Dico la verità: queste contese elettorali sono sempre meno interessanti, più confuse, più inutilmente affollate.
Sono andata a votare, ma forse, come mi ero ripromessa, avrei fatto meglio ad astenermi.
Ora chiamano al ballottaggio. Seguono gli apparentamenti, già scontati, previsti, studiati.
Cosa mi posso aspettare dai due contendenti? Vince l'uno o l'altro, fuffa.
Sono anche persone che si presentano in maniera inopportuna. Qui o a Manchester, le stesse guaste epifanie.
Non mi posso aspettare nessuna prospettiva verso una diversa qualità della vita. Della politica. Dell'economia. Della giustizia.
Cosa prevedono i loro programmi? Quello che prevedono gli altri, e cioè quelle stesse "cose" che li hanno generati. Zero redistribuzione della ricchezza. Stessi schemi in cui vincono i potentati, banche, ruffiani. Sfruttamento del territorio. Cementificazione e speculazione. Inquinamento. Occupazione delle poltrone. Creazioni di enti o entità clientelari o di controllo. Creazione di ghetti, separazioni e ostacoli: fra e nelle persone, negli spazi e nei tempi. Mistificazione e saccheggio della tecnologia e del futuro. Distruzione del passato e della memoria, se non quella di comodo o travisata, tradita. Mistificazioni in genere e di genere, demagogia. Distruzione della cultura come azione creatrice umana. Lo stesso sistema elettorale è poco allettante, poco chiaro e gestito misteriosamente.
Il manifesto per la soppressione dei partiti politici di Simone Weil è più che mai attuale e urgente.
Il che non significa, come qualche incauto può giudicare, disinteresse per la politica, ma tutto il contrario. Significa pensare e riferirsi a un programma ben preciso e concreto.
Da ora in poi voterò solo per Simone Weil.
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