martedì 26 giugno 2012

Gonfienti

A pochi giorni dalla presentazione della Carta Archeologica della Provincia di Prato, in cui necessariamente si parlerà di Gonfienti, ecco che a Prato il PD prende posizione dopo che il presidente di Interporto Pezzati ha dichiarato di vendere l'area archeologica e il Mulino di Gonfienti, dove la Soprintendenza ha i suoi laboratori.
Carlesi parla anche di un museo etrusco da farsi a Villa Niccolini.
Una saga infinita che i lorsignori porteranno anche alle prossime elezioni, combattendo come in un poco convinto e convincente incontro di boxe, veramente incapaci , ostaggi come sono delle parti, delle persone che proteggono e che li proteggono, e degli interessi che esprimono, di muoversi liberamente a beneficio della collettività, dell'economia e della cultura cittadina.


«Basta annunci sull’area di Gonfienti»
Il Pd insorge. Carlesi: «Occorre percorrere la strada dell’accordo interprovinciale che punta alla valorizzazione»
di Cristina Orsini -PRATO La via per salvare entrambi: il potenziale sviluppo economico di Interporto e il futurodell’area degli scavi archeologici di Gonfienti, secondo il gruppo Pd in consiglio comunale, c’è. E’ quella della chiarezza: «Smettere di fare annunci sui media - attacca il capogruppo Massimo Carlesi - concentrarsi sul protocollo d’intesa interprovinciale firmato un anno e mezzo fa e cercare di recuperare e mettere a frutto quei fondi messi a disposizione sia da Provincia e Regione sia quelli previsti nell’accordo sul Parco della Piana». Pochi ma fondamentali per poter eliminare, anche se in parte, il degrado profondo che affligge l’area. Il Pd archivia come assurda l’idea annunciata dal presidente della piattaforma logistica Angelo Pezzati di mettere in vendita i circa 15 ettari degli scavi assieme a quel pezzo pregiato che è invece l’edificio dell’ex mulino che oggi ospita la sede dei laboratori della Soprintendenza e il deposito delle migliaia di reperti rinvenuti durante gli scavi della città etrusca. «L’area - continua Carlesi - è bloccata da un vincolo pesantissimo imposto dal ministero è quindi assai difficile che possa diventare appetibile per eventuali compratori. L’area ha perso il valore venale ma ha accresciuto quello storico e culturale per la città». Inoltre: «Finchè l’ex mulino - è il ragionamento - conterrà attività di servizio all’area archeologica non potrà essere alienato». Discorso diverso, invece, per Villa Niccoli che avrebbe dovuto diventare il luogo deputato a ospitare il museo etrusco. «Si tratta - continua Carlesi - di uno spazio importante, di circa 400metri quadrati , che il Comune potrebbe acquisire a un ottimo prezzo (tra i 6 e i 7 centomila euro ndr) grazie a un’opzione diretta del Comune attivata dai proprietari tempo addietro a scomputo di oneri su altri interventi edili». Convenzione che però ha un termine «e che rischia - dice Carlesi - di scadere». E si rischia di perder pure, secondo il Pd, i 600mila euro messi a disposizione in parti uguali da Provincia e Regione attraverso la Fondazione Cassa. «La strada per fare cose giuste - conclude Carlesi - è quella di fare affidamento all’accordo interprovinciale che ha messo assieme i Comuni di Prato, Campi e Carmignano, le Provincia e di Prato e Firenze e che ha come obiettivo la valorizzazione dell’area». Per sapere qualcosa di più sulle intenzioni della giunta e del sindaco il Pd (firmato da Vanni, Santi, Bianchi, Bettarini e Carlesi) ha scritto un nuova interpellanza: «La prima interrogazione - spiega Tatiana Bettarini - è stata presentata il 18 novembre dell’anno scorso ma nessuna risposta è mai arrivata». (IL Tirreno di oggi)

1 commento:

Simone ha detto...

C'è da chiedersi con che coraggio il PD parli e si indigni addirittura a proposito di Gonfienti.
Un una gran faccia tosta.
Non ho parole.

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