martedì 13 agosto 2013

Pratesi alla guida

Recentemente sono apparsi articoli su giornali che denunciano quanto i pratesi siano indisciplinati alla guida, e quanti incidenti facciano con le loro macchinucce.

Lo dico da tempo. 

Ma perché sarebbero proprio loro tra i più indisciplinati d'Italia?
Primo perché Prato è una città dove si lavora, si ha fretta, si va e soprattutto si andava con i camioncini, gli apini eccetera senza nessun rispetto per le regole. Come per il lavoro un tempo, così oggi, i pratesi hanno seguito sempre poche regole.
Poi Prato è una città ormai da tanti anni multiculturale, sia rispetto all'Italia che rispetto all'estero. Ognuno guida un po' a modo suo, secondo gli usi e non usi del luogo di provenienza.

Un esempio stupido: non si usano le frecce per indicare la direzione, non parliamo alle rotonde. Difficilissimo vedere qualcuno che lo fa.

Gli automobilisi pratesi (e con pratesi intendo tutti coloro che a Prato vi abitano) vanno velocissimi. Chi percorre la stessa strada in bici rischia spesso la vita. Non si fermano poi alle strisce pedonali, quasi mai.
Se lo si fa, l'automobilista che ti segue, suona il clacson indispettito.

Insomma, turisti e visitatori di tutto il mondo, siete avvisati.



1 commento:

Simone ha detto...

L'imbarbarimento nel modo di guidare è uno dei fenomeni più allucinanti e gravi della nostra società. Se ne parla pochissimo, e magari se lo si fa si viene liquidati con una pacca sulla spalla e un "c'è di paggio nella vita".
Credo invece che sia un problema enorme e serissimo. Io stesso, che pure ho la patente solo da una decina d'anni, ho notato una enorme peggioramento nel modo di guidare della gente. Si guida come se la strada fosse nostra, e il resto non conti nulla, si ignorano non solo i limiti di velocità , ma anche le più banali norme di precedenza. Come dice Maila le frecce non le usa praticamente più nessuno, quasi fossero un inutile "accessorio", mentre invece in molti casi eviterebbero incidenti anche seri.

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...