Che tristezza a Prato. Ancora col pensiero alla crescita stile Mirabilandia!
Ancora con questa ex-area Banci, con questi soldi del Piuss che si teme di perdere, con questo funereo concetto di sviluppo sviluppo sviluppo!
Non gli basta, ai potentati, cementificare selvaggiamente il territorio come stanno facendo e hanno fatto, non basta inquinarlo, non basta fregarsene delle ricchezze archeologiche, non basta gestire dispoticamente e partiticamente gli assetti burocratici, culturali, economici, ci provano ancora ancora sempre, (e anche gruppetti come la Confartigianato), a modificare e guidare a loro pro quel poco che è rimasto di futuro!
Anche noi abbiamo bisogno di conoscere quale 'sviluppo' avrà la città, ma non vogliamo sentir parlare di scempi.
Bastano e avanzano l'Interporto a Gonfienti e il Multiplex di Capezzana.
E il silenzioso procedere del cemento in molte zone periferiche di Prato (vedi, per esempio, Vergaio...).
Il Sindaco Cenni questa volta non deve sbagliare.
Da "IlTirreno"
Ex Banci, sfumano i 24 milioni
Il sindaco Cenni: «Con la Regione stiamo lavorando su altri progetti»
Le categorie economiche hanno chiesto un incontro al primo cittadino «L’immobilismo ci spaventa»
GIOVANNI CIATTINI
PRATO. Ancora una settimana e i 24 milioni di euro dei fondi Piuss (piani integrati di sviluppo urbano sostenibile) destinati al polo espositivo nell’area ex Banci, al palazzo Pretorio, al Pecci e alla copertura della Declassata (dopo l’interramento) prenderanno il volo. Il 28 maggio è il termine ultimo ammesso dalla Regione Toscana per la presentazione del progetto esecutivo. Ma Prato non lo ha presentato: al suo posto ha proposto una variante, un mini parco expo di fronte al Pecci. Un tentativo compiuto nei mesi scorsi, in extremis, per cercare comunque di non perdere quei finanziamenti. Oltre ai 24 milioni la Regione aveva infatti messo a disposizione, attraverso il piano triennale di investimenti, altri 10 milioni. I funzionari regionali hanno però disposto picche: la variante, un edificio di 4.000 mq, non è stata ritenuta ammissibile in quanto fuori dai criteri del bando Piuss. E allora? Il sindaco Cenni è comunque fiducioso. Confida nella comune volontà, tra Comune e Regione, di lavorare nella stessa direzione per aiutare la città a superare le attuali difficoltà. «C’è sintonia col presidente Rossi - spiega il sindaco - sull’esigenza condivisa di dare risposte alle molte emergenze che affliggono Prato: dalla crisi degli alloggi, ai posti che mancano negli asili nido, ai percorsi per l’integrazione, alle politiche di rilancio turistico-culturale (Cascine di Tavola e Parco archeologico). E credo che anche per quanto riguarda il rilancio economico riusciremo a produrre buoni risultati con progetti concreti. In questi casi non c’è da guardare a centrodestra o centrosinistra: si lavora per il bene della collettività. Del resto, comunque, quel progetto per l’ex Banci era irrealizzabile. Se i soldi del Piuss svaniscono non è detto che possano arrivarne altri». Intanto però il sindaco dovrà trovare parole chiare da usare nell’incontro che le categorie della piccola impresa (Unione commercianti, Confesercenti, Cna e Confartigianato) hanno richiesto congiuntamente in una lettera inviata ieri. Chiedono di essere aggiornate, rispetto all’incontro del 17 marzo, su quanto di nuovo c’è intorno al nodo ex Banci. «Abbiamo bisogno di conoscere quale sviluppo avrà la città - interviene Alessandro Giacomelli, presidente di Confesercenti - bisogna inventarsi qualcosa per non restare fermi. L’altro giorno il meeting sull’economia si è dovuto tenere a Firenze, nella sede della Cassa di Risparmio di Firenze perché qui manca un polo multifunzionale». Giuseppe Nardini, presidente dell’Unione commercianti, sembra ormai aver accantonato l’idea di un polo espositivo: «Bisogna lavorare su turismo e cultura. Serve un parco a tema per attrarre turisti e far ripartire l’indotto. Facciamo un’altra Mirabilandia, un parco Asterix, la Città della Scienza, l’importante è che si faccia qualcosa». «L’immobilismo ci fa paura - aggiunge Luca Giusti presidente di Confartigianato - mi dispiace che la Regione abbia detto di no al diverso dei soldi del Piuss perché occorre dare una scossa a questa città. Se secondo alcuni il progetto dell’ex Banci era faraonico e privo di un piano finanziario, allora si poteva cercare di correggerlo. Di sicuro l’area ex Banci, abbandonata da decenni, va rivalorizzata. E’ chiaro che un polo espositivo di grande dimensioni deve essere pensato funzionale all’area vasta Firenze-Prato-Pistoia». Anche Anselmo Potenza è convinto che il progetto ex Banci fosse da migliorare: «soprattutto sul lato delle infrastrutture e i collegamenti con Firenze - precisa - Ma andava considerato il motore di ripresa e qualificazione della città e del distretto. Se a questo progetto oggi non ci si crede più allora ci deve essere detto a che cosa si sta pensando. Può darsi che tra un anno l’economia riprenda e noi dobbiamo farci trovare pronti».
Il sindaco Cenni: «Con la Regione stiamo lavorando su altri progetti»
Le categorie economiche hanno chiesto un incontro al primo cittadino «L’immobilismo ci spaventa»
GIOVANNI CIATTINI
PRATO. Ancora una settimana e i 24 milioni di euro dei fondi Piuss (piani integrati di sviluppo urbano sostenibile) destinati al polo espositivo nell’area ex Banci, al palazzo Pretorio, al Pecci e alla copertura della Declassata (dopo l’interramento) prenderanno il volo. Il 28 maggio è il termine ultimo ammesso dalla Regione Toscana per la presentazione del progetto esecutivo. Ma Prato non lo ha presentato: al suo posto ha proposto una variante, un mini parco expo di fronte al Pecci. Un tentativo compiuto nei mesi scorsi, in extremis, per cercare comunque di non perdere quei finanziamenti. Oltre ai 24 milioni la Regione aveva infatti messo a disposizione, attraverso il piano triennale di investimenti, altri 10 milioni. I funzionari regionali hanno però disposto picche: la variante, un edificio di 4.000 mq, non è stata ritenuta ammissibile in quanto fuori dai criteri del bando Piuss. E allora? Il sindaco Cenni è comunque fiducioso. Confida nella comune volontà, tra Comune e Regione, di lavorare nella stessa direzione per aiutare la città a superare le attuali difficoltà. «C’è sintonia col presidente Rossi - spiega il sindaco - sull’esigenza condivisa di dare risposte alle molte emergenze che affliggono Prato: dalla crisi degli alloggi, ai posti che mancano negli asili nido, ai percorsi per l’integrazione, alle politiche di rilancio turistico-culturale (Cascine di Tavola e Parco archeologico). E credo che anche per quanto riguarda il rilancio economico riusciremo a produrre buoni risultati con progetti concreti. In questi casi non c’è da guardare a centrodestra o centrosinistra: si lavora per il bene della collettività. Del resto, comunque, quel progetto per l’ex Banci era irrealizzabile. Se i soldi del Piuss svaniscono non è detto che possano arrivarne altri». Intanto però il sindaco dovrà trovare parole chiare da usare nell’incontro che le categorie della piccola impresa (Unione commercianti, Confesercenti, Cna e Confartigianato) hanno richiesto congiuntamente in una lettera inviata ieri. Chiedono di essere aggiornate, rispetto all’incontro del 17 marzo, su quanto di nuovo c’è intorno al nodo ex Banci. «Abbiamo bisogno di conoscere quale sviluppo avrà la città - interviene Alessandro Giacomelli, presidente di Confesercenti - bisogna inventarsi qualcosa per non restare fermi. L’altro giorno il meeting sull’economia si è dovuto tenere a Firenze, nella sede della Cassa di Risparmio di Firenze perché qui manca un polo multifunzionale». Giuseppe Nardini, presidente dell’Unione commercianti, sembra ormai aver accantonato l’idea di un polo espositivo: «Bisogna lavorare su turismo e cultura. Serve un parco a tema per attrarre turisti e far ripartire l’indotto. Facciamo un’altra Mirabilandia, un parco Asterix, la Città della Scienza, l’importante è che si faccia qualcosa». «L’immobilismo ci fa paura - aggiunge Luca Giusti presidente di Confartigianato - mi dispiace che la Regione abbia detto di no al diverso dei soldi del Piuss perché occorre dare una scossa a questa città. Se secondo alcuni il progetto dell’ex Banci era faraonico e privo di un piano finanziario, allora si poteva cercare di correggerlo. Di sicuro l’area ex Banci, abbandonata da decenni, va rivalorizzata. E’ chiaro che un polo espositivo di grande dimensioni deve essere pensato funzionale all’area vasta Firenze-Prato-Pistoia». Anche Anselmo Potenza è convinto che il progetto ex Banci fosse da migliorare: «soprattutto sul lato delle infrastrutture e i collegamenti con Firenze - precisa - Ma andava considerato il motore di ripresa e qualificazione della città e del distretto. Se a questo progetto oggi non ci si crede più allora ci deve essere detto a che cosa si sta pensando. Può darsi che tra un anno l’economia riprenda e noi dobbiamo farci trovare pronti».
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