mercoledì 7 maggio 2014

Perché vince l'insulto

Perché l'Italia è un paese ancora profondamente ignorante e ipocrita, dove non è estirpato l'antico codice cavalleresco per cui l'insulto è un onore. E quindi essere insultati è un disonore.

Ecco perché tutti rincorrono l'insulto o la grossolanità aggressiva.

Se una persona è corretta, dice la verità, è competente, preparata e stimata eccetera, a nulla le vale se è insultata o, anche derisa. 
Viene immediatamente distrutta, e non c'è appello.
Avviene l'annientamento.

La grossolanità vince, e per questo attrae. 
Ecco perché vedo molta gente dietro giovani e vecchi grossolani.
Più uno è grossolano, più è seguito. E quindi onorato. Nei giornali, ma anche nei media sociali.

La volgarità e la grossolanità sono reazionari, impediscono l'intelligenza e la spiritualità e l'ideale (e quindi il cambiamento), che vengono derisi. Spesso per invidia.
E, anche, la grossolanità viene utilizzata per la ricerca del successo. Si è volgari, aggressivi eccetera perché funziona a livello di marketing; fa pubblico.

Per questo, e non per altre ragioni morali, ho in antipatia certi personaggi volgari e grossolani, che sono al servizio del peggior status quo, anche se si vestono di varie finte fogge rivoluzionarie o movimentiste.

Ecco perché una trasmissione radiofonica come "La zanzara" è così seguita e imitata, anche a livello locale, da vari  giovani e vecchi crucianetti/e epigoni sparsi per la penisola, che tentano faticosamente di farsi strada nel mondo del giornalismo o della politica marketing.

Ecco perché un critico come Sgarbi, che usa l'insulto o l'aggressività come forma di promozione di sé, è onorato; e, al contrario, personaggi altrettanto competenti di lui sono ignorati o vilipesi; qui quel critico d'arte è stato chiamato a dar lustro alla città (di Prato) senza che nessuno abbia avuto molto a che ridire, se non in termini di opportunità economica.

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