Nell'ultimo film di Woody Allen Un giorno di pioggia a New York, gli umani sono rappresentati tutti col bicchiere in mano. Come infatti è, e non solo nella metropoli americana. E' un mondo suicidario, che riempie il sé svuotato o senza senso di liquido mortale, un veleno o una droga non solo autorizzata, anzi incentivata.
Per una strana coincidenza la mia opera sulla Calamai, che parla di cinema, si trova riflessa in questo film: il cinema è fatto da dilettanti, o da isterici, o da vacui; i giornalisti in fondo scrivono senza competenza, sono ignoranti, e l'alta società è una puttana rivestita a festa.
Ma il film di Allen è sempre, comunque vada la sua ironia o la critica sociale, una commedia americana, e il lieto fine, tranquillizzante e conformista, è obbligatorio.
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