Me ne parlava il
giornalista Riccomini, lui ci andava sempre. Ma quando al Lucca Comics and Games si trattava
ancora di disegnatori e fumetti, e non di 'Cosplay' (da costume e play, usanza di origine giapponese che ci è arrivata
tramite gli Stati Uniti).
Io ci sono
capitata non ricordando affatto che ci fosse la manifestazione; come anche
altri, ho visto. Turisti stranieri basiti.
All'ingresso
dell'autostrada la città di Lucca non appariva diversa da sempre. Ma
avvicinandoci alle mura, è stato subito chiaro di cosa si trattasse: di una
occupazione, una invasione.
E a quel punto ho voluto sapere cosa attirasse tutta quella folla.
La città,
impraticabile tutta come nei migliori scenari di festa 'amerikani', anche nella estrema
periferia, e anche nei paesi vicini come Capannori, era invasa da cosplayer, (ma la parola 'figurante' dà
più l'idea), ossia gente vestita come i propri eroi dei fumetti, cinema o anche
telefilm non so, di cui indossavano il costume, e in alcuni casi alcuni, - in
piazza del Duomo - ne recitavano la parte interpretando mimicamente e in modo
ridicolo non voluto, con la base musicale e le battute originali, determinati
passaggi di film.
Altri, i
figuranti-passeggiatori, davano una interpretazione personale in chiave
parodica, demenziale o, spesso, anche 'serissima'. Come si dice: i più erano
'nella parte'. Le donne, la maggioranza in versione dark e
finto-bellissima, si posizionavano davanti alle macchine fotografiche per
trasferirsi poi direttamente nel magico mondo dei social.
E non solo giovani;
anche gente attempata -probabili impiegati di qualche ufficio o ditta del nord
vestiti adeguatamente direi da formiche nel formicaio- si esibiva nella
foggia del proprio personaggio, e tantissime erano le famigliole in cui il papà
appariva il cosplayer più
accanito e determinato, molto di più degli stanchissimi figlioletti ormai
stinti e sfatti nei loro costumi, costretti a passeggiare per ore per le vie di
Lucca.
Tutti tutti tutti
ignari o quanto meno apparentemente indifferenti all'architettura della città,
alle mura invase di capannine bianche dove il cosplayer può trovare quanto più gli è gradito;
ignari delle Ilarie del Carretto, del Volto Santo e delle chiese e del romanico
e di Elisa Bonaparte Baciocchi granduchessa di Toscana. Nonostante che fra i partner istituzionali dell'evento vi fossero:
Polo Museale della Toscana, Villa Giunigi, Consiglio Nazionale delle
Ricerche...
Il Museo della
Emigrazione Italiana (Fondazione Paolo Cresci), peraltro da vedere in una
visita a Lucca, era aperto, ma visitato da nessuno.
Tutte le chiese
che ho visto erano chiuse, anzi sigillate. Non oso pensare cosa sia potuto
accadere nell'anfiteatro romano, dove non sono riuscita ad arrivare per la
folla - il Fillungo impraticabile - dove immagino si siano svolte improbabili
battaglie fra soldati romani con indosso scarpe da ginnastica colorate e munite
di lucine intermittenti e celti rigoramente vestiti in abiti medioevali.
Ho visto -e
individuato perché conosco la città-, il fiorire di negozi improvvisati di
rivendita di panini o con per me oggetti sconosciuti da ingerire eccetera.
Come un signore
ben informato ha chiosato, per un affitto di un 'buco' nel centro storico e per
quattro giorni, ma immagino anche in periferia vista l'invasione, si spendono
dieci mila euro rigorosamente a nero.
Da una bancarella
di libri (ma quelle ci sono sempre) un titolare felice ha commentato che tutta
quella gente erano 'occupanti pacifici': manco a dirlo, i commercianti
gongolavano.
Insomma, grandi
affari con la stupidità del mondo. In un mondo del tutto disimpegnato,
indifferente, vanitoso, dove l'unico valore è il gioco del mostrarsi. Il più
stupidamente possibile.
Lucca Comics and Play non è nemmeno carnevale. Il carnevale qui è
superato, come lo è da tempo da un ben più commerciale e quindi significativo Halloween,
perché non c'è nemmeno l'ombra del ribaltamento del potere fra padrone e servo;
non c'è lo sberleffo, l'irriverenza. Né si scorge una minima ricerca di
comunicazione fra il mondo dei vivi con quello dei morti in un generale
rimescolamento cosmico come nell'antico celtico Samuin.
Nulla di sacro. Il rimescolamento è solo dei danari, e se c'è qualche morto
vero è solo il figurante vivo. L'adesione al modello è totale assoluta e
nessuno vuole ribaltare alcun mondo o alcun potere. Anzi; vuole entrarci e
farne parte assolutamente, ed è lì per essere 'eroe' proprio secondo il
modello. Il motto - nel capannone enorme di non so quale casa cinematografica
americana che sponsorizzava 'Batman' sempre in piazza Duomo - 'se non puoi
essere Batman, sii almeno te stesso' - era una furbata, una presa in giro,
perché lì nessuno voleva essere sé stesso, posto che ormai a qualcuno importi
esserlo o si sappia cosa significhi.
In questi quattro
giorni nessuno può vivere la città in modo diverso. Né i suoi abitanti né chi
vi capita per sbaglio per una visita o una passeggiata in bici sulle mura, dove
non si può andare.
In bici peraltro è
impossibile viaggiare. Né si può passeggiare.
L'occupazione è
come una scossa di terremoto - anche a questo ultimo che abbiamo avuto nel
centro Italia la città e i suoi invasori erano indifferenti - un
terremoto che molti vogliono e giudicano benefico perché porta tanti dindi e
consenso.
I lucchesi, i cittadini,
a parte i commercianti, non si vedevano. Forse erano emigrati di nuovo,
temporaneamente, altrove. L'unico di loro che ha parlato liberamente, un
addetto al controllo di entrata e uscita dalle mura del flusso ininterrotto
della folla (80 mila persone ieri e tutti i biglietti 'sold out') criticava
aspramente la manifestazione. Ma, allo stesso tempo, c'era come un senso di
accettazione di qualcosa a cui non ci si può opporre. Che bisogna subire. E
allora, meglio partecipare, in qualche modo, tentare di gestirla, l'invasione,
visto che non tutti i lucchesi possono scappare dalla città...
Ma davanti a
questi numeri, anche la critica appare ridicola, impossibile. Davanti ai soldi
che incassano Comune e alcuni privati, davanti alla 'risonanza' nazionale e internazionale
dell'evento, nessuno osa levar la voce e dire che non è assolutamente
accettabile che una città sia occupata, invasa, e resa impraticabile a chiunque
la voglia vivere 'normalmente', a partire dai suoi abitanti.
'Torni dopo
Halloween".
Ma ciò che è più
preoccupante è che ormai tutte le città sognano di accogliere eventi di questa
'levatura', con la folla e tanti incassi. Con tanto e siffatto
'turismo'!
Alla faccia
dell'arte - con cui ci laviamo, italiani, ipocritamente e in modo ignorante, la bocca - alla faccia della storia e della civiltà, ecco trovato
facilmente il nuovo dominio a cui tutti ci sottomettiamo con piacere nelle
nostre vuote giornate di 'festa', non sapendo cosa fare, buttando via,
letteralmente, i nostri faticosi, e ormai rabbiosi, risparmi.
Quanta gente in
fila ai 'bankomat'.
2 commenti:
Finalmente!
Almeno ho trovato UNA UNA PERSONA che parla fuori dal coro.
Tutti a esaltare Lucca Comics!
LUCCA COMICS PARECCHI LUCCHESI NON LO VOGLIONO!
BASTA PACCOTTIGLIA, BASTA CAOS, RIDATECI LA NOSTRA CITTA!
Ci sono anch'io: molte delle riflessioni scritte da Maila le abbiamo avute insieme durante la passeggiata a Lucca.
Gianfelice
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