mercoledì 2 ottobre 2013

Praticare l'arte e cambiare il mondo è (quasi) la stessa cosa

Praticare l'arte e cambiare il mondo è (quasi) la stessa cosa. Almeno per me. Non potrei pensare di occuparmi di teatro senza avere in mente l'altra parte importante del mio lavoro.

Sto parlando di un'arte che nasce dalle idee, nel senso filosofico ma anche come atto intuitivo libero, che non si sottomette a nessun programma tematico culturale o di partito.

Sono infatti le idee che cambiano il mondo e l'hanno forse reso a volte meno barbaro e brutto da come  è.

E dato che oggi l'arte va da un'altra parte completamente, ossia è serva e prona e non vuole affatto cambiare il mondo, anche perché vuota di idee e di vere intuizioni, ecco che per me mente e inganna nella sua stessa ragion d'essere, anche quando è ben fatta. Anzi quando è ben fatta,  ricca e composta,  è più sospetta di essere lontana dalla sua finalità.

Ci sono poi quelli che dicono di voler cambiare il mondo nell'arte, e naturalmente fanno il bel gioco su compenso e si  mostrano pavoni quando sono soltanto tacchini.Vecchia storia.

Il potere preferisce questi, perché così può dare senso all'inganno che fa ai cittadini spacciando la 'sua' cultura, senza correre il rischio che il mondo davvero cambi un po'.

Ma il tacchino vestito da pavone, è sempre tacchino e invece di far la ruota fa solo 'glu glu'.

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