Guardando la trasmissione di TVPrato "Parliamoci chiaro", di venerdì 21 ottobre dedicata alla cultura, si è avuto il sospetto che a Prato la cultura sia come una coperta troppo corta.
In particolar modo ora, con il nuovo Pecci, che ha preso tanti soldi anche al Comune stesso.
Sembra non ci sia altro per altri enti o luoghi: a parte il Metastasio, il collassato Politeama, di cui hanno molto parlato, oppure per luoghi così importanti come le Cascine di Tavola. E lasciamo anche da parte gli ormai abbandonati scavi di Gonfienti.
La domanda è: era proprio necessario costruire un nuovo museo, allargarlo eccetera per sacrificare tutto il resto? Non sarebbe invece stato più opportuno pensare a una rinascita culturale dell'intera città, incluso se possibile le periferie?
Chi decide tutto questo?
Non si ha una visione della città per il futuro e solo si esegue quello che dice la Regione. Certo, senza soldi non si fa niente, però anche i rappresentanti locali dovrebbero in qualche modo poter disegnare una città, delinearla, e chiamare a raccolta i suoi 'attori' principali e meno.
Per esempio, quello che manca è la comunicazione spicciola, per una città così estesa: non c'è una strada, non è pensata, una strada ciclopedonabile che va dal centro alle Cascine di Tavola ( che ormai stanno crollando). Non potrebbe questo essere un percorso turistico?
Invece una strada pur piccola già ci sarebbe per gli scavi, basterebbe solo riasfaltarla, mettere qualche cartello. Piccole cose sarebbero già un gesto di cambiamento, pur insignificante. In tutti questi anni, nessuno ha avuto il coraggio di mettere mai un cartello, niente. D'altronde cosa avrebbero potuto indicare, una strada distrutta e un cancello che sembra quello dell'ingresso di una fabbrica?
Il turista che arriva a Prato non ha una visione complessiva della città, a parte le poche strade del centro. Manca agli stessi amministratori, è evidente.
Ora i pratesi, annebbiati dalle luci dorate del nuovo Pecci, sembrano non vedere altro. La grancassa mediatica suona forte e rimbomba.
Intanto la città perde anche la sua identità, e le viene affibbiata una d'ufficio, definitivamente dopo quella della 'città fabbrica': quella 'contemporanea'. Tutto il resto, bandito.
Ha sorpreso Massimo Luconi il quale, nella trasmissione ha avuto il coraggio di dire una parola sui reperti di Gonfienti, che secondo lui dovrebbero tornare a Prato.
1 commento:
Sono tutti ordini che piovono dalla Regione e che i valvassini locali eseguono. E a capo basso.
Posta un commento