venerdì 9 ottobre 2015

Giuseppe Fava e il sistema democratico mafioso

Stanotte ho sognato un episodio che mi accadde nel 2009.

Quando mi candidai a sindaco di Prato, un giornalista toscano, dopo avermi fatto una frettolosa intervista, mi salutò dicendomi, con tono da furfante: "Perché tu al massimo prenderai cento voti, ché tu non sei 'protetta', né appartieni a un partito o simili."

Di voti ne presi un po' di più.

Rivivendo nel sogno queste parole, mi sono ricordata di Giuseppe Fava, giornalista e drammaturgo siciliano ucciso dalla Mafia nel 1983.

Intervistato da Biagi, poco prima di morire, fece delle dichiarazioni molto importanti, e non solo sulla Mafia, ma anche sul sistema presunto democratico italiano.

Credo che questo vada ricordato ogni volta che ci chiamano a votare, a scegliere un candidato, ché ogni volta veniamo ingannati, e ogni volta non ce ne rendiamo conto:

"Perché purtroppo la struttura della nostra civiltà politica è questa: chi non ha soldi 150 mila voti di preferenza non riuscirà ad averli mai".

"Essere protetti significa poter vivere in questa società...è una legge mafiosa che è stata esportata, venuta su dalla Sicilia e fa parte della cultura nazionale: non si fa niente in Italia se non c'è l'assenso del politico e se il politico non è pagato, ecco noi viviamo in questo tipo di società; e in questo tipo di società la protezione è indispensabile, se qualcuno non vuol condurre la vita da lupo solitario...può essere una scelta, e può essere anche affascinante, esser soli nella vita e non avere né aderenze né protezioni orgogliosamente soli fino all'ultimo...questa può essere una scelta, ma 60 milioni di italiani non potranno farla..."

"A mio parere tutto parte dall'assenza dello Stato e dal fallimento della società politica italiana....Forse è necessario creare una seconda Repubblica, che abbia delle leggi e una  struttura di democrazia che elimini il pericolo che il politico possa diventare succubo o di sé stesso  o della propria avidità o della ferocia degli altri o della paura, o comunque in ogni caso che possa essere soltanto un professionista della politica. Tutto nasce da lì; dal fallimento della politica e degli uomini politici, dal fallimento della nostra struttura politica e della nostra democrazia così come noi l'abbiamo in buona fede e appassionatamente costruita e che ci sta sgretolando fra le mani".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

If elections really mattered, they wouldn't let us vote.
Mark Twain

Maila Ermini ha detto...

Oh, great Mark Twain!

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...