cronaca di Prato.
«Se vuol vendere il Lippi, il Comune fa un affare»
RI.TE.
PRATO. Stavolta sulla vicenda del Filippino Lippi acquistato dal Comune torna a farsi sentire il gallerista pratese Fabrizio Moretti, consulente per l’arte del sindaco Cenni, ma anche figlio del massimo esperto al mondo di “fondi oro“. «Il Comune ha fatto un ottimo affare, perchè se decide di vendere il “Crocifisso” di Filippino Lippi, ho già un offerta di 250 mila euro da un mio cliente» assicura Moretti, spiegando che la base d’asta era molto bassa, circa 48 mila dollari, perchè il proprietario, il museo di Denver, aveva necessità di monetizzare e quindi la stima era basa per invogliare gli acquirenti. Riguardo agli altri due lotti in asta da Christie’s, non sono attribuiti al maestro, ma “alla cerchia” o “alla bottega” di Filippino e quindi il valore è ben diverso. Per chiudere una stoccata alla segretaria Idv, Loredana Ferrara: «Lei faccia la politicante e lasci fare ad altri l’esperto d’arte».


"Ultimo numero per la rivista dell’Aft
Pubblicazioni sospese in attesa che l’Archivio fotografico sia riorganizzato
MARIA LARDARA
PRATO. Sulla copertina patinata dell’ultimo numero campeggia uno scatto in bianco e nero che fa tanto cartolina del primo Novecento. Così la rivista dell’Aft, dal 1985 uno dei fiori all’occhiello dell’attività dell’Archivio fotografico toscano di Prato, “saluta” la rete dei suoi 300 abbonati (anche all’estero) che, nell’arco del 2010, non riceveranno più a casa propria questo prezioso strumento d’indagine per i tanti studiosi che ruotano intorno all’universo della fotografia. «Costa troppo e interessa una cerchia ristretta di addetti ai lavori», dice l’assessore comunale alla Cultura Anna Beltrame. Che subito si affretta a rassicurare i membri del comitato scientifico, in primis Paolo Chiozzi che, con il gruppo “Amici dell’Aft” su Facebook sta difendendo con le unghie e i denti il futuro del semestrale. «La pubblicazione non morirà - assicura Beltrame - ma sarà ridimensionata. In condizioni di budget limitato, preferirei utilizzare le risorse a disposizione per riorganizzare complessivamente l’Aft, attualmente privo di un direttore (Sauro Lusini è andato in pensione ndr). L’idea è quella di promuovere l’accesso all’archivio, che rimane una risorsa preziosa per la nostra cultura, a un pubblico più “popolare”. Per fare questo - conclude l’assessore - occorre trovare una sede adeguata: potrebbe essere la Campolmi. Si tratta di un progetto a lungo termine, da portare avanti insieme all’assessorato all’Urbanistica». Da anni ormai quel patrimonio di immagini che custodisce gelosamente collezioni di pregio, pagine ti di storia (non solo di Prato) spesso insospettabili, è relegato in una stanza angusta negli uffici dell’assessorato, in via Santa Caterina. Spazio che insomma non rende giustizia a questo pregevole materiale fotografico che fa gola a tanti appassionati di fotografia. Anche per questo Paolo Chiozzi, che aveva fatto già sentire la sua voce durante l’ultimo dibattito in consiglio comunale sulla cultura, si è fatto promotore sul social network di un movimento per “salvare” l’Archivio e le sue pubblicazioni. Che in molti rimpiangeranno la rivista ufficiale, lo ammette Oriana Goti, l’unica persona a lavorare dentro l’Aft. «Non era un bollettino della nostra attività, bensì uno strumento di lavoro prezioso per gli studiosi, uno dei pochi in Italia. La campagna abbonamenti per il 2010 era stata sospesa nell’estate scorsa».

MASTER-PLAN

La notizia sembrerebbe delle migliori e circolava già ieri: la Giunta Regionale Toscana ha approvato il master-plan del Parco della Piana; in sostanza, visto che l'articolo de Il Tirreno di oggi che sotto riportiamo non lo spiega, sono state approvate le linee guida per il territorio del parco (inesistente e forse 'inesistibile' visto il cemento nella piana), e che non sono affatto prescrittive a livello urbanistico. Dunque, si tratta di molto meno che di un primo passo. D'altronde pochi giorni fa è stato firmata l'intesa Regione-Governo per l'accordo-quadro delle infrastrutture, secondo cui l'Interporto sarà potenziato e allargato, insieme a terze corsie dell'autostrada, caselli vari e collegamenti, eccetera. Insomma, ci stanno prendendo in giro: perché gli stessi assessori che erano presenti l'altro giorno al seminario del Parco della Piana hanno firmato l'intesa con Matteoli.
PRATO. La giunta regionale ha approvato lunedì il master-plan del Parco della Piana, il grande progetto ambientale che riguarda un’area verde di oltre 3.400 ettari e riguarda 800mila abitanti tra Firenze e Quarrata. «E’ il primo passo verso la definizione di interventi concreti che porteranno sicuri benefici, non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per il turismo, lo sviluppo e la qualità della vita - commenta soddisfatto Fabrizio Mattei (nella foto), vicecapogruppo del in consiglio regionale - Ora i comuni della provincia e la stessa Provincia potranno svolgere un ruolo attivo e importante nell’articolazione dei progetti, perché all’interno del Parco metropolitano abbiamo tre eccellenze di indiscusso valore: gli etruschi, le Cascine di Tavola e la villa medicea».

lunedì 1 febbraio 2010

GLI ABITANTI-PERSONAGGIO DEL PARCO

Stamane ho passato due ore al seminario organizzato per il Parco della Piana alle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano. Folla d'autorità.
Ci è stato comunicato che il Parco della Piana esisterà soltanto in forma di narrazione, più o meno come è stato fatto proprio stamane.
Funzionerà come una specie di auto-suggestione immaginifica per cui lo si potrà evocare in qualsiasi momento, anche con il training-autogeno; basterà concentrasi bene, ispirarsi, o per chi ha studiato recitazione, applicare qualche regolina e dire: sono nel Parco della Piana, vivo nel Parco. Così sarà realtà e ce lo racconteremo, diventati abitanti-personaggio della piana, magari anche aiutati da qualche scrittore della zona esperto in narrazione. Ci potremo anche raccontare quello che di più fantastico e ambientalista ci si potrà immaginare, naturalmente con incluso il pacchetto virtuale Gonfienti-Cascine, degno pendant di Interporto-elettrodotti-svincoli e corsie.
Ho disturbato l'intervento dell'assessore alla cultura della Regione Toscana Cocchi, non ho saputo trattenermi di fronte alla realtà della Multisala, un pò in contrasto con la narrazione che ne faceva l'assessore alla cultura-commercio (sic!). Pessima abitudine la mia.
Tutto l'auditorio intanto conformemente applaudiva.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.