lunedì 16 maggio 2011

Feisbucche delle menzogne

La mattina il politico si sveglia e si collega a facebook e dice a suoi 'amici'  elettori  ammiratori curiosi cosa farà, qual è il programma della giornata. Se andrà in quel posto o nell'altro, oppure cosa si sta organizzando. L' 'amico' ha la sensazione, anzi può veramente dirgli qualcosa, gli scrive un messaggio e dice, direttamente a lui, senza passare dalla segretaria, cosa ne pensa. Pensa di poter influenzare direttamente il politico, e, ancor di più si mette in mostra e si fa bello.
Facebook appare uno strumento democratico. E invece è uno strumento populista. Anzi,di più. Assolutistico e in alcuni casi, psicologicamente terrorista, da vero e proprio regime delle banane. In questo modo il politico ha la senzazione di sentire il polso dei suoi elettori, di avergli in mano. Non sanno gli 'amici' che le logiche della politica corrono da un'altra parte?
In questo modo l'incontro-scontro con la gente vera si allontana, è qualcosa di cui non si sente il bisogno.
I politici che usano facebook come strumento comunicativo non mi interessano. E' solo uno strumento in più e  di pessima e stupida propaganda.
Come il Nesi che parla a Renzi per dirgli di Gonfienti, per chiedergli che cosa farebbe lui se nel suo territorio avessero scoperto una città etrusca eccetera eccetera. Solo uno sciocco può credere alla buona fede di queste parole, il Nesi non fa nulla per Gonfienti (come tutti gli altri politici della partita); è insomma, per chi conosce la vicenda, la cartina al tornasole della menzogna.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi legge i suoi libri e lo ama, rifletta sul Nesi.
Anche alla luce del suo fallimentare e allucinante operato in veste di Assessore alla Cultura della Provincia.
Troppo comodo lanciare anatemi e fare i duri e puri sulle pagine di un libro, e poi quando nella realtà si può contribuire a un piccolo miglioramento del proprio territorio ci si rivolge solo ai casi propri.
Nesi, nella sua fallimentare esperienza come Assessore, ha gettato la maschera. Può scrivere quel che vuole, è un opportunista insincero, uno scaltro presenzialista. E basta.

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo ogni parola del commento precendente. Nesi è l'ipocrisia radical chic personificata. Il suo passaggio in Provincia come Assessore alla Cultura ( adesso lo si può dire senza paura di smetite ) brilla per insipienza e totale anemicità. E lui era quello che doveva dare il valore aggiunto, quello che avrebbe dovuto spiccare su tanti grigi personaggi piazzati lì a scaldare la seggiola con stipendi assicurati...Si , si, è stato davvero fantastico il Nesi: a parte pensare al Museo del Tessuto ( per altro solo superficialmente, tant'è che i conti del Museo sono in rosso ) ha fatto direi NULLA per la cultura pratese. Forse ha passato in Assessorato mezza giornata a settimana, di media. Un pietoso caso di egocentrico narcisista che nei fatti combina poco o nulla, a parte aver presenziato a inaugurazioni, tagli di nastri e altre parate di varia fauna.

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