giovedì 6 maggio 2010

META-SILENZIO

Nulla si sa al momento, nulla trapela dalle stanze del potere sulle sorti prossime del Metastasio di Prato. Gli annunciati direttori ancora non sono stati chiamati.
(Nessuno, ben inteso, se ne accorge, se non i diretti interessati).

Per non rompere i già difficili rapporti fra maggioranza e opposizione, si aspettano tempi migliori.

Ma questo immobilismo, a chi giova?

E questo ‘tavolo sulla cultura’, arriva o non arriva? Era stato annunciato, ma non ne se sa nulla. Ancora non è stato apparecchiato. Ci sarà il pollo arrosto con le patate?

In realtà la crisi è profonda, ma non si tratta solo di crisi economica.

Si tratta di crisi di identità, di senso. Crisi dovuta molto alla gestione clientelare-affaristica-partitica.

Mettendo un po’ il muso fuori di casa: a Firenze la Pergola non ha spettatori. Pochissimi.

Gli attori e le compagnie abituate ai grandi numeri, sono disperati.

Come fare?

Si cercano invano soluzioni, i pifferai magici che salveranno i topolini…(Anche a Prato sarà così?)

La gente sembra non interessarsi agli eventi culturali; men che meno teatrali.

Ma il sistema teatrale, autoreferenziale e a sistema partito, senza vita, senza slanci, non attrae più il pubblico. Il pubblico è nauseato.
Si vedono opere brutte, INUTILI. Troppa gente incompetente, ma in grazia ai potenti, ruffiana, circola per i teatri nazionali. Addirittura con contratti a tempo ‘interminato’ gestisce le programmazioni. Esistono le 'fondazioni per sempre' con il beneplacito di tutti.

A forza di fare calcoli politici, balletti e cose varie, stanno distruggendo quel poco che rimane della vita culturale. Ma proprio tutto.

Il cittadino non sa più dove rifugiarsi. Dove andremo la domenica pomeriggio?

Pratesi! Non c’è nemmeno un luogo dove andare a pensare, a riflettere, se non sulla Retaia; il parco archeologico (come il Parco della Piana) si vede solo nei convegni, su internet, nelle parole.

Questo è il gioco della nuova politica. In schermo 3 D.

Per avere il senso del reale, non c'è niente di meglio di una gita al Macrolotto, la domenica pomeriggio.

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