venerdì 24 maggio 2019

Il sindachino

In questo stato di sfibrante quasi permanente campagna elettorale che si protrae ormai da un anno, dove i risultati delle elezioni di domani, amministrative ed europee, sono prevedibili ma non incoraggianti, ché probabilmente porteranno a una situazione di maggiore confusione e instabilità per tutti invece che risolvere un po' le nostre quotidiane difficoltà, voglio aggiungere una nota di colore, e parlare del sindachino.

Chi è? Idealmente è l'erede del gerarchetto di fascista memoria, così come me li descriveva mio padre,  ma certamente punto pericoloso per l'incolumità altrui né minaccioso, perché è un fedele democratico e soprattutto antifascista.  Anzi, egli si mostra mite e gentile, almeno apparentemente, ed è sempre pronto a intervenire per la comunità. Insomma, si dà da fare. Eh, be'!

Egli è il controllore di zona, il responsabile di partito, garantisce l'affluenza dei voti. Lui sa a chi dài il voto, lo sa. Può essere un consigliere, ma anche no.
I sindachini sono diffusi in molte città, con caratteristiche differenti, ma importante è che la città sia con un territorio comunale vasto.

Infatti i sindachini operano soprattutto nelle zone di periferia, nel centro la situazione è più difficile da controllare, più caotica, e la loro figura non spicca; invece nelle periferie, in quelle situazioni in cui la città si sfilaccia e diventa quasi paese, si fraziona e diventa borgo, ecco che lì si nota il sindachino.

Spesso è presidente di un circolo, di una associazione, di qualcosa che aggrega. Ah, il valore dell'associazionismo e del volontariato, per il sindachino è al primo punto.

In questi giorni di affanno elettorale, lui (di solito è un lui) garantisce un minimo di voti, che sono utili per lui e per il partito che difende a spada tratta come fosse Giovanna D'Arco contro gli inglesi.

Magari vi può far sorridere, ma vi posso assicurare che il sindachino porta tanti voti al partito, è fedele e incrollabile.

Naturalmente chi non la pensa come lui è un nemico ed è tenuto a distanza; anzi, l'eretico viene annientato quotidianamente da un costante atteggiamento di indifferenza che  tutta la sua cerchia e la comunità deve condividere e mettere in pratica, pena l'esclusione. 

Guai a essere colpiti dagli strali del sindachino, è finita, si diventa impestati!

Noi avevamo un sindachino molto attivo, ma è morto non molti giorni fa. Era vecchio, è stato uno dei primi. Mi marcava stretto. Quando scrivevo qualcosa che non andava, mi fermava, mi avvisava. Eh, mi diceva, così non si fa. Lo so, mi voleva bene. Ha fatto di tutto perché non prendessi la strada sbagliata.
Ma già da tempo, a bordo borgo, si stava scaldando un altro sindachino che lo ha sostituito, che ora gioca attivissimo e attentissimo, attacco e difesa. E' giovane, e se il partito regge, la carica gli durerà tutta la vita.

Mai sottovalutare il sindachino!

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