venerdì 17 maggio 2019

Per Gonfienti e il Patrimonio Archeologico di Prato


Dopo il dibattito del 4 maggio scorso, le associazioni “Teatro La Baracca” e “Ilva-Isola d’Elba” intervengono congiuntamente con il presente comunicato sull’annoso e fin qui irrisolto caso della città degli Etruschi di Gonfienti, sito già dichiarato eccellenza archeologica di primissimo piano della Regione Toscana, che tuttavia ormai da anni vive, in una condizione di totale emarginazione, una perdurante situazione di stallo.

PER GONFIENTI E IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DI PRATO

La crescita culturale di ogni comunità trova la principale ragion d’essere nella capacità di conservare e valorizzare il proprio patrimonio materiale, fisicamente presente nei territori d’appartenenza, declinato nelle quattro “A” dei beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Archeologici, che di questo costituiscono l’imprescindibile ossatura, l’eredità stessa del passato alla quale guardare oggi per costruire il futuro.
In particolare i beni Archeologici svolgono una funzione catalizzatrice per muovere la curiosità delle nuove generazioni, accompagnata dalla ricerca sulle origini e sulle prime testimonianze tangibili dell’insediamento umano nei territori, nelle forme e nelle scelte che hanno plasmato il paesaggio antropico nel quale abitiamo.
Ogni nuova acquisizione archeologica dilata l’orizzonte dei nostri saperi e consolida nei popoli una propria coscienza territoriale, gettando un ponte tra le diverse culture per la salvaguardia del bene comune.
La perdita di questi valori genera di contro un immediato impoverimento della società; il non saper curare o custodire queste ricchezze, il non divulgare e rendere adeguatamente fruibili tali beni equivale a rinunciare alla conoscenza e con essa allo sviluppo consapevole della collettività. Per tale ragione, ignorare l’esistenza di ciò che è riemerso dal passato, semmai lanciando un messaggio di disinteresse e di negatività rispetto ai valori della storia, o facendo cadere nel nulla ogni significativa realtà archeologica, pur fortuitamente scoperta, significa assumersi grandi responsabilità nei confronti dei cittadini di oggi e di domani. 
Per questi motivi, l’azione delle associazioni “Teatro La Baracca” e “Ilva- Isola d’Elba”, seppur oggi di denuncia e di stigmatizzazione per quanto di nefasto sta caratterizzando l’attuale contingenza, pensando alla mancata realizzazione del parco archeologico, del percorso espositivo, auspicando altresì una pronta ripresa degli scavi della città degli etruschi di Gonfienti, intende promuovere in una visione olistica lo studio e la scienza del territorio, segnatamente dei beni archeologici e dei paesaggi culturali.
In particolare questa azione si rivolge a chiunque abbia a cuore questi valori, a tutti i soggetti pubblici e privati che condividono la potenzialità di un messaggio aperto a tutto il mondo della cultura e delle istituzioni senza steccati ideologici e divisioni di sorta. La vicenda dell’area archeologica di Gonfienti è emblematica di quanto potrebbe farsi e ancora non è stato fatto, laddove la giusta attenzione che si sollecita diventa ancor più necessaria per l'assoluta indifferenza che la politica locale mostra, in questi giorni di campagna elettorale, nei confronti di questi beni patrimoniali. Non se ne fa menzione - o di sfuggita! - nei programmi dei partiti o movimenti, nessuno escluso. La pochezza del livello culturale è disarmante e pericolosa.
Lo scopo precipuo è dunque quello di contribuire in questo momento storico, caratterizzato dalle grandi problematiche dell’integrazione sociale, a restituire dignità di cittadinanza e piena visibilità, così come dovute, a questi specialissimi beni patrimoniali, facendoli diventare ambasciatori nel mondo del grande spessore culturale, paesaggistico e storico artistico che ci proviene dal passato, in ultima analisi per riscoprire la bellezza dei luoghi affinché questa non vada per sempre perduta o resti estranea al territorio in veloce trasformazione.



P.S. Aggiungo questo spezzone video tratto da La Ricotta di Pasolini, in cui uno dei motivi fondamentali e ricorrenti è proprio il passato inteso come patrimonio culturale, ormai brutalizzato dalla modernità.
Qui il regista poeta fa leggere la sua poesia, "Io sono una forza del passato..." a Orson Welles.
Calza a pennello con il nostro comunicato, e lo rafforza.


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