Da due anni non sono più iscritta, settore artigiani artistici, alla Confartigianato di Prato, ero iscritta con la partita IVA. Lo sono stata per dieci anni, ma in realtà sono stati del tutto incapaci di occuparsi di un settore artistico del tutto insolito per loro (contrariamente a quello che succede all'estero, dove anche i singoli artisti di teatro sono iscritti alle locali confartigianato o similari), perché il teatro è costretto a gestirsi, se vuole i finanziamenti, come associazione; infatti i titolari di partite IVA o le società non le ricevono. Ma io ho mantenuto la partita IVA, perché per certe amministrazioni o anche privati è più agevole eccetera.
In realtà la confartigianato funziona come un normale commercialista e, anche, esercita funzioni di controllo. Per di più a me hanno, nell'ultimo anno, fatto diversi errori nella contabilità e per questo ho dovuto pagare, almeno in un caso (nell'altro era evidente la loro colpa) anche la mora.
Per aiutare veramente le imprese la confartigiano dovrebbe spingere perché i propri iscritti facessero da sé la dichiarazione dei redditi, almeno le società più piccole, o fossero aiutate a farle con un costo molto più basso, come accade appunto all'estero, dove la figura del commercialista o questi gruppi sanguisughe non costituiscono cartello di partito, o lobby.
Nessun commento:
Posta un commento