lunedì 31 ottobre 2016

La stampa torna sui reperti di Gonfienti

Anche oggi un articolo, questa volta de Il Tirreno, sulle interrogazioni comunali in merito ai reperti di Gonfienti.



PRATO Reperti etruschi addio, anche la politica si muove. Con due interrogazioni, la prima del gruppo consiliare 5 Stelle, la seconda del gruppo di Forza Italia in Regione e con una interpellanza del gruppo azzurro di Prato. Identiche le domande: sulla base di quali accordi il tesoro etrusco di Gonfienti ha traslocato a Campi, quali sono le prospettive per l’area archeologica, come l’amministrazione comunale intenda muoversi per riportare a Prato ciò che è suo. Nell’interpellanza, la consigliera di Forza Italia Rita Pieri chiede: «Come può una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di beni patrimoniali proprie, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale?». La consigliere interpella il sindaco Matteo Biffoni per conoscere anche «come intenda muoversi per riportare la città di Prato nel ruolo centrale le compete». Mariangela Verdolini, del gruppo 5 Stelle al sindaco pone una serie di domande, prima delle quali riguarda la necessità di fare chiarezza sul fronte dei rapporti e degli accordi grazie ai quali i reperti etruschi di Prato sono oggi conservati nel museo di Rocca Strozzi a Campi Bisenzio. Inoltre chiede a che punto sia l’acquisito dell’area di Gonfienti da parte della Regione. E’ stato il vicepresidente della terza commissione regionale Stefano Mugnai a depositare l’interrogazione nella quale si chiede conto di accordi tra Regione, Comune di Prato, di Campi e Soprintendenza fino a ora piuttosto confusi ed è Erica Mazzetti, coordinatrice provinciale Forza Italia, a sottolineare come «Prato abbia molti luoghi adatti ad ospitare i numerosi reperti ritrovati a Gonfienti, a cominciare da Palazzo Pretorio fino al Mulino interno a Interporto dove da vent’anni è presente personale della Soprintendenza». Infine dice la sua anche il Gruppo archeologico l’Offerente: chiede spiegazioni, boccia il progetto di Parco archeologico: «Che senso ha senza un museo che testimoni cosa, in quel territorio è stato trovato?» e conclude affermando: «Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, lo si baratta per chissà cosa». (Il Tirreno)

"Lucca Comics and Games", ovvero la città occupata

Me ne parlava il giornalista Riccomini, lui ci andava sempre. Ma quando al Lucca Comics and Games si trattava ancora di disegnatori e fumetti, e non di 'Cosplay' (da costume e play, usanza di origine giapponese che ci è arrivata tramite gli Stati Uniti).

Io ci sono capitata non ricordando affatto che ci fosse la manifestazione; come anche altri, ho visto. Turisti stranieri basiti.
All'ingresso dell'autostrada la città di Lucca non appariva diversa da sempre. Ma avvicinandoci alle mura, è stato subito chiaro di cosa si trattasse: di una occupazione, una invasione.

E a quel punto ho voluto sapere cosa attirasse tutta quella folla.

La città, impraticabile tutta come nei migliori scenari di festa 'amerikani', anche nella estrema periferia, e anche nei paesi vicini come Capannori, era invasa da cosplayer, (ma la parola 'figurante' dà più l'idea), ossia gente vestita come i propri eroi dei fumetti, cinema o anche telefilm non so, di cui indossavano il costume, e in alcuni casi alcuni, - in piazza del Duomo - ne recitavano la parte interpretando mimicamente e in modo ridicolo non voluto, con la base musicale e le battute originali, determinati passaggi di film.

Altri, i figuranti-passeggiatori, davano una interpretazione personale in chiave parodica, demenziale o, spesso, anche 'serissima'. Come si dice: i più erano 'nella parte'. Le donne, la maggioranza in versione  dark e finto-bellissima, si posizionavano davanti alle macchine fotografiche per trasferirsi poi direttamente nel magico mondo dei social.

E non solo giovani; anche gente attempata -probabili impiegati di qualche ufficio o ditta del nord vestiti adeguatamente direi da formiche nel formicaio-  si esibiva nella foggia del proprio personaggio, e tantissime erano le famigliole in cui il papà appariva il cosplayer più accanito e determinato, molto di più degli stanchissimi figlioletti ormai stinti e sfatti nei loro costumi, costretti a passeggiare per ore per le vie di Lucca.
Tutti tutti tutti ignari o quanto meno apparentemente indifferenti all'architettura della città, alle mura invase di capannine bianche dove il cosplayer può trovare quanto più gli è gradito; ignari delle Ilarie del Carretto, del Volto Santo e delle chiese e del romanico e di Elisa Bonaparte Baciocchi granduchessa di Toscana. Nonostante che fra i partner istituzionali dell'evento vi fossero: Polo Museale della Toscana, Villa Giunigi, Consiglio Nazionale delle Ricerche...
Il Museo della Emigrazione Italiana (Fondazione Paolo Cresci), peraltro da vedere in una visita a Lucca, era aperto, ma visitato da nessuno.
Tutte le chiese che ho visto erano chiuse, anzi sigillate. Non oso pensare cosa sia potuto accadere nell'anfiteatro romano, dove non sono riuscita ad arrivare per la folla - il Fillungo impraticabile - dove immagino si siano svolte improbabili battaglie fra soldati romani con indosso scarpe da ginnastica colorate e munite di lucine intermittenti e celti rigoramente vestiti in abiti medioevali.

Ho visto -e individuato perché conosco la città-, il fiorire di negozi improvvisati di rivendita di panini o con per me oggetti sconosciuti da ingerire eccetera.
Come un signore ben informato ha chiosato, per un affitto di un 'buco' nel centro storico e per quattro giorni, ma immagino anche in periferia vista l'invasione, si spendono dieci mila euro rigorosamente a nero.

Da una bancarella di libri (ma quelle ci sono sempre) un titolare felice ha commentato che tutta quella gente erano 'occupanti pacifici': manco a dirlo, i commercianti gongolavano.

Insomma, grandi affari con la stupidità del mondo. In un mondo del tutto disimpegnato, indifferente, vanitoso, dove l'unico valore è il gioco del mostrarsi. Il più stupidamente possibile.
Lucca Comics and Play non è nemmeno carnevale. Il carnevale qui è superato, come lo è da tempo da un ben più commerciale e quindi significativo Halloween, perché non c'è nemmeno l'ombra del ribaltamento del potere fra padrone e servo; non c'è lo sberleffo, l'irriverenza. Né si scorge una minima ricerca di comunicazione fra il mondo dei vivi con quello dei morti in un generale rimescolamento cosmico come nell'antico celtico Samuin. Nulla di sacro. Il rimescolamento è solo dei danari, e se c'è qualche morto vero è solo il figurante vivo. L'adesione al modello è totale assoluta e nessuno vuole ribaltare alcun mondo o alcun potere. Anzi; vuole entrarci e farne parte assolutamente, ed è lì per essere 'eroe' proprio secondo il modello. Il motto - nel capannone enorme di non so quale casa cinematografica americana che sponsorizzava 'Batman' sempre in piazza Duomo - 'se non puoi essere Batman, sii almeno te stesso' - era una furbata, una presa in giro, perché lì nessuno voleva essere sé stesso, posto che ormai a qualcuno importi esserlo o si sappia cosa significhi.

In questi quattro giorni nessuno può vivere la città in modo diverso. Né i suoi abitanti né chi vi capita per sbaglio per una visita o una passeggiata in bici sulle mura, dove non si può andare.

In bici peraltro è impossibile viaggiare. Né si può passeggiare.

L'occupazione è come una scossa di terremoto - anche a questo ultimo che abbiamo avuto nel centro Italia la città e i suoi invasori  erano indifferenti - un terremoto che molti vogliono e giudicano benefico perché porta tanti dindi e consenso.

I lucchesi, i cittadini, a parte i commercianti, non si vedevano. Forse erano emigrati di nuovo, temporaneamente, altrove. L'unico di loro che ha parlato liberamente, un addetto al controllo di entrata e uscita dalle mura del flusso ininterrotto della folla (80 mila persone ieri e tutti i biglietti 'sold out') criticava aspramente la manifestazione. Ma, allo stesso tempo, c'era come un senso di accettazione di qualcosa a cui non ci si può opporre. Che bisogna subire. E allora, meglio partecipare, in qualche modo, tentare di gestirla, l'invasione, visto che non tutti i lucchesi possono scappare dalla città...

Ma davanti a questi numeri, anche la critica appare ridicola, impossibile. Davanti ai soldi che incassano Comune e alcuni privati, davanti alla 'risonanza' nazionale e internazionale dell'evento, nessuno osa levar la voce e dire che non è assolutamente accettabile che una città sia occupata, invasa, e resa impraticabile a chiunque la voglia vivere 'normalmente', a partire dai suoi abitanti. 

'Torni dopo Halloween".

Ma ciò che è più preoccupante è che ormai tutte le città sognano di accogliere eventi di questa 'levatura', con la folla e tanti incassi. Con tanto  e siffatto 'turismo'! 
Alla faccia dell'arte - con cui ci laviamo, italiani, ipocritamente e in modo ignorante, la bocca - alla faccia della storia e della civiltà, ecco trovato facilmente il nuovo dominio a cui tutti ci sottomettiamo con piacere nelle nostre vuote giornate di 'festa',  non sapendo cosa fare, buttando via, letteralmente, i nostri faticosi, e ormai rabbiosi, risparmi. 

Quanta gente in fila ai 'bankomat'.


domenica 30 ottobre 2016

"Stupida" - Replica straordinaria

Stasera finale in bellezza per "Stupida" con la replica straordinaria. 
Presto ci sarà anche la presentazione video, e nuove repliche.
Ringrazio tutti per le belle parole che mi avete donato e gli applausi, tanti e calorosi.

I commenti di questa serata:

"Bravissima" (Gianna B.).
"A volte è proprio necessario interrompere ogni comunicazione per parlare con se stessi. Ma, alla fine, dov'è la via d'uscita? Bravissima". (Cristina G.).
"Fortissima come sempre. Bellissima serata. Ho ondeggiato con Viola nella sua mente. Grazie per aver condiviso questa cosa così importante con noi" (Elena).

sabato 29 ottobre 2016

Il nuovo ospedale di Prato: un'esperienza negativa

Stamani ho fatto esperienza, per la prima volta, del Pronto Soccorso del nuovo ospedale di Prato.
L'accesso al Pronto Soccorso, se non si parcheggia l'auto a pagamento, è quanto mai impossibile.
Se si scende con l'autobus, poi, impensabile: bisogna, a piedi, fare il giro di tutto l'ospedale, passare da dietro e poi vi si arriva. Una persona anziana o disabile trova difficoltà.
Se si arriva con la macchina e si paga, allora è più comodo, ma poi nemmeno tanto, perché il percorso pedonale è stretto.

La sala di aspetto del Pronto Soccorso, piccola e angusta - non ci sono finestre -  è in comune con l'accettazione e quindi in uno spazio limitato si accalcano molte persone che formano fila senza che ve ne sia l'agio: insomma, il luogo e la disposizione non aiutano ad alleviare le difficoltà.

Se poi ci sono altri intralci, come le pulizie, allora la situazione diventa caotica.

Quali architetti e ingegneri hanno progettato tutto questo? Come qualcuno mi ricorda, bisogna progettare pensando al caso peggiore. E qui sembra che non lo abbiano proprio fatto.




Battaglia pro kylix, ma non solo


Cara Maila,

Battaglia pro kylix, ma non solo. Infatti, pare di dover chiosare come l’articolo di oggi su “La Nazione” dimostri molto bene il fatto che adesso sulla questione della creazione di un Parco archeologico a Gonfienti siano calati pesanti nuvoloni, tutta la valorizzazione futura del sito  pare di nuovo messa “a rischio”; il preambolo di tutto questo è dato dalla distrazione dei reperti da Prato e dal loro trasferimento  alla Rocca Strozzi di Campi Bisenzio. Con l’annunciata interpellanza si può ritenere in positivo che  finalmente, dopo 10 anni, si possa riaprire sulla questione dei destini dell’Area archeologica di Gonfienti un serio dibattito nei luoghi istituzionali. Il caso sollevato con le distinte richieste di chiarimento da parte di Forza Italia e del M5S, non dovrà però riguardare solo l’interessamento di una parte della politica perché quanto sta accadendo a Gonfienti tocca o, per meglio dire, rischia di ledere i diritti di tutta la comunità insediata, oltre quelli “scientifici e tecnici” che riguardano gli stessi beni culturali, vuoi paesaggistici vuoi archeologici. Questi beni appartengon, infatti, alla collettività e - come dovremmo ben sapere -  sono tutelati dalla Costituzione Italiana (ex art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione).
il caso Gonfienti, reso manifestamente pubblico grazie all’azione coraggiosa del “Gruppo di vigilanza in difesa degli scavi” attraverso la partecipazione alla “Camminata per Gonfienti . Marcia Giusta 2” del 16 ottobre scorso, da parte di liberi cittadini è stata certamente di pungolo per la stampa, anche se qualcuno sperava il contrario, sbagliandosi di grosso. L’appello esercitato dal gruppo in modo pacifico e civilissimo ha portato in realtà all’attenzione dei concittadini, che ancora non sapevano, i diritti negati di cittadinanza ed appartenenza dei reperti archeologici, sottratti senza alcun reale motivo dal loro naturale luogo di ritrovamento e di possibile fruizione.
Si badi bene, a rendere ancor più maldestra questa sottrazione, si rileva come questa sia avvenuta all’indomani della chiusura di una mostra celebrativa del patrimonio archeologico esistente:  “L’Ombra degli Etruschi “ in Palazzo Pretorio. Per altro , la comunicazione dell’arbitrario trasferimento è stata resa nota in modo assai frettoloso, senza alcun confronto con la città di Prato, tenuta estranea dalla vicenda come hanno ammesso gli stessi amministratori. Questa notizia ha anticipato di poche settimane il delicato momento decisionale dell’acquisto da parte della Regione Toscana degli spazi e dei sedimi dell’area archeologica, da tempo posta a vincolo di tutela, ma attualmente ancora di proprietà della Società Interporto della Toscana. Si tratta di una decisione quella della Regione a lungo attesa, non solo evocata al tempo delle ultime elezioni, bnesì facendo seguito ai desiderata e alle volontà già espresse dagli amministratori cittadini in occasione del Convegno al Pecci del 2006 ed anche ripresa in successivi atti, pur tuttavia sempre collegata dell’auspicato passaggio a favore del Comune della titolarità dei suddetti beni che sola avrebbe potuto consentire alla città di creare in proprio le premesse per la costituzione di un parco archeologico “civico” da farsi in situ In principio questa idea era corredata dalla proposta di creare un Antiquarium negli annessi di Villa Niccolini,  su questa scelta cadde però come una mannaia la resistenza, l’opposizione e quindi il rifiuto da parte della stessa responsabile degli scavi che avrebbe preferito spostare tale destinazione presso il Mulino, detenuto come laboratorio in comodato gratuito grazie alla munifica  disponibilità della stessa Società Interporto. Superata questa ipotesi, la creazione del parco e la costituzione al Mulino, in titolo di proprietà alla comunità pratese,  consentirebbe di creare un Museo Archeologico in situ, magari utilizzando anche il Museo del Pretorio per allocare i pezzi di maggiore valore artistico, quali la più volte menzionata kylix, e alla stessa Soprintendenza di esercitare al meglio il proprio ruolo, senza più dover chiedere al controllato (Società Interporto)  di finanziare le ricerche di scavo, sviluppando serenamente i propri compiti istituzionali di ricerca attiva e di tutela avendo come interlocutore un partner pubblico (Comune di Prato). A tale riguardo non si capisce proprio perché mai la Regione dovrebbe cedere al demanio statale ciò che viene ad acquistare che è già in salvaguardia  (ex lege 42/2004), con il solo risultato di ingabbiare o inibire ogni iniziativa di valorizzazione della comunità locale. La Soprintendenza potrebbe altresì riprendere senza affanno gli scavi sui terreni comunali.
Alla luce di queste osservazioni  il  caso che ora si pone sta assumendo una rilevanza non solo locale o regionale, oserei direi nazionale se solo questa storia rimbalzasse nella aule di Montecitorio.

GAC





venerdì 28 ottobre 2016

Interrogazione e interpellanza comunale sui reperti di Gonfienti

Dopo la nostra marcia per Gonfienti, ecco qualche piccolo risultato. Sono state presentate una interrogazione sull'area archeologica di Gonfienti e i suoi reperti rispettivamente dal M5S (Mariangela Verdolini) e una interpellanza da Forza Italia (Rita Pieri).

La prima, del M5S, si può trovare all'indirizzo:
http://www.movimento5stelleprato.com/in-comune/interrogazioni/447-interrogazione-reperti-gonfienti.html

Copio invece il testo della seconda, ché non riesco a trovarne l'indirizzo:

Prato,  25/10/2016- Prop. n. 371
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
Loro sedi
OGGETTO:   Interpellanza per l'area archeologica di Gonfienti e i suoi reperti.
  Con richiesta di iscrizione nell' O.d.G. del prossimo Consiglio Comunale.
La vicenda dei reperti archeologici di Gonfienti portati fuori dai confini comunali per divenire parti di collezioni di altri, documenti arbitrariamente decontestualizzati rispetto al luogo di provenienza, apre un quesito al quale tutti noi pratesi saremo chiamati a rispondere nel futuro.
Vista la rilevanza del caso si profila intorno a questa vicenda un caso di legittimità amministrativa e culturale, di spessore di livello nazionale.
Come può infatti una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di propri beni patrimoniali, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale che segnano l’appartenenza stessa dell’insediamento d’origine?
Pezzi, quali la celebrata kylix di Douris (vaso, a figure rosse, che data 480/ 470 a.C., di grande valore artistico, ma anche “venale” di mercato; pezzo coevo al non meno famoso kouros bronzeo dell’Offerente di Pizzidimonte che si trova al British Museum), ritrovata nella grande domus etrusca di 1270 mq., intercettata da scavi archeologici iniziati col contributo finanziario  dell’Interporto all’interno del Lotto 14, dove avrebbe dovuto sorgere un capannone, ovvero prima ancora  che fosse posto alcun genere di vincolo sull’area,   rappresentano eccellenze più uniche che rare da considerare quali capisaldi per la storia di una comunità.
Intorno alla scoperta di questa domus etrusca, alla grande quantità di reperti architettonici e decorativi (antefisse, vasellame, ornamenti ecc.) , alla presenza di imponenti strade glareate del  VI sec. a.C. (a disegnare una sorta di primigenia centuriazione etrusca della Piana) e testimonianze di altri svariati edifici per un estensione di 27 ettari, tutti rilevati in territorio comunale di Prato, 13 dei quali già sottoposti a tutela fin dal 2006) rappresentano anche la base per la creazione di un Parco Archeologico di primaria rilevanza nel quadro regionale, come rappresentato fin dal 2008 nel Sistema dei Parchi della città di Prato.
All’epoca il Comune di Prato anche aveva pianificato l’utilizzo di porzioni della Villa Niccolini per fare in sito un grande Antiquarium). La città ha in realtà molti luoghi adattati ad ospitare questi beni, a cominciare dal Pretorio, per le emergenze artistiche di maggior risalto.
Mentre è assolutamente giusto che Campi esponga i reperti trovati sul suo territorio durante i lavori della Perfetti Ricasoli, è di tutta evidenza che sia altrettanto giusto che il patrimonio archeologico, rinvenuto a seguito dei lavori eseguiti per l'Interporto in territorio pratese, parte dell'identità storica del nostro territorio, resti a Prato e venga esposto nel nostro Museo Civico.
Adesso, di contro, con i reperti portati a Campi Bisenzio, quale sorte avrà l’area archeologica che la Regione Toscana si accinge ad acquistare per tre milioni di euro i terreni e le fabbriche storiche, come l’antico mulino, fin qui concesse in comodato gratuito alla Soprintendenza Archeologica della Toscana, con investimenti di oltre 3 milioni e mezzo di euro, per consegnare il tutto al demanio statale e al Ministero dei Beni Culturali e del Paesaggio?    Quest’ultimo ha già l’obbligo istituzionale della tutela e non si capisce la ragione di questa doppia titolarità.
Oltretutto il recente Piano di Utilizzo dell’Interporto, approvato nel corrente anno, realizzerà per comodo della Soprintendenza un ulteriore capannone all’interno dell’area di proprietà.
Non è tollerabile, anche per tali ragioni, che la città assista passivamente a questo processo di progressiva liquidazione patrimoniale.
Il rischio reale, infatti, è che insieme ai reperti si perda la residuale disponibilità gestionale di queste risorse e, con essa, l’occasione di costituire presto l’auspicato Parco Archeologico di Gonfienti, venendo ad assumere l’Amministrazione Comunale pratese un ruolo di assoluta marginalità. 
Tutto ciò premesso

interpello il Sig. Sindaco

- per conoscere in che modo si è mossa e intende muoversi in futuro l'Amministrazione Comunale per riportare la città di Prato nel ruolo di centralità che le compete;

- come intende intervenire per portare al museo civico le opere rinvenute sul territorio pratese.
 Rita Pieri

Capogruppo Forza Italia

giovedì 27 ottobre 2016

Costretti al referendum costituzionale

Mentre l'Italia crolla sotto un altro terremoto con altra gente per strada viene da pensare quanto strumentale e assurdo sia questo quotidiano parlare del referendum costituzionale, questa costrizione messa in atto dal Governo Renzi, mentre avremmo davvero bisogno di altro. 

Ogni giorno non si commenta che di questo; ogni giorno sfilano i difensori del SI e del NO.

Ma davvero questo gioco non serve che al potere di questo paese, e non a noi: che viviamo con difficoltà, che abbiamo bisogno di assistenza; di ricostruire le nostre case, le nostre attività, che abbiamo bisogno che l'economia riparta. 

Questo continuo istigare il paese ad aderire alla 'fazione', questo darci in pasto l'argomento, un altro un altro ancora, questo costringerci al coinvolgimento attraverso il tam tam quotidiano dell'informazione... Per giunta da un governo che ogni giorno di più delinea i suoi contorni di governo-fantoccio di grandi poteri.

Nascono i 'comitati' per quello e questo, e addirittura si aprono locali, i partiti spendono soldi per sostenere la fazione.  Si scattano foto, si immortalano i sostenitori della fazione, come se fossero 'combattenti'.

Sono profondamente contraria a queste ennesimo gioco del potere sulla nostra pelle, a questa continua strumentalizzazione della nostra vita che ci priva del senso e degli strumenti per renderla dignitosa e migliore.

martedì 25 ottobre 2016

A Prato Halloween si festeggerà dicendo: scherzetto o bronzetto?


L'auriga infernale, il demone, ci ha visitato in sogno! Dice: - I celti ci stanno dominando, con questa storia di Halloween. Non se ne può più! Dovete darvi da fare, ché questa è terra etrusca, assolutamente...quindi, per prossima festa di Halloween, dovrete andare in giro, vestiti come si deve, declamando  una frase diversa dalla solita, soprattutto a Prato, ché vi vogliono portar via ogni nostro cimelio...Dovrete andare in giro, suonando ai campanelli delle case, chiedendo: "Scherzetto o bronzetto?".
Se la gente sceglierà 'bronzetto', voi risponderete: "Attàccati! I bronzetti non ci sono più, v'hanno fatto lo scherzo: andate a Campi a pigliarli!"

lunedì 24 ottobre 2016

Abbocchi anche tu ai sondaggi per il referendum?

Abbocchi anche tu ai sondaggi sondaggi commissionati per il referendum costituzionale? Come tutti i sondaggi fanno sorridere un po'.
Quelli de La7, poi: il SI' aumenta ogni giorno di più e minaccia il NO. La forbice diventa sempre più forbicina.

Lo sappiamo che vincerà il..., o almeno ce l'aspettiamo. Ma non per volontà popolare. E non abbiamo certo bisogno dei sondaggi per saperlo.

I sondaggi, come insegna Laris Pulenas, sono sempre stati fatti  e commissionati soprattutto per influenzare l'elettorato. 

Di più: i sondaggi formano l'elettorato. Alla fine il sondaggio, così poi come comunicato per esempio nel telegiornale, dà l'idea che il risultato ci sia già stato, che sia cosa fatta. 
Di solito è la maggioranza che commissiona il sondaggio. Altrimenti, chi li pagherebbe così cari come sono?

E poi, chiediamoci: come si svolgono questi sondaggi? Chi chiamano per fare la domandina? Dove, sul telefono fisso? Come si svolge il rilevamento?
Boh.

Dài, smettila di abboccare.

Replica straordinaria di "Stupida" (Una vita in trappola) e una recensione


Il pubblico ha accolto calorosamente lo spettacolo e quindi ho deciso di replicare: 
Stupida (Una vita in trappola) torna sabato 29 ottobre ore 21 al Teatro La Baracca.


Intanto è arrivata un'altra recensione dello spettacolo:

«Viola non far la stupida stasera....». Il finale dello spettacolo... è il momento culminate e una meravigliosa sintesi di tutti i sentimenti e le emozioni di Viola (ma anche di quelle vissute dallo spettatore): quei pochi attimi finali raccolgono tutta l’ansia, l’amarezza, la tristezza, la speranza, l’ironia, la realtà e l’immaginazione vissuti durante lo spettacolo, con in più il senso di liberazione, non solo dal luogo fisico ma da una vita intrappolata. Maila è stata bravissima durante tutto lo spettacolo, ma è molto difficile chiudere uno spettacolo così difficile da reggere in scena (soprattutto senza l’ausilio di nessuna tecnologia) con un finale che riesce a moltiplicare le emozioni, a raggiungerti nel più profondo dell’essere, a restarti dentro anche il giorno successivo: probabilmente ancora per tanti giorni, mesi, anni, chissà... Il canto di Viola mentre aspetta chi la toglierà dalla trappola in cui si è rinchiusa (malauguratamente o volontariamente?) è drammaturgicamente un finale originale e significativo, poiché lo spettacolo fa immaginare varie possibilità, intensificato dal suo talento di interprete.
Che dire…ancora una volta una meravigliosa Maila che, questa volta, ha creato una meravigliosa «Stupida».

Piera Salvi

domenica 23 ottobre 2016

Cultura a Prato, una coperta troppo corta

Guardando la trasmissione di TVPrato "Parliamoci chiaro", di venerdì 21 ottobre dedicata alla cultura, si è avuto il sospetto che a Prato la cultura sia come una coperta troppo corta.

In particolar modo ora, con il nuovo Pecci, che ha preso tanti soldi anche al Comune stesso.

Sembra non ci sia altro per altri enti o luoghi: a parte il Metastasio, il collassato Politeama, di cui hanno molto parlato, oppure per luoghi così importanti come le Cascine di Tavola. E lasciamo anche da parte gli ormai abbandonati scavi di Gonfienti.

La domanda è: era proprio necessario costruire un nuovo museo, allargarlo eccetera per sacrificare tutto il resto? Non sarebbe invece stato più opportuno pensare a una rinascita culturale dell'intera città, incluso se possibile le periferie?

Chi decide tutto questo?

Non si ha una visione della città per il futuro e solo si esegue quello che dice la Regione. Certo, senza soldi non si fa niente, però anche i rappresentanti locali dovrebbero in qualche modo poter disegnare una città, delinearla, e chiamare a raccolta i suoi 'attori' principali e meno. 

Per esempio, quello che manca è la comunicazione spicciola, per una città così estesa: non c'è una strada, non è pensata, una strada ciclopedonabile che va dal centro alle Cascine di Tavola ( che ormai stanno crollando). Non potrebbe questo essere un percorso turistico?

Invece una strada pur piccola già ci sarebbe per gli scavi, basterebbe solo riasfaltarla, mettere qualche cartello. Piccole cose sarebbero già un gesto di cambiamento, pur insignificante.  In tutti questi anni, nessuno ha avuto il coraggio di mettere mai un cartello, niente. D'altronde cosa avrebbero potuto indicare, una strada distrutta e un cancello che sembra quello dell'ingresso di una fabbrica?

Il turista che arriva a Prato non ha una visione complessiva della città, a parte le poche strade del centro.  Manca agli stessi amministratori, è evidente. 
Ora i pratesi, annebbiati dalle luci dorate del nuovo Pecci, sembrano non vedere altro.  La grancassa mediatica suona forte e rimbomba.
Intanto la città perde anche la sua identità, e le viene affibbiata una d'ufficio, definitivamente dopo quella della 'città fabbrica': quella 'contemporanea'.  Tutto il resto, bandito.

Ha sorpreso Massimo Luconi il quale, nella trasmissione ha avuto il coraggio di dire una parola sui reperti di Gonfienti, che secondo lui dovrebbero tornare a Prato. 

"Stupida" (Una vita in trappola): commenti della replica

Bella replica dello spettacolo con festa di compleanno del teatro e mia.
Ogni tanto ci vuole. Anche dibattito, e molto, sullo spettacolo. Domande e commenti su come sia nato il personaggio, su come questo testo. A chi mi sono ispirata eccetera. Molto interessante. 
Una serata allegra, ma non banale insomma.
Dopo diversi spettatori non prenotati,  anche la torta è apparsa a sorpresa. Una torta portata dal pubblico, dico.
Roba che non accade che in pochi altri teatri.

Commenti:

"Mi è piaciuto molto." (Simona).
"In un mondo dove spesso viviamo 'dormendo', il tuo teatro aiuta a riflettere sulla propria potenzialità e sul gusto della vita". (Lorenzo)
"Sei molto in gamba". (Diego)
"Ho molto apprezzato la serata, Maila, e mi piace che tu sia sempre "una e centomila" ma mai..."nessuna". (Rossana Cavaliere).
"Complimenti, molto brava". (Michela).
"Un testo bellissimo, bellissima recitazione". (Doesijka Kortalis).


venerdì 21 ottobre 2016

Replica di "Stupida" (Una vita in trappola).

Domani, sabato 22 ottobre, replico "Stupida" (Una vita in trappola) al Teatro La Baracca ore 21.
Approfitterò per festeggiare i 20 anni di stagioni teatrali (22-23 anni dalla 'fondazione' del teatro) e i 4 anni di sopravvivenza, privati come siamo di sostegno e finanziamenti. Come d'altronde siamo stati dal 1993 al 2003-2004 compresi, prima di essere inclusi nel minuscolo (in quanto a finanziamenti) circuito dei piccoli teatri della Regione Toscana, ormai defunto.

Grazie a tutti coloro che verranno.



Nostro signore blogger Vittorio Giugni (che offende me e la Marcia per Gonfienti)



Stamattina mi informano e leggo che il nostro signore blogger Vittorio Giugni di nuovo mi attacca apertamente. Perché si sentirebbe attaccato da me, l'avrei accusato - mai scritto - di 'essere un lacché a tempo pieno' .
Ma perché, ancora una volta, è così risentito nei miei confronti? A causa della Marcia di Gonfienti. Che lui ha giudicato malissimo. Avremmo fatto la marcia per farci pubblicità. Per i nostri interessi!
In particolare io, naturalmente. Che per farmi pubblicità, non ho esitato a mettere in ridicolo con una marcia esigua, una cosa così importante come la città etrusca di Gonfienti.

Sì, secondo lui, lui che afferma di non difendere i 'poteri forti' dunque, Gonfienti sarebbe un aspetto così importante e delicato per la città da non essere sciupato con una marcia seguita da poche persone. Che si sarebbe dovuto trattare tutto con cautela per non incorrere nel dileggio ...che sarebbe un affare delicato, che avremmo dovuto coinvolgere anche le associazioni...Quali? Quelle morte e sepolte e i comitati che sono evaporati?

Le associazioni no, ma noi eccome! si farebbe il tutto e solo per gli affari nostri, per il nostro core business!

In particolare, io. 

Rifiuto e rigetto questa calunnia, che vuole gettare fango su un'azione civile giusta e sacrosanta!

Invece gli altri no...Invece Interporto SpA no; invece la Soprintendenza no. Noi...sì! 

Coloro che non vogliono Gonfienti, l'area archeologica e i reperti a Prato, per quale core business non lo vogliono? Di questo lui non parla, parla invece del mio core business!

Non si doveva fare la marcia eccetera eccetera per l'interesse dell'area archeologica! E' questo il discorso di base che fa il Giugni.

Ma vedi tu, che divertente.  Che ragionamento, e come fila!

Ma chi è Vittorio Giugni? Dicesi radicale, ex dipendente comunale in pensione che gestisce un blog che è seguito per la sua acidità, è questo il suo core business, ché si sa quando si parla male di qualcuno, poi tutti lo seguono. Alla fine la gente ci crede! La calunnia è venticello... Lui lo sa bene! Ché lui, più di discutere sulle cose, è specializzato nel prendere di mira questa o quella persona.
Certo non prende di mira, che ne so, persone che contano, mai per esempio il sindaco di Prato, o altri del governo locale, a cui dice sempre di sì come per il referendum prossimo, ma attacca preferibilmente persone che praticamente non contano nulla, come me. O indirettamente anche altri che hanno partecipato alla marcia.  Una piccola marcia che ha dato molto fastidio. Ma vi rendete conto?  E allora parte il post-denigratorio, in questo caso affermando che io farei la marcia per bieco interesse personale. Il gioco è questo.

Ogni tanto il Giugni scompare, poi riappare con il suo blog. Ora s'è di nuovo svegliato o l'hanno svegliato dal sonno o da cosa non si sa per dare  una mano,  liberamente,  ai signori del sì sul referendum costituzionale.
Si sa che il Giugni ha significative amicizie, fra cui il signor Taiti, notoriamente gran Maestro della Massoneria locale, e lo ha sostenuto nelle sue escursioni elettorali.
E' questo il suo core business?

Incredibile, egli mi tratta con tanta importanza come se fossi aderente a un partito. Addirittura mi definisce 'esponente politico', 'sociologa'! (Nel tumulto delle definizioni con cui tenta di denigrarmi sembra un po' invidioso...).
Ma attenzione: esponente politico che però farei tutto per gli affari del teatro.  Purtroppo il core business della Baracca è fuori Prato, anzi sempre di più fuori della Toscana ché non ci danno molto da lavorare, anzi pochissimo in Regione, dove non mi vedono gran ché bene. Lui questo lo sa, perché legge questo blog, lo segue.

Da quattro anni La Baracca non riceve più alcun tipo di finanziamento, né questo blog riceve nulla, né rappresenta alcun partito o movimento. Io no sono a capo di nulla o di nessuno. Né il blog nel passato ha ricevuto nulla. Come invece altri blog so che hanno ricevuto. E' liberamente libero.

Giugni denigra (o dovrei dire calunnia visto che mi dà quasi anche della stupida giocando facile e scontato con il titolo di una mia opera) anche i miei spettacoli senza averli visti, SENZA AVERLI VISTI, perché lui , per sua stessa ammissione, non va a teatro, lo annoia.

Lui certo il suo core business privato non lo deve curare più, è pensionato!  Beato lui, e si può dedicare tutto il giorno a spulciare i siti e stare ad attaccare a destra e a manca, vero cazzottatore del web.
Ma perché mi attacca? Per senso di giustizia? Perché ha a cuore Gonfienti? 
Via!
Il suo gioco è scoperto e anche un po' noioso. Vuole denigrare chi ci mette impegno e passione per una causa, che è più che giusta: area archeologica e reperti a Prato.
Lui lo sa bene.
Tanta cattiveria nei miei confronti o di altri non si capisce in chi poi va a difendere e accarezzare i carcerati.  Anche le persone libere vorrebbero un minimo di buon trattamento!

Vittorio, ora mi rivolgo a te: non risponderò più alle tue calunnie e continuerò a essere multiforme e molto di più, che lo so essere, anzi è la mia natura; a combattere per Gonfienti e per tutto quello che riterrò giusto in barba ai tuoi post, passati presenti e futuri, alle tue litanie denigratorie, che poi sono sempre le stesse, e che sembrano avere il solo fine di mettere a tacere certe persone non gradite.

Dal Blog Liber@mente:
NOSTRA SIGNORA DELLA BARACCA E DI GONFIENTI.
Così sul suo Blog la multiforme Maila Ermini, proprietaria del teatro "La Baracca", attrice, regista, scrittrice, commediografa, cantante, sociologa, organizzatrice, impresaria teatrale, poetessa, esponente politico, ex candidata sindaco, pasionaria ecc. ecc., impegnata adesso nella rappresentazione di un testo (autobiografico?) dal titolo "Stupida", stigmatizza un commento sulla "Camminata per Gonfienti, Marcia Giusta 2". 
Trasformando una banale osservazione sul numero dei partecipanti alla marcia  in un omaggio di chi scrive al "potere". Farneticando che chi non la pensa come lei è sicuramente un lacchè, a tempo pieno, dei "poteri forti"!
Sulla città etrusca di Gonfienti la maggioranza dei cittadini pratesi è del tutto indifferente, vuoi per disinformazione, vuoi per sottovalutazione, vuoi per "ignoranza". Tuttavia c'è pure un discreto numero di pratesi che hanno a cuore, come l'Ermini, il destino di quell'area archeologica importantissima. Perchè ha riportato alla luce non una necropoli ma una vera e propria città. Caso rarissimo. L'unico altro esempio si trova nella gemella Marzabotto.
Ed è per questo che il tema di Gonfienti andrebbe trattato con la massima attenzione ed anche con cautela. Non ci si può svegliare una mattina ed "indire" un'iniziativa pubblica a sostegno. Non lo si può fare da soli soletti. Perchè l'esito può essere disastroso! L'esiguità dei partecipanti alla marcia della Ermini ha difatti dato luogo in città a commenti trancianti. "Tre gatti per i sassi di Gonfienti"; "Gonfienti non interessa nessuno" ecc. ecc. Di buone intenzioni, insomma, sono lastricate le strade per l'inferno. Se si vuol valorizzare Gonfienti occorrerebbero iniziative che radunino, già dalla fase organizzativa, le diverse associazioni e persone che si interessano degli etruschi pratesi. Certo che questo percorso è leggermente più faticoso di una decisione assunta da un singolo personaggio. Che, probabilmente, ha più in testa un ritorno mediatico-pubblicitario-utilitaristico personale che non la riuscita della manifestazione. Alla quale ha partecipato, tra gli altri, il Prof. Giuseppe Centauro, tutor/sparring partner della Ermini. Per 5 lunghi anni Centauro è stato consigliere del sindaco Roberto Cenni. Non cavando però un ragno dal buco per quel che riguarda la salvaguardia e la valorizzazione degli scavi di Gonfienti. Senza però che all'atteggiamento di estrema chiusura di Cenni sia corrisposta una sua lettera di dimissioni.    
Allora l'impressione che qualcuno può ricavare dalla temerarietà di queste iniziative è che il loro scopo principale sia altro. Ovvero ottenere un rimbalzo mediatico per il proprio core business raggiungibile anche a scapito dell'oggetto specifico della manifestazione. Rendendo un pessimo servizio alla questione Etruschi ed all'area archeologica di Gonfienti. 

giovedì 20 ottobre 2016

Teatro: tutte le bugie, nient'altro che le bugie...

Domani ci sarà un incontro al Metastasio sul prossimo codice dello spettacolo dal vivo, che si intitola "Tutta la verità, nient'altro che la verità".
E' chiaro che diranno quante più bugie possibili.
Per esempio non diranno nulla del fatto che in realtà se lo spettacolo dal vivo non lo animano con tanti finanziamenti, muore. Anzi, è già morto, ché  culturalmente non significa più nulla.
Infatti, anche se faranno mostra di parlare di altro, discuteranno  solo di soldi. Per restare in vita. 

Non diranno nulla su come hanno fatto il possibile per distruggere piccoli teatri e realtà artistiche non conformi ai canoni aziendali e politici;  non diranno nulla su come vengono allestite le programmazioni dei teatri, come vengono scelti gli spettacoli e gli artisti, ossia in modo del tutto artefatto, sia da un punto di vista politico e commerciale (bisogna far cassa e non dispiacere al re!); non diranno nulla come si nominano i direttori artistici. Tutti, artisti direttori e compagnie cantando devono essere certe persone, e non possono essere altre. Hai voglia tu a esser bravo e a allestire bei spettacoli!

Ma è questo incontro si annuncia come un vero e proprio spettacolo, genere farsa, con importanti protagonisti, e quindi tutto da vedere e ascoltare...


Dal sito del Teatro Metastasio:

VERSO IL CODICE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO

incontro del progetto Tutta la verità nient'altro che la verità     

Regione Toscana
Comune di Prato
Teatro Metastasio


TEATRO METASTASIO PRATO
venerdì 21 ottobre 2016 ore 15.00


VERSO IL CODICE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO   
          
La Vice Presidente-Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Monica Barni, in accordo con l'Assessore alla Cultura del Comune di Prato, Simone Mangani, ha promosso questo incontro per avviare una prima riflessione sul Codice dello Spettacolo dal Vivo.
All’incontro sono stati invitati i Presidenti delle Commissioni cultura del Senato e della Camera, la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi, il Direttore generale dello spettacolo dal vivo Ninni Cutaia, la Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni, l’ANCI Toscana, la Commissione Cultura della Regione Toscana, i Sindaci, gli Assessori alla Cultura e i Presidenti delle Commissioni cultura dei comuni capoluogo toscani.
Il 6 ottobre scorso il testo del "Codice dello spettacolo dal vivo" è stato assegnato alle Commissioni affinché possa iniziare «immediatamente» l’iter parlamentare e si stanno avviando, da parte della Direzione generale spettacolo dal vivo, una serie di incontri di carattere sia politico che tecnico con i rappresentanti delle forze politiche e delle varie categorie per ascoltare e raccogliere aspettative e proposte in merito al nascente Codice.
Proprio alla luce dell'attuale complesso momento di riordino del settore, risulta molto utile, per il sistema regionale della musica, del teatro e della danza e per le Istituzioni chiamate a partecipare, oltre che conoscere lo stato del procedimento legislativo, comprendere i principi che ispireranno Parlamento e Governo nella scrittura del Codice e quale architettura di sistema dello spettacolo dal vivo ci si propone di costruire.

INGRESSO LIBERO

Prato: i quadri della Galleria degli Alberti si riportano a casa; i reperti di Gonfienti si mandano via...

Che strano comportamento della Soprintendenza! In psichiatria si direbbe dissociato.
Apre una procedura - giustamente! - per far tornare a Prato le opere della Galleria degli Alberti sottratti da Zonin (BpV), e invece i reperti di Gonfienti li porta via da Prato... a Campi Bisenzio!  Ma forse perché i quadri non interferiscono con i capannoni da costruire e gli interessi di Interporto?

Da Il Tirreno di oggi, 20 ottobre 2016

Recensioni e commenti su "Stupida"


Qui trovate tutti le recensioni e i commenti su "Stupida".  Anche quelli successivi alla data del post.


"Bravissima! Lo spettacolo è godibile davvero: mi sono rivista nella "stupida" chiusa nel cesso: quanto, di tanti di noi c'è nel personaggio! Viva il teatro!" (Doriana).
"Agrodolce!! Con te non ci annoia mai. Ottimo per la interpretazione e l'originalità. Sei bravissima! "(Silvia S.).
"Creatività. Passione. Talento. Eccezionale!". (Carla C.)
"Uno spettacolo divertente ed esilarante, che tiene 'incatenato lo spettatore dal primo all'ultimo minuto". (Tiziano P.)
"Una prova superlativa, è riuscita a sorprendermi ancora." (Gabriella B.).
"Intensa, profonda, comica, bravissima!!. Mi sei piaciuta tantissimo".  (Beatrice).
"Bravissima!!" (Daniele R.).
"Mi è piaciuto molto" (Erika C.).
"Grazie, Maila, bellissimo spettacolo con tanti spunti, allegri scanzonati e seri, quante domande...". (Paolo L.).
"Maila ci porta nella dimensione iperrealista di un teatro che va oltre la realtà virtuale. Magistrale! "Stupida" è un nuovo stile e una lettura straordinaria  per farci entrare nella realtà vissuta del nostro grottesco quotidiano". (Beppe).

"Mi è piaciuto molto." (Simona).
"In un mondo dove spesso viviamo 'dormendo', il tuo teatro aiuta a riflettere sulla propria potenzialità e sul gusto della vita". (Lorenzo)
"Sei molto in gamba". (Diego)
"Ho molto apprezzato la serata, Maila, e mi piace che tu sia sempre "una e centomila" ma mai..."nessuna". (Rossana Cavaliere).
"Complimenti, molto brava". (Michela).

"Un testo bellissimo, bellissima recitazione". (Doesijka Koortalis).

“Carissima Maila, volevo farti i complimenti per lo spettacolo di sabato scorso "Stupida". La tua interpretazione del testo è stata avvincente e ha saputo  trasmettere il dramma di una donna che, condizionata, prima dalla madre, poi dal marito, vive prigioniera dei suoi sensi di colpa per tutto quello che le succede nella vita.  (Dunia S.).

“Che bel personaggio hai creato! Indimenticabile. A distanza di giorni, Viola vive ancora.  Non mi succedeva da tempo. Di solito, dopo aver visto uno spettacolo o un film, scompare tutto subito. “(Simona).

“Carissima Maila, volevo farti i complimenti per lo spettacolo di sabato scorso "Stupida". La tua interpretazione del testo è stata avvincente e ha saputo  trasmettere il dramma di una donna che, condizionata, prima dalla madre, poi dal marito, vive prigioniera dei suoi sensi di colpa per tutto quello che le succede nella vita.  (Dunia S.).

"A volte è proprio necessario interrompere ogni comunicazione per parlare con se stessi. Ma, alla fine, dov'è la via d'uscita? Bravissima".

"Fortissima come sempre. Bellissima serata. Ho ondeggiato con Viola nella sua mente. Grazie per aver condiviso questa cosa così importante con noi" (Elena)

"Cara Maila...a fine giornata mi sono lasciata andare alle riflessioni su “Viola chiusa nel bagno” che all’inizio mi ha creato un’angoscia sottile, eppure ridevo, quindi c’è qualcosa di geniale nel testo e nell’interpretazione! La tua idea di mettere in scena una donna intrappolata è splendida! Mi è apparsa d’improvviso una realtà che stavo vivendo: trovarsi in un luogo chiuso e da sola induce alla riflessione e a rimuginare sul passato, induce a dialogare con i genitori specie se sono deceduti, ho capito che i miei cessi … un po’ mi intrappolano … anche se le porte sono aperte! Se sono da sola ingigantisco le analisi di me stessa! Ho capito che cessi e stanze mi hanno portata ad analizzarmi troppo, cosa che anche prima facevo ma insieme ad altre persone! Questo spettacolo ha creato in me un effetto “ripulitore", è vivo e in me ha prodotto questo effetto. Ieri ero ancora nell’ incanto, parlo di incanto perché durante lo spettacolo me ne stavo incantata fra dramma e commedia, in attesa di altri colpi di scena che arrivano sottili, quasi impercettibili, sia nel testo che nella recitazione e ti tengono attaccata al filo! Stupida è eccezionalmente nuovo, fresco, fatto con grande gusto, con un attento studio, con duro lavoro, faticoso da portare in fondo!! Ma tu sei tosta, la Maila di sempre con qualcosa in più!! Anche questa volta hai dato tanto, tantissimo a tutti noi, ed è stato bellissimo il filo emozionale che sei riuscita a creare con il pubblico davvero bello, un incanto! Brava Maila, anche intrappolata sei libera poiché liberi le emozioni e fai liberare tutti noi! (Maura Salvi).

“Stupida”... appare come un’altalena di temi drammatici in un classico del comico: rimanere chiusi dentro. O, viceversa, una sequela di spunti comici ingabbiati nel tema classico per eccellenza della tragedia: la trappola. Edipo, forse che non cade nella trappola che lui stesso ha costruito? O Amleto, non costruisce una trappola allo zio Claudio – e proprio attraverso il gioco del teatro – per smascherare il di lui turpe primigenio delitto? Così a “Stupida” ci facciamo tutti ingabbiare in bagno da Viola e seguiamo con lei l’angoscia di rimanere sola che le fa svelare il rapporto col nume della madre morta, che, proprio come la madre di molti personaggi di Woody Allen, ossessiona la figlia con l’ eccessiva presenza condizionandone malamente la vita. Ma sono le figure maschili che lasciano veramente sola Viola: il padre? Certo il marito da cui è divorziata; ma soprattutto l’attuale compagno che comunque per due o tre giorni, il tempo fisico della commedia, non viene a cercarla di persona, e, ma non è dato di sapere, forse si limita a chiamarla al telefono. Troppo poco per dimostrare un vero sincero amore per la povera Viola. O il telefono-tavoletta, l’altro assente, che consentirebbe a Viola una rapida soluzione della vicenda. Ma allora quanto siamo dipendenti veramente dalla tecnologia? Senza di essa non c’è salvezza fisica? No, alla fine il salvatore è un uomo in carne e ossa, forse il nuovo corso di Viola, restituita a se stessa dalle scoperte che farà in bagno – e che qui non sveliamo – e che certo cambiano la sua consapevolezza di essere-al-mondo. Ancora “Stupida” agli occhi degli altri, ma ora cosciente? Maila ha dato il meglio di sé, ma non so quale la più brava: la drammaturga? la regista? l’attrice? ma perché limitarsi a una delle categorie: Maila la donna totale di teatro, ecco, lei ci ha proprio convinto. (G.D’Accolti).


«Viola non far la stupida stasera....». Il finale dello spettacolo... è il momento culminate e una meravigliosa sintesi di tutti i sentimenti e le emozioni di Viola (ma anche di quelle vissute dallo spettatore): quei pochi attimi finali raccolgono tutta l’ansia, l’amarezza, la tristezza, la speranza, l’ironia, la realtà e l’immaginazione vissuti durante lo spettacolo, con in più il senso di liberazione, non solo dal luogo fisico ma da una vita intrappolata. Maila è stata bravissima durante tutto lo spettacolo, ma è molto difficile chiudere uno spettacolo così difficile da reggere in scena (soprattutto senza l’ausilio di nessuna tecnologia) con un finale che riesce a moltiplicare le emozioni, a raggiungerti nel più profondo dell’essere, a restarti dentro anche il giorno successivo: probabilmente ancora per tanti giorni, mesi, anni, chissà... Il canto di Viola mentre aspetta chi la toglierà dalla trappola in cui si è rinchiusa (malauguratamente o volontariamente?) è drammaturgicamente un finale originale e significativo, poiché lo spettacolo fa immaginare varie possibilità, intensificato dal suo talento di interprete.
Che dire…ancora una volta una meravigliosa Maila che, questa volta, ha creato una meravigliosa «Stupida» (Piera Salvi).


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.