PRATO Reperti etruschi addio, anche la politica si muove. Con due interrogazioni, la prima del gruppo consiliare 5 Stelle, la seconda del gruppo di Forza Italia in Regione e con una interpellanza del gruppo azzurro di Prato. Identiche le domande: sulla base di quali accordi il tesoro etrusco di Gonfienti ha traslocato a Campi, quali sono le prospettive per l’area archeologica, come l’amministrazione comunale intenda muoversi per riportare a Prato ciò che è suo. Nell’interpellanza, la consigliera di Forza Italia Rita Pieri chiede: «Come può una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di beni patrimoniali proprie, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale?». La consigliere interpella il sindaco Matteo Biffoni per conoscere anche «come intenda muoversi per riportare la città di Prato nel ruolo centrale le compete». Mariangela Verdolini, del gruppo 5 Stelle al sindaco pone una serie di domande, prima delle quali riguarda la necessità di fare chiarezza sul fronte dei rapporti e degli accordi grazie ai quali i reperti etruschi di Prato sono oggi conservati nel museo di Rocca Strozzi a Campi Bisenzio. Inoltre chiede a che punto sia l’acquisito dell’area di Gonfienti da parte della Regione. E’ stato il vicepresidente della terza commissione regionale Stefano Mugnai a depositare l’interrogazione nella quale si chiede conto di accordi tra Regione, Comune di Prato, di Campi e Soprintendenza fino a ora piuttosto confusi ed è Erica Mazzetti, coordinatrice provinciale Forza Italia, a sottolineare come «Prato abbia molti luoghi adatti ad ospitare i numerosi reperti ritrovati a Gonfienti, a cominciare da Palazzo Pretorio fino al Mulino interno a Interporto dove da vent’anni è presente personale della Soprintendenza». Infine dice la sua anche il Gruppo archeologico l’Offerente: chiede spiegazioni, boccia il progetto di Parco archeologico: «Che senso ha senza un museo che testimoni cosa, in quel territorio è stato trovato?» e conclude affermando: «Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, lo si baratta per chissà cosa». (Il Tirreno)
lunedì 31 ottobre 2016
La stampa torna sui reperti di Gonfienti
Anche oggi un articolo, questa volta de Il Tirreno, sulle interrogazioni comunali in merito ai reperti di Gonfienti.
PRATO Reperti etruschi addio, anche la politica si muove. Con due interrogazioni, la prima del gruppo consiliare 5 Stelle, la seconda del gruppo di Forza Italia in Regione e con una interpellanza del gruppo azzurro di Prato. Identiche le domande: sulla base di quali accordi il tesoro etrusco di Gonfienti ha traslocato a Campi, quali sono le prospettive per l’area archeologica, come l’amministrazione comunale intenda muoversi per riportare a Prato ciò che è suo. Nell’interpellanza, la consigliera di Forza Italia Rita Pieri chiede: «Come può una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di beni patrimoniali proprie, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale?». La consigliere interpella il sindaco Matteo Biffoni per conoscere anche «come intenda muoversi per riportare la città di Prato nel ruolo centrale le compete». Mariangela Verdolini, del gruppo 5 Stelle al sindaco pone una serie di domande, prima delle quali riguarda la necessità di fare chiarezza sul fronte dei rapporti e degli accordi grazie ai quali i reperti etruschi di Prato sono oggi conservati nel museo di Rocca Strozzi a Campi Bisenzio. Inoltre chiede a che punto sia l’acquisito dell’area di Gonfienti da parte della Regione. E’ stato il vicepresidente della terza commissione regionale Stefano Mugnai a depositare l’interrogazione nella quale si chiede conto di accordi tra Regione, Comune di Prato, di Campi e Soprintendenza fino a ora piuttosto confusi ed è Erica Mazzetti, coordinatrice provinciale Forza Italia, a sottolineare come «Prato abbia molti luoghi adatti ad ospitare i numerosi reperti ritrovati a Gonfienti, a cominciare da Palazzo Pretorio fino al Mulino interno a Interporto dove da vent’anni è presente personale della Soprintendenza». Infine dice la sua anche il Gruppo archeologico l’Offerente: chiede spiegazioni, boccia il progetto di Parco archeologico: «Che senso ha senza un museo che testimoni cosa, in quel territorio è stato trovato?» e conclude affermando: «Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, lo si baratta per chissà cosa». (Il Tirreno)
PRATO Reperti etruschi addio, anche la politica si muove. Con due interrogazioni, la prima del gruppo consiliare 5 Stelle, la seconda del gruppo di Forza Italia in Regione e con una interpellanza del gruppo azzurro di Prato. Identiche le domande: sulla base di quali accordi il tesoro etrusco di Gonfienti ha traslocato a Campi, quali sono le prospettive per l’area archeologica, come l’amministrazione comunale intenda muoversi per riportare a Prato ciò che è suo. Nell’interpellanza, la consigliera di Forza Italia Rita Pieri chiede: «Come può una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di beni patrimoniali proprie, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale?». La consigliere interpella il sindaco Matteo Biffoni per conoscere anche «come intenda muoversi per riportare la città di Prato nel ruolo centrale le compete». Mariangela Verdolini, del gruppo 5 Stelle al sindaco pone una serie di domande, prima delle quali riguarda la necessità di fare chiarezza sul fronte dei rapporti e degli accordi grazie ai quali i reperti etruschi di Prato sono oggi conservati nel museo di Rocca Strozzi a Campi Bisenzio. Inoltre chiede a che punto sia l’acquisito dell’area di Gonfienti da parte della Regione. E’ stato il vicepresidente della terza commissione regionale Stefano Mugnai a depositare l’interrogazione nella quale si chiede conto di accordi tra Regione, Comune di Prato, di Campi e Soprintendenza fino a ora piuttosto confusi ed è Erica Mazzetti, coordinatrice provinciale Forza Italia, a sottolineare come «Prato abbia molti luoghi adatti ad ospitare i numerosi reperti ritrovati a Gonfienti, a cominciare da Palazzo Pretorio fino al Mulino interno a Interporto dove da vent’anni è presente personale della Soprintendenza». Infine dice la sua anche il Gruppo archeologico l’Offerente: chiede spiegazioni, boccia il progetto di Parco archeologico: «Che senso ha senza un museo che testimoni cosa, in quel territorio è stato trovato?» e conclude affermando: «Invece di lottare per difendere il nostro patrimonio, lo si baratta per chissà cosa». (Il Tirreno)
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