sabato 31 maggio 2014

Raccolta porta-a-porta dell'elettore usato


Po'ero elettore
non servi più.
Viva Gesù.

L'eletto ormai sta là
sullo scranno
per cinque anni
ci resterà.

Urrà.

Vedi la differenza:
ora ti scansano
ma prima, abbia pazienza,
venivano a trovarti
si spostavano
dal centro alla periferia
per coccolarti.

Strette di mano
cene sorrisi promesse
tutto con interesse!

Ora che c'hanno il posticino
quanti ne sono entrati? Uno due tre...?
non han più modo di pensare a te!

Oh, che buco piccolino
uno alla volta sono entrati
e piano pianino!

(Chi è rimasto fuori
l'hanno raccolto
disteso pien di malori;
la lotta è stata ardita
per entrarci, che fatica!).

Ora non servi più
elettore, su datti pace
dei tuoi affanni ora si tace;
tanto gli basta, viva Gesù!

E guarda, han realizzato
il punto uno del programma,
quello segreto quello occultato,
in anagramma:
per strada
è iniziata la raccolta
del rifiutato,
il nuovo porta-a-porta
dell'elettore usato.

venerdì 30 maggio 2014

IO E CARMELO (IL BENE) - 2

Stanotte Carmelo Bene è tornato nel mio sogno. Stavo facendo la regia a un film a sfondo indiano, o comunque orientale, e lui si è seduto accanto a me.

LUI     Così non va.
IO        Non ti piace il mio film?
LUI      Ma cosa vuoi che mi interessi il tuo stupido film! Dico, il tuo atteggiamento nei confronti di questi signori.  Te ne dovresti fregare. Tanto perderai la causa. Il sistema protegge sempre sé stesso. Ed è meglio così, lo capisci? 
IO        No.
LUI      Sei la solita incredibile donna. Vomitevole. Se continui a fare la donna, me ne vado. 
IO    Smetto...
LUI   Quando io pubblicai quella denuncia contro il sistema teatrale italiano, sui giornali, sapevo perfettamente di perdere! Dovevo perdere! Dovevo dimostrare ancora una volta l'inettutidine, la barbarie di certa gente, incompetenti, tutti! E soprattutto, invidiosi, proprio perché mediocri.
IO       Lo so. Ma tu eri potente, ricevevi tanti finanziamenti, invece io...il mio piccolo teatro...
LUI    Smettila di piangerti addosso! Sanno benissimo che non è affatto un piccolo teatro! Lo giudica così chi è piccolo, ma soprattutto chi vuole screditarti. Ma perché mi fai dire banalità?  Non ti curare di questi pidocchi di critici, il più delle volte sono impotenti. Te ne devi fregare di questi MEDIOCRI, che ricevono il loro sostegno regionale, statale eccetera. Per non parlare dei funzionari di Stato, di Regione! Nuocciono assolutamente all'arte, sono gli assassini dell'arte! Osserva: tutta l'arte che c'è in giro è rappresentazione di Stato. E' uno Stato che attraverso l'arte si assiste. Si celebra, si mantiene come una puttana. Altrimenti alla mediocrità, chi ci pensa? Ricorda, la mediocrità par excellence è proprio lo Stato...E poi perché sei andata a votare? ti avevo detto di non andarci! Tanto chi potrebbe capire, o anche pensando a un voto di scambio come fanno tutti, chi potrebbe aiutarti, CHI lo vorrebbe di questi che hai votato o non votato? La preferenza migliore è quella che non è stata data! Ho detto e ripeto: lo Stato dovrebbe smetterla di governare: si può uno stato senza governo! Fai come ho fatto io: infischiatene del governo, della politica, e soprattutto del teatro! E anche di TE, capisci, fregatene anche del tuo teatro!
IO   Non so se ci riesco.
LUI   Smettila di avere un sesso, perdio! E poi basta con questo schifo di film che stai facendo. Cancella tutto.
IO      E allora devo essere contenta se...?
LUI    Sì! E' questa l'unica condizione vera del teatro, della politica, di tutto! Per continuare a fare teatro devi...
IO     Devo?...Carmelo?...Carmelo...Sei già andato via?


giovedì 29 maggio 2014

Ricorso al TAR

Per stamani è fissata la discussione del ricorso del Teatro La Baracca contro le decisioni dell'Ufficio Cultura della Regione Toscana in merito alle Residenze Teatrali (residenze per alcuni e altri no; eh, sì, è tutta un'altra storia!) sostenute dalla signora Cristina Scaletti (un tempo assessora alla cultura sbolognata per aperitivi sulla spiaggia maldigeriti e campagne pubblicitarie farlocche della Regione Toscana, e ora miracolosamente scampata all'oblio -contrariamente alle città etrusche-, riuscendo a entrare, lei sola delle sue due liste fiorentine, in consiglio comunale a Firenze!); residenze sostenute e organizzate dall'ufficio cultura dove lavora come dipendente la ex-presidente del Teatro Metastasio, Gerarldina Cardillo (ma non doveva tornare all'ospedale come ostetrica?, lei stessa lo disse!) e la ex-dirigente ETI, la romana Ilaria Fabbri.
Se il ricorso dovesse essere accolto, devono sospendere e rifare tutto.
Risultato? Sto aspettando la telefonata dell'avvocato...Indovinate, intanto!

Questo è il mio secondo ricorso contro il sistema culturale della Regione Toscana.
Il primo fu nel 2002, quando negarono soldi alla mia produzione teatrale per un fatto solo di 'forma', in quanto ente privato e non associazione.
Oggi i privati sono invitati a investire nella cultura; anzi, hanno detrazioni fiscali in beneficio! (Ma non si tratterà solo di privati ricchi e non privati poveri?).


mercoledì 28 maggio 2014

Sempre più dittatura della maggioranza

In un colpo, con il nostro bel lapissino, abbiamo spazzato via tutte le minoranze. Tutti quelli che ce l'avevano messa tutta.
Riccardo Bini e Mario Tognocchi che si erano anche imbavagliati.
Gli Indipendenti per Prato con il buon ingegnere Bonini. Gisberto Gallucci, con i suoi Umanisti.
Tutti spazzati via. Nessuno di loro è passato.
Qui, ma anche altrove, la minoranza è disintegrata.

Si è accentuata la tendenza che si notava nella scorsa passata elettorale: le minoranze sempre più minoranze.
Non visibili, non considerate, non sostenute da una informazione corretta e plurale.

Insomma, il sistema diventa sempre più sistema. E tutte le energie che sono state messe per la campagna elettorale risultano nulle.

Si chiama dittatura della maggioranza e già Toqueville ne aveva scritto.

Lui pensava però che ci fossero come anticorpi che potessero contrastare questa dittatura democratica, che i cittadini si potessero riunire liberamente in associazioni.

Ma purtroppo vediamo che le associazioni sono espressione e gestite e finanziate da questa stessa maggioranza dittatoriale e quindi al momento gli anticorpi non ci sono.

Alla fine poi i cittadini si lamenteranno di questa stessa dittatura di cui sono la causa. Ma la maggioranza, che dispone di tutti i mezzi di persuasione e delle chiavi del sistema, saprà gabbarci un'altra volta.


martedì 27 maggio 2014

Cinque minuti di fantapolitica, ovvero come mai il perdente è felice

Abbiamo parlato abbastanza delle elezioni! Ora abbiamo sindaci e sindachesse, è tutto fatto!

Ma...permettetemi di giocare un po' alla fantapolitica che, some sapete, prevede anche un po' di dietrologia!
Iniziamo.
Sono sinceramente stupita da come la parte perdente, che ne so, prendiamo Prato, l'ex-sindaco o politici a lui vicini, abbiano accettato serenamente la sconfitta da parte dei renziani!
Che eleganza, che galanteria! In televisione erano anche sorridenti, mentre taluni commentavano la sconfitta.
Che civiltà!

O non sarà che qualche forza politica abbia preferito stringere accordi con un rappresentante vincente come Renzi piuttosto che vedere che ne so, Grillo sulla testa con probabili richieste di caduta di governo? 

A livello locale è stato facile distruggere movimenti o piccoli partiti, è stato un gioco da ragazzi: è bastato qualche generoso infiltrato/a a dividere il gruppo in due come si fa con una torta morbida, e per meglio fare si usano i soliti ingredienti della calunnia, dell'irrisione, dell'ironia. "La calunnia è un venticello...". E' bastato qualche ambiziosissimo tastimunito scioperato o 'fuori gioco'. Non tanto di più.

A livello nazionale è molto più difficile, ma con opportuni mezzi di comunicazione,  martellamenti, presenze televisive continue, creazioni divistiche eccetera, qualcosa si può fare...

Insomma, c'è il sospetto che a qualche livello, e certo non a livello di circolo del tennis, si siano messi d'accordo! Del tipo: ci va bene, va bene, preferiamo Renzi ( magari la Destra per perdere meglio si divide eccetera), tutto da preferirsi piuttosto che ne so, pentastellati o gruppetti o listette libere e belle che ci 'grigliano', andando a spulciare documenti, che ci fanno opposizione dura eccetera eccetera.

E poi così, Renzi, che non era stato eletto dai cittadini, ora lo diventa, è legittimato.

E' per questo che, ieri sera si potevano osservare i perdenti finalmente rilassati.  Come se dicessero: - L'abbiamo scampata; poteva andare meglio, certo, sarebbe stata meglio se fossimo stati noi al comando, ma...con Renzi il cappotto era più sicuro, la salvezza a portata di seggio!-
Insomma, le facce erano facce da 'l'abbiamo scampata bella'.

(Fa pendant con questa rilassatezza dei perdenti, il tono dimesso dei vincenti; infatti nessuna festa, o poca, molto onore delle armi, nessun accanimento. Se penso alla Prato di cinque anni fa, quando vinse il Cenni, alle 2 di notte erano ancora a festeggiare...).

Ma no, ma no, naturalmente si tratta di un gioco, come sarebbe terribile se tutto ciò fosse vero...vero?

E ora basta parlare di questi 'politici': ora li giudicheremo sulla base di quello che faranno, senza sconti per nessuno, s'intende, come sempre.

Recensione su "Commedia Arlecchina" e il Teatro La Baracca


Ricevo e volentieri pubblico.
"Il teatro la Baracca di Prato è una realtà unica nel suo genere: indipendente, non riceve alcun finanziamento ma riesce ugualmente a proporre spettacoli di qualità, basati principalmente sull’originalità ed efficacia dei testi e sulla bravura degli interpreti. Il lavoro portato avanti da oltre vent’anni da Maila Ermini, fondatrice del teatro, con la collaborazione di Gianfelice D’Accolti, è un esempio concreto di come si possa riuscire a fare cultura disponendo di pochissime risorse: spettacoli di impegno civile, teatro per ragazzi, commedie che al divertimento uniscono sempre la riflessione, ma anche alcune iniziative aperte alla partecipazione creativa di tutti, come “La festa della poesia” e “La notte dei racconti”.
Commedia arlecchina”, portata in scena il 17 e 18 maggio dalla “Compagnia delle ragazze”, composta dalle allieve del corso di recitazione tenuto da Maila Ermini, è un testo molto particolare scritto dalla stessa attrice e regista. Si tratta di un’opera in versi che vede protagoniste le maschere della Commedia dell’Arte (Arlecchino, il Dottore, Pantalone, Rosaura, Colombina e una versione femminile di Brighella) catapultate nell’attualità. Pantalone diventa così un appassionato giocatore di borsa e tutti gli altri, pur mantenendo le proprie, inossidabili caratteristiche, possono essere identificati in altrettante figure della società contemporanea (il disoccupato, l’approfittatore, e così via). Ma c’è di più: Rosaura e Colombina, non a caso le uniche a non indossare la maschera, vogliono fuggire dalla rassicurante ma limitante finzione teatrale per affrontare il mondo reale e diventare donne in carne e ossa. Vogliono studiare, imparare, emanciparsi. Naturalmente questa loro decisione crea scompiglio tra le altre maschere, di volta in volta dubbiose, sospettose, solidali (ma fino a un certo punto), in un avvicendarsi di scene divertenti che vedono abilmente rielaborati e messi in discussione gli stereotipi legati alla Commedia dell’Arte: la fissità dei caratteri, le convenzionali scene d’amore, il rigido sistema dei ruoli, con una Colombina che sembra quasi passare dal ruolo di Servetta a quello di Innamorata (un’Innamorata sui generis, però). Fino all’emozionante e un po’ malinconica conclusione, che prevede anche l’intervento dell’Autrice quale “dea ex machina”.
Un testo fortemente metateatrale, che prende in prestito le convenzioni del teatro del passato per farci riflettere anche sulla contemporaneità e, più in generale, sulla vita: si può ingabbiare la volontà di cambiamento? A quali conseguenze andiamo incontro quando abbandoniamo le nostre rassicuranti “catene” per prenderci la responsabilità di essere liberi? La commedia suscita queste e molte altre domande, senza però perdere mai la sua freschezza, anche per merito dell’accurato lavoro di costruzione delle scene e di caratterizzazione dei personaggi condotto dalla regia (di Ermini) e dalle interpreti. Un plauso particolare va alle sei giovanissime attrici (Lavinia Calamai, Bianca Ciardi, Sara Coppola, Silvia Melozzi, Chiara Menchetti e Daria Reali), che si sono confrontate con un testo molto difficile: si apprezza il loro sforzo di colorire le battute che, essendo in rima, rischierebbero altrimenti di suonare monotone, e la loro abilità nel rendere efficacemente e con disinvoltura anche la fisicità delle maschere. Appropriate le musiche – su cui si sviluppano, in alcuni momenti della commedia, divertenti coreografie -, splendidi i costumi a cura della Sartoria Monaco.
Il prossimo appuntamento al Teatro la Baracca è lunedì 9 giugno alle 21.30: l’attore Gianfelice D’Accolti leggerà alcuni testi di Aldo Palazzeschi."
Eloisa Pierucci

lunedì 26 maggio 2014

Renzi: colui che rubò il voto a Berlusconi e a tutta la Destra (ossia, la Sinistra vince con il voto della Destra)

La questione è seria, ma di facile interpretazione.
Renzi vince e stravince con il voto della Destra italiana.
E così, nello stesso modo, vincono i candidati sindaco a lui collegati.

Per la prima volta in Italia, almeno in modo così smaccato e totalizzante, la Sinistra vince grazie alla Destra.

(A Prato, quando vinse Cenni nel 2009, la Sinistra l'aiutò, ma non in modo così assoluto. Allora il Centro-destra vinse per non tanti voti, mi sembra di ricordare, e poi al ballottaggio).

I programmi non hanno più senso, ormai vince il candidato più 'divo', il divo televisivo-mediatico del momento.  E a pioggia, chi è sotto il suo ombrello.

Quanto conta la TV nel voto (conservatore), ovvero queste non sono elezioni per l'Europa


Alle Europee Renzi vince.
E si pronostica una vincita anche alle Comunali.

Questo per rispondere a quegli sciocchi che dicevano che il 'WEB' ormai distruggerà la televisione e altre sciocchezze similari.  Ma di questo ho già scritto. (http://primaveradiprato.blogspot.it/2014/05/blogghisti-analisi-delle-fenomenologie.html).

La presenza di Renzi in televisione è stata assoluta e nessuno l'ha fermata o l'ha controllata.

Infatti Berlusconi perde, perché non è stato in televisione. E non per i suoi processi. Non per la corruzione. Altrimenti, visto lo scandalo EXPO, avrebbero perso anche a Sinistra. No, anzi, quello, invece, sembra far punteggio in Italia.

Conta anche la presenza del 'divo' politico. Infatti  stasera si vedrà quanto sia contata l'assenza di Beppe Grillo a Prato, oltre alle divisioni interne e ai massacri nel M5S locale, ai commenti inqualificabili che ho letto sui media sociali di una parte contro l'altra. E ho ascoltato anche, l'altra sera in un negozio, calunnie. Calunnie che si sono sparse in città da certi untori di cacca. Sappiamo bene chi sono gli untori, e ora abbiamo anche le prove.
Ma questo l'avevo già sperimentato su di me, al tempo della mia candidatura cinque anni fa. 

Torno al voto europeo: in Francia l'antieuropeista Le Pen ha vinto, ma i motivi sono ben due: contrariamente a Grillo, la signora rappresenta un partito di possidenti e codini e li vuole tutelare; inoltre è contro l'immigrazione che la Francia sperimenta in modo massiccio da tantissimi anni, dato che quello è stato paese imperialista. Il voto alla signora Le Pen è stato un voto per tranquillizzarsi.

Invece  Grillo che gridava per l'Italia, nei vari comizi, era tutt'altro, appariva come una sorta di 'direttorio del terrore', che, ingigantito dai media, ha fatto paura. Ecco l'errore mediatico.

Grillo è stato fermato dagli interessi (come è accaduto anche in Francia, beninteso, ma con risultato diverso!). E' un voto dettato dalla paura, per il mantenimento dello status quo. Non si deve toccare nulla, gli interessi sono interessi.  Certi gruppi di potere, ma anche i cittadini si sono terrorizzati da questo figlio della Rivoluzione Francese che portava plastici di bastigliette italiane in giro.

E ancora: l'Italia è un paese ateo, ma profondamente cattolico; e la Chiesa ha preferito Renzi a Grillo, nonostante quest'ultimo l'abbia praticamente e volutamente ignorata: chi 'tocca' la Chiesa di Roma in Italia, 'muore'.
Renzi è un ex-democristiano, non proviene dalla Sinistra, e si vede. La Chiesa ha memoria lunga, lo ha visto con Andreotti, non con Berlinguer. In questo Grillo aveva ragione.

L'espressione del voto italiano alle europee è, come in Francia, un voto profondamente conservatore. Il risvolto della stessa medaglia.

Non un voto per l'Europa, ma per il proprio orticello; in Italia per fermare ogni possibile cambiamento.
Quando è sollecitato, il popolo mostra il suo vero volto.

P.S. Citazione da Flaiano: "Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione."

domenica 25 maggio 2014

IO E CARMELO (IL BENE)


Stanotte Carmelo Bene è entrato nel mio sogno.
Nel sogno Carmelo ha bussato, sì, in tono dimesso, che non sembrava neanche lui, non lo riconoscevo...(1). Infatti non è apparso in forma di immagine, bensì come Phoné, voce:

-Posso entrare?
-Chi è?
-Sono Carmelo, il Bene.
-Ah, Carmelo...il Bene?
-Ho bisogno di parlare.
-Con me?
-Sì.
-Che privilegio. Merito tanto?
-Certo che no. Però...sono qui.
-Sto dormendo, come sai.
-Sì sì, ma...Ascolta.
-Domani ci sono le elezioni.
-Le...che? Ma cosa vuoi che importa a me di questi miserrimi mediocri incapaci! Io sono contro le elezioni! Lo Stato deve smettere di governare, uno Stato si può solo amministrare. Non sono qui per questa pagliacciata elettorale.
-Ma...?
-Lo sai, no, che io anche da morto sono, sono espressione del disordine! Non devi aver paura.
-Non ho paura. Sono sorpresa. Ti ricordo che ci siamo incontrati...?
-Adesso non fare incipit patetici! Sono qui per un preciso motivo, ma...come dire?
-Un motivo morale?
-Ah no! No, perdio! La falsità è sempre stata la mia grande dote.
-Purtroppo su questo versante non ti seguo. Io sono morale, Carmelo.
-E' per questo, è per questo che io sono qui! Proprio perché queste scimmiette non sono capaci di vera falsità, sono dei mediocri falsari e dei falsi mediocri, ecco, ora sono qui. Almeno tu sei donna morale, che è come dire aberrazione pura, e per giunta nel teatro. Essere morali ed etici nel teatro significa aberrazione e disordine assoluto. Con te mi sono convertito in un certo senso a una insolita eccitante moralità, e mi diverto un mondo.
-Sono commossa.
-Non essere stupida. Non fare la donna, con me! E poi non illuderti, sei spacciata.
-Spacciata?
-Nel mondo dello spettacolo intendo; non in quello del teatro. Ma siccome oggi non c'è teatro, solo spettacolo, tu e quelli che stanno con te o come te, non hanno scampo. Ti faranno spettacolarmente fuori; anzi, l'hanno già fatto.
-Avevo questo sentore. Anzi, certezza.
-E' così. Ma non ti rattristare. E' una gran fortuna. Perché così puoi ancora fare teatro, o provarci. Provocare Dioniso...Vedi invece questi piccoli epigoni, che tentano di imitarmi, e non solo teatralmente parlando.  Sono solo degli stomachevoli imitatori,  foglie morte e rinsecchite, che fanno rumore solo se tu le calpesti. Vogliono fare essere disordine, ma in realtà sono il conformismo più assoluto, la moralità assoluta, l'ordine. Capito? Tu invece, così morale, così precisa, così ordinata e, ah ah ah, noiosa, pulita, stomachevole, ETICA! ecco, tu adesso per me sei il DISORDINE, IL PECCATO! 
-Sono stupefatta. Ma tu...?
-Sono incoerente, donna, incoerente come l'aere, più dell'aere! Scrivi tutto questo sul tuo diario elettronico. Presto tornerò e ti dirò altre cose...
-Lo sai che presto andrò in tribunale per i contributi che hanno negato...Sono preoccupata.
-Ma non dire sciocchezze, codeste, ah, misere sciocchezze! Sai quante volte io...E' pura goduria, andare in tribunale ed essere sicuro di perdere, SII SICURA DI PERDERE E GODI! Oggi il teatro è eccitante in luoghi come il tuo, perseguitati, svincolati, ridicoli, morali e per questo fastidiosi, piccoli e provocatori come corpi di bambine adolescenti!; il resto, come per le elezioni, è solo una insulsa floscia mascherata, un conformistico spettacolo di un carnevale di impotenti con puttane ormai fanée. 
Au prochain rêve".

(1) Conobbi Carmelo Bene agli inizi degli anni Novanta. Feci un viaggio con lui, da Firenze a Roma.
Fra noi nacque un'antipatia fortissima, immediata e sincera. Però lui fu gentile, e mi incoraggiò ('Nonostante Lei sia donna...).
L'ho sempre considerato un geniale mistificatore. L'astrusità è parente dell'assurdità e cela sempre o quasi la mistificazione...Un grande artista barocco en retard (sua barocchità pugliese in salsa alto-moderna).
Ebbi però una forte simpatia per lui quando pubblicò sui giornali - era il 1992 e fu vero atto politico - la sua protesta contro il Ministero dello Spettacolo e contro gli Stabili con una inserzione a pagamento: "Oggi lo Stato dello Spettacolo è in mutande_ per sopravvivere ad ogni costo, minaccia contributi e sovvenzioni (a una marea indiscriminata di sfaccendati che  -"quasi" nessuno escluso - può giovare al teatro in un solo modo: togliendosi di mezzo=disoccupandosene...".
Da allora più nessun uomo di teatro o di spettacolo famoso ha dimostrato tanto coraggio. Oggi si assiste solo ad atti e parole di artisti vari che salgono sui carri dei vincitori per avere pubblico vasto (come fecero già in passato su carri della Sinistra Potente), o fanno atto di vassallaggio eccetera per direzioni, ingaggi e compagnia cantando.

LA NOTTE DEI RACCONTI


Bellissima serata, ieri a La notte dei racconti. Poche persone (tutti erano affaccendati in cene e riunioni elettorali, a raccogliere gli ultimi voti), molto intimo ma pieno di spunti.

Da segnalare le letture: quella di Gianfelice, che ha letto la "Riunione Sindacale" tratta dalla sua pièce Fabbrica; Fabiana ha letto una favola sul senso della musica, La soffitta invisibile di Rossella Fabbri (Edizioni Corsare); Fulvio un paragrafo tratto dalla Storia di Cristo di Papini ('Mammona') e altri hanno raccontato liberamente, facendo varie considerazioni, anche politiche (ma nessuna propaganda elettorale), personali, sull’educazione dei ragazzi, sul teatro.  Ci sono stati ricordi, testimonianze (la mia quella legata al Premio Teatrale "Fondi La Pastora").

Abbiamo terminato oltre mezzanotte. Da ripetere assolutamente, magari in autunno o inverno.

Al solito, quando è fine settimana d’estate, la parrocchia vicina accoglie feste di matrimonio, dove si fa un uso volgare della musica ad alto volume, come una discoteca. Eppure le canzoni stile karaoke non erano che lontane, non hanno ‘vinto’.
Emblematico il sottofondo musicale volgare mentre si leggeva La soffitta invisibile, che parla proprio del senso della musica, o  “Mammona” di Papini. 
Sembrava costruito apposta per dire che il sacro non abita più là, in parrocchia, ma altrove, magari in un piccolo teatro di legno.

sabato 24 maggio 2014

Discorsi di fine campagna elettorale

Il discorso di Beppe Grillo a Piazza S.Giovanni a Roma, stracolma di gente, è stato molto efficace.
Egli propone un mondo diverso, un modo diverso di affrontare l'esistente. Attacca l'Europa delle banche, che è contro l'Europa dei popoli.
Parla e si mostra convinto, e la sua forza sta in questo, nel modo diretto e vero di dirle.
Un discorso emozionante. 
Non ci sono sondaggi che servano, prenderà molti voti.
Non so se questo aiuterà il gruppo di Prato, il M5S è stato diviso e attaccato duramente dall'altra parte, quella che era capeggiata da Barosco, che in questi giorni non ha fatto altro, tramite commenti sui media sociali, che svalutare l'immagine della candidata sindaco e degli altri.

Il discorso di Renzi, anche a Prato, invece è stato poca cosa. Battute, frasi fatte, con un atteggiamento un po' burattinesco.
Era in evidente difficoltà retorica.
Se si dovesse votare su questo, Grillo vincerebbe.
Ma la macchina del PD supporta, e infatti lui a Prato ci è venuto, a sostenere un debolissimo Biffoni, il 'gentile'. C'era chiaramente gente, ma a Firenze la piazza della Signoria (più grande di quella del Duomo di Prato) è stata un po' deludente.

Guardando nel locale: Cenni questa volta era meno sorridente nel suo discorso finale rispetto a quello della passata tornata elettorale. La Destra ora si presenta divisa, i voti si potrebbero disperdere in mille rivoli e il ballottaggio non è certo.

Ma si sa: alla fine, quello che è determinante, è proprio quando sei lì, con la matita in mano, con il foglio elettorale disteso sul banchino. Lì, in quel momento anche l'elettore più fedele può tradire e l'imprevedibile a volte accade.


venerdì 23 maggio 2014

"La notte dei racconti": precisazioni

Domani sera (sabato 24 maggio ore 21) avrà luogo, al Teatro La Baracca, la Notte dei Racconti.
Data la coincidenza con le elezioni ricordo che è assolutamente vietato ogni tipo di riferimento politico-partitico  ad eventuali liste, è vietata ogni propaganda. 

L'evento è esclusivamente finalizzato allo stare insieme ascoltando storie altrui.

L'ingresso è libero e aperto a tutti.
Si possono portare narrazioni (orali), propri racconti originali, pezzi letterari, incluso per ragazzi.
Ciascuno avrà un tempo a disposizione, circa 5 minuti (ma dipenderà anche da quanti parteciperanno).

Pillola di pensiero sul potere (1)

Mentre, nella vigilia elettorale (venerdì d'elezione) state pensando a quale loro affidare città e Europa eccetera; mentre si stanno organizzando feste e festini sullo stile "Indovina chi viene a cena? (senza immi(n)grati di colore però, nella versione locale), che dovrebbero convincervi a votare per loro, ho pensato di regalarvi la mia prima pillola di pensiero sul potere:

Il potere non può avere un testimone costante della propria corruzione; per nasconderlo e quindi dare l''illusione del cambiamento, esso ha bisogno di persone nuove.



giovedì 22 maggio 2014

Per chi non voterò


Non voterò per tutte queste persone:

1. Non voterò per chi in questi anni mi ha trattata come una pezzente, derisa, offesa;
2. Non voterò per chi in questi anni ha fatto finta che non esistessi;
3. Non voterò per chi in questi anni mi ha derubata anche senza entrarmi in casa;
4. Non voterò per chi in questi anni mi ha fatto lavorare solo per vedermi capo chino o potermi ancor più disprezzare;
5. Non voterò per chi in questi anni ha allevato e innalzato stirpi di mediocri e maldicenti;
6. Non voterò per chi in questi anni ha saccheggiato e impoverito la mia terra;
7. Non voterò per chi ha usato la politica solo per fini personali;
8. Non voterò per chi ora si mostra per non mostrarsi dopo più;
9. Non voterò per chi usa la politica senza imbastire sogni;
10. Non voterò per chi usa i sogni per ingannare: non voterò i disonesti, i vanesi e gli ambiziosi. I malvagi.

A Pray for the Election Day


A little pray
for Europe
I will do;

O Europe,
where are you?

You
in the past
were a mith
now in the last
a dark stiff
far office
involve you;

oh, Europe
where are you.

There is no clear language
only a banking marriage!

Divorce, divorce
you'll do
of course.

For this I pray
do not dismay.

Oh  candidates, unite
in this mithical fight;

find a greener sap
inventing new maps.

mercoledì 21 maggio 2014

LA CICLABILE, DOPO VENT'ANNI

No, non ci posso credere.
Finalmente una ciclabile, LA CICLABILE che chiedo da vent'anni, sta arrivando.
Ci sono gli operai, entro stasera metterò la foto, la foto che ogni buon articolo 'internettesto' richiede...
La ciclabile fra CASALE E TOBBIANA a Prato, lungo il viale alberato, pochi metri pochi metri che son costati vent'anni!

Sì, la chiedevo da vent'anni, i compagni e gli alterego lo sanno.

Ma chi devo ringraziare, chi? CHI?

Per questo compongo subito un poemetto, ad effetto:

O mia ciclabile
lungo la carrabile
finalmente sei arrivata
quanto disiata!

Non più incerta
sulla bicicletta,
non più coperta
di cupa incertezza
ma posso da olandetta
andare con gaiezza!

O mia ciclabile:
il sogno ormai
è palpabile,
mirabile.

E infatti gli operai
m'hanno detto:
-fra tre giorni
tu ci vai,
tutto perfetto!-.
(Omamma).




CANDIDATI IMBAVAGLIATI: BRAVI..MA DOVE ERAVATE CINQUE ANNI FA?


La storia si ripete, non è cambiato nulla, e il 'sistema' è lo stesso e vuole continuare a esserlo.
Candidati Tognocchi e Bini, che vi siete imbavagliati per essere stati esclusi dai dibattiti, non invitati, considerati candidati di serie B eccetera, avete fatto bene a imbavagliarvi, ma siete arrivati tardi e soprattutto... voi dove eravate cinque anni fa?
Eravate rispettivamente con il Centro Sinistra (Tognocchi, ex-Italia dei Valori) e Bini con il Centro-Destra( Forza Italia). 
Certo, avete evidentemente cambiato idea. E meno male!
Allora molti mi criticarono e ironizzarono al solito (i 'sistemisti') o, come si vede dalla foto, altri fecero finta di nulla.

Da questo diario, 26 maggio 2009, si commenta la foto sopra:

"22 maggio 2009: Maila imbavagliata all'incontro organizzato a Officina Giovani con i candidati sindaco per protestare contro la mancata attenzione dei media nei confronti della lista Per il bene comune.

La Nazione non ha dato notizia, nemmeno della nostra esistenza.

Il Tirreno ha scritto un trafiletto. Ma non ha messo foto. (Nonostante i giornalisti ne abbiano scattate tantissime).

Il Nuovo Corriere di Prato, da cui è tratta la foto che riportiamo, ha invece dedicato all'evento di Officina Giovani due pagine intere, oltre alla prima pagina."



martedì 20 maggio 2014

CONTRIBUTI, RENDICONTAZIONI E INGIUSTIZIE

Sul Centro Arti Visive di Prato, diretto dal Calamai, mi sono già espressa. (1)

Su questa ora Massimo Carlesi (PD) presenta un esposto alla Corte dei Conti, ché rileva irregolarità nella rendicontazione da parte di quella associazione.

Però commento: ogni volta, per quei miserrimi spiccioli che il Comune mi ha dato in questi ultimi anni per il Teatro La Baracca, ho dovuto sottopormi a un vero e proprio interrogatorio, con tanto di controlli e controlli sulle carte da parte di scrupolosissimi impiegati e funzionari; invece per quel consistentissimo finanziamento non è stato così?

Nessuno, nessun partito, nessun gruppo ha detto mai una parola per le enormi disparità e le eventuali conseguenti irregolarità che ci sono nei finanziamenti in campo culturale. Ora invece si rilevano.

Il dubbio, lecito, è che tutto scoppi adesso o si posticipi, a secondo delle opportunità di partito.

Non a caso il TAR ha posticipato a dopo le elezioni la discussione del ricorso che ho fatto contro la Regione per aver dato a una manciatina di compagnie teatrali rispettivamente 400-300-200 mila euri e a scalare,  mentre ad altri, nulla.
(Lo aveva fissato prima delle elezioni, ma poi, frettolosamente, hanno cambiato la data...).

Su questa grossa ingiustizia, come su tante altre, nessun partito o gruppo si è espresso. Nessun esposto. Nessuna solidarietà. Nessun appoggio.
Eppure si lavora sul territorio, come ben sapete, da ventidue anni.

Perché alcuni devono vivere; altri, come noi, che non diamo soldi a nessuno, non diamo vantaggi, non appoggi eccetera, devono morire.
E non conta quello e come si fa. Non conta nulla.
Noi non appoggiamo il sistema. 
E forse alla fine (ma solo molto alla fine) ce la faranno a farci morire.

E' chiaro, non piangerà nessuno; perché ne hanno tanti e poi tanti di artisti pronti a vendersi per meno di un piatto di lenticchie; che magari valgono più o meno, ma che importa? Tanto hanno tutta la macchina informativa a loro servizio che li può sostenere e può far credere invece, almeno al momento e per quello che serve, che valgono, eccome se valgono!

Intanto nessuno sembra voler sporcarsi le mani per una marmellata che è poco zuccherosa.

I PREVEGGENTI

Fronte a una deludente campagna elettorale, con candidati non all'altezza del compito, nelle città si è scatenato il triste gioco dei preveggenti gossippari.

Chi vincerà l'elezioni? Loro sanno ben rispondere a questa domanda!

Non ci sono altri argomenti, è ben evidente, e i preveggenti gossippari sono altrettanto mediocri dei candidati che andranno a votare.
Squallidi e sibillini cercano di portare acqua al proprio mulino.
E di ciaccolare ciaccolare ciaccolare...

Piccoli condor e avvoltoi volteggiano, in attesa di planare e di avere qualche brandello. Non fosse altro che di pubblicità. Di visibilità-marchetta.

Per questa genia le elezioni sono come dei giochi, o meglio, delle pubblicità per i propri 'selfie'.

Ci sono poi quelli peggiori, i preveggenti-getta-fango (alcuni addirittura su commissione) che, per aver fatto qualche esamuccio all'università, pensano addirittura di poter scrivere in quanto possessori di doti sensitive e concettuali.
Di avere addirittura uno stile!

Senza contare, infine, quelli che alle ciaccoline pruriginose sul chi vince ci mischiano, come nella preparazione di una bella tortina avvelenata che gli piace tanto, anche l''outing', che dichiarano artatamente che dichiareranno il loro voto, che mostrano le cosiddette palline (anche le donne, s'intende ora indossano quel costumino maschile, quel corredino!); ma non contateci, ché poi il voto lo daranno ai SOLITI AMICI!

Speriamo anche che dopo il voto, come molti candidati,  anche questi preveggenti  si eclissino.

lunedì 19 maggio 2014

BREVE ANALISI DEGLI SPOT ELETTORALI (PER PRATO)

Ho visto gli spot elettorali di alcune liste che concorrono per il Comune di Prato. Due purtroppo sono visibili solo su 'dio facebook', non ho trovato altro, e anche per me, che non sono protetta da quel dio, è stato difficile trovarli e consultarli...

Quello di Prato con Cenni:  il candidato vi appare ingessato nella cornicetta di tessuto inglese, con lo sfondo dei contenitori di plastica  colorati usati dai tessitori. Sottofondo di musica classica. Il messaggio è il solito: sicurezza (con tanto di immagini di forza pubblica) e lavoro (con pubblicità per Esselunga e ASM). Gioco di retorica, slogan: "Prato non solo una città grande, ma una grande città". In questi anni Cenni ha imparato molto; alla scorsa tornata elettorale, nel parlare era molto più incerto.

Quello di Lista Matteo Biffoni:  come sfondo il Bisenzio, lui che si siede sulla panchina, mentre dice che non starà seduto (e già qui il primo errore di comunicazione), che non starà in palazzo. Che lavorerà per coloro che al mattino alzano su il 'bandone' (richiamo retorico alla pratesità tessile e del 'fare').

Quello degli Indipendenti: come sfondo un cantiere edile e il candidato Bonini con il casco in testa della sicurezza. Il tema evidente è il lavoro, e anche si ribadisce il concetto dell'indipendenza della politica.  Temi: lavoro, sicurezza e giustizia sociale, e, al solito, il richiamo al 'fare'.

Quello del M5S: come sfondo il centro storico e, oltre alla candidata sindaco, altri della lista. Si vuole dare l'idea della collettività della politica e del 'movimento': infatti i candidati annunciano brevi stralci di programma camminando. Aggressivo, direi 'grillesco',  il gesto simbolico sulla videocamera, come uno 'schiaffo', a cambiare prospettiva;  a me allontana.

Quando c'erano le elezioni

Tratto dal racconto di Maila Ermini

Quando c'erano le elezioni

Una volta, chissà se qualcuno se ne ricorda, c'erano le elezioni.
Io me ne ricordo bene, nonostante la mia venerandissima età, che sfiora i centocinquantadue anni.

Proprio a causa di questa, nel senso che l'età mi potrebbe far dimenticare quel tempo lontanissimo, io voglio qui ricordare quello che succedeva quando c'erano le elezioni politiche.

Oggi noi siamo costretti a gestire la cosa pubblica, e lo facciamo mal volentieri. Non abbiamo nessun guadagno.
Invece un tempo era tutto il contrario, ci si guadagnava: soldi, onori, prebende, nomine, incarichi, amori. Tutto, insomma.

Si andava a votare quindi, e intorno a questo grande interesse succedeva di tutto: litigi a non finire, rivalità, lotte, anche assassinii.

I cittadini vivevano tutti nel sistema democratico, le monarchie erano solo di facciata, ed esisteva il cosiddetto suffragio universale, e quindi tutti i cittadini erano chiamati a votare. Ma, naturalmente, tutti vi potevano concorrere per essere eletti. Per far questo la cosa migliore era stare dentro un partito politico.

Cos'era un partito politico? Uff, così difficile da spiegarlo, ma cercherò di farlo con poche parole...Era una associazione politica, che aveva un programma da attuare per gestire la cosa pubblica. Ma in realtà poi in questi partiti si inserivano persone che avevano tutt'altro interesse che fare l'interesse pubblico, ma solo il proprio.
Per combattere questo sistema nacquero i movimenti di liberi cittadini.
I movimenti combattevano contro i partiti che consideravano corrotti, e la lotta era tenacissima.
Il problema dei movimenti era che anche questi erano composti da esseri umani e quindi non era facile tenervi lontana la stessa brama di potere, di interesse personale eccetera che si evidenziava nei partiti.

Mi ricordo, ero una ragazzina, che lotte, che violenza, che offese fra i contendenti!
Mio padre era un uomo che apparteneva a un partito, e non c'era giorno che non si discutesse di politica a tavola; anche perché non c'era anno che non si andasse a votare: si doveva votare per gestire il Comune, il Parlamento di qua, il Parlamento di là...

Si chiamavano proprio così, come oggi. 

Ogni partito e ogni movimento pensava di aver ragione, e ognuno voleva il voto.
Le liste erano infinite. Più ognuno diceva che avrebbe combattuto contro il malaffare, più il malaffare cresceva; più si diceva che la politica costava troppo, più aumentavano le liste e i candidati...

Era un vero e proprio gioco al massacro. Il vero serpente che si morde la coda.

Un massacro senza sangue, in genere, nel nostro mondo occidentale...

Da tempo ormai i grandi della finanza si erano cominciati a spazientire di tutto questo giochetto, perché com'è noto il giochetto che volevano era solo quello di vedere aumentati i loro guadagni, e stavano pensando di farla finita con questa politica, con i partiti, con gli stati, con le liste, con le fazioni, che non facevano altro che intralciare il loro lavoro, anche se molti giocavano su entrambi i fronti, ma fu a quel punto che cominciò un evento stranissimo.

Come cominciò?

Non mi ricordo. Però iniziò senz'altro col fatto che la gente era davvero stanca di tutto questi giochi, questi litigi, che non portavano a niente.
Qualche politico, per salvare la politica, provò a dire: eh, ma questi sono qualunquisti! 
Noi, votate noi, e cambieremo questo e quest'altro!
Bisogna votare, votare! Volete forse che torni la dittatura?

Ah, ho capito, non sapete chi sono i qualunquisti? O forse devo spiegare il vocabolo 'dittatura'?
Da qualche parte devo avere un vecchio dizionario che mi aiuterà a farvi capire...Dove l'ho messo?

...

(Fine 1a parte. Il resto del racconto lo leggerò prossimamente al Teatro La Baracca).

Prato: basta ipocrisia sui cinesi

L'ultimo incendio nella fabbrica di confezioni gestita dai cinesi a Prato ha riacceso la solita, vecchia polemica.

Ora Silli, assessore all'integrazione del Centro Destra (sostenuto da Aldo Milone, assessore alla sicurezza) ha deciso di interrompere polemicamente i rapporti con il Consolato cinese, fino a quando i cinesi finalmente non si metteranno in regola.

Cioè i loro reciproci rapporti di lavoro saranno regolari, senza lavoro a nero, sfruttamento e compagnia cantando.

Il Presidente Rossi ha tuonato che non va bene, che invece bisogna intensificare i rapporti per togliere il 'bubbone' dell'illegalità.

Nessuno va o è mai andato a toccare gli interessi dei proprietari italiani, che grazie a questa illegalità hanno potuto e possono vivere di rendita con gli affitti e le compravendite.
I cattivi sono sempre i cinesi. Che, badate bene, hanno sicuramente enormi responsabilità. Ma in questo stanno in buona compagnia.

La cosiddetta invasione cinese è frutto dei nostri silenziosi affarucci.
A molti italiani sta più che bene questa illegalità!
Perché, signori presunti politici, non lo dite mai?

Basta ipocrisie.

domenica 18 maggio 2014

Conventio ad excludendum

Ieri la Compagnia delle ragazze ha presentato al Teatro La Baracca "Commedia Arlecchina": a parte un trafiletto su Il Tirreno, nessuno ha dedicato una parola in più su questo 'miracolo' che si sta compiendo da noi, dove un gruppo di ragazze -senza essere strumentalizzate o mistificate da nessuna propaganda politica, nessun partito, nessun teatro o nessuna scuola che deve presentare il compitino, dove nessun assessore si mostra e dice prima dello spettacolo quanto sono bravi eccetera - da cinque anni ormai fanno 'stanza' da noi.

Così noi per i giornali, e anche per quelli 'in-linea-ti- NON esistiamo. Il nostro, e in particolare mio lavoro di anni e anni con i ragazzi, NON esiste.

Noi siamo poveri. Noi ci autogestiamo. Non serviamo nessun partito. Nessuna fazione. Nessuna scuola.  Nessun 'mattoncino'. Nessuno.

Uno dei tanti esempi del "conventio ad excludendum" di cui siamo continuamente oggetto.

Stasera si replica. Consiglio la prenotazione, perché è previsto il tutto esaurito.

Archeologia in città

In merito al convegno che si è svolto qualche giorno fa in città, di cui alla locandina che pubblico, ricevo questo intervento del Prof. Centauro, che segnala tra l'altre cose che non era presente nessun rappresentante della Soprintendenza oltre alla citata Lapi Ballerini, e che l'Assessore Beltrame è intervenuta sul Museo Civico. Il Professore aggiunge che c'era "abbastanza pubblico, nonostante la stampa avesse ignorato l’evento, segno che l’archeologia, semai si cercasse una conferma, richiama curiosità e tanta voglia di sapere sulle origini":




"A proposito del Convegno Archeologia in città,  svoltosi ieri (16 maggio, n.d.r.) in Sala consiliare, era scritto e del tutto logico che dalla Soprintendenza Archeologica non venisse nessuno, lasciando il prof. Guido Vannini e le archeologhe dello spin-off universitario a raccontare il loro lavoro fuori dal reale contesto cittadino, entro il quale si è mossa finora l’archeologia istituzionale, marcando  una distanza davvero incolmabile tra l’archeologia scellerata condotta a Gonfienti e la paziente e meritevole cura svolta per l’archeologia medievale nel centro storico.
La dottoressa Poggesi, funzionaria responsabile del territorio pratese, ha tuttavia inviato una video intervista, non parlando dei risultati acquisiti ma piuttosto facendo il solito “pippone” sull’archeologia preventiva, ricordando  che, dal 2005, esiste un  obbligo di legge  che nella necessità di fare scavi in “aree sensibili” di condurre indagini diagnostiche preliminari sotto l’alta sorveglianza delle autorità competenti, dimenticandosi, come ricordato ampiamente durante l’esposizione dei lavori, che per gli interventi di pavimentazione di piazza di S.M. delle Carceri era stato il Comune ad inviare gli archeologi Università e CNR  a fare, a spese della comunità, preliminari introspezioni geofisiche e saggi preventivi. Questa azione ha prodotto risultati importanti , nuove acquisizioni scientifiche, indispensabili per ricostruire le tessere scomposte della storia della nascita della città tra  XI e XIV secolo.
Il “pippone” della Poggesi ha mostrato una volta di più come l’autorità preposta sia possa dimostrare lontana anni luce dai desiderata della comunità, sostituendo con  l’ipocrisia della burocrazia la verità delle ragioni della storia e della conoscenza. A poco è servito anche il commento della concittadina , dott.sa Isabella Lapi Ballerini, attuale Direttrice dei Beni Culturali e del Paesaggio per la Toscana, che ha tentato di spiegare che la tutela passa  dalla condivisione degli obiettivi, nel caso della città murata di Prato, ponendo al centro il paesaggio urbano come valore culturale intrinseco  da recuperare.
Affermazioni condivisibili al 100%, ma allora se così fosse realmente  come spieghiamo il caso di Gonfienti, ricordata solo per la presenza dell’Interporto? Quale futuro immaginiamo per le antiche antropizzazione dei Monti della Calvana, neppure menzionati tra le emergenze di valore archeologico? Cosa dovremmo pensare dell’abbandono pubblico perpetrato nei confronti della Fattoria di Lorenzo alle Cascine Medicee, dopo avere osannato la Villa Ambra, capofila per l’appunto delle Ville Medicee da pochi giorni riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco?
Ancora una volta per gli scavi in piazza, i risultati raggiunti sono il frutto dell’impegno di un manipolo di studiosi e della volontà e della visione lungimirante dell’Assessore Caverni che ha preteso di conoscere, di essere edotto, di contribuire alla crescita culturale per essere in grado di realizzare un progetto di riqualificazione urbana che oggi riconosciamo di grande efficacia non foss’anche per aver reso fruibile al meglio la bellezza della Basilica di S.M delle Carceri e del Castello dell’Imperatore, tuttavia senza negare un futuro alla progressiva riscoperta della nostra storia, cosa che purtroppo addolora e rattrista per lo scandaloso caso di Gonfienti che ancora deve trovare politici illuminati e Istituzioni sburocratizzate disposte a svolgere un servizio vero, senza personalismi, negli interessi della comunità."


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.