sabato 31 agosto 2013

Un nuovo "film" per Gonfienti

Ecco una trama per un nuovo 'film' su Gonfienti.
Interpreti: i soliti, più qualche calunniatore.
Trama del primo tempo: riprendono gli scavi a Gonfienti come contentino preelettorale, si mostra che finalmente si fa qualcosa e che per questo tutti gli oppositori devono stare zitti, perché la santità delle azioni è dimostrata; nonostante la fallimentare interportualità, si pensa all'espansione verso Campi Bisenzio e/o altre cementificazioni nella piana che si vedranno durante lo svolgimento del film, mettendo naturalmente qualche traliccio in più in collaborazione con Terna e mandando a quel bel paese il Parco della Piana, comprese le Pantanelle a ovest, che il regista riprenderà con qualche campo lungo sull'acqua depurata del depuratore del Calice e con il laghetto disastrato, dove vanno a bere sempre meno uccelli e i lavori della non finita Tangenziale Ovest. Intanto i lavori per l'Alta Velocità hanno già compromesso quello che era da compromettere verso Firenze, vedi Tomba della Mula di Sesto Fiorentino. Per far questo si neutralizzano naturalmente gli eventuali altri ultimi oppositori gettandogli addosso fango o anche qualche sasso, possibilmente preso dagli scavi o anche da qualche reperto della Calvana o, se manca va bene anche Monte Morello, da dove già si intravedrà la pista allungata e sdoppiata (ultima immagine) dell'aeroporto fiorentino.
Trama del secondo tempo: (seguirà prossimamente).
Periodo: preelettorale, assolutamente.

venerdì 30 agosto 2013

La Notte Nera della Periferia di Prato (17): Chiesanuova, il Sud del Nord


Ho chiesto ad Antonella Cocchi, del Comitato Chiesanuova di Prato, di mandarmi uno scritto su questo quartiere così sofferente.
Era già 'sud' quando io ci vivevo, tanti anni fa, quando ero bambina e poi ragazza. Era già allora un quartiere problematico, immigratorio, difficile, sporco.
Allora non era tutto costruito come oggi, lo stavano facendo, e senza pietà 'urbanistica' a favore del cittadino, senza nessun respiro culturale.

"A Chiesanuova i cittadini hanno coniato un nuovo slogan che ben inquadra quale sia la reale situazione del quartiere “SIAMO IL SUD DEL NORD” dove per Nord si intende la Circoscrizione e per Sud il concetto più “spregiativo” di tale termine (degrado, abbandono,  incuria ecc). Già questo dovrebbe renderti l’idea di cos’è Chiesanuova per le Amministrazioni Comunali che fino ad oggi si sono avvicendate.
Chiesanuova, come ben tu sai, è un quartiere che ha avuto il suo grande sviluppo con il boom economico degli anni 60 e con la forte immigrazione specialmente dal sud Italia. Interi paesi come Bovino e Panni, solo per farti un esempio,  si sono in massa trasferiti in questa parte della città creando delle vere e proprie comunità al punto che ancora oggi a Chiesanuova nel mese di luglio si festeggia, con la rituale processione religiosa, la Madonna di Panni. Chiesanuova che cresceva come numero di abitanti, come insediamenti abitativi ma restava al palo come servizi e centri di aggregazione.
Questo “modo di operare” è restato invariato negli anni, mentre nelle altre zone della città bene o male qualcosa le Amministrazioni Comunali facevano, Chiesanuova veniva dimenticata e lasciata nel suo oblio. Qualsiasi iniziativa creata dal basso veniva ostacolata perché non controllata. Non molti anni fa fu creata da parte di cittadini volenterosi un’associazione dove venivano messe in rete le varie realtà del quartiere; le parrocchie, i circoli Arci e Acli, la società sportiva in modo da creare eventi nel quartiere. Il risultato? Non potendo essere controllata, i “potenti/politici della zona” con una sorta di “ricatto” l’hanno fatta naufragare.  Su tutto i “potenti/politici della zona” dovevano dire qualcosa, dovevano avere l’ultima parola e tutto questo con il placet di una Circoscrizione, la Nord, che acconsentiva a questo.
Ma la gente, costituitasi in Comitato,  ha continuato a lottare per ottenere quei servizi (pochi) ma di vitale importanza. Ecco allora che viene contattato direttamente il direttore delle Poste per la nuova ubicazione e il nuovo ufficio postale viene fatto in Via Taro, contro il parere dei “potenti/politici della zona”, ma con viva soddisfazione sia delle Poste Italiane che dei cittadini. C’era la difficoltà da parte degli anziani per raggiungere il centro prelievi del Giovannini ed ecco allora che sempre la gente, il Comitato, inizia a prendere accordi con la locale sede della Misericordia, con il parroco, con l’assessore Mondanelli per far nascere un centro prelievi in zona scombussolando i giochi della Circoscrizione Nord che sponsorizzava la nascita del suddetto centro prelievi nella più nobile frazione di Figline. Ma anche in questo caso i “potenti/politici della zona” vengono sconfitti e il centro prelievi nasce nella locale sede della Misericordia. L’ultima battaglia in ordine di tempo, il fontanello pubblico. C’era la necessità di averlo, la gente lo richiedeva ma prima doveva e deve nascere a Galcetello, secondo i nostri amati rappresentanti della Crcoscrione Nord, ma anche in questo caso il Comitato ha vinto e a fine settembre verrà inaugurato nella piazza di Via Taro davanti alle scuole elementari.
Iniziative culturali pari a zero. Ogni tanto qualche piccola concessione da parte della rassegna estiva della Circoscrizione con iniziative all’interno del plesso scolastico delle “F. Lippi” proprio per darci il contentino ma il grosso delle manifestazioni si fanno nella parte più “in” della circoscrizione, a Santa Lucia, a Coiano, in Galceti. Il circolo Arci quasi totalmente assente, a parte la solita scuola di ballo o il ballo liscio del sabato pomeriggio, il resto è incentrato sul gioco delle carte o delle partite in Tv. (penso, se non ricordo male, che l’ultima rappresentazione teatrale risale ad un tuo spettacolo di diversi anni fa!)
 Eppure la necessità e la richiesta della gente per avvenimenti di un certo tipo ci sarebbe ed è forte. Basti pensare al grande successo che ha avuto il progetto portato avanti da un gruppo di anziani della Parrocchia insieme a una cooperativa di ragazzi diversamente abili che hanno messo in scena uno spettacolo teatrale che ha avuto il pieno nei giorni che è andato in programmazione nei locali della Parrocchia (alla presenza tra l’altro del Vescovo Mons. Agostinelli) ricevendo applausi  da parte di tutto il pubblico presente.
Adesso Chiesanuova è diventato un quartiere multietnico, un quartiere dove le voci per strada diventano incomprensibili, dove l’odore del gulash si mescola a quello del cus-cus, dove la soia e la paprika si uniscono, dove i bambini di varie etnie, religioni, culture vanno a scuola e giocano insieme, un quartiere dove proprio in questo momento ci sarebbe bisogno di nuovi progetti culturali, di nuovi spazi aggregativi per sfruttare al meglio queste “diversità” trasformandole in ricchezza invece di farle scivolare piano piano in “emergenza sociale”, ma qui entra in ballo l’intelligenza e la capacità, e i nostri politici non ne sono del tutto provvisti.
Questa è Chiesanuova oggi, questa è la realtà. Se vuoi ottenere qualcosa devi rimboccarti le maniche e andare avanti senza aver paura dei “potenti/politici della zona” e con caparbietà, spesso,  riesci a realizzarla. Spero di essere riuscita a darti un quadro della situazione."
Antonella

Scavi a Gonfienti

Il cartello, anche se non si vede molto bene, lo dice chiaramente: sono ripresi gli scavi a Gonfienti. Con tanto di avviso appeso al cancello e con tanto di data inizio e fine lavori (26/08/2013- 8/01/2014). Ah, la nostra cara Soprintendenza si da da fare. Certo i soldi sono un po' pochini, poco meno di 90 mila euro, ma insomma...Dovranno innanzi tutto togliere gli alberoni che sono cresciuti nel frattempo sui muretti etruschi, e poi organizzeranno una bella giornatona d'apertura, in cui la nostra signora degli scavi ci illustrerà i 'nostri etruschi secondari' (sic!).


giovedì 29 agosto 2013

La nuova stagione teatrale a La Baracca (2013-2014) con un debutto importante

Poveri ma belli: così mi sento, e per questo cito un titolo di un famoso film di Dino Risi.

Senza nemmeno l'ombra di un soldo pubblico (la Regione ce li ha negati, ci ha negato la 'residenza' compiendo un altro ennesimo abuso e continuando la persecuzione nei confronti degli artisti non allineati,  mettendoli anche in serie difficoltà economiche - la difesa del lavoro, eh?),  nonostante tutto fra meno di un mese inizia la stagione teatrale a La Baracca con un debutto straordinario, oltre ad alcune riprese importanti come quella di Cafiero Lucchesi -quell'opera che il Museo della Deportazione di Prato non ha voluto presentare per ovvi motivi, ovvero tacere la verità - e altre novità: presentiamo un testo nuovo che ho appena finito di scrivere, dove Prato è ancora di nuovo protagonista, ma in modo del tutto diverso dai precedenti, su uno sfondo che non è affatto locale e credo appassionante.

Per gli stessi ovvi motivi non possiamo ospitare nessuna compagnia esterna.

Presto vi comunicherò la data della presentazione della nuova stagione, che naturalmente prevede un ricco calendario per il teatro-ragazzi e anche in questo caso, un debutto.

Il Sacco di Prato (con un documento)

Oggi si ricordano i 501 anni dal Sacco di Prato (29 agosto 1512, durato circa venti giorni!) di cui ho scritto diverse volte su questo mio diario, ma soprattutto a cui ho dedicato un'opera teatrale per ricordarlo, Prato nel Sacco, che ha debuttato nell'ottobre 2010.

Il problema riguardo a questo Sacco è che tutt'oggi se ne falsa la storia e si celebra il Miracolo della Madonna dei Papalini, che avrebbe salvato un convento dalla furia degli spagnoli eccetera. Insomma, si narrano storielle edificanti con sui si distorcono gli eventi.

L'anno passato si sono celebrati i 500 anni, ma la mia opera è stata ignorata. Chi segue questo diario, lo sa.

Il motivo è semplice: primo perché sono io; in secondo luogo perché ristabilisce un po' di verità, ossia attribuisce com'è vero la colpa del Sacco di Prato al Papato e ai Medici (era Papa Giulio II, e il cardinale Giovanni dei Medici,futuro Leone X, è stato insieme all'altro uno dei protagonisti di questo eccidio) che, tramite la mano armata degli spagnoli, volle riprendersi il territorio di Firenze e per questo saccheggiò, per venti giorni la città di Prato.
Da allora ancora la Città ancora non s'è ripresa del tutto.

La gravità del Sacco è testimoniata anche dai ricordi del Machiavelli (che era segretario della Repubblica Fiorentina che i Medici e il Papato vollero scacciare), ma soprattutto dalla gente semplice che ha lasciato testimonianze strazianti su quanto è stato compiuto.

E' incredibile e preoccupante, che ancora dopo tanto tempo si taccia la verità e ridicolo chiedere, sempre per fuorviare la realtà,  i danni ai fiorentini come più volte è stato fatto.

La Chiesa di Roma dovrebbe fare pubblica ammenda, come è successo per Galileo Galilei, e se proprio a qualcuno  la Città di Prato deve chiedere risarcimento per i danni subiti cinquecento anni fa, si dovrebbe rivolgere a quella Chiesa.




DAI DOCUMENTI RACCOLTI DA CESARE GUASTI, resoconto fatto dal Cancelliere della Repubblica di Firenze delle parole dell'ambasciatore papalino.
Qui è chiaramente detto che la volontà di assediare la città di Firenze per riprendersela - e poi invece fu Prato! -  è del Papa e della Lega conseguentemente.
La promessa del messo papalino fu mantenuta: Firenze non fu toccata, non fu 'dannificata', ma totalmente Prato. E fu così che i Medici e il Papato si ripresero Firenze.

"Hora e movimenti che si preparano contro alla città vostra, non gli atribuirete solo a la Catholica Maiestà, ma universalmente a tucta la Lega, et maxime a la Santità del Papa, che così ha deliberato. Et non dubiti la città in modo alcuno di novità di libertà, o d'altro: perché non è di intenzione del mio signor Re, né d'altri della Lega, di dannificare in parte alchuna la città".

mercoledì 28 agosto 2013

Il finto pacifismo del governo italiano

L'Italia non parteciperà alla guerra contro la Siria di Assad; almeno sarà necessario l'ok dell'ONU e anche in quel caso non è detto che dia la basi NATO così facilmente...
Improvvisamente diventati pacifisti oppure calcolo politico-economico? C'entra qualcosa il gas russo e zone limitrofe? C'entra qualcosa Putin - sostenitore di Assad - e i rapporti privilegiati che l'Italia ha anche grazie ai favori e agli affari con Berlusconi? C'entrano qualcosa i rapporti commerciali con la Cina -sostenitrice di Assad - che, si sa, è sempre restia a partecipare alle guerre perché deve badare al suo immenso territorio e alle sue guerre interne (vedi Tibet), tenendo schiavi del danaro i propri cittadini senza che possano pensare a un regime politico diverso, e quindi pensa a fare affari per il suo sistema comu-capitalista?
Oppure l'Italia è una carta che gli Statunitensi e la NATO devono giocare in modo diverso e quindi è già previsto un piano?

Residenze teatrali della Toscana: stranezze della commissione valutativa

Pubblico lo studio e il commento di Gianfelice D'Accolti sui dati relativi al nostro teatro per le residenze teatrali.
Dato il nostro piccolo spazio, non possiamo avere gli spettatori di un teatro 'normale', e questo non è stato tenuto in conto; come se, essere bassi o alti di statura determinasse il punteggio per un concorso. Siamo stati poi penalizzati anche dal fatto che gli enti locali non ci hanno mai veramente sostenuto con contributi, e di questo è direttamente responsabile il Comune di Prato, che non ha valorizzato il suo piccolo teatro, perché come gli amministratori precedenti, lo considera non proprio e quindi non manovrabile eccetera. La Baracca è sempre stata penalizzata per la sua autonomia,  non si vuole che esistano realtà culturali indipendenti.
Il fatto di non aver ricevuto che pochi contributi, solo quelli di Sipario Aperto, ci ha impedito di ospitare le compagnie, di fare, come si dice, ospitalità, come invece fanno gli altri teatri perché sostenuti da corposi sostegni economici e come anche noi facevamo fino a pochissimi anni fa.
Non hanno poi per niente considerato la mia attività drammaturgica, che pur non conoscendola affatto, non avendone mai visto uno spettacolo, la giudicano negativamente per i contenuti civili, ma solo dai titoli. Non hanno nemmeno valutato la vasta produzione originale per il teatro-ragazzi, e di notevole successo. Si tratta di una pregiudizievole, colpevole esclusione causata da una griglia, parametri fatti apposta per escludere certe realtà, piccole e con numeri relativi. Con questi parametri valutativi (chi li ha redatti? immagino l'ufficio cultura!) è stato facile tagliare le gambe a gran parte dei progetti.



 "
Stime quantitative (punteggio max 40)
Punteggio basato su parametri di misura oggettiva dell’attività, della produzione, del flusso di spettatori, degli incassi, dei borderò, ecc. (BOX 1)
Valutazione attività de La Baracca                                                       7.79
La Baracca risulta debole alle voci riguardanti il numero di spettatori, l’ospitalità , il numero di contributi versati e l’apporto degli Enti Locali.
Sufficientemente situata invece per le recite mentre ottimamente per la produzione.
 I criteri sembrano oggettivi e tendenti a penalizzare le dimensioni, la marginalità  e il non allineamento politico. Sorprendentemente non ultima in graduatoria secondo la stima quantitativa, La Baracca va meglio de Il Grattacielo (LI), Con-fusione (FI), Mosaicoarte (GR), Motus (SI), Opera bazar (LU), Porte Girevoli (FI).
Stime qualitative (punteggio max 30)
Punteggio basato su parametri  e sub-parametri di natura più propriamente artistica dell’attività, quali la “mission”, gli obiettivi artistici, i contenuti, la coerenza rispetto alle linee di sviluppo del sistema regionale, la qualificazione della direzione artistica, il marketing teatrale in senso lato, ecc. (BOX 2)
 Valutazione attività de La Baracca                                                       15
I criteri sembrano non oggettivi e fortemente dipendenti da quanto il giudicante conosce realmente o presume di conoscere del soggetto da giudicare.
Comportamento della commissione così come risulta dal verbale (ndr: fanno parte della commissione che deve giudicare i gruppi teatrali toscani: Marisa Amante -funzionaria ministeriale ex-Eti, di stanza a Roma-; Gerarda Ventura -per la danza, di stanza in Umbria-; Alessandro Hinna -dottore economista a Tor Vergata, Roma, responsabile dei criteri valutativi per la commissione-; Umberto Angelini -organizzatore teatrale, Brescia-; Francesco D'Ippolito -?-.
E’ da sottolineare che il verbale del nucleo di valutazione del 16/17/18/24 Luglio 2013 attesta che il dott. Hinna, responsabile in particolare della valutazione dei criteri qualitativi, risulti il meno presente di tutti: il primo giorno lascia la commissione alle 13.30; il secondo giorno è presente solo dalle 17.15; il giorno 18 luglio, il terzo, non è dato sapere se il nucleo, riunitosi alle ore 9.15 sino alle 19.50, comprenda o no anche il dott. Hinna. Tuttavia la uniformità di giudizi riservati alla Baracca ispirerebbe il ragionevole dubbio di una frettolosa superficialità in qualche modo guidata da indirizzi e/o concetti formatisi a priori nelle facoltà giudicanti del giudice dott. Hinna.
Considerazioni generali
Sorprendentemente ultima in graduatoria secondo la stima qualitativa, a La Baracca non servono gli enormi risultati raggiunti nel campo del teatro di ricerca drammaturgico, come attestano i numerosi e importanti premi vinti da Maila Ermini (Fondi la Pastora, Enap per 3 volte, Regione Toscana, ecc..) e il grande indice di gradimento dei suoi spettacoli, confermati nei suoi “Quaderni del gradimento” compilati dagli spettatori alla fine delle rappresentazioni, per non farsi superare nella graduatoria qualitativa da esponenti di un teatro spesso ai limiti del becero e del chiassoso, con poca attenzione per la qualità e nessuna per i contenuti.
Sorprende ancora dunque di non essere stati giudicati ultimi rispetto ai criteri quantitativi: le dimensioni, la marginalità e l’area culturale “contro” del teatro l’avrebbero fatto supporre; ma per i criteri qualitativi, che ne sono invece il reale punto di forza e la straordinaria novità nel panorama teatrale italiano.
Il sistema si è dunque confermato ancora una volta inattaccabile: scegliere le persone giudicanti di alto profilo curriculare, poco importa se non adeguato al tema al cento per cento; accogliere e motivare le proposte di gruppi vicini al Sistema di confermata fedeltà negli anni; estromettere corpi estranei con giudizi di merito severi  che mai riceveranno una risposta approfondita perché’ difesi dalle maglie inestricabili e a volte sibilline delle “Boxes” 1 e 2; accogliere con gentile riluttanza i teatranti esclusi e non allineabili. Celebrare alfine il trionfo dell’aziendalismo e dell’organizzazione nel regno della creatività e dell’improvvisazione." (G.D.)

martedì 27 agosto 2013

La Rocca di Montemurlo cade a pezzi


L'affresco di Jan Van der Straet, detto Giovanni Stradano, con la veduta della Rocca di Montemurlo

del Prof. Giuseppe Centauro (1)

Leggendo su “La Nazione” di oggi l’allarme dei cittadini di Montemurlo per il crollo della cinta muraria della Rocca di Montemurlo, siamo assaliti una volta di più dallo sconforto per lo stato di degrado nel quale giacciono i nostri monumenti, lasciati al loro ineluttabile destino senza che questa colpevole circostanza ricada sulle teste di qualcuno. Soccombiamo così all’entità del dissesto che interessa i nostri beni culturali e il paesaggio da tutelare.  Già perché, la Rocca di Montemurlo, o meglio la “curte et castello” riedificata nel 1066 dai conti Guidi su precedenti fortilizi etrusco-bizantini, rappresenta l’identità stessa del Mons di Murlo, se è vero che proprio da murulus deriverebbe il toponimo Murlo, quindi luogo eponimo delle mura castellane. Il castello segna comunque la nascita di una comunità che si svilupperà dal XII sec. proprio ai suoi piedi, lungo l’asse della via imperiale romana, conosciuta come Clodia Nova, tracciante dell’antica via etrusca, dove fu ritrovato il famoso cippo di Montemurlo.  Appare quindi del tutto evidente che la denuncia dei cittadini riguarda un “bene culturale”, e non una testimonianza minore, ovvero una risorsa primaria che appartiene a tutti, ed in primo luogo alla comunità che la custodisce e che, con vero senso civico, segnala oggi lo stato di degrado e la grande precarietà delle condizioni. Come sempre accade in questi casi ci sarà qualcuno, amico del giaguaro, che potrà obiettare che ci sono cose più importanti alle quali prestare attenzione: del resto cadono le mura di Pompei, le mura Aureliane a Roma, ed anche alle nostre latitudini si sgretolano le cortine di antiche torri, di bastioni, di castelli che cedono sono il peso degli anni e dell’incuria. La lista è lunga, tanto che lo speciale bollettino dei crolli si arricchisce quotidianamente di nuovi episodi, non altrettanto “fortunati” come la Rocca segnalata dai cittadini montemurlesi. D’altronde, come si è potuto constare non una, ma 10, 100, 1000 volte trattandosi di un bene culturale che appartiene a tutti, finisce ai fini della salvaguardia per non appartenere a nessuno. La perdita, o il rischio di una perdita ancor maggiore, è in realtà grave e grandissimo il danno procurato se consideriamo che l’autenticità di un monumento architettonico vive nella sua stessa originaria natura costruttiva e materica che, una volta compromessa, non potrà mai essere rinnovata o sostituita.
Teniamoci cari questi nostri preziosi avanzi di storia, curiamoli amorevolmente perché rappresentano la ricchezza più grande che abbiamo ereditato dal passato, la cui bellezza deriva proprio dallo loro storia. Lo Stradano, sul finire del XVI sec., dipinse in affresco il Castello di Montemurlo come un’icona castellare di grandissimo rilievo, già  menzionata come “superba roccaforte, cinta da due cerchia di mura e munita di torri e un corridoio fortificato”.  A pieno titolo dunque, questa rocca è stata inserita tra le meraviglie italiane e non vorremmo mai vederla in futuro rappresentata solo in cartoline d’epoca che ne ricordano l’antico assetto ormai perduto. Chi deve intervenire lo faccia, e lo faccia presto, semmai chiedendo aiuto alla stessa comunità insediata, ai giovani che frequentano le università che possono studiare il caso e elaborare idee, creando semmai opportunità di ricerca ed occasioni formative, le amministrazioni pubbliche dimostrino altresì di investire sulla conservazione con continuità e passione.
Non riduciamo la Rocca ad ennesima icona del dissesto italico.


(1) Professore Associato di Restauro Architettonico (Università degli Studi di Firenze)

Obama, un Nobel che non vale più

Su Obama ho sempre espresso perplessità.
Non ho mai creduto all'equazione che il primo presidente di colore statunitense potesse davvero cambiarne la politica.
Così come la presenza delle donne, in politica, non ha cambiato praticamente nulla; anzi, sono le donne spesso più lealiste del re.

Ora questa nuova guerra in Medio Oriente, in Siria in particolare, mostra la nudità di questo re di colore, che porta avanti, pur con sfumature diverse da chi l'ha preceduto, la stessa politica di potere e morte.

E' un Nobel per la Pace che smentisce sé stesso, ma ancor più smentisce chi gliel'ha dato e toglie prestigio al premio stesso.

La Bonino che attende la decisione ONU prima di dire sì al padrone e far andare l'Italia in guerra, incassa una bella figura, ma nulla più. Avranno modo gli italiani, se e quando necessario come finora è stato, di mettersi sugli attenti e dire sì. Basterà una degna copertura per l'opinione interna e non perdere la faccia eccetera.

Ilaria Fabbri, responsabile spettacolo Toscana, e le compagnie 'amate'

Non è così strano che, per la commissione delle residenze teatrali, la responsabile Ilaria Fabbri - a dispetto del suo nome non toscana - abbia chiamato la signora Amante, dottoressa al Ministero proveniente dall'ETI ora dismesso. Anche la signora Ilaria è stata direttrice della Pergola, e quindi apparteneva all'ETI, e quando è stato soppresso, la signora è diventata capa del settore spettacolo della Toscana.
Così si spiega la chiamata della signora Amante, che nulla sa delle piccole realtà toscane.

Per le residenze toscane la commissione chiamata a decidere, in sostanza, ne sapeva poco e niente.
Anche la specialista della danza, Gerarda Ventura, proviene dall'Umbria, Teatro Stabile.

La signora Fabbri, inutile dirlo, così come io presumo la signora Cardillo ex presidente del Metastasio ex assessore alla cultura della provincia e capolista dei 'democratici di Sinistra' a suo tempo, ha le sue passioni teatrali: addirittura, quando la compagnia Giallo Mare Minimal Teatro organizza nel 2012 un incontro sul teatro ragazzi a Castelfiorentino, ma soprattutto per mettere le basi delle 'residenze', le due sante donne - venendo meno al loro ruolo istituzionale di equidistanza - vanno là ad ascoltare cosa dice il direttore di quel teatro, Renzo Boldrini, che alla fine - prima ancora di diventare 'residenza, era già 'residenza' e proponeva una rete nazionale fra le 'residenze' italiane (convegno dal titolo "Teatro fra le generazioni, proposte d'interazione progettuale sul teatro per le nuove generazioni fra residenze di Toscana, Puglia, Piemonte, Lombardia e Veneto").(1) 

A questo incontro era presente anche Patrizia Coletta, piemontese,  direttrice artistica della Fondazione Toscana Spettacolo, alla dirette dipendenze di Madame Beatrice Magnolfi, pratese come la Cardillo (lei di adozione).

Manco a dirlo era presente anche il TPO pratese, immancabile, protetto e amatissimo, anche dal direttore artistico del MET  Paolo Magelli, come lui stesso mi dichiarò.

Altri teatri amati sono e sono stati Il Teatro delle Donne di Calenzano, e la potente compagnia, sebbene non più così tanto di moda, Krypton di Scandicci, con Giancarlo Cauteruccio al comando.

Un po' meno, ma sempre tanto amato, il signor Pedullà del Teatro Popolare d'Arte di Arezzo, tanto impegnato nel teatro della 'diversità' e teatro-carcere e, per le compagnie di danza, un  pazzo amore sembra essere quello per l'associazione ALDES di Roberto Castello, che ha fatto cappotto fra le quelle compagnie, escludendo dalle residenze una così significativa come MOTUS di Siena, probabilmente ribelle o da 'eliminare'.

La dottoressa Fabbri farà parte della giuria della Festa del documentario diretto da Luca Zingaretti a Cortona. L'associazione romana che lo organizza "Hai visto mai?", in cui c'è un'altra Zingaretti, Angela, come curatrice del progetto, vuole stare tranquilla e chiama la capa delle cape a decidere...

Insomma, è tutto un chiamarsi fra vecchi e nuovi compagni e colleghi... Vieni qua, vai là.

"E intanto affossano chi di dovere, 
senza conoscere, né sapere".

(1) http://www.eolo-ragazzi.it/page.php?pag_id=1390&sez_img=02&sez_titleimg=title_risultati.png&sez=sea

Ma si legga anche questo pezzo di articolo in cui si dimostra che qualcuno era diventato già 'residenza' senza esserlo ufficialmente, nel 2012:


"Le Residenze teatrali
Sulla scia di un protocollo d'intesa per la promozione e lo sviluppo delle Residenze teatrali firmata dalle Regioni Toscana, Puglia e Piemonte si è formata una rete interregionale di teatri e compagnie. Alcune residenze delle tre regioni, nella loro eterogeneità, si sono messe in rete perché  comunque accomunate dal  tratto identitario operativo  che declina l'esperienza della Residenza in un'esperienza produttiva, progettuale, formativa, organizzativa che si radica come fulcro di un sistema teatrale territoriale anche tramite la gestione di uno o più spazi teatrali. Esperienze che hanno messo fra i loro obiettivi più rilevanti l'indagine sul teatro che si rivolge ad un pubblico multi-generazionale a cominciare dai più piccoli. http://www.gonews.it/articolo_127539_Teatro-generazioni-accorciano-distanze-giovani-palcoscenico-grazie-Cantiere-teatro-Popolo-spettacoli-programma-Patria-Celestini-Fuga-Sieni.html

lunedì 26 agosto 2013

L'assessore Scaletti e Gonfienti, il "tesoro da valorizzare"

Un altro dei motivi per cui l'assessore alla cultura regionale Scaletti se ne deve andare è anche  il disinteresse nei confronti di Gonfienti etrusca. Oltre a spendere soldi e sprecare immagine nei brindisi e negli arcobaleni di un giorno facendosi buttare a mare gioiosa con tanto di servizio cortigiano di Stato targato RAI3, avrebbe potuto serbarne un po' anche per 'il tesoro da valorizzare', i cui scavi, com'è noto, dovevano riprendere a giugno. Lei, insieme alla Soprintendenza, alla Provincia, al Comune di Prato, non hanno fatto altro che sproloquiare a vanvera se non peggio, come ricordo da anni e come anche ricorda questo articolo del Il Tirreno del 2011 che copio e incollo oltre, insieme a una foto che immortala il reperto ridotto a 'giocarello' e intanto disperso qui e là. Più là che qua.
In quei giorni scrissi una lettera, incredibilmente pubblicata su "La Repubblica" (1),  al Presiente Rossi che, insieme all'assessore Scaletti, venne in visita a Prato con tanto di ispettrice Poggesi al seguito (entusiasta, sugli interporti: "Come diciamo sempre, prima dell'Interporto della Toscana Centrale, c'è stato l'Interporto degli Etruschi"), e naturalmente il 'divino' mai  mi degnò di risposta. Nell'articolo sono citate anche le mitiche parole dell'allora assessore provinciale alla cultura Nesi Edoardo, "Di più non ci si poteva aspettare",  e il solito fumus o res nullius del Sindaco Cenni.
«Gonfienti, un tesoro da valorizzare»
Affascinato dal sito etrusco: presto la prima riunione
 PRATO. Otto e trenta, nebbia fitta al vecchio complesso medievale del Mulino a Gonfienti, dentro Interporto. Primi ad arrivare il sindaco Roberto Cenni, il presidente della Provincia Lamberto Gestri e l'assessore Edoardo Nesi. Pochi minuti più tardi arriva il presidente della Regione Enrico Rossi.  Non solo, accompagnato dagli assessori regionali alla Cultura Cristina Scaletti e al Territorio Anna Marson. Ospite la soprintendente Gabriella Poggesi, come sempre la vera "mattatrice" dei sopralluoghi al sito etrusco della città sul Bisenzio. Niente visita agli scavi, ieri. Ma una dettagliata presentazione, all'interno dei locali dati in uso alla Soprintendenza, della storia, del valore archeologico, della scoperta risalente al 1996 della città etrusca.  Davvero molto interessato il presidente della Regione che per la prima volta è stato messo a conoscenza, nel dettaglio, del valore del sito e dei reperti trovati a migliaia e catalogati uno per uno. E' stata Poggesi a descrivere la collocazione di Gonfienti stilizzando cartine e ricostruzioni, ne ha raccontato, un'altra volta la storia che risale a 2600 anni fa, ha fatto una carrellata dei pezzi di pregio recuperati nella "domus" e nelle altre aree scavate in parte, ed è risalita fino alle prime tracce di vita di Gonfienti risalenti all'età del ferro (200mila anni prima di Cristo). Impressionato il presidente della Regione. «E' un luogo di grande suggestione - è stato il commento - la città che ho visto stamani è l'espressione di una civiltà così antica, così raffinata e globalizzata, come ci ha raccontato la soprintendente che non si può non pensare di valorizzarla, magari legandola al Parco della Piana». La promessa di Rossi è di convocare, nel giro di qualche settimana, tutti i soggetti interessati al salvataggio della città etrusca - Comune, Provincia, Soprintendenza - e metterli attorno a un tavolo «per capire assieme quale possa essere - ha detto Rossi - il contributo della Regione. Certamente potrà essere di stimolo a fare un passo avanti».  «Non sarebbe male - ha proseguito Rossi - riprendere le vecchie buone abitudini di programmare il futuro: non per forza bisogna fare tutto subito ma costruire qualcosa di strategico un passo alla volta». Al di là del valore delle attività economiche che sul sito si potranno creare «recuperare Gonfienti - ha concluso Rossi - significa recuperare la cultura e l'identità di Prato». Il sindaco Cenni ha detto che Rossi «ha preso atto del valore del sito» e l'assessore Nesi si è dichiarato soddisfatto: «Di più non ci si poteva aspettare. La proposta che Rossi ha fatto è sensata, il suo è un contributo concreto per uscire dalla situazione kafkiana in cui siamo: ci sono i soldi per riprendere gli scavi ma non si possono usare».

E poi, ancora, alle parole è seguito il nulla: "l'assessore Scaletti ha confermato che «Gonfienti e gli Etruschi sono una sicura priorità nell'agenda della Regione» e ha detto di essere stata sensibilmente colpita e convinta dalla passione e dall'attenzione che Nesi ed il presidente della Provincia Gestri hanno mostrato sulla vicenda. «Noi faremo la nostra parte - ha concluso Scaletti - La proprietà dell'Interporto faccia la sua». (Il Tirreno, 3 luglio 2011).


Bonino da non perdere


Da non perdere questo incontro con Emma Bonino, oggi su Radio Radicale, nell'attesa che la Ministra dica qualcosa di interessante e libero -da vera radicale - sulle drammatiche vicende della situazione internazionale. Perché delle due una: o il Ministero degli Esteri non ha più senso, in quanto è inglobato nel magma dell'Europa e i ministri degli esteri non possono più parlare autonomamente, oppure la Ministra è finora una debolissima voce del Governo e dell'Italia.

"RADIO RADICALE, FORUM CON IL MINISTRO EMMA BONINO

Giornalisti di diverse testate intervisteranno il Ministro degli Esteri Emma Bonino sulle principali questioni internazionali, a partire dalle crisi Mediterranee. Lunedì 26 agosto a partire dalle 14h30, su Radio Radicale." (Dal sito internet di Emma Bonino).

Riccardo Nencini


Un articolo sul nostro deputato Riccardo Nencini - nostro in quanto della Toscana eccellente o delle eccellenze della Toscana! (o anche della serie "Gli intoccabili")- pubblicato ieri su "Il Fatto Quotidiano".

Puttane di Stato (2): la crociata dei bigotti affaristi ed evasori

Dal Veneto è partita la crociata "Salviamo i nostri marciapiedi", si intende non dalle automobili ma dalle prostitute.
Raccolgono le firme per eliminare la Legge Merlin, quella che dà tanto fastidio ai bigotti affaristi ed evasori.
Vogliono mettere le prostitute al chiuso, così poi non le controlla davvero più nessuno.

http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/06/tassare-la-prostituzione.html

domenica 25 agosto 2013

Geraldina Cardillo alla cultura (2) e la strana commissione per le residenze teatrali

Premetto: non ne faccio una questione personale, ma dopo l'esclusione del Teatro La Baracca dalle 'residenze'  - parola con cui si falsa la realtà visto che chi risiede da anni è stato escluso- mi preme fare alcune domande.

Perché, nella commissione che decideva le sorti delle residenze teatrali, era presente proprio la signora Cardillo, che ha redatto il verbale, tra l'altro un verbale redatto frettolosamente e pieno di lacune?

Perché, fra tutte, proprio lei, che è stata, fino a pochi anni fa Presidente del Teatro Metastasio, e assessore alla cultura della Provincia di Prato e che doveva tornare a fare l'ostetrica e che ora si trova a essere 'funzionario della programmazione' all'ufficio spettacolo?

Perché non, per esempio, Antonietta Giorgio, che da più anni si trova in quell'ufficio, o Laura della Rosa, o altre che sono propriamente più 'amministrative'? Erano tutte in ferie quando si trattava di decidere?

Si tratta di una decisione della 'capa' Ilaria Fabbri, ormai da decenni allo spettacolo della Regione Toscana, che tanto abbiamo visto, con i miei occhi, in effusioni di amicizia con certi teatranti che sono stati 'premiati'?

La presenza di Geraldina Cardillo, così ingombrante per il suo passato a contatto con le istituzioni teatrali, può aver influenzato la commissione, peraltro discutibilissima, visto che ne facevano parte persone che non erano a conoscenza delle realtà del territorio, persone che vivono e operano nei ministeri e nelle università romane a parlare di economia?

Tra l'altro nemmeno Cardillo conosce le realtà del territorio, non è mai venuta al Teatro La Baracca né mi risulta abbia mai visto un nostro spettacolo.

In particolare, quando lei è stata presidente del Metastasio, fedele paladina del Partito dei Partiti ora morenti ma ancora abbarbicati al potere, non ha mai preso contatti con le realtà del territorio, anzi!

Le residenze teatrali, istituite per valorizzare le realtà teatrali prima in Piemonte e poi in Puglia, frutto della mente di qualche signorotto burocrate sinistrato, si sono rivelate in realtà un modo per tagliare le gambe a tante realtà vivaci epperò scomode e fastidiose come noi.

Noi però, come loro, siamo duri a morire.

sabato 24 agosto 2013

Aperitivo Arcobaleno (2): Scaletti, assessore all'animazione

Ricevo da Gianfelice, e pubblico:

"Risiedo in Toscana da sei anni. Oggi me ne sono vergognato: al TG regionale, infatti. ho visto il servizio relativo all'evento "Aperitivo Arcobaleno" promosso dall'assessore Scaletti e da La Nazione, e ho provato un profondo senso di imbarazzo nel veder trasformato il territorio della Regione in un enorme palcoscenico da animazione per villaggio turistico. L'assessore ne era fiera, lontanissima da una benché minima consapevolezza riguardo al turismo; incitava la gente, che è diventata spettatore e non è più cittadino, a partecipare a una gioiosità forzata e propagandistica; né è mancato il beneplacito dell'attuale Primo Ministro Letta, che salutava con entusiasmo la manifestazione, ribadendo il concetto che siamo tutti clienti di un unico squallido grande villaggio turistico."

Aperitivo Arcobaleno: la Toscana istituzionalizza la cultura dello sballo con Cristina Scaletti

Mentre a Gallipoli, in Puglia, c'è una riunione in Prefettura per porre rimedio allo scempio estivo causato dalla cultura del bere e dello sballo -così come in altri posti in Italia c'è allarme per il fenomeno -  in Toscana si celebra l'"Aperitivo Arcobaleno", in cui si invitano i toscani a bere e a ritrovarsi davanti ai vari cocktail e ai prosecchini.
Insomma, si invita a bere e a dimenticare lo scempio che si sta compiendo, da parte delle istituzioni a vario livello, nei confronti del territorio e della sua gente.
Si istituzionalizza così la cultura dello sballo.

Tutto questo grazie alla grande pensata dell'assessore Cristina Scaletti, ex-IdV, da qualche mese velocemente passata a Scelta Civica al fine di andare in Parlamento.

Per fortuna non c'è riuscita.
Speriamo torni presto alle sue competenze medico-ospedialiere.

venerdì 23 agosto 2013

Gli Onorevoli del Monopoli


Suscita ilarità l’occuparsi del gioco del Monopoli da parte di un gruppo di onorevoli italiani, per cui sarebbe immorale l'esclusione della 'prigione' eccetera eccetera. ("Inneggia alla finanza irresponsabile e abolisce la casella della prigione").
Anche la modaiola confindustriale Radio 24, ieri sera, c’è andata giù duro.
In realtà non c’è da stupirsi un gran ché, né da fare ironie. Di questo i nostri parlamentari italiani si possono occupare, è questo il loro margine di azione: il gioco del Monopoli.
Di questo possono scrivere letterine agli americani, esprimendo il loro rammarico. Ed è questo il massimo che è concesso di fare nei confronti degli americani.
Nei confronti di altri popoli nemmeno questo, perché ci danno il gas o il petrolio, e a loro noi vendiamo le nostre armi.
E combattere contro il neo-Monopoli immorale è già qualcosa, visto che altri, come lo scrittore-deputato  Edoardo Nesi, sono del tutto sprofondati nel silenzio e nemmeno 'gioca' a Monopoli.
(Magari sarà scrivendo le sue 'onorevoli memorie', tutte senza maiuscole dopo il punto).

Cardillo alla Cultura

Una delle scoperte recenti, dopo il NO della Regione Toscana, tramite la longa manus dell'Ufficio Cultura della Regione, è che la ex-presidente del teatro Metastasio, Gerarldina Cardillo, dopo essere stata Assessore alla Cultura della Provincia di Prato (quando la Provincia contava qualcosa), dopo essere stata Presidente del Teatro Metastasio, dopo aver annunciato che sarebbe ritornata, in quanto ostetrica, all'ospedale di Prato a lavorare (1) la ritroviamo all'Ufficio Cultura, Settore Spettacolo, e in una posizione importante. Lei è stata la segretaria dei magici quattro della giuria nell'atto di dire chi fosse unto o meno dalla signoria e che quindi ha negato al Teatro La Baracca la residenza, e magari lei stessa li ha indicati, visto che, parlando con lei, ha dimostrato di conoscerli bene.
Come ha fatto la signora Cardillo a diventare dipendente dell'Ufficio Cultura della Regione? Semplice, ci sarà sicuramente stato un concorso. Di cui però non abbiamo saputo né riesco a ritrovare traccia.


La Notte Nera della Periferia di Prato (16): La Querce


Solcata dal traffico, schiacciata dall'Interporto dopo essere stata divisa dalla linea ferroviaria, con alto inquinamento acustico tra l'altro, pressata dalla montagna della Calvana, la Querce  ha perso molto della sua primigenia  bellezza paesaggistica.
Ultimamente qualcuno aveva paventato di riaprire la cava di Pizzidimonte per riempirla di inerti, che si trova proprio sopra la Querce, ma i cittadini hanno protestato presentando al Comune più di 1500 firme e al momento sembra tutto fermo.
Lo storico circolo Arci Le Macine è molto attivo, e sembra l'unica attrazione vera della zona o poco più.  
Oltre le passeggiate verso Travalle, naturalmente e Poggio Castiglioni.

giovedì 22 agosto 2013

A coloro che sostengono il Teatro La Baracca

Ringrazio chi sostiene in questi giorni il Teatro La Baracca. Si tratta di amici e di pubblico, non certo di istituzioni o rappresentanti politici che, pur difendendo la pratesità o la cultura e compagnia cantando, nulla dicono di questa esclusione dal circuito delle cosiddette 'residenze teatrali'. Anzi, probabilmente ne sono contenti.

E' un colpo duro, ma cercheremo di andare avanti, come per altro abbiamo sempre fatto.

Andremo avanti anche contro questa ennesima ingiustizia ricevuta, e non ci facciamo certo intimorire né intimidire.
Di questa nostra particolare battaglia -che è battaglia contro il privilegio, la partitocrazia, la ruffianeria, l'ingiustizia eccetera -vi terrò costantemente aggiornati.
Vi aspetto a teatro per la prossima stagione di cui presto comunicherò; è questo il modo più semplice per un aiuto concreto.

mercoledì 21 agosto 2013

SI DIMETTA: lettera aperta all'Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Cristina Scaletti

Gentile Assessore,
ora Lei si trova in vacanza.
Noi no.
Abbiamo appena ricevuto, come altri teatri toscani, il rifiuto dell'Ufficio Cultura che presiede, circa la nostra domanda per diventare - parlo a nome del Teatro La Baracca che ho fondato - anzi provare a diventare teatro di residenza.

Dopo che avete voluto distruggere il circuito Sipario Aperto per distruggere qualcosa che poteva venire dal basso.

Ora non capisco il motivo per cui la commissione -esterna con membri alquanto discutibili- abbia così spazzato via 12 realtà, alcune delle quali, come noi, con una storia teatrale ben ragguardevole.

Queste persone che ci hanno giudicato non conoscono affatto il nostro lavoro.

Noi pensavamo, sulla base del formulario e la documentazione richiesta, che chi dovesse giudicarci, ci conoscesse almeno. Altrimenti non avremmo mai partecipato a tale bando.

E invece abbiamo scoperto che della commissione fanno parte burocrati, che non vivono nemmeno qua, e sono in contatto soltanto con i teatri grandi (vedi la signora Amante del Ministero dei Beni Culturali che risiede a Roma!), che si sono basati per la valutazione, di griglie del tutto asettiche, assurde, incomprensibili per chi lavora in ambito artistico.

Addirittura l'esperto della qualità è stato un professore associato di economia aziendale, il dott. Hinna (tra l'altro, sulla base del verbale, non sempre presente alle riunioni).

Abbiamo visto che non solo ci sono soltanto illustri ed ingiuste esclusioni, ma anche assegnazioni enormi a compagnie consolidate, a cui si attribuiscono, in tre anni oltre 461 mila euri (Krypton), oppure 452 mila euri (Giallo Mare Minimal Teatro) e 374 mila euri (ALDES), per citare solo quelli che hanno preso di più. Sono cifre consistenti.

Ma come è possibile che il teatro di 12 realtà non meritasse nulla?
Avete dato i soldi solo ai più grandi e i più potenti che, sappiamo,  al Suo ufficio cultura conoscono bene.

Ma davvero il loro teatro è più meritevole del nostro solo perché è più grande e più potente? E su quale base è stato scelto di far morire le nostre realtà, solo sulla base di una formulario (dove non si poteva scrivere più di 1500 parole circa la propria 'mission'?) e poco più, senza vedere senza conoscere hanno potuto stabilire a chi tanto e a chi nulla?

Perché ai più piccoli non si permette di crescere? Perché non si permette di vivere a chi fa un teatro diverso o a chi la pensa diversamente dal suo 'establishment'?
Il suo comportamento, il suo silenzio al riguardo, Lei che viene da un partito che di temi (valori) come la giustizia sociale ed economica, delle pari opportunità, contro la corruzione, la collusione eccetera avete fatto il vostro cavallo di battaglia, mi stupisce.

Lei è responsabile di questo fallimento perché di questo si tratta quando si privilegiano alcuni a scapito degli altri senza nessun vero motivo, o addirittura se non peggio, per superficialità e incompetenza, e per questo chiedo le Sue dimissioni.

Lei che di fronte a questo disastro culturale regionale, di cui questo per cui le scrivo è solo un piccolo drammatico tassello, organizza gli aperitivi ("Arcobaleno d'estate")!

Chiedo giustizia in nome di quel lavoro che Lei e altri in giunta invano dite di tutelare.

Maila Ermini, La Baracca

Il Teatro La Baracca non risiede qui


Il Teatro La Baracca non risiede qui; infatti, non sarà un 'teatro di residenza' della Regione Toscana.
Dopo vent'anni più uno che ci siamo, dopo tutto quello che facciamo, la Regione Toscana ha deciso che invece noi non ci dobbiamo essere, non ci vuole né qui né altrove, e questo lo stabilisce attraverso una discutibilissima commissione esterna di quattro persone all'oscuro di gran parte del lavoro che hanno dovuto giudicare.

In realtà la commissione dei magnifici quattro prima di decidere aveva ricevuto tutte le carte già pronte e ben sistemate dall'ufficio cultura della Regione.

Della commissione esterna sentenziante, spicca, almeno dai verbali, la frettolosità di certi comportamenti giudicanti; il taglio prettamente aziendale che la Regione Toscana ha deciso di dare al proprio teatro, tant'è che chi giudicava della qualità era nientemeno che un economista. Nessun pregiudizio al riguardo, solo che si dovrebbe trattare di economisti al corrente della materia che giudicano e soprattutto, avere un'idea degli spettacoli.

Questo non è avvenuto.

Il taglio aziendale dei criteri usati dalla commissione giudicante ha seriamente compromesso il progetto del Teatro La Baracca che presentava una 'mission' molto poco aziendale, ma di contenuto e sostanza teatrale.

Naturalmente la commissione ha ritenuto degni di esistenza-residenza tutti i teatri graditi e molto aziendali; quelli sgraditi no. Tanto per fare un esempio, non è passato Chille della Balanza, residenza vera ma spesso non gradita da più di trent'anni a Firenze.

Insomma, per una strana coincidenza sono diventati residenza (almeno per tre anni) tutti e solo i gruppi e i teatri legati al sistemone toscano, quei teatri - dove giravano già tanti soldi e che ne riceveranno molti di più! - che da tempo sono in gran sintonia con assessori alla cultura regionali provinciali e comunali, incluso il Teatro Metastasio, che è rientrato dalla finestra con un progetto particolare: di questo si sarà certamente rallegrata la signora Gerardina Cardillo, ora impiegata all'Ufficio Cultura della Regione e stilante il verbale della commissione giudicante, che fino al 2009 era presidente di detto teatro pratese.

Sono stati toccati dalla fortuna pochissimi altri, giovani, che danno lustro alle cose Loro e che per questo già si fregiano di marchi e contro-marchi regionali dopo appena un anno dalla nascita.

E adesso è dimostrato che noi non prendiamo le caramelle da nessuno.

E' dimostrato anche come la Regione Toscana, attraverso il suo ufficio cultura, o almeno una parte di esso, contribuisca al decadimento della cultura della Regione e forse per questo andrebbe soppresso.
In realtà non fanno altro che seguire le linee politiche indicate, naturalmente.

Altro che brindare con il suo aperitivo regionale (evento che ben si inquadra con il sistema commercial-marchettaro del teatro che finanziate), signora assessora alla cultura (?) della Regione Toscana, dott.ssa Scaletti della defunta Italia dei Valori, ormai velocemente passata al 'Rigor Mortis'!

martedì 20 agosto 2013

I cinesi, veri salvatori di Prato

Ce la farà l'assessore Aldo Milone nella sua prossima corsa per la campagna elettorale di Prato, ancora una volta come candidato sindaco e ancora una volta con l'aiuto dei cinesi a rientrare in palazzo, se non dalla porta almeno dalla finestra?
E tutta la truppa di Finta-Destra con lui?

E' probabile di sì.

I cinesi sono i veri salvatori di questa nostra Prato, della sua insipedezza, di una classe dirigente politica insensata, non preparata, che un popolo cieco e sordo - e colluso con gli affaretti - ha messo sullo scranno.

Come farebbero senza i cinesi, questi nostri politici, che argomenti troverebbero?
I cinesi hanno dato il vero senso alla città, senza la quale sarebbe smarrita, oltreché sommamente impoverita.

Ma per fare questo, i cinesi devono ancora e sempre fare la parte dei cattivi, quello stesso ruolo che gli italiani svolgevano all'estero...Oppure qui o al Nord, la parte era svolta dai meridionali. Vi ricordate quando i meridionali venivano chiamati 'i marocchini'?

I cinesi che non pagano le tasse, i cinesi sfruttatori, i cinesi sporchi...

Oppure devono fare, per la Finta-Sinistra, la parte dei buoni! O fare in modo che i Finti-Sinistri possano essere buoni, che si veda, tramite la loro indiscussa accettazione degli extracomunitari, che loro sono i veri eredi diretti della Rivoluzione Francese!

Eppure sappiamo bene come gestiscono in maniera assolutamente ineguale e discriminante la Regione Toscana Loro!

Però eccoli là, a cinque anni di distanza nemmeno, tutti con gli stessi argomenti,  nonostante siano stati al governo della Città di Prato o della Regione o della Provincia, senza nulla nulla cambiare veramente.

lunedì 19 agosto 2013

Arcobaleno d'estate, ossia della romagnizzazione

L'iniziativa Toscana Arcobaleno d'estate, patrocinato dalla Regione Toscana con il supporto di Toscana Promozione, Fondazione Sistema Toscana e Toscani nel Mondo che andrà dal 23 al 25 agosto prevede (copio)"oltre 300 eventi sparsi per il territorio organizzati con il comune obiettivo di promuovere la nostra regione attraverso i suoi migliori biglietti da visita. Spettacoli, festival, folklore e sport, musica, mostre, eccellenze enogastronomiche, mercati e rievocazioni storiche: tutto il meglio del nostro territorio riunito in tre giorni di festa. L’arcobaleno del logo è stato scelto infatti come metafora della ricchezza e della poliedricità toscane" (La Nazione).

La romagnizzazione dell'estate, il turismo organizzato e volgare, la massificazione delle vacanze è ormai assolutizzata e chissà per quanto tempo irreversibile.

Come è avvenuto in Romagna già da diversi anni, coinvolgendo poi progressivamente tutto il litorale Adriatico, sta avvenendo qui: dal mondo comunista al mondo consumista a pie' pari.

Anche Prato non poteva mancare allo stupido evento, il turismo come leva per il grande affare della moderna omologante volgarità (mascherata da tipico locale, che non esiste più).

domenica 18 agosto 2013

Come umiliare la cultura

Uno degli aspetti con cui mi son dovuta confrontare da quando ho in mano il Teatro La Baracca, è il vario e mal variopinto tentativo di umiliare il teatro stesso. Ma solo e in primo luogo per umiliare me. Poi tutto il resto.

Il primo tentativo viene fatto sul nome. Molti, non conoscendone le motivazioni, lo deformano.

Il secondo tentativo viene fatto sullo spazio ridotto, e tutto diventa -ino, oppure, dipende dall'origine dello scrivente o parlante, -etto.

In questo modo, negli anni, hanno cercato di mettermi a tacere, e ridurre l'importanza del Teatro La Baracca.

Cioè che sia potuto nascere un piccolo teatro senza che serva a nessun padrone politico; che sia espressione di una artista o pochi artisti.

Molti lo criticano senza esserci stati né avervi visto nulla.
Così, per partito preso, o per invidia. In quest'ultimo caso, alcuni colleghi, spesso giovani che non riescono a digerire la nostra gioventù mentale.

Altri, come assessori vari e direttori e altre cariche non sono mai entrati nel teatrino per non darmi, darci importanza, com'è stato il caso del Centro-Destra locale; o per punizione, com'è stato il caso del Centro-Sinistra locale.

Altri ancora perché non gliene importa nulla, ma proprio nulla e preferiscono altra 'cultura'. La goliardica, magari, che, per esempio, nella Prato del Centro-Destra abbiamo vista fortemente valorizzata.

Altri, e soprattutto dalla parte del pubblico omologato, perché fuori dalla cultura sponsorizzata o comunale o provinciale non esiste nulla né può esistere nulla (quelli che vanno a teatro solo se c'è il marchio, l'ente che darebbe la garanzia, sociale e di qualità).

Altri, ancora dalla prospettiva del pubblico, perché non vogliono pagare, dopo essere stati allevati per decenni dal sistemino prima Fascista e poi di Sinistra a non pagare un biglietto d'ingresso.

Altri calunniano in vario modo, magari sul fatto che io, com'è giusto e naturale, voglia valorizzare lo spazio stesso che, come tutti sanno, non è utilizzato solo per le messe in scena propriamente teatrali.

Tutta questa gente, nonostante predichi il contrario, lavora contro e umilia la cultura. Soprattutto quella libera e indipendente, e quindi pensante e che non ubbidisce a nessuno e che non ruba i soldi di nessuno. Questa cultura, per molti, non deve esistere perché non può essere manovrata né diretta né può allevare replicanti.

Ecco perché spesso l'assessorato alla cultura dei vari enti amministrativi è di frequente a nomina dall'alto e rigidamente controllato e, in sostanza, impotente.

sabato 17 agosto 2013

Caramelle e isteria

Quando l'uomo non sa come definire una donna, quando non ha più argomenti, la chiama 'isterica'. A quale uomo non è capitato di dirlo, a quale donna di non sentirlo? Anche gli uomini più evoluti, anche quelli più 'femministi'...
L'isteria della donna è più che un luogo comune, ormai. E, nonostante siano state scritte enciclopedie sull'isteria dell'uomo, oltreché della donna, è sempre lei la portatrice dell'utero.

Questo utero fa sì che noi donne non pensiamo, naturalmente, che ci afferrino momenti di irrazionalità, di aggressività menadica, in cui accade che l'uomo rimanga esterrefatto e allibito.

Questo utero, secondo il luogo comune, fa sì che la donna non ragioni,  ma piuttosto abbia reazioni inconsulte.

Molti filosofi lo hanno scritto, senza pensare ai Padri della Chiesa. 

Chissà perché, pensando all'isteria e ai luoghi comuni del rapporto uomo-donna, del linguaggio standard e di genere ormai inveterato, mi è venuta in mente una canzone che copio sotto, conosciuta ormai anche dai più giovani.

Forse perché contiene la parola 'caramella', di cui mi accusano di abusare -da isterica bizzosa? - quando pubblico le recensioni e le riflessioni altrui sulle mie opere.


− Cara, cosa mi succede stasera, ti guardo ed è come la prima volta 
− Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei [...]
− Tu sei la frase d’amore cominciata e mai finita 
− Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai 
− Tu sei il mio ieri, il mio oggi 
− Proprio mai 
− È il mio sempre, inquietudine 
−Adesso ormai ci puoi provare/chiamami tormento dai, già che ci sei 
−Tu sei come il vento che porta i violini e le rose 
−Caramelle non ne voglio più 
−Certe volte non ti capisco 
−Le rose e i violini/ questa sera raccontali a un’altra, violini e rose li posso sentire/ quando la cosa mi va se mi va, quando è il momento/ e dopo si vedrà 
−Una parola ancora 
−Parole, parole, parole 
−Ascoltami −Parole, parole, parole 
−Ti prego −Parole, parole, parole 
−Io ti giuro 
−Parole, parole, parole, parole, parole soltanto parole, parole tra noi 
−Ecco il mio destino, parlarti, parlarti come la prima volta.(1)


(1) Celebre duetto recitato da Alberto Lupo e cantato da Mina ("Canzonissima" del 1971), parole e musica di Chiosso - Del Re – Ferrio.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.