All'articolo del Prof. Centauro, che vuole rispondere alla domanda perché Gonfienti sia nata proprio dove è riemersa, segue quello del Prof. Preti, che illustra il senso delle misure nel tempio etrusco. Tutto molto interessante e pubblicato su Cultura Commestibile n. 254.
Qui trovate anche una preziosa cartina che illustra la posizione di Gonfienti fra i fiumi Bisenzio e Marinella.
GONFIENTI. UNA METROPOLI ETRUSCA INTER AMNES
di Giuseppe Alberto Centauro
Perché la Gonfienti etrusca è stata fondata proprio lì dov’è riemersa
dal pantano? Una domanda questa che si è fatta ricorrente col progredire delle
ricerche in particolare, dopo il 2004, con la scoperta sui Monti della Calvana
di vari siti d’altura e di diffuse aree di sepoltura. A quel tempo anche il quadro conoscitivo
degli scavi condotti all’Interporto si andava dilatando con nuove evidenze
archeologiche messe in luce con il grande palazzo del Lotto 14. La restituzione
di testimonianze e reperti di straordinaria rilevanza tratte da stratigrafie a
bassa profondità 60/70 cm., determinava la necessità di nuovi approfondimenti e
la prosecuzione delle indagini geofisiche fra Prato e Campi Bisenzio per
stabilire l’estensione del sito (cfr. Notiziario SBAT, 1/2005, pp. 78-83). Al
centro dell’attenzione era proprio “la domus di Gonfienti” che
evidentemente non poteva essere disgiunta dall’abitato scavato e interrato nel
2001 e dalle “glareationes” che a NO e SE tracciavo un ampio reticolo insediativo
ben infrastrutturato con strade, acquidocci e pozzi (fig. 1)
Il sito etrusco di Gonfienti si
trova, come evidenziato dalle indagini sedimentologiche, sopra un rialzo
morfologico posto a pedecolle, oggi non più percepibile dal piano di campagna a
causa dalle deiezioni alluvionali che nel corso dei secoli hanno interessato tutta
la Val di Marina e l’asta inferiore del Bisenzio, ben oltre lo sbocco nella
piana. Questo oblungo plateau, posto ai piedi della Calvana (a sud di Pizzidimonte),
ha costituito fin dal XVI/XIV sac un sito ideale di stazionamento e di
convergenza delle transumanze, legando inscindibilmente le propaggini
meridionali del poggio al fertile pianoro, luogo di maggiore confluenza delle
acque. L’antica vocazione insediativa è dimostrata dalle cospicue vestigia della
media età del bronzo, con l’abitato e il sepolcreto, sorti dove adesso è solo il cemento dello scalo
merci, in relazione coi resti di altro villaggio posto poco più a sud, a
ridosso dell’arteria Mezzana Perfetti-Ricasoli. In mancanza di continuità di
scavo, perdute le permanenze archeologiche, ma stante la documentazione fotografica
(Carta Archeologica della Provincia di Prato, SBAT ©, 2011, pp. 335-348) risulta
dirimente per dare risposta alla domanda inizialmente posta, l’analisi topografica
e geo-antropica dell’antico assetto territoriale. Risalendo dalla lettura degli
idronimi e oronimi attuali fino ai lemmi originari e valutando i caratteri
geomorfologici, siamo in grado di stabilire un’unità geografica in grado di
inquadrare le possibili giaciture degli antichi insediamenti. L’eloquente
significato del toponimo Gonfienti (da: lat. confluentes) è ribadito dalla contemporanea
presenza nel vecchio catasto di “luogo detto” Roselle (da: lat. Rusellae), come
pure dell’odierno “il Rosi”. Toponimi che gli autori concordano di interpretare nel significato di
“paese delle correnti”, “luogo di
scorrere delle acque”. Se osserviamo la carta idrografica attuale,
sovrapponendo ad essa lo studio del paleo alveo del Bisenzio e l’antico corso
della Marinella che in origine si univa alla Marina all’altezza di Gonfienti
(fig. 2), potremmo facilmente comprendere come il sito etrusco sia stato
fondato tra i due fiumi “inter amnes” (lett. “fra le acque”), luogo sacro per
definizione che ritroviamo nella dizione gallo romana riservata alle città
maggiori, costituendo un’appendice
di un ben più vasto ambito territoriale fortemente antropizzato fino all’epoca
tardoarcaica, successivamente colonizzato in epoca Romana. Testimone è la
grande rete idrografica del bacino, oltre lo stesso Bisenzio (da Visentius fl.)
e l’Ombrone (da Umber fl.), con le presenze di idronimi quali Marina e
Marinella (da Mars, Martis fl.), Camerella, anche oronimo (da acc. Kamaru/ gr.
Camars), e Chiosina (fiume della regione Chiusina) che confermano l’ascendenza
etrusca dell’area dal Monte Morello alla Calvana. Inoltre i toponimi Calenzano
(da acc. Kalum, lat. Clusium), nel
significato di “terrapieno, riparo, argine”, come del resto indica lo sbarramento
della Marina alla Chiusa, avvalorano l’esistenza a nord di Gonfienti, intorno
alla conca di Travalle (da lat. Intra vallum) di un articolato sistema
antropico teo-pianificato che si
erge su poderose muraglie e valli fortificati, ben servito da acque canalizzate
e darsene. Questo assetto territoriale disegna un ambito di grande rilevanza
ambientale e paesaggistica, tale da prefigurare la formazione in epoca etrusca di
una vasta metropoli, centuriata, munita
di strade extraurbane e scali fluviali in connessione con l’Arno.
La metropoli bisentina entro i paleo alvei fluviali di Bisenzio e Marina: l’area puntinata indica le deiezioni alluvionali (elab. di D. Fastelli, 2018) -E' la fig. 2 citata nel testo- |
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