Il Teatro La Baracca non risiede qui; infatti, non sarà un 'teatro di residenza' della Regione Toscana.
Dopo vent'anni più uno che ci siamo, dopo tutto quello che facciamo, la Regione Toscana ha deciso che invece noi non ci dobbiamo essere, non ci vuole né qui né altrove, e questo lo stabilisce attraverso una discutibilissima commissione esterna di quattro persone all'oscuro di gran parte del lavoro che hanno dovuto giudicare.
In realtà la commissione dei magnifici quattro prima di decidere aveva ricevuto tutte le carte già pronte e ben sistemate dall'ufficio cultura della Regione.
Della commissione esterna sentenziante, spicca, almeno dai verbali, la frettolosità di certi comportamenti giudicanti; il taglio prettamente aziendale che la Regione Toscana ha deciso di dare al proprio teatro, tant'è che chi giudicava della qualità era nientemeno che un economista. Nessun pregiudizio al riguardo, solo che si dovrebbe trattare di economisti al corrente della materia che giudicano e soprattutto, avere un'idea degli spettacoli.
Questo non è avvenuto.
Il taglio aziendale dei criteri usati dalla commissione giudicante ha seriamente compromesso il progetto del Teatro La Baracca che presentava una 'mission' molto poco aziendale, ma di contenuto e sostanza teatrale.
Naturalmente la commissione ha ritenuto degni di esistenza-residenza tutti i teatri graditi e molto aziendali; quelli sgraditi no. Tanto per fare un esempio, non è passato Chille della Balanza, residenza vera ma spesso non gradita da più di trent'anni a Firenze.
Insomma, per una strana coincidenza sono diventati residenza (almeno per tre anni) tutti e solo i gruppi e i teatri legati al sistemone toscano, quei teatri - dove giravano già tanti soldi e che ne riceveranno molti di più! - che da tempo sono in gran sintonia con assessori alla cultura regionali provinciali e comunali, incluso il Teatro Metastasio, che è rientrato dalla finestra con un progetto particolare: di questo si sarà certamente rallegrata la signora Gerardina Cardillo, ora impiegata all'Ufficio Cultura della Regione e stilante il verbale della commissione giudicante, che fino al 2009 era presidente di detto teatro pratese.
Sono stati toccati dalla fortuna pochissimi altri, giovani, che danno lustro alle cose Loro e che per questo già si fregiano di marchi e contro-marchi regionali dopo appena un anno dalla nascita.
E adesso è dimostrato che noi non prendiamo le caramelle da nessuno.
E' dimostrato anche come la Regione Toscana, attraverso il suo ufficio cultura, o almeno una parte di esso, contribuisca al decadimento della cultura della Regione e forse per questo andrebbe soppresso.
In realtà non fanno altro che seguire le linee politiche indicate, naturalmente.
Altro che brindare con il suo aperitivo regionale (evento che ben si inquadra con il sistema commercial-marchettaro del teatro che finanziate), signora assessora alla cultura (?) della Regione Toscana, dott.ssa Scaletti della defunta Italia dei Valori, ormai velocemente passata al 'Rigor Mortis'!
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