Copio e incollo un articolo da Il Tirreno di oggi, che credo valga la pena di leggere. Ogni tanto, qualche sociologo ci prova a fare il mestiere suo...La gente non protesta; si accontenta del lavoruccio se ce l'ha, si ritiene fortunata; il sabato sera finalmente lascia la tastiera e si sballa...Accetta senza fiatare tutti i sacrifici imposti. Tutte le vessazioni. Tutte le ingiustizie. Ma di questo ho già parlato diverse volte, e anche ultimamente in http://primaveradiprato.blogspot.it/2012/07/deflazione-indotta-ovvero-come-ti-creo.html
di
Vindice Lecis ROMA «Sono riusciti a far
credere a milioni di persone che la situazione è talmente grave che bisogna
stare zitti. Il capolavoro è stato convincere che il primo problema sia la
spesa pubblica e non, ad esempio, l’immenso drenaggio di risorse pubbliche
andate alle banche». Luciano Gallino, saggista, sociologo del lavoro e studioso
dell’economia italiana, non vuole cantare nel coro di quello che chiama «il
pensiero neo liberale» egemone in Italia e in Europa. E’ uno dei motivi della
mancanza di una reazione di massa ai tagli alla spesa e alla mancanza di
lavoro? «In Italia in otto giorni hanno fatto una riforma delle pensioni che i
dati Inps non giustificavano. Hanno dato il via libera a un patto fiscale con
Bruxelles giudicato indispensabile ma senza un minimo di analisi sui rischi.
Hanno riformato il mercato del lavoro con provvedimenti pasticciati. La visione
neo liberale è che non ci sono alternative a tagli e riduzione del settore
pubblico». La gente non protesta... «Quando queste scelte sono approvate dalla
quasi totalità del Parlamento significa dire al Paese che non ci sono altre
strade. Per questo diventa quasi impossibile trovare soluzioni nell’opinione
della gente. Che si arrabbia ma non incide. Quando un partito che dovrebbe
essere di centro sinistra come il Pd fa passare tutto questo, rende chiara la
difficoltà a costruire contrasti e reazioni, I movimenti, pur nella loro
autonomia, se non trovano delle sponde fanno poca strada». Ci sono
responsabilità della sinistra? «Il Pd ha fatto proprie le ricette neo liberali.
La sinistra si divide e non incide. Il risultato è una gigantesca egemonia del
pensiero neo liberale e delle loro ricette sbagliate come non si era mai vista.
Un pensiero unico dominante che riesce a convincere i cittadini che non ci sono
alternative.». Alcune riforme sembravano però necessarie. «Quella del lavoro è
poca cosa, un pasticcio, e non ha minimamente intaccato la questione vera della
precarietà. Pensiamo al patto fiscale: non si è ben capito che rappresenterà un
enorme onere per un ventennio con quel rientro mostruoso di debito pubblico che
il nostro e altri Paesi non possono reggere in alcun modo. Con l’urgenza, lo
stato di necessità, lo spread e altro si approva tutto». Da decenni in Italia
si vogliono diminuire i confini dello Stato. «Nessuno ha però analizzato come è
stato fatto negli Usa e in Gran Bretagna che la diminuzione di occupati nel
pubblico provoca e causa la diminuzione dell’occupazione del settore privato.
Lungi dall’essere condizione favorevole è invece il contrario. Intanto aumenta
la disoccupazione, cresce il precariato con leggi sbagliate che hanno prodotto
il peggio del peggio. E a Mirafiori, ad esempio, si rischia un blocco sino alla
fine del 2013». Le ricette da adottare? «Lo Stato deve continuare a investire e
intervenire. A partire dall’istruzione e dalla formzione come sta facendo
Hollande. E, a somiglianza dell’amministrazione Obama, con un piano di piccoli
lavori pubblici per garantire l’occupazione. Questa egemonia neo liberale sta
uccidendo il Paese».
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