Riporto per esteso una intervista rilasciata dall'assessore Nesi, improvvisamente diventato assessore alla fantascienza, pubblicata su Notizie di Prato.
La responsabilità circa l'immobilismo della situazione a Gonfienti è da attribuire a TUTTA l'amministrazione, soprattutto a quella passata ma anche presente, alla politica locale nel suo complesso: si è preferito buttare metri cubi di cemento su una risorsa culturale ed economica , intascare i soldi della comunità europea per la costruzione dell'Interporto, -ed erano tutti d'accordo - e quindi è ben poca cosa a questo punto che NESI dia la colpa a CENNI o viceversa.
Certo che CENNI deve dichiarare da quale parte sta, a due anni dal suo insediamento non ha espresso che generiche promesse, ossia non è chiaro se veramente vuole fare qualcosa per la città etrusca, o se piuttosto intende continuare nel bilico dell'indistinto e quindi perdere per sempre la faccia davanti al suo elettorato.
E' possibile dare in comodato d'uso pezzi di terreno come dice l'assessore Nesi? Lo farà la società Interporto? E poi, questi 500 mila euri - posto che ancora ci siano per Gonfienti - , riescono ad arrivare fino agli scavi? Riescono a far ripartire la città antica, quel misero poco che è rimasto?
Da anni assistiamo a questo agghiacciante copione dello scaricabarile, che porta solo a tenere tutto fermo e chiuso.
Non solo: qui c'è anche la volontà di farsi pubblicità, una costante di questo assessore provinciale, che invece di prendere il telefono e parlare con Cenni e tirargli le orecchie, invece di costruire insieme, di mediare - perché questo è politica - , manda messaggini a Renzi su facebook o rilascia vanitose interviste a destra e a manca.
Alle responsabilità della politica noi aggiungiamo anche quelle della Soprintendenza, l'Intoccabile Mani che, forte di potere e protezione, se ne infischia di quelle che da anni sono le richieste della cittadinanza e la forza delle cose.
Ma perché il ministro Galàn non muove questa gente altrove, questa gente che - nei casi migliori- pensa che la kylix è sua, che lo scavo è suo, che non vuole aprire gli scavi perché tanto poi succede come a Pompei, di cui pensano che sarebbe stato meglio che non fosse mai venuta alla luce, così si conservava! Così ormai ragionano nelle Soprintendenze!
In aggiunta: l'andamento economico dà torto all'Interporto, che - nonostante è proprio notizia di oggi l'assessore Borchi che va a inaugurare un ufficio aperto dalla società ETHOS nell'Interporto stesso, come a dare la benedizione comunale, - è in perdita e vuoto, e non sarà mai interporto vero , oltre che tenuto male, perché il lavoro oggi sta andando verso un'altra direzione, quella che sarebbe stata utile in questo momento di crisi, ovvero non delle fabbriche e degli stanzoni, che ne abbiamo di vuoti per altri secoli ed eventuali riprese del tessile, bensì verso l'agricoltura e il lavoro culturale: dunque Gonfienti è una delle possibili risorse per la vita economica della città, ma noi crediamo non come prospetta Nesi.
Se questi amministratori perdessero questo ultimo 'treno', dopo lo scempio che è stato compiuto forse per sempre, sarebbero da considerarsi altrettanto responsabili verso le generazioni future di coloro i quali l'Interporto l'hanno voluto e costruito, oltreché protetto in questi anni, e non hanno nemmeno saputo trovare una mediazione fra le due forze in campo.
Infine, la proposta di come 'arredare' Gonfienti avanzata da Nesi è in primo luogo inopportuna: non sta a lui decidere cosa fare della città etrusca, se metterla sull'I-PAD o dove, a noi questo modo di procedere sembra aberrante.
Perché ridare vita a Gonfienti non ha soltanto un valore economico; è dare la stura a un nuovo modo di concepire la città, e mi permetta, il turismo: è proprio giunta l'ora di ripensare anche il turismo: immaginare il giapponese che arriva col trenino di superficie, è ' vecchio' e subdolo, ci porta a non finirla più di costruire strutture, a guastare ancor di più il territorio.
Gonfienti, caro assessore, è 'verde', è 'terra'.
“Su Gonfienti non capisco davvero la posizione del sindaco Cenni. Gli ho pure proposto un comodato d’uso d’intesa fra Comune e Provincia, ma purtroppo non ha ancora dato una risposta”.
Lo sbigottimento dell’assessore alla cultura e allo sviluppo economico Edoardo Nesi è palpabile di fronte all’immobilismo della giunta comunale sulla richiesta di concessione rivolta nel lontano gennaio al sindaco di intervenire tramite la società Interporto per permettere l’affido in comodato dei terreni di Gonfienti. Mossa indispensabile per recuperare con gli scavi una villa, un pezzo di abitato e la rete viaria di collegamento che sta nel mezzo. L’obiettivo è ambizioso, far tornare finalmente alla luce la città etrusca. Ecco, dunque che, pur non mancando i toni di polemica in Nesi – da uomo di cultura prestato alla politica, ma anche da homo oeconomicus dalla vocazione imprenditoriale – affiora l’idea di far fruttare Gonfienti con le tecnologie più avanzate al pari dei più importanti musei del mondo. Diventa logico, dunque, che Nesi riesca persino a trovare per la sua campagna per Gonfienti uno sponsor inaspettato, Matteo Renzi che attraverso Facebook – manco a dirlo – si è dichiarato disponibile a dargli una mano.
Partiamo dall’aspetto problematico. Dopo il momento dell’appello e l’intervento del sindaco al Metastasio si è mosso qualcosa di nuovo?
A dire la verità la situazione non si è discostata granché da quella di due mesi fa. Abbiamo una disponibilità economica di 500 mila euro messa insieme fra fondi della Provincia e della Regione, che servono a finanziare un progetto della sovrintendenza. Purtroppo da parte del Comune e dell’Interporto non c’è stata nessuna rispota a tono.
Cenni ha ipotizzato una scissione in due tronconi della società.
Mettiamo caso che il progetto effettivamente funzioni. Nel momento in cui hai una società che si occupa di archeologia all’interno dell’Interporto, questa società con quale senso imprenditoriale potrebbe rifiutare l’aiuto si soggetti pubblici per scavare nel proprio terreno? Sono molto sorpreso da Cenni. Gonfienti sembrava uno dei suoi temi preferiti in campagna elettorale. So che ha anche una particolare passione per l’archeologia. Non capisco allora perché non si riesca a trovare un accordo su un progetto per scavare. Da parte mia ho proposto di lavorare congiuntamente sul comodato d’uso in modo tale da togliere il dubbio che possa diventare una cosa di parte. Il sindaco forse non si rende conto di una cosa.
Vale a dire?
Che una parte consistente dell’orgoglio della città è sepolta a Gonfienti. La nostra storia non comincia nell’anno 1000 come dicono le enciclopedie, ma nel 2500 a.C.
E con la società Interporto ci sono state comunicazioni?
Il presidente Pezzati ha fatto soltanto un comunicato confuso com’è, d’altronde, nel suo stile. Loro si sentono danneggiati economicamente, quando riflettendo sui fatti si capisce come lo tsunami sia già passato. Quell’area è sottoposta ad un vincolo perpetuo, che non verrà ridotto o allentato.
Parliamo di economia. Se sul piano culturale la città etrusca ha un valore indubbio cosa pensa di fare per trasformarla in una fonte di ricchezza?
Ho chiamato la scuola Sant’Anna Pisa chiedendo loro una soluzione, parlandogli anche di cinema. La mia idea è di fare come nei grandi musei del mondo, che hanno sempre una sala al loro interno per proiettare i contenuti. Il vantaggio sarebbe per noi evidente. Gonfienti, essendo una città crollata, non può essere ricostruita che col cinema. Immaginiamoci una grande sala 3D, in cui si riesce a vedere com’erano le grandi città etrusche, magari caricando il contenuto sull’I-pad o sull’I-phone con un’applicazione. O faremo così o altrimenti non avremo possibilità di sfruttamento culturale. A giugno ci sarà a Prato anche uno workshop proprio su questo tema dell’experience economy. Alla fine vorrei proprio riuscire a mettere insieme nel concreto le deleghe della cultura e dello sviluppo economico.
Sì, ma attrarre un turista da Firenze a Prato non sarà semplicissimo con i trasporti attuali.
Bisognerebbe avere un collegamento infrastrutturale diretto, sfruttando gli stessi binari. Per un giapponese o un americano sarebbe un nulla spostarsi in dieci minuti, avrebbero l’impressione di spostarsi su una metropolitana restando sempre all’interno di Firenze. Sarebbe un naturale completamento della visita, avendo Prato già qualcosa di importante come un’archeologia etrusca superiore a quella di Fiesole ed il museo dell’arte contemporanea. (Carlandrea Adam Poli)