venerdì 28 ottobre 2016

Interrogazione e interpellanza comunale sui reperti di Gonfienti

Dopo la nostra marcia per Gonfienti, ecco qualche piccolo risultato. Sono state presentate una interrogazione sull'area archeologica di Gonfienti e i suoi reperti rispettivamente dal M5S (Mariangela Verdolini) e una interpellanza da Forza Italia (Rita Pieri).

La prima, del M5S, si può trovare all'indirizzo:
http://www.movimento5stelleprato.com/in-comune/interrogazioni/447-interrogazione-reperti-gonfienti.html

Copio invece il testo della seconda, ché non riesco a trovarne l'indirizzo:

Prato,  25/10/2016- Prop. n. 371
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
Loro sedi
OGGETTO:   Interpellanza per l'area archeologica di Gonfienti e i suoi reperti.
  Con richiesta di iscrizione nell' O.d.G. del prossimo Consiglio Comunale.
La vicenda dei reperti archeologici di Gonfienti portati fuori dai confini comunali per divenire parti di collezioni di altri, documenti arbitrariamente decontestualizzati rispetto al luogo di provenienza, apre un quesito al quale tutti noi pratesi saremo chiamati a rispondere nel futuro.
Vista la rilevanza del caso si profila intorno a questa vicenda un caso di legittimità amministrativa e culturale, di spessore di livello nazionale.
Come può infatti una comunità, se non unanimemente consenziente, essere privata di propri beni patrimoniali, specie se trattasi di risorse collettive di grande importanza storica, artistica e documentale che segnano l’appartenenza stessa dell’insediamento d’origine?
Pezzi, quali la celebrata kylix di Douris (vaso, a figure rosse, che data 480/ 470 a.C., di grande valore artistico, ma anche “venale” di mercato; pezzo coevo al non meno famoso kouros bronzeo dell’Offerente di Pizzidimonte che si trova al British Museum), ritrovata nella grande domus etrusca di 1270 mq., intercettata da scavi archeologici iniziati col contributo finanziario  dell’Interporto all’interno del Lotto 14, dove avrebbe dovuto sorgere un capannone, ovvero prima ancora  che fosse posto alcun genere di vincolo sull’area,   rappresentano eccellenze più uniche che rare da considerare quali capisaldi per la storia di una comunità.
Intorno alla scoperta di questa domus etrusca, alla grande quantità di reperti architettonici e decorativi (antefisse, vasellame, ornamenti ecc.) , alla presenza di imponenti strade glareate del  VI sec. a.C. (a disegnare una sorta di primigenia centuriazione etrusca della Piana) e testimonianze di altri svariati edifici per un estensione di 27 ettari, tutti rilevati in territorio comunale di Prato, 13 dei quali già sottoposti a tutela fin dal 2006) rappresentano anche la base per la creazione di un Parco Archeologico di primaria rilevanza nel quadro regionale, come rappresentato fin dal 2008 nel Sistema dei Parchi della città di Prato.
All’epoca il Comune di Prato anche aveva pianificato l’utilizzo di porzioni della Villa Niccolini per fare in sito un grande Antiquarium). La città ha in realtà molti luoghi adattati ad ospitare questi beni, a cominciare dal Pretorio, per le emergenze artistiche di maggior risalto.
Mentre è assolutamente giusto che Campi esponga i reperti trovati sul suo territorio durante i lavori della Perfetti Ricasoli, è di tutta evidenza che sia altrettanto giusto che il patrimonio archeologico, rinvenuto a seguito dei lavori eseguiti per l'Interporto in territorio pratese, parte dell'identità storica del nostro territorio, resti a Prato e venga esposto nel nostro Museo Civico.
Adesso, di contro, con i reperti portati a Campi Bisenzio, quale sorte avrà l’area archeologica che la Regione Toscana si accinge ad acquistare per tre milioni di euro i terreni e le fabbriche storiche, come l’antico mulino, fin qui concesse in comodato gratuito alla Soprintendenza Archeologica della Toscana, con investimenti di oltre 3 milioni e mezzo di euro, per consegnare il tutto al demanio statale e al Ministero dei Beni Culturali e del Paesaggio?    Quest’ultimo ha già l’obbligo istituzionale della tutela e non si capisce la ragione di questa doppia titolarità.
Oltretutto il recente Piano di Utilizzo dell’Interporto, approvato nel corrente anno, realizzerà per comodo della Soprintendenza un ulteriore capannone all’interno dell’area di proprietà.
Non è tollerabile, anche per tali ragioni, che la città assista passivamente a questo processo di progressiva liquidazione patrimoniale.
Il rischio reale, infatti, è che insieme ai reperti si perda la residuale disponibilità gestionale di queste risorse e, con essa, l’occasione di costituire presto l’auspicato Parco Archeologico di Gonfienti, venendo ad assumere l’Amministrazione Comunale pratese un ruolo di assoluta marginalità. 
Tutto ciò premesso

interpello il Sig. Sindaco

- per conoscere in che modo si è mossa e intende muoversi in futuro l'Amministrazione Comunale per riportare la città di Prato nel ruolo di centralità che le compete;

- come intende intervenire per portare al museo civico le opere rinvenute sul territorio pratese.
 Rita Pieri

Capogruppo Forza Italia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il piccolo, insignificante, sparuto gruppetto di irriducibili che una domenica di ottobre decidono di fare una passeggiata fino a Gonfienti sta creando un putiferio, il cosiddetto Effetto Farfalla....."Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo".
Un abbraccio
Moreno

Anonimo ha detto...

Piccolo risultato non direi, per una piccola marcia!
Bravi.

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