Quello di Matteo Biffoni è un programmone di 36 pagine.
In realtà il programma inizia con la promessa di un altro modo di fare politica, ma il libretto non la mantiene, perché non dice come questo altro modo di fare politica sarà realizzato. Promette quello che altri prima di lui hanno detto e ridetto e mai mantenuto, a tutti i livelli: "Teniamoci sempre in contatto".
Una volta eletti non li abbiamo più visti né sentiti.
Una volta eletti non li abbiamo più visti né sentiti.
Il protagonista delle 36 pagine è il lavoro. E l'impresa. Per Biffoni e chi lo sostiene Prato deve tornare a rappresentare l'area manifatturiera e industriale più importante della Toscana.
Come potrebbe essere altrimenti?
E allora ecco che compare la parolina magica, quella che da diversi anni sentiamo risuonare sempre, la parola 'sviluppo', ripetuta ben 28 volte nel libretto. Segue a ruota il condimento magico, la 'legalità':
La nostra ricetta per lo sviluppo è creare nuovi posti di lavoro, rispettare l’ambiente e farlo nell'etica e nella legalità. Il lavoro sommerso, l'evasione e la concorrenza sleale delle aziende distorcono il mercato e riducono la competitività delle imprese sane che operano correttamente. (p.5) (1)
Dunque intorno al concetto di sviluppo (sostenibile) lavoro e impresa ruota tutto il programma. La rivoluzione digitale, il distretto tecnologico, l'energia (pulita e riqualificata, s'intende con cabina di regia comunale), tutto è al servizio dell'impresa. Anche l'Interporto deve essere valorizzato per questo, e ci vuole la terza corsia autostradale... E ci vuole anche il polo tecnologico e scientifico, un luogo fisico dove fare formazione, start up di impresa, confronto fra impresa, networking, incubazione, match-working, incontro fra amministrazione, università e imprese...
Il sistema è infrastrutturale e tutto è diretto e 'registizzato': c'è la cabina di regia.
Incluso per le ciclabili, s'intende. E anche la cultura.
Anzi, ci deve essere l'integrazione del sistema culturale e turistico.
Poi sono affrontati gli altri temi caldi di queste elezioni: il destino del vecchio ospedale (Il Misericordia e Dolce), per cui si auspica un parco attrezzato; si dice che sarà contrastato l'ampliamento dell'aeroporto, anche se mi sembra forse che lo si dica un po' tiepidamente, ma chissà.
Buoni argomenti sono la riqualificazione del Macrolotto 0, con possibili investimenti e riutilizzo di spazio vuoti con finalità culturali e, manco a dirlo (ossignore!) in materia di mobilità, l'idea della bicicletta come mezzo di trasporto; l'istituzione delle Zone 30, con limite a 30 chilometri per le automobili, dove il pedone e il ciclista siano protagonisti. (Un problema drammatico per la città di Prato, che accoglie in sé, non solo tante genti diverse, ma anche altrettanti modi di guidare - male - e di non rispettare il codice della strada).
Ottimo il concetto della mobilità metropolitana sulla direttrice di Pistoia-Prato-Firenze...
Ottimo il concetto della mobilità metropolitana sulla direttrice di Pistoia-Prato-Firenze...
Altri aspetti condivisibili (contemplati anche da altre liste eccetera) sono quelle legati all'ambiente come il sistema dei parchi e la valorizzazione dell'agricoltura (sempre vista però in chiave di impresa, s'intende), il no ad altro consumo di suolo e alla disparità di genere...
Buona anche la valorizzazione delle frazioni, finalmente qualcuno che ne scriva, e il capitolo scuola è interessante e corposo, nella tradizione della politica della Sinistra, con un piano per la manutenzione degli edifici (come ha suggerito già Renzi), e di maggiore offerta formativa, asili nido, eccetera, soluzioni che anche queste ormai appartengono a tutti i partiti e di cui sono conditi i programmi, e quindi niente di nuovo o specifico.
Invece molto male il capitolo sulla cultura, dove sono riproposti i sistemi di sempre, per cui i grossi enti culturali la fanno da padrone e non si prevede uno sviluppo corale e collettivo della città nella sua gestione. Non ci sono in questo caso pari opportunità, ma gruppi di privilegiati a cui si demanda il comando eccetera.
Grave, infine, che si citi una compagnia teatrale, a sancire disparità che non sono più tollerabili:
Teatro Stabile Metastasio, luogo per eccellenza di produzione e sperimentazione artistica, insieme al Fabbricone e al Fabbrichino, residenza della compagnia TPO, dovrà confermare la propria caratura regionale, garantendo una programmazione di rilievo e continuare nell'attività di stimolo alla produzione originale e alla diffusione della cultura teatrale nel territorio. Anche verso i più giovani. (p.25)
Questo a smentire il "Nessuno sarà lasciato indietro" scritto nel programma.
Sempre in campo culturale un accenno, molto superficiale, è dato a Gonfienti e alla sua valorizzazione. Invece addirittura ci si rivolge al Parlamento per avere la Pallagrossa come gioco riconosciuto. No comment.
In merito alla città università di Prato, si prevede e vede tutto in funzione del lavoro: un corso per infermieristica e si giustifica con il nuovo modello sanitario cittadino (quale?), e poi lo 'sviluppo' del corso CEDIC ("Il tuo futuro a cavallo della Cina", cultura economia e diritto nei processi di internazionalizzazione verso la Cina), e dei rapporti con la Monash e la New Haven University. Si parla di campus universitario, stile e contenuti di stampo americano. Niente di originale come proposta.
Un grosso capitolo è dedicato allo sport e ai diritti, "La Prato dei diritti di tutti". Così sulla sicurezza e legalità, per cui si prevede il ritorno del vigile di quartiere.
Va bene, però deve funzionare il servizio di vigilanza, non essere un presidio come era prima, dove si rimandava a carabinieri e polizia.
Il programma è molto dettagliato, scritto chiaramente, corposo; vuole essere esaustivo, ma finisce per essere in sostanza ibrido, eccessivamente corale ma a tratti in modo stonato, insomma frutto di voci che appaiono discordi, e quindi ideologicamente confuso; dove convivono insieme, senza dubbi o problematiche di sorta, l'idea della città industriale e manifatturiera pur rinnovata, lo sviluppo con un'idea di città alternativa nei suoi mezzi di trasporto e pulita, rispettosa dell'ambiente e della legalità eccetera, ma in sostanza non si dice come tutto questo libro dei sogni (poco sognante, per la verità) si attuerà. Convive il "nessuno sarà lasciato indietro" con un modo oligarchico di gestione della città, la 'regia' in tutti i campi, che finora ha invece lasciato indietro molti.
A parte alcuni indubbi punti (politiche di integrazione, centralità e gestione unica e compartecipata, diritti), il programma dimostra di essere espressione una Sinistra debole e incerta, dove di base rimane il sistema partito, ma con un forte sostegno/influenza del privato e dell'industria, in una cogestione della cosa pubblica e sua occupazione.
Il programma ha grafica, ma è chiaro, ben leggibile e consultabile.
Voto complessivo del programma: sette meno.
Prossimo programma che analizzerò: quello del Partito Umanista
(1) E' chiaro che qui ci si riferisce al problema cinese. Ma non si dice. La parola 'cinese' non compare che a p. 21, quando si parla di 'potenziamento della rete di accoglienza' e a p. 33, nel paragrafo "Nuovi cittadini. Le nostre politiche per l'inclusione".
3 commenti:
In sostanza , quindi, in questo programma c'è tutto e non c'è niente. Sono contrari all'ampliamento di Interporto ma anche favorevoli al rilancio del settore industriale di Prato, sono per la valorizzazione del Parco della Piana e del verde pubblico ma anche per la terza corsia della A11. Non c'è mezza parola di autocritica su come per decenni è stata gestita la questione cinese e , più in generale , l'immigrazione clandestina a Prato. Inoltre, a parte pochissimi aspetti, non si entra nel dettaglio di COME si faranno le cose, sono solo slogan.
"Ripartiamo dal lavoro": certo, e chi può essere contrario per principio a una frase del genere? Ma quando si chiede un voto bisogna specificare dettagliatamente COME si riparte, con numeri, fatti concreti, dettagli. Senza contare che alcuni argomenti ( per es. La metropolitana di superficie Firenze- Prato- Pistoia , idea ottima per carità ) si sentono tirare fuori da decenni ormai a ogni tornata elettorale senza che si sia mossa foglia.
Come si muoverà Biffoni a proposito di Estra? Come si muoverà se- come pare- Renzi andrà avanti a testa bassa sull'aeroporto? Mi pare che solo Mattei abbia preso posizioni davvero dure verso questa prospettiva, nel PD. Biffoni è tiepidamente contrario, altri sindaci della Piana, molti del PD, hanno da tempo preso posizioni nettissime in tal senso.
Anonimo ha detto...
Parlerei a proposito del suddetto programma di un coacervo rumoroso e assai poco armonioso di spicciolati indirizzi, spesso contraddittori gli uni con gli altri, al di là della formale e chiara esposizione. Si genera, dopo avere ascoltato il candidato nel dibattito, e leggendo anche il tuo personale e ampiamente condivisibile commento, una sorta di frustrazione esistenziale, quasi di irritazione che sul piano dell'impegno mediocre registrato nei confronti delle politiche culturali, non è retorico affermare, ci tira piuttosto indietro, ai tempi andati (non i migliori tra quelli) piuttosto che guardare in avanti con coraggio, consapevolezza e carisma. Non si ravvisa alcun colpo d'ala, e neppure intenzioni vere di cambiamento, se non altro di sburocratizzare gli apparati, di far valere le ragioni e i diritti della storia negata (vedi Gonfienti, ma anche la Fattoria Laurenziana, ecc., ovvero di rendere finalmente protagonista la comunità locale del futuro delle proprie risorse. Non si prova neppure lontanamente ad immaginare quale potrebbe essere questa nostra città recuperando i suoi antichi tesori di arte, di storia; giacimenti culturali ed ambientali mai presi realmente in considerazione per quello che sono, e messi in campo per progredire in conoscenza, educazione e etica collettiva, ovvero per produrre davvero le basi di un ritrovato ed equilibrato "sviluppo", senza doverlo evocare per ben 28 volte, come tu hai giustamente sottolineato, così banalmente e in modo del tutto autoreferenziale. Sembra di rivivere la mistificazione della "sostenibilità".
Per tutto questo, non mi trovo d'accordo sul voto, al quale, considerati gli omissis,le negazioni concettuali, il gratuito dogmatismo e lo stesso preteso ecumenismo più volte sottinteso nel programma, non assegnerei neppure una risicata sufficienza.
02 maggio 2014 13:06
Attenzione, è necessaria una mia precisazione: il voto si dà non solo sulle idee, ma anche su altri fattori, come appunto l'estensione degli argomenti trattati, la formulazione del programma, la sua esposizione e chiarezza, l'aspetto grafico. Quindi è valutato anche l'aspetto formale.
Il voto assegnato al programma non è il mio voto sulla scheda elettorale!
Non si vuole essere faziosi, ma oggettivi. Se non si capisce questo, non si capisce il senso di quanto sto facendo, nel rispetto del lavoro, anche non condiviso, di altri.
Quanto è stato appuntato lungamente nei precedenti due commenti, è scritto chiaro nel mio post, in particolare sugli aspetti contraddittori, involuti e non risolti del programma stesso, e sul COME, mancante, relativo alla realizzazione dei punti programmatici, in quanto non è detto.
Riguardo alla mancata attenzione per gli aspetti artistici, tutto già dice la frettolosità sull'argomento Gonfienti e l'attenzione alla Pallagrossa, che ahimé però non viene dalla Sinistra, ma da altra parte, com'è noto.
Ringrazio tutti i lettori per l'attenzione e apprezzamento che dimostrano per questo mio lavoro critico.
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