Ricevo e pubblico questa orazione funebre in ricordo del giovane calciatore Davide Astori, capitano della Fiorentina.
Il cuore dell’eroe si ferma solo quando tutto è stato
dato, e il destino è ormai compiuto.
Come Maratona fu luogo di sacrificio per Fidippide,
Eucle come ci dice Plutarco,
la maratona di Davide Astori, o meglio di Asto come ci
dicono i ragazzi della Fiesole, è stata il comunale, lo stadio di Berta,
quell’Artemio Franchi laddove sotto la torre “garrisce al vento il
labaro viola”.
Una maratona, caro Asto, da te percorsa e ripercorsa a
testa alta mille volte,
partecipe in tutte le azioni per tenere la porta
inviolata e subito rilanciare e far ripartire la squadra, senza mai desistere.
La vittoria e il segreto per vincere, sempre e
comunque tutte le partite, ce l’hai sempre comunicato in modo granitico
anche quando il risultato sul campo era avverso, come
talvolta avverse erano le circostanze dentro e fuori lo stadio.
Caro Asto, hai dimostrato con il tuo esempio,
ben oltre la retorica dello sport, che tutto è relativo
come quando hai insegnato ai tuoi giovani compagni che
la vittoria alberga sempre nel coraggio,
e forte deve essere la baldanza dell’atleta che si è
ben allenato.
I tifosi, i fiorentini tutti e non solo, sportivi e
non, hanno ora capito il tuo limpido messaggio
che forse, sopito nel loro cuore, già conoscevano
senza saperlo.
Il tuo “abbiamo vinto”, pur non pronunciato, lo stiamo
ascoltando adesso e vale, di certo, più di 10 scudetti.
Ed ora che abbiamo imparato non vogliamo più lasciare
cadere quel messaggio che solo gli uomini, giusti e onesti, come tu sei stato,
sanno comunicare nel silenzio.
Questo è il valore universale dello sport!
Allo
stadio di Firenze, 11 marzo 2018
Beppe
Centauro
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