Basta con le multisale delle multinazionali, i grandi teatroni superfinanziati dalla partitica, i
grandi gruppi o 'sistemi della 'cultura'. Non potete essere contro le multisale e poi non frequentare i
piccoli cinema, i piccoli teatri - quelli pochi ancora esistenti, come il mio, che non beccano che piccolissime briciole, quando va bene.
Tutti questi cari 'rivoluzionari', che poi si ritrovano ad avere il culetto
sopra le poltrone comode e alla moda.
Siete tutti responsabili di quello che sta
accadendo alla cultura, l'assoluto declino verso il nulla insensato del 'marketing' culturale (che produce danni gravissimi all'economia).
(Da La Nazione)
CINEMA LO STORICO GESTORE: «POCHI SPETTATORI
E TANTE SPESE»
«Tre sere, ventisette
biglietti- Il Borsi non va più avanti»
Martedì
incontro sul da farsi. «Rischiamo di chiudere»
SOLO
27 SPETTATORI nello scorso fine
settimana. E con un incasso pari a 160 euro. Il cinema Borsi lancia l’allarme:
«Siamo a rischio chiusura». Lo storico schermo del centro storico - di
proprietà della diocesi pratese - aperto dagli anni ’30 del secolo scorso,
rischia di cessare l’attività per mancanza di introiti. I biglietti venduti
sarebbero calati esponenzialmente proprio negli ultimi mesi, registrando il
picco lo scorso weekend: 3 spettatori venerdì, 9 sabato e 15 domenica.
«ORMAI
NON viene più nessuno — dichiara amareggiato Littorio Meucci, 80 anni, gestore
del Borsi dal 1° novembre del 1975 — I pratesi frequentano solo le multisale e
i cinema del centro vengono dimenticati».
Da quando anche l’Eden si è
modernizzato con più sale e offerte per gli spettatori, in centro storico i
cinema ‘vecchio stile’ rimasti sono soltanto due: il Terminale e, appunto, il
Borsi. «Per potersi mettere al passo coi tempi occorre fare degli investimenti
onerosi — spiega Meucci — e a questi dobbiamo aggiungerci le bollette della
luce, dell’acqua, del riscaldamento e i costi del personale. Così non riusciamo
ad andare avanti».
IL FUTURO è ancora da decidere, comunque. Mercoledì scorso,
durante l’incontro con la Curia, sono stati presentati i bilanci relativi agli
ultimi mesi e martedì della prossima settimana probabilmente verrà presa una
decisione definitiva sulla sorte di quella che rappresenta una sorta di
istituzione per la nostra città.
«Siamo stati i primi — continua lo storico
gestore — a programmare i cineforum, ad inserire Prato in una cultura più
ampia, scegliendo proposte profondamente attuali che però i pratesi di oggi non
sembrano più apprezzare. La gente se ne frega e va da un’altra parte. Non
chiediamo soldi a nessuno, chiediamo solo il pubblico».
PROFONDAMENTE
dispiaciuto anche il nipote di Meucci, Daniele Melani, che spesso dà una mano
al nonno nella gestione del cinema. «Il Borsi fa parte del patrimonio culturale
della nostra città, non possiamo permetterci di perderlo. E’ uno dei pochi
cinema rimasti aperti in centro e propone una programmazione particolare,
soprattutto di cinema d’autore».
IN ATTESA di conoscere la futura sorte del
Borsi, non mancano le proposte: «La gestione potrebbe essere diversificata —
avanza l’idea Melani — Il cinema potrebbe ospitare mostre fotografiche,
iniziative culturali ed esposizioni temporanee». D’accordo anche Meucci che il
1° novembre festeggerà i 38 anni di gestione. Speriamo senza brutte sorprese.Chiara
Agostini
1 commento:
Costruire multisale su un territorio che già ne aveva a sufficienza (alla multisala dei Gigli, nata per prima, che bastava e avanzava a coprire l'area Prato-Sesto-Firenze si è affiancato l'inutile orrendo doppione dell'Omnia Center a pochi chilometri ) produce questi disastri.
Si è "abituato" il pubblico a uscire dal centro per andare al Cinema, in questo modo, ed era facilmente ipotizzabile che le conseguenze sarebbero state catastrofiche per i cinema del centro. Poi sicuramente entrano in gioco altri fattori di carattere più generale, ma una bella mano a questo stato di cose è stato dato con la politica delle Multisale a pioggia.
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