venerdì 16 maggio 2014

Quando eravamo europei, ma anche il nostro orticello è spacciato

A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, nulla sembra più lontano dell'Europa.

Eppure eravamo convintissimi europeisti. Fino a una ventina di anni fa?

Cosa è successo, nel frattempo?

E' successo che l'Europa si è burocratizzata ed è stata occupata dai poteri economici forti; abbiamo avuto anni e anni di Berlusconi e della sua politica a tratti molto anti europeista.
Non abbiamo avuto statisti di rilievo; né politici, né in Italia né altrove.
Non abbiamo avuto politiche di rilievo.

C'è stato l'avvento dell'euro, a partire dal quale abbiamo sperimentato il declino economico. 
Abbiamo perso e lasciato da qualche parte molte conquiste sociali.

Risultato: siamo molto più interessati al nostro piccolo orticello, e non riusciamo a guardare molto oltre il conto in banca.

L'Europa è Marte, o forse Plutone.
Un Plutone d'esecuzione?

Il nostro orticello è tuttavia infestato dalla solita gramigna.

Nessun orizzonte di gloria, nessun diserbante vero in arrivo.

Solo le zucche e gli zucconi vi prolificano, vi svettano vecchi e giovani con un alto tasso di dilagante terroristico conformismo e compiacente sudditanza di cacca. Che però non concima, perché è inquinata.
Corrotta.

Vivrò questa ultima settimana che ci separano dalle maledette inutili elezioni come un calvario. 
Mi ricordo mio fratello quando faceva il militare, ripeteva: -Mancano tot giorni all'alba.

Nel nostro caso... al definitivo tramonto europeo? (L'orticello ormai è spacciato).

Nessun commento:

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...