lunedì 15 febbraio 2010

COME NON FARE DI PIU' PER ARTIGIANI E LAVORATORI

Leggo stamani la dichiarazione del segretario del PD Ferranti dal titolo “Fare di più per artigiani e lavoratori” riportato da Il Tirreno, Cronaca di Prato.
Conosco bene la situazione critica dell’artigianato pratese, anch’io mi definisco tale, una artigiana del teatro.
Le ricette proposte dal Pd sono piuttosto vecchie e dubito della loro efficacia. Per aiutare gli artigiani e le piccole imprese si pensa di non pensare solo al tessile, di ridefinire l’economia del distretto in maniera diversa e poi si sostiene che Prato deve essere piattaforma logistica per l’intera regione e ‘polo della cultura contemporanea e dell’innovazione’. Ferranti parla di nuovo dell’Interporto di Gonfienti (non basta aver distrutto per sempre una grande opportunità culturale com’era la città antica), del Polo ex-Banci, e dell’ampliamento del Pecci: ciò significa riversare su Prato altro cemento, senza progettare veramente alternative economiche e culturali, vuol dire in pratica non sviluppare l’economia degli artigiani o i lavoratori, né tantomeno sviluppare la cultura contemporanea, bensì gli affari dei soliti.
Insomma si predica con le solite ormai ‘incredibili’ frasi standard della Sinistra, ma si razzola altrove, piuttosto dalla parte degli industriali, forse illudendosi che facciano come finora non hanno fatto, ovvero creare lavoro.
Maila Ermini

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