Dopo il dibattito del 4 maggio scorso, le associazioni “Teatro La Baracca” e “Ilva-Isola d’Elba” intervengono congiuntamente con il presente comunicato sull’annoso e fin qui irrisolto caso della città degli Etruschi di Gonfienti, sito già dichiarato eccellenza archeologica di primissimo piano della Regione Toscana, che tuttavia ormai da anni vive, in una condizione di totale emarginazione, una perdurante situazione di stallo.
PER GONFIENTI E IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
DI PRATO
La
crescita culturale di ogni comunità trova la principale ragion d’essere nella
capacità di conservare e valorizzare il proprio patrimonio materiale,
fisicamente presente nei territori d’appartenenza, declinato nelle quattro “A”
dei beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Archeologici, che di questo
costituiscono l’imprescindibile ossatura, l’eredità stessa del passato alla
quale guardare oggi per costruire il futuro.
In
particolare i beni Archeologici svolgono una funzione catalizzatrice per
muovere la curiosità delle nuove generazioni, accompagnata dalla ricerca sulle
origini e sulle prime testimonianze tangibili dell’insediamento umano nei
territori, nelle forme e nelle scelte che hanno plasmato il paesaggio antropico
nel quale abitiamo.
Ogni
nuova acquisizione archeologica dilata l’orizzonte dei nostri saperi e
consolida nei popoli una propria coscienza territoriale, gettando un ponte tra
le diverse culture per la salvaguardia del bene comune.
La
perdita di questi valori genera di contro un immediato impoverimento della
società; il non saper curare o custodire queste ricchezze, il non divulgare e
rendere adeguatamente fruibili tali beni equivale a rinunciare alla conoscenza
e con essa allo sviluppo consapevole della collettività. Per tale ragione,
ignorare l’esistenza di ciò che è riemerso dal passato, semmai lanciando un
messaggio di disinteresse e di negatività rispetto ai valori della storia, o
facendo cadere nel nulla ogni significativa realtà archeologica, pur
fortuitamente scoperta, significa assumersi grandi responsabilità nei confronti
dei cittadini di oggi e di domani.
Per
questi motivi, l’azione delle associazioni “Teatro La Baracca” e “Ilva- Isola
d’Elba”, seppur oggi di denuncia e di stigmatizzazione per quanto di nefasto
sta caratterizzando l’attuale contingenza, pensando alla mancata realizzazione
del parco archeologico, del percorso espositivo, auspicando altresì una pronta
ripresa degli scavi della città degli etruschi di Gonfienti, intende promuovere
in una visione olistica lo studio e la scienza del territorio, segnatamente dei
beni archeologici e dei paesaggi culturali.
In
particolare questa azione si rivolge a chiunque abbia a cuore questi valori, a
tutti i soggetti pubblici e privati che condividono la potenzialità di un
messaggio aperto a tutto il mondo della cultura e delle istituzioni senza
steccati ideologici e divisioni di sorta. La vicenda dell’area archeologica di
Gonfienti è emblematica di quanto potrebbe farsi e ancora non è stato fatto,
laddove la giusta attenzione che si sollecita diventa ancor più necessaria per
l'assoluta indifferenza che la politica locale mostra, in questi giorni di
campagna elettorale, nei confronti di questi beni patrimoniali. Non se ne fa
menzione - o di sfuggita! - nei programmi dei partiti o movimenti, nessuno escluso. La pochezza
del livello culturale è disarmante e pericolosa.
Lo
scopo precipuo è dunque quello di contribuire in questo momento storico,
caratterizzato dalle grandi problematiche dell’integrazione sociale, a
restituire dignità di cittadinanza e piena visibilità, così come dovute, a
questi specialissimi beni patrimoniali, facendoli diventare ambasciatori nel
mondo del grande spessore culturale, paesaggistico e storico artistico che ci
proviene dal passato, in ultima analisi per riscoprire la bellezza dei luoghi
affinché questa non vada per sempre perduta o resti
estranea al territorio in veloce trasformazione.
P.S. Aggiungo questo spezzone video tratto da La Ricotta di Pasolini, in cui uno dei motivi fondamentali e ricorrenti è proprio il passato inteso come patrimonio culturale, ormai brutalizzato dalla modernità.
Qui il regista poeta fa leggere la sua poesia, "Io sono una forza del passato..." a Orson Welles.
Calza a pennello con il nostro comunicato, e lo rafforza.
Nessun commento:
Posta un commento