Premetto: non ne faccio una questione personale, ma dopo l'esclusione del Teatro La Baracca dalle 'residenze' - parola con cui si falsa la realtà visto che chi risiede da anni è stato escluso- mi preme fare alcune domande.
Perché, nella commissione che decideva le sorti delle residenze teatrali, era presente proprio la signora Cardillo, che ha redatto il verbale, tra l'altro un verbale redatto frettolosamente e pieno di lacune?
Perché, fra tutte, proprio lei, che è stata, fino a pochi anni fa Presidente del Teatro Metastasio, e assessore alla cultura della Provincia di Prato e che doveva tornare a fare l'ostetrica e che ora si trova a essere 'funzionario della programmazione' all'ufficio spettacolo?
Perché non, per esempio, Antonietta Giorgio, che da più anni si trova in quell'ufficio, o Laura della Rosa, o altre che sono propriamente più 'amministrative'? Erano tutte in ferie quando si trattava di decidere?
Si tratta di una decisione della 'capa' Ilaria Fabbri, ormai da decenni allo spettacolo della Regione Toscana, che tanto abbiamo visto, con i miei occhi, in effusioni di amicizia con certi teatranti che sono stati 'premiati'?
La presenza di Geraldina Cardillo, così ingombrante per il suo passato a contatto con le istituzioni teatrali, può aver influenzato la commissione, peraltro discutibilissima, visto che ne facevano parte persone che non erano a conoscenza delle realtà del territorio, persone che vivono e operano nei ministeri e nelle università romane a parlare di economia?
Tra l'altro nemmeno Cardillo conosce le realtà del territorio, non è mai venuta al Teatro La Baracca né mi risulta abbia mai visto un nostro spettacolo.
In particolare, quando lei è stata presidente del Metastasio, fedele paladina del Partito dei Partiti ora morenti ma ancora abbarbicati al potere, non ha mai preso contatti con le realtà del territorio, anzi!
Le residenze teatrali, istituite per valorizzare le realtà teatrali prima in Piemonte e poi in Puglia, frutto della mente di qualche signorotto burocrate sinistrato, si sono rivelate in realtà un modo per tagliare le gambe a tante realtà vivaci epperò scomode e fastidiose come noi.
Noi però, come loro, siamo duri a morire.
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