lunedì 17 ottobre 2016

"Viola chiusa in bagno": un commento su "Stupida"



Viola chiusa in bagno, di Maura Salvi.

"Cara Maila, pur condividendo la “Marcia giusta” ieri ero “intrappolata” nei miei cessi da pulire …ma a fine giornata mi sono lasciata andare alle riflessioni su “Viola chiusa nel bagno” che all’inizio mi ha creato un’angoscia sottile;  eppure ridevo, quindi c’è qualcosa di geniale nel testo e nell’interpretazione! La tua idea di mettere in scena una donna intrappolata è splendida! Mi è apparsa d’improvviso una realtà che stavo vivendo: trovarsi in un luogo chiuso e da sola induce alla riflessione e a rimuginare sul passato, induce a dialogare con i genitori specie se sono deceduti, ho capito che i miei cessi … un po’ mi intrappolano … anche se le porte sono aperte! Se sono da sola ingigantisco le analisi di me stessa! Ho capito che cessi e stanze mi hanno portata ad analizzarmi troppo, cosa che anche prima facevo ma insieme ad altre persone! Questo spettacolo ha creato in me un effetto “ripulitore", è vivo e in me ha prodotto questo effetto. Ieri ero ancora nell’ incanto, parlo di incanto perché durante lo spettacolo me ne stavo incantata fra dramma e commedia, in attesa di altri colpi di scena che arrivano sottili, quasi impercettibili, sia nel testo che nella recitazione e ti tengono attaccata al filo! Stupida è eccezionalmente nuovo, fresco, fatto con grande gusto, con un attento studio, con duro lavoro, faticoso da portare in fondo!! Ma tu sei tosta, la Maila di sempre con qualcosa in più!! Anche questa volta hai dato tanto, tantissimo a tutti noi, ed è stato bellissimo il filo emozionale che sei riuscita a creare con il pubblico davvero bello, un incanto! Brava Maila, anche intrappolata sei libera poiché liberi le emozioni e fai liberare tutti noi!" 



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Maura,
Mi complimento per la spigliata e attenta analisi dello spettacolo “Stupida”. Condivido in pieno le tue riflessioni. Siccome sono coinvolto sentimentalmente con Maila, sono restio a scrivere di lei, sembrerebbe troppo di parte. Ma il risultato ottenuto da Maila me lo impone. Però, prima di entrare nei particolari di ciò che abbiamo visto sabato sera, ti confermo che ‘ pulire la casa ’ è una tecnica per l’autoanalisi, per ripulire se stessi. Lo adottano alcune comunità di recupero contro i problemi della dipendenza da alcol, droghe o altro, perché felicemente sperimentato coi marines che tornavano dalle zone di guerra asiatiche dove l’uso degli stupefacenti era necessario per la sopravvivenza e quasi usato come farmaco; ma quando questi poveri soldati tornavano a casa, senza la divisa e l’elmetto e il soldato non c’era più, restava il tossicodipendente da curare; e così i programmi di recupero delle comunità credo sia canadesi che statunitensi. E mentre si pulisce la casa, si parla e si ripulisce dentro di se’. Sarà per questo che ogni volta che devo fare le pulizie di casa avverto come un malessere, una paura dello sforzo psicologico che farò. Ma parliamo di “Stupida”. Che appare come un’altalena di temi drammatici in un classico del comico: rimanere chiusi dentro. O, viceversa, una sequela di spunti comici ingabbiati nel tema classico per eccellenza della tragedia: la trappola. Edipo, forse che non cade nella trappola che lui stesso ha costruito? O Amleto, non costruisce una trappola allo zio Claudio – e proprio attraverso il gioco del teatro – per smascherare il di lui turpe primigenio delitto? Così a “Stupida” ci facciamo tutti ingabbiare in bagno da Viola e seguiamo con lei l’angoscia di rimanere sola che le fa svelare il rapporto col nume della madre morta, che, proprio come la madre di molti personaggi di Woody Allen, ossessiona la figlia con l’ eccessiva presenza condizionandone malamente la vita. Ma sono le figure maschili che lasciano veramente sola Viola: il padre? Certo il marito da cui è divorziata; ma soprattutto l’attuale compagno che comunque per due o tre giorni, il tempo fisico della commedia, non viene a cercarla di persona, e, ma non è dato di sapere, forse si limita a chiamarla al telefono. Troppo poco per dimostrare un vero sincero amore per la povera Viola. O il telefono-tavoletta, l’altro assente, che consentirebbe a Viola una rapida soluzione della vicenda. Ma allora quanto siamo dipendenti veramente dalla tecnologia? Senza di essa non c’è salvezza fisica? No, alla fine il salvatore è un uomo in carne e ossa, forse il nuovo corso di Viola, restituita a se stessa dalle scoperte che farà in bagno – e che qui non sveliamo – e che certo cambiano la sua consapevolezza di essere-al-mondo. Ancora “Stupida” agli occhi degli altri, ma ora cosciente? Maila ha dato il meglio di se’, ma non so quale la più brava: la drammaturga? la regista? l’attrice? ma perché limitarsi a una delle categorie: Maila la donna totale di teatro, ecco, lei ci ha proprio convinto.

Anonimo ha detto...

il commento precedente e' mio
Gianfelice D'Accolti

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