Torno a parlare di me e, in particolare, della mia ultima opera, Stupida, che è ormai quasi pronta per il debutto del prossimo sabato 15 ottobre nel mio teatro, La Baracca.
"Stupida" sembra proprio nascere dalle rovine e dagli inganni moderni, è una creatura di questo tempo, che fa una battaglia tutta sua per non restarne soffocata.
Viola, è questo il nome della protagonista di Stupida, vive in una grande città, e il giorno prima di Ferragosto, poco prima di lasciare la sua casa per andare in vacanza, rimane chiusa nel bagno.
Non c'è nessuno nel palazzo dove vive, o nessuno la sente. E' questo l'inizio del dramma o piuttosto, della commedia. Invano tenta di destare l'attenzione di qualcuno che non c'è o non arriva.
In questa prigionia improvvisa, proprio nel momento in cui sta per partire, e nel tentativo di uscirne, ella si confronta con se stessa, anche attraverso un buffo, ma evidentemente abituale colloquio con la madre morta, che pure lei, per senso di colpa, tratta come se fosse viva e presente.
Viola capisce l'inganno a cui è stata costretta la sua esistenza, chiusa come in quel bagno, e intuisce che l'umiliazione vissuta, l'essere considerata una 'stupida', l'ha vista complice. Consenziente.
E il colpo di scena, l'elemento inaspettato, che volge definitivamente il dramma in commedia, le dà la possibilità di capire e non esserlo più. O almeno tentare di.
Da tempo non provavo tanto piacere nelle prove, nella creazione di un personaggio che mi fa piangere e ridere, di una storia così semplice e nuova, e mi sembra quasi un miracolo esser tornata ai tempi in cui le tante ore in teatro erano uno spasso.
Non so ancora da che dipenda. Forse è lei, la protagonista, che mi sostiene in scena per 80 minuti. Oppure è questa oscillazione continua fra il dramma e la commedia che la rende viva, frizzante.
Viola non sono io; non ho messo nulla di autobiografico in lei; ma la sua ribellione, così involontaria e forzata, mi ha presa e conquistata.
Non so poi come andrà il debutto, se la commedia piacerà al pubblico o meno. Può accadere di tutto. Però a me, sì, piace molto.
Voglio lasciar nota di questo momento fortunato.
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