martedì 22 ottobre 2013

Perché ho lasciato la scuola di musica Verdi

Visto che qualcuno me l'ha chiesto, rispondo pubblicamente, anche perché l'anno passato c'è stata una polemica, che io stessa ho condotto sugli aumenti delle rette di questa scuola.

Il motivo primo è perché avevo bisogno di un orario particolare che si adeguasse alle mie esigenze di lavoro di teatro, ma questo forse, se l'avessi chiesto, sarei riuscita a organizzarlo anche alla Verdi.

Il motivo secondo è sono voluta tornare con un maestro con cui sono trovata bene, valido, che prima appunto insegnava alla Verdi e poi non è rientrato nella riorganizzazione di qualche tempo fa ed è stato escluso dallo staff degli insegnanti.
Non perché quello che mi avevano assegnato non fosse valido, è validissimo, ma diciamo non adatto a me che cerco nello strumento, lo 'strumento' creativo; infatti io nel mio piccolo compongo musica e canzoni per il mio teatro e anche perché mi va quando mi va; alcuni insegnanti si standardizzano sui piccoli allievi e pensano che tutti hanno la stessa età o le stesse esigenze.
E' questo il difetto della scuola per gli adulti: ci si ritrova con i ragazzi e alla fine non va più bene, non va sentire le tiritere classiche, i modismi propri della vecchia scuola, le tirate di orecchi che fanno ai più piccoli perché non studiano, insomma, un sistema alla fine noioso e per nulla stimolante.
Non è ridicolo da adulti andare a scuola, anzi, ma solo se la scuola non te lo fa pesare; altrimenti diventa impossibile. Ma anche molti ragazzi si sono dichiarati smarriti, non sono debitamente seguiti nel calderone collettivo.
E poi, come per altre materie, non tutti gli strumentisti bravi sono altrettanto bravi nell'insegnare la musica.

Il motivo terzo, ma forse anche primo per cui me ne sono andata, è il costo alto per me della retta. Ma su questo ho già detto.

E poi andrebbero rivisti alcuni dettagli: la lezione di solfeggio, per esempio, collettiva di un'ora e mezza, serve poco; o anche la lezione di un'ora di strumento quando il maestro tra chiacchiere e cose varie la riduce per la metà eccetera. Basta meno, ma fatto meglio, concentrato. Gruppi più piccoli, e più attivi.

Mancano poi del tutto le sedute di suonate collettive, questo sì che servirebbe; ritrovarsi insieme a suonare, ogni tanto e nel limiti del possibile.

E' insomma tutto troppo indirizzato a favore del 'numero' degli iscritti.


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