lunedì 26 agosto 2013

L'assessore Scaletti e Gonfienti, il "tesoro da valorizzare"

Un altro dei motivi per cui l'assessore alla cultura regionale Scaletti se ne deve andare è anche  il disinteresse nei confronti di Gonfienti etrusca. Oltre a spendere soldi e sprecare immagine nei brindisi e negli arcobaleni di un giorno facendosi buttare a mare gioiosa con tanto di servizio cortigiano di Stato targato RAI3, avrebbe potuto serbarne un po' anche per 'il tesoro da valorizzare', i cui scavi, com'è noto, dovevano riprendere a giugno. Lei, insieme alla Soprintendenza, alla Provincia, al Comune di Prato, non hanno fatto altro che sproloquiare a vanvera se non peggio, come ricordo da anni e come anche ricorda questo articolo del Il Tirreno del 2011 che copio e incollo oltre, insieme a una foto che immortala il reperto ridotto a 'giocarello' e intanto disperso qui e là. Più là che qua.
In quei giorni scrissi una lettera, incredibilmente pubblicata su "La Repubblica" (1),  al Presiente Rossi che, insieme all'assessore Scaletti, venne in visita a Prato con tanto di ispettrice Poggesi al seguito (entusiasta, sugli interporti: "Come diciamo sempre, prima dell'Interporto della Toscana Centrale, c'è stato l'Interporto degli Etruschi"), e naturalmente il 'divino' mai  mi degnò di risposta. Nell'articolo sono citate anche le mitiche parole dell'allora assessore provinciale alla cultura Nesi Edoardo, "Di più non ci si poteva aspettare",  e il solito fumus o res nullius del Sindaco Cenni.
«Gonfienti, un tesoro da valorizzare»
Affascinato dal sito etrusco: presto la prima riunione
 PRATO. Otto e trenta, nebbia fitta al vecchio complesso medievale del Mulino a Gonfienti, dentro Interporto. Primi ad arrivare il sindaco Roberto Cenni, il presidente della Provincia Lamberto Gestri e l'assessore Edoardo Nesi. Pochi minuti più tardi arriva il presidente della Regione Enrico Rossi.  Non solo, accompagnato dagli assessori regionali alla Cultura Cristina Scaletti e al Territorio Anna Marson. Ospite la soprintendente Gabriella Poggesi, come sempre la vera "mattatrice" dei sopralluoghi al sito etrusco della città sul Bisenzio. Niente visita agli scavi, ieri. Ma una dettagliata presentazione, all'interno dei locali dati in uso alla Soprintendenza, della storia, del valore archeologico, della scoperta risalente al 1996 della città etrusca.  Davvero molto interessato il presidente della Regione che per la prima volta è stato messo a conoscenza, nel dettaglio, del valore del sito e dei reperti trovati a migliaia e catalogati uno per uno. E' stata Poggesi a descrivere la collocazione di Gonfienti stilizzando cartine e ricostruzioni, ne ha raccontato, un'altra volta la storia che risale a 2600 anni fa, ha fatto una carrellata dei pezzi di pregio recuperati nella "domus" e nelle altre aree scavate in parte, ed è risalita fino alle prime tracce di vita di Gonfienti risalenti all'età del ferro (200mila anni prima di Cristo). Impressionato il presidente della Regione. «E' un luogo di grande suggestione - è stato il commento - la città che ho visto stamani è l'espressione di una civiltà così antica, così raffinata e globalizzata, come ci ha raccontato la soprintendente che non si può non pensare di valorizzarla, magari legandola al Parco della Piana». La promessa di Rossi è di convocare, nel giro di qualche settimana, tutti i soggetti interessati al salvataggio della città etrusca - Comune, Provincia, Soprintendenza - e metterli attorno a un tavolo «per capire assieme quale possa essere - ha detto Rossi - il contributo della Regione. Certamente potrà essere di stimolo a fare un passo avanti».  «Non sarebbe male - ha proseguito Rossi - riprendere le vecchie buone abitudini di programmare il futuro: non per forza bisogna fare tutto subito ma costruire qualcosa di strategico un passo alla volta». Al di là del valore delle attività economiche che sul sito si potranno creare «recuperare Gonfienti - ha concluso Rossi - significa recuperare la cultura e l'identità di Prato». Il sindaco Cenni ha detto che Rossi «ha preso atto del valore del sito» e l'assessore Nesi si è dichiarato soddisfatto: «Di più non ci si poteva aspettare. La proposta che Rossi ha fatto è sensata, il suo è un contributo concreto per uscire dalla situazione kafkiana in cui siamo: ci sono i soldi per riprendere gli scavi ma non si possono usare».

E poi, ancora, alle parole è seguito il nulla: "l'assessore Scaletti ha confermato che «Gonfienti e gli Etruschi sono una sicura priorità nell'agenda della Regione» e ha detto di essere stata sensibilmente colpita e convinta dalla passione e dall'attenzione che Nesi ed il presidente della Provincia Gestri hanno mostrato sulla vicenda. «Noi faremo la nostra parte - ha concluso Scaletti - La proprietà dell'Interporto faccia la sua». (Il Tirreno, 3 luglio 2011).


1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono i tre nella foto i veri resposabili della situazione di Gonfienti ( citerei anche l'ex sindaco Romagnoli, oltre ai responsabili dell'Interporto ).
L'Etrusco

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