domenica 25 maggio 2014

IO E CARMELO (IL BENE)


Stanotte Carmelo Bene è entrato nel mio sogno.
Nel sogno Carmelo ha bussato, sì, in tono dimesso, che non sembrava neanche lui, non lo riconoscevo...(1). Infatti non è apparso in forma di immagine, bensì come Phoné, voce:

-Posso entrare?
-Chi è?
-Sono Carmelo, il Bene.
-Ah, Carmelo...il Bene?
-Ho bisogno di parlare.
-Con me?
-Sì.
-Che privilegio. Merito tanto?
-Certo che no. Però...sono qui.
-Sto dormendo, come sai.
-Sì sì, ma...Ascolta.
-Domani ci sono le elezioni.
-Le...che? Ma cosa vuoi che importa a me di questi miserrimi mediocri incapaci! Io sono contro le elezioni! Lo Stato deve smettere di governare, uno Stato si può solo amministrare. Non sono qui per questa pagliacciata elettorale.
-Ma...?
-Lo sai, no, che io anche da morto sono, sono espressione del disordine! Non devi aver paura.
-Non ho paura. Sono sorpresa. Ti ricordo che ci siamo incontrati...?
-Adesso non fare incipit patetici! Sono qui per un preciso motivo, ma...come dire?
-Un motivo morale?
-Ah no! No, perdio! La falsità è sempre stata la mia grande dote.
-Purtroppo su questo versante non ti seguo. Io sono morale, Carmelo.
-E' per questo, è per questo che io sono qui! Proprio perché queste scimmiette non sono capaci di vera falsità, sono dei mediocri falsari e dei falsi mediocri, ecco, ora sono qui. Almeno tu sei donna morale, che è come dire aberrazione pura, e per giunta nel teatro. Essere morali ed etici nel teatro significa aberrazione e disordine assoluto. Con te mi sono convertito in un certo senso a una insolita eccitante moralità, e mi diverto un mondo.
-Sono commossa.
-Non essere stupida. Non fare la donna, con me! E poi non illuderti, sei spacciata.
-Spacciata?
-Nel mondo dello spettacolo intendo; non in quello del teatro. Ma siccome oggi non c'è teatro, solo spettacolo, tu e quelli che stanno con te o come te, non hanno scampo. Ti faranno spettacolarmente fuori; anzi, l'hanno già fatto.
-Avevo questo sentore. Anzi, certezza.
-E' così. Ma non ti rattristare. E' una gran fortuna. Perché così puoi ancora fare teatro, o provarci. Provocare Dioniso...Vedi invece questi piccoli epigoni, che tentano di imitarmi, e non solo teatralmente parlando.  Sono solo degli stomachevoli imitatori,  foglie morte e rinsecchite, che fanno rumore solo se tu le calpesti. Vogliono fare essere disordine, ma in realtà sono il conformismo più assoluto, la moralità assoluta, l'ordine. Capito? Tu invece, così morale, così precisa, così ordinata e, ah ah ah, noiosa, pulita, stomachevole, ETICA! ecco, tu adesso per me sei il DISORDINE, IL PECCATO! 
-Sono stupefatta. Ma tu...?
-Sono incoerente, donna, incoerente come l'aere, più dell'aere! Scrivi tutto questo sul tuo diario elettronico. Presto tornerò e ti dirò altre cose...
-Lo sai che presto andrò in tribunale per i contributi che hanno negato...Sono preoccupata.
-Ma non dire sciocchezze, codeste, ah, misere sciocchezze! Sai quante volte io...E' pura goduria, andare in tribunale ed essere sicuro di perdere, SII SICURA DI PERDERE E GODI! Oggi il teatro è eccitante in luoghi come il tuo, perseguitati, svincolati, ridicoli, morali e per questo fastidiosi, piccoli e provocatori come corpi di bambine adolescenti!; il resto, come per le elezioni, è solo una insulsa floscia mascherata, un conformistico spettacolo di un carnevale di impotenti con puttane ormai fanée. 
Au prochain rêve".

(1) Conobbi Carmelo Bene agli inizi degli anni Novanta. Feci un viaggio con lui, da Firenze a Roma.
Fra noi nacque un'antipatia fortissima, immediata e sincera. Però lui fu gentile, e mi incoraggiò ('Nonostante Lei sia donna...).
L'ho sempre considerato un geniale mistificatore. L'astrusità è parente dell'assurdità e cela sempre o quasi la mistificazione...Un grande artista barocco en retard (sua barocchità pugliese in salsa alto-moderna).
Ebbi però una forte simpatia per lui quando pubblicò sui giornali - era il 1992 e fu vero atto politico - la sua protesta contro il Ministero dello Spettacolo e contro gli Stabili con una inserzione a pagamento: "Oggi lo Stato dello Spettacolo è in mutande_ per sopravvivere ad ogni costo, minaccia contributi e sovvenzioni (a una marea indiscriminata di sfaccendati che  -"quasi" nessuno escluso - può giovare al teatro in un solo modo: togliendosi di mezzo=disoccupandosene...".
Da allora più nessun uomo di teatro o di spettacolo famoso ha dimostrato tanto coraggio. Oggi si assiste solo ad atti e parole di artisti vari che salgono sui carri dei vincitori per avere pubblico vasto (come fecero già in passato su carri della Sinistra Potente), o fanno atto di vassallaggio eccetera per direzioni, ingaggi e compagnia cantando.

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