Ricevo e volentieri pubblico.
"Il teatro la Baracca di Prato è una realtà unica nel suo genere:
indipendente, non riceve alcun finanziamento ma riesce ugualmente a proporre
spettacoli di qualità, basati principalmente sull’originalità ed efficacia dei
testi e sulla bravura degli interpreti. Il lavoro portato avanti da oltre vent’anni
da Maila Ermini, fondatrice del teatro, con la collaborazione di Gianfelice
D’Accolti, è un esempio concreto di come si possa riuscire a fare cultura
disponendo di pochissime risorse: spettacoli di impegno civile, teatro per
ragazzi, commedie che al divertimento uniscono sempre la riflessione, ma anche
alcune iniziative aperte alla partecipazione creativa di tutti, come “La festa
della poesia” e “La notte dei racconti”.
“Commedia arlecchina”,
portata in scena il 17 e 18 maggio dalla “Compagnia delle ragazze”, composta
dalle allieve del corso di recitazione tenuto da Maila Ermini, è un testo molto
particolare scritto dalla stessa attrice e regista. Si tratta di un’opera in
versi che vede protagoniste le maschere della Commedia dell’Arte (Arlecchino, il
Dottore, Pantalone, Rosaura, Colombina e una versione femminile di Brighella)
catapultate nell’attualità. Pantalone diventa così un appassionato giocatore di
borsa e tutti gli altri, pur mantenendo le proprie, inossidabili
caratteristiche, possono essere identificati in altrettante figure della
società contemporanea (il disoccupato, l’approfittatore, e così via). Ma c’è di
più: Rosaura e Colombina, non a caso le uniche a non indossare la maschera,
vogliono fuggire dalla rassicurante ma limitante finzione teatrale per
affrontare il mondo reale e diventare donne in carne e ossa. Vogliono studiare,
imparare, emanciparsi. Naturalmente questa loro decisione crea scompiglio tra
le altre maschere, di volta in volta dubbiose, sospettose, solidali (ma fino a
un certo punto), in un avvicendarsi di scene divertenti che vedono abilmente
rielaborati e messi in discussione gli stereotipi legati alla Commedia
dell’Arte: la fissità dei caratteri, le convenzionali scene d’amore, il rigido
sistema dei ruoli, con una Colombina che sembra quasi passare dal ruolo di
Servetta a quello di Innamorata (un’Innamorata sui generis, però). Fino
all’emozionante e un po’ malinconica conclusione, che prevede anche
l’intervento dell’Autrice quale “dea ex machina”.
Un testo fortemente metateatrale, che prende in prestito le
convenzioni del teatro del passato per farci riflettere anche sulla
contemporaneità e, più in generale, sulla vita: si può ingabbiare la volontà di
cambiamento? A quali conseguenze andiamo incontro quando abbandoniamo le nostre
rassicuranti “catene” per prenderci la responsabilità di essere liberi? La
commedia suscita queste e molte altre domande, senza però perdere mai la sua
freschezza, anche per merito dell’accurato lavoro di costruzione delle scene e
di caratterizzazione dei personaggi condotto dalla regia (di Ermini) e dalle
interpreti. Un plauso particolare va alle sei giovanissime attrici (Lavinia
Calamai, Bianca Ciardi, Sara Coppola, Silvia Melozzi, Chiara Menchetti e Daria
Reali), che si sono confrontate con un testo molto difficile: si apprezza il
loro sforzo di colorire le battute che, essendo in rima, rischierebbero
altrimenti di suonare monotone, e la loro abilità nel rendere efficacemente e
con disinvoltura anche la fisicità delle maschere. Appropriate le musiche – su
cui si sviluppano, in alcuni momenti della commedia, divertenti coreografie -,
splendidi i costumi a cura della Sartoria Monaco.
Il prossimo appuntamento al Teatro la Baracca è lunedì 9 giugno
alle 21.30: l’attore Gianfelice D’Accolti leggerà alcuni testi di Aldo
Palazzeschi."
Eloisa Pierucci
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