-La macchinetta che distribuisce le lattine di bibite
si è inceppata. Aiuto, come farò a prendere la mia coca-cola quotidiana? Il
vetro si è anche appannato e non riesco a distinguere una lattina dall’altra,
sembrano tutte uguali, nonostante che dalla fabbrica siano arrivate con colori,
dimensioni, sapori, intenzioni e prezzi tutti diversi. Ho sete e ho già introdotto
i miei ultimi spiccioli ma la macchina sembra bloccata. Non esce niente, né la
lattina né i soldi. Le do uno spintone, la scuoto, cerco di parlarle e di convincerla,
un po’ con le buone un po’ con le maniere forti. Nessun risultato. C’è un numero
telefonico sulla targhetta in basso a destra, è il distributore responsabile di
questa macchinetta. Faccio il numero, mi aspetto che risponda nessuno o una
voce registrata che mi dice che a quest’ora, sono spiacenti, ma non possono
rispondere: riprovare più tardi. Invece, no. Una voce calda da basso scuro
risponde da chissà dove e sembra contento di parlarmi. Io sono arrabbiato, gli
chiedo con energia ragione di questa macchinetta che non funziona e che mi
mangia i soldi, è una vera ingiustizia, un sopruso. Ma lui è calmo e
accogliente, mi sorride, quando qualcuno ti sorride al telefono tu lo senti, un
uomo gentile e disponibile.
"Qualche tempo fa – mi racconta benevolo –
mi occupavo di altro, sa? E’ da poco che sono negli affari della distribuzione
automatica di lattine di bibita. E’ un mestiere difficile, perché devi sapere
dove poter piazzare le macchinette senza che qualche concorrente venga a
portarti via tutto e a sabotarti. I posti per le macchine di distribuzione sono
limitati: gli ospedali gli uffici le scuole le industrie le stazioni gli
aeroporti i bar , che rappresentano il novantotto per cento del mercato,
sono in mano alle grandi
organizzazioni che non lasciano spazio a piccoli distributori come me. Spesso
uno deve inventarsi dove mettere le macchinette, come piazzarle, e farlo in
modo talmente inaspettato che il cliente è così stupito dalla posizione, dal
luogo che hai trovato, che per forza ti infila i soldi nella macchina e ti
compra la sua bibita preferita. Così
i migliori piazzamenti li ho fatti dove meno te lo saresti aspettato: un
binario morto, una stalla ecologica, un vespasiano pubblico. Ma ora, con la
crisi, le grandi organizzazioni danno filo da torcere anche in questi luoghi di
nicchia: li scoprono e danneggiano la macchina o te la portano via. Ho deciso
per questo di cambiare mestiere, sa? Sono stanco di questa lotta quotidiana
dalla quale uscirò sempre sconfitto.".
"Capisco, - faccio io,
convinto dalla bonomia del tipo e dalla sua completa buona fede, perché lo
senti quando qualcuno ti dice la verità col cuore in mano – va bene, non si
preoccupi neanche dei miei pochi spiccioli, capisco che la sua situazione è
difficile e che ci sono forze oscure che sono invincibili e non è il caso di
mettercisi contro; storia chiusa. E cosa pensa di fare? Quali sono i suoi
programmi?".
"Mi occuperò ancora di distribuzione, le confesso
che è diventata la mia passione, ma cambio genere. Farò il distributore di
spettacoli teatrali, l’organizzatore. E’ un mondo serio: gli assessori alla
cultura e allo spettacolo spendono gran parte del loro tempo a riceverci, ad
ascoltare i nostri cartelloni senza sbadigliare e, se invitati alle prime, non
si addormentano mai russando in poltrona. Ci rispondono gentilmente con un sì o
con un no, unicamente basandosi sulla qualità dei nostri spettacoli. I
cartelloni teatrali non sono decisi a tavolino da fameliche bande di affaristi
che fanno circuitare sempre e solo le stesse compagnie - che hanno debitamente
passato sotto banco la loro congrua mazzetta restituendo ai partiti gran parte
dei finanziamenti ricevuti; ma il talento, la poesia e l’armonia creativa così
come la varietà di temi e di modi sono gli unici criteri, e a tutti coloro che
dimostrano queste qualità selettive è concesso il giusto e meritato spazio non
solo per sopravvivere ma anche per prolungare felicemente e ingrandire la
propria attività nel tempo, assicurando gioia e benessere agli artisti, che
sono ritenuti le voci interiori della comunità, da ascoltare e meditare nel
profondo, e agli spettatori che si fondono con loro in un rinnovato sodalizio.
La televisione e il mercato non sono la guida dominante, non dirigono il gusto
artistico mortificandolo nella omogeneizzazione e nella ripetitività. Il
successo al botteghino non è un criterio e persino il cinema non è più un’industria.
Credo insomma di aver fatto una buona scelta, caro signore. Da distributore di
bibite e merendine diventerò distributore di idee e di bellezza e, mi creda,
andrò a letto tranquillo la sera perché il mondo che gestisce il teatro, dico i
suoi consorzi, le sue fondazioni, i suoi enti pubblici, i suoi stabili, i suoi
crit crat cip ciop e tric e trac non sono affatto popolati da mascalzoni e
incompetenti, ma da gente buona di cuore e sana di mente. E’ un mondo nuovo,
sa? Sono davvero felice di entrare a farne parte e sono sicuro che vivrò un
grande, rassicurante, proficuo successo. Lei che dice? Ne sa qualcosa del mondo
dell’arte? E comunque, mi lasci il suo indirizzo, ché le spedisco indietro gli
spiccioli bloccati nella macchinetta. La ringrazio per la sua chiamata, caro
signore, e venga a vedere uno dei miei spettacoli quando sarà il tempo perché
ho intenzione di essere ben visibile e raggiungibile da tutti con le mie
proposte: sono sicuro che i giornali la radio la televisione stessa mi daranno
grande risalto e non faranno fatica a mettere, se non in prima pagina, almeno nella
pagina culturale, belli grandi, i miei titoli. A presto, caro signore, la
aspetto! E’ un mondo nuovo, davvero, mi creda, un mondo
nuovo!". - (Gianfelice D'Accolti).
1 commento:
Gian come al solito sai essere pungente e preciso nel dipingere una realtà davvero complessa e grottescamente tragica. Non voglio essere nichilista ma credo sia ancora lunga la strada e tortuosa prima di arrivare a un giusto e severo riconoscimento di una realtà basata sulla meritocrazia.Ma siamo combattenti, attenti e, nonostante tutto e tutti, ancora fiduciosi. Auguro a te, fratello di idee e passioni,di continuare a essere sempre quella persona stupenda che sei. Alla faccia di cip e ciop.
Tuo sempre affezionato
Michele Lattanzio
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