giovedì 27 maggio 2010

GLI SPETTACOLI A DOMICILIO. PERCHE' NON FUNZIONANO.

Questa degli spettacoli a domicilio organizzati per il Contemporanea Festival del Metastasio, di cui scrivono ogni giorno i giornali locali nella vana speranza di creare un interesse nel pubblico lettore, è una vecchia, stanchissima storia.

Al di là dell’Appennino da anni compagnie di teatro ci hanno provato e hanno già smesso, perché, passato il primo momento di curiosità, il teatro a domicilio dà a tutti, attori e pubblico, un forte senso di frustrazione. Il teatro si oppone al chiuso familiare; è socializzazione, è polis, e non familia.

Il teatro va visto nella collettività, insieme agli altri spettatori. Che possono essere anche pochissimi, ma che sono spettatori, pubblico pagante (perché essere attore è anche un lavoro, e un lavoro serio), pubblico che ha deciso di andare a vedere quello spettacolo e non di lasciarsi invadere in casa dagli attori per curiosità o noia, o per passare qualche ora diversamente, magari legati e imbavagliati dagli attori stessi, al fine di creare il finto scandalo.

Il Teatro così, foraggiato dallo Stato, sostenuto dai politicanti, va assolutamente contrastato, perché non serve. Anzi è dannosissimo.

La funzione del teatro è politica, sociale. E' di contrasto, anche quando 'diverte'. Qui invece si pratica l’inganno del ‘contemporaneo’, del nuovo, dell'astruso, del ‘teatro di ricerca’ e in realtà è un guscio vuoto. Un ‘amusement’, divertimento insipido. Maniera.
M.E.

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