lunedì 19 marzo 2018

Ottavo e nono racconto su Gonfienti: "Una metropoli etrusca inter amnes" e "Il progetto etrusco"

All'articolo del Prof. Centauro, che vuole rispondere alla domanda perché Gonfienti sia nata proprio dove è riemersa, segue quello del Prof. Preti, che illustra il senso delle misure nel tempio etrusco. Tutto molto interessante e pubblicato su Cultura Commestibile n. 254.
Qui trovate anche una preziosa cartina che illustra la posizione di Gonfienti fra i fiumi Bisenzio e Marinella.

GONFIENTI. UNA METROPOLI ETRUSCA INTER AMNES
di Giuseppe Alberto Centauro

Perché la Gonfienti etrusca è stata fondata proprio lì dov’è riemersa dal pantano? Una domanda questa che si è fatta ricorrente col progredire delle ricerche in particolare, dopo il 2004, con la scoperta sui Monti della Calvana di vari siti d’altura e di diffuse aree di sepoltura.  A quel tempo anche il quadro conoscitivo degli scavi condotti all’Interporto si andava dilatando con nuove evidenze archeologiche messe in luce con il grande palazzo del Lotto 14. La restituzione di testimonianze e reperti di straordinaria rilevanza tratte da stratigrafie a bassa profondità 60/70 cm., determinava la necessità di nuovi approfondimenti e la prosecuzione delle indagini geofisiche fra Prato e Campi Bisenzio per stabilire l’estensione del sito (cfr. Notiziario SBAT, 1/2005, pp. 78-83).  Al  centro dell’attenzione era proprio “la domus di Gonfienti” che evidentemente non poteva essere disgiunta dall’abitato scavato e interrato nel 2001 e dalle “glareationes” che a NO e SE tracciavo un ampio reticolo insediativo ben infrastrutturato con strade, acquidocci e pozzi (fig. 1)

Il sito etrusco di Gonfienti si trova, come evidenziato dalle indagini sedimentologiche, sopra un rialzo morfologico posto a pedecolle, oggi non più percepibile dal piano di campagna a causa dalle deiezioni alluvionali che nel corso dei secoli hanno interessato tutta la Val di Marina e l’asta inferiore del Bisenzio, ben oltre lo sbocco nella piana. Questo oblungo plateau, posto ai piedi della Calvana (a sud di Pizzidimonte), ha costituito fin dal XVI/XIV sac un sito ideale di stazionamento e di convergenza delle transumanze, legando inscindibilmente le propaggini meridionali del poggio al fertile pianoro, luogo di maggiore confluenza delle acque. L’antica vocazione insediativa è dimostrata dalle cospicue vestigia della media età del bronzo, con l’abitato e il sepolcreto, sorti  dove adesso è solo il cemento dello scalo merci, in relazione coi resti di altro villaggio posto poco più a sud, a ridosso dell’arteria Mezzana Perfetti-Ricasoli. In mancanza di continuità di scavo, perdute le permanenze archeologiche, ma stante la documentazione fotografica (Carta Archeologica della Provincia di Prato, SBAT ©, 2011, pp. 335-348) risulta dirimente per dare risposta alla domanda inizialmente posta, l’analisi topografica e geo-antropica dell’antico assetto territoriale. Risalendo dalla lettura degli idronimi e oronimi attuali fino ai lemmi originari e valutando i caratteri geomorfologici, siamo in grado di stabilire un’unità geografica in grado di inquadrare le possibili giaciture degli antichi insediamenti. L’eloquente significato del toponimo Gonfienti (da: lat. confluentes) è ribadito dalla contemporanea presenza nel vecchio catasto di “luogo detto” Roselle (da: lat. Rusellae), come pure dell’odierno “il Rosi”. Toponimi  che gli autori concordano di interpretare nel significato di “paese delle correnti”,  “luogo di scorrere delle acque”. Se osserviamo la carta idrografica attuale, sovrapponendo ad essa lo studio del paleo alveo del Bisenzio e l’antico corso della Marinella che in origine si univa alla Marina all’altezza di Gonfienti (fig. 2), potremmo facilmente comprendere come il sito etrusco sia stato fondato tra i due fiumi “inter amnes” (lett. “fra le acque”), luogo sacro per definizione che ritroviamo nella dizione gallo romana riservata alle città maggiori,  costituendo un’appendice di un ben più vasto ambito territoriale fortemente antropizzato fino all’epoca tardoarcaica, successivamente colonizzato in epoca Romana. Testimone è la grande rete idrografica del bacino, oltre lo stesso Bisenzio (da Visentius fl.) e l’Ombrone (da Umber fl.), con le presenze di idronimi quali Marina e Marinella (da Mars, Martis fl.), Camerella, anche oronimo (da acc. Kamaru/ gr. Camars), e Chiosina (fiume della regione Chiusina) che confermano l’ascendenza etrusca dell’area dal Monte Morello alla Calvana. Inoltre i toponimi Calenzano (da acc.  Kalum, lat. Clusium), nel significato di “terrapieno, riparo, argine”, come del resto indica lo sbarramento della Marina alla Chiusa, avvalorano l’esistenza a nord di Gonfienti, intorno alla conca di Travalle (da lat. Intra vallum) di un articolato sistema antropico teo-pianificato  che si erge su poderose muraglie e valli fortificati, ben servito da acque canalizzate e darsene. Questo assetto territoriale disegna un ambito di grande rilevanza ambientale e paesaggistica, tale da prefigurare la formazione in epoca etrusca di una vasta metropoli, centuriata,  munita di strade extraurbane e scali fluviali in connessione con l’Arno. 
La metropoli bisentina entro i paleo alvei fluviali di Bisenzio e Marina: l’area puntinata indica le deiezioni alluvionali (elab. di D. Fastelli, 2018) -E' la fig. 2 citata nel testo-



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