giovedì 4 febbraio 2010

DICIAMO NO ALLA SERRA DEL CEMENTO SUL MONFERRATO

Altro che piste ciclabili, vicesindaco Borchi! (Si ricorda?)
Altro che tutela dell'ambiente! Questa giunta dichiara di essere contro il termovalorizzatore a Pantanelle, e poi strizza l'occhio alla cementificazione del Monferrato e zone limitrofe con un progetto che trasforma il Centro Naturale di Galceti in Disneyland cementil-affaristico mascherato di ambientalismo e buone intenzioni.
Primavera di Prato si opporrà a qualsiasi disegno di cementificazione sul Monferrato.
Da Il Tirreno di oggi, Cronaca di Prato.

Maxi intervento su Maliseti e Galceti - Ecco i progetti nel dettaglio, 30 milioni per il nuovo Centro di scienze naturali

Ai piedi del Monteferrato 100 appartamenti una foresteria da 120 persone, una scuola e una residenza protetta

CRISTINA ORSINI /
PRATO. Cinquanta ettari di terreni, metro più metro meno, da Maliseti al parco di Galceti. Ha queste dimensioni il maxiintervento, già presentato all’amministrazione comunale da tre privati su progetto dell’architetto Stefano Bruno, e che si giocherà - se andrà in porto - su due aree diverse ma attigue della città: Maliseti e Galceti, entrambe delicatissime. Mossa e contromossa per realizzare il nuovo, tecnologicamente all’avanguardia, Centro di scienze naturali e contemporaneamente, grazie ai meccanismi della perequazione, edificare quella vasta piana ai piedi del Monteferrato che ricade sul territorio di Maliseti. Da una parte cioè i privati si fanno carico degli onori e degli oneri della trasformazione del centro che già attualmente è visitato da 40mila persone l’anno, regalando nuovi terreni e provvedendo la loro edificazione e dall’altra provano a rientrare dall’investimento con una lottizzazione di tutto rispetto a Maliseti (anche questa su terreni di proprietà) che prevede case ma anche strutture di servizio pubblico. Vediamo nel dettaglio. L’intervento a Galceti. Il progetto - realizzato gratuitamente, per ora, da Bruno e con la consulenza tecnico-scientifica del direttore del centro Gilberto Tozzi - prevede come prima mossa l’acquisizione gratuita di circa 30 ettari di campi da trasformare in parco. Complessivamente l’area del centro dai 18 ettari attuali arriverebbe così a quasi 50. All’interno - i lavori sono previsti per lotti - si andrebbe dalla messa in sicurezza dell’esistente e alla realizzazione delle nuove strutture. In primo luogo i due blocchi museali. Il primo di tre piani completamente interrati così da evitare qualsiasi impatto nell’ambiente. All’interno oltre le sale per le esposizioni un auditorium da circa 1500 persone, bar, un ristorante dal 700 coperti, negozi per lo shopping e un acquario di acqua dolce con la fauna regionale. Oltre al museo ipogeo un altro spazio, fuori terra questa volta, collegato ad un “tepidarium”, una sorta di serra che conterrà la fauna esotica che il centro reccoglie e cura e le piante che hanno necessità di vivere in ambiente climatizzato e umido. Di fianco nascerà la serra delle farfalle. Assieme alle sale espositive, nell’edificio, sono previsti il centro meteo, con i terminali per il monitoraggio dell’intera provincia e sull’apice il nuovo osservatorio astronomico con trecento posti a sedere. Non mancherà, ovviamente, il nuovo planetarium. Poi un “chicca”: nei cinque ettari di terreno già di proprietà del Comune, il Centro ha intenzione di realizzare il “parco dei dinosauri”, ovvero l’area nella quale mettere in mostra la fauna del Quaternario che viveva nella piana: tigri a sciabola, elefanti, rinoceronti col vello. Il tutto per un investimento tra i 25 e i 30 milioni di euro che prevede anche strutture in bioarchitettura e l’autosufficienza dal punto di vista energetico. Previsti - a regime, se mai il progetto andrà in porto - tra i 350 e i 400mila visitatori all’anno. Case e non solo a Maliseti. Il meccanismo proposto dai privati, disponibili a riversare una valanga di milioni per valorizzare i terreni sul versante Galceti, prevede un altrettanto remunerativo intervento sul versante Maliseti. Da realizzare contemporaneamente o quasi. I terreni, oggi a destinazione agricola, sono già dei tre privati che chiedono di perequare ottenendo, sull’area di piedi del Monteferrato, una capacità edificatoria se non pari ai 20-30 milioni da spendere sul Centro, almeno consistente. Per realizzare cosa? Almeno 50mila metro cubi di abitazioni (pari a circa un centinaio di appartamenti), un albergo-foresteria per 100-120 persone che verrebbe destinato ai visitatori del centro di Galceti, una scuola e una struttura di edilizia protetta. L’area che gli edifici occuperebbero sarebbe di tre ettari, gli altri 18 ettari sarebbero trasformati in parco didattico. Un po’ di storia. L’enorme lottizzazione a Maliseti è stata ridimensionata rispetto ai volumi iniziali, di circa i due terzi. Perché il progetto non è nuovo ma è datato 2006 quando venne presentato e “congelato” per essere messo, sostanziosamente “tagliato”, eventualmente nella variante generale del nuovo piano strutturale dall’allora giunta Romagnoli. Ridimensionamento preteso anche dall’attuale amministrazione: eccessivo l’impatto della nuova cittadella (gli appartamenti a Maliseti inizialmente erano 300). Il “no” è stato ribadito dal vicesindaco con delega all’Ambiente Goffredo Borchi (allora membro della commissione urbanistica) e confermato dall’assessore all’Urbanistica Gianni Cenni che ben presto - forse la prossima settimana - incontrerà il progettista dell’intervento. «Se pure non si può pensare di fare la riqualificazione del centro di Galceti, che ha comunque necessità di opere urgenti, con i soldi del Comune - spiega Borchi - è comunque necessario pensare a un progetto di minor impatto su un’area tanto delicata come quella ai piedi del Monteferrato». Secondo il vicesindaco «non c’è alcuna necesità di fare un investimento così forte sul Centro di scienze naturali. Per il nuovo museo - dice - basteranno 6,7 milioni di euro. Da valutare anche - aggiunge - la possibilità che anche l’amministrazione pubblica metta qualcosa e quanti finanziamenti riusciremo a reperire dall’Europa». Una cosa è certa, secondo Borchi: «Se la cosa si farà dovrà avere la massima trasparenza e la condivisione dei cittadini».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma sai leggere quello che c'è scritto? ti sembra che la giunta voglia appoggiare questo piano? lo dice anche nell'articolo che non sono d'accordo...!

Anonimo ha detto...

Sei tu, che non ti firmi, che non sai leggere. O che leggi solo quello che c'è scritto.

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