Domani, 14 dicembre, alla Baracca, ultima replica di Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai.
Uno degli spettacoli da cui mi aspettavo di meno che mi ha dato di più.
Un altro tassello di "storia piccola che guarda il grande", di riflessioni sull'arte del cinema e in particolare sul mito e il successo, così perseguito da tutti in modo ossessivo in questo tempo pieno di fenomeni morbosi (1), e che ci allontana da noi.
Il mito permesso a tutti, democratico, diventa il diversivo concesso dal potere, la strategia della disattenzione. La vicenda dell'attrice Clara Calamai, che prima si lasciò trasformare in diva del Fascismo e poi fece di tutto per "cancellarsi" dal mito, fa riflettere sulla nostra vita ormai diventata ombra, nonostante (e anzi proprio per) i nostri affanni nel volerla rendere piena di luce”.
(1) <<La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno i verificano i fenomeni morbosi più svariati>> (Gramsci, Quaderni dal carcere, quaderno 3, 1930).
Il mito permesso a tutti, democratico, diventa il diversivo concesso dal potere, la strategia della disattenzione. La vicenda dell'attrice Clara Calamai, che prima si lasciò trasformare in diva del Fascismo e poi fece di tutto per "cancellarsi" dal mito, fa riflettere sulla nostra vita ormai diventata ombra, nonostante (e anzi proprio per) i nostri affanni nel volerla rendere piena di luce”.
(1) <<La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno i verificano i fenomeni morbosi più svariati>> (Gramsci, Quaderni dal carcere, quaderno 3, 1930).
Nessun commento:
Posta un commento