mercoledì 18 dicembre 2019

Ho tutto, ma non gli amici

La solitudine dichiarata del dirigente inglese, Mark Gaisford pubblica un video sui social dove dichiara di non aver amici,  fa notizia.

Ma in un mondo dove il valore è il consumismo, il denaro, l'aggressività, la concorrenza e la rivalità,  dove il successo e la ricchezza sono le mete da raggiungere, o dove sono costretto a pensare alla mia sopravvivenza, perché non esiste un sistema di assistenza sociale decoroso e sufficiente, non ci sono amici disponibili.

L'amicizia è condivisione. E' dedizione, comprensione, amore. E si può sviluppare in un contesto sociale determinato.

E' il sistema economico neoliberista che induce alla solitudine. E' proprio ciò che ha reso il dirigente inglese quello che è nella sua azienda a creargli la solitudine attorno.
Non deve avere amici in azienda. Non ci deve essere un sistema di amicizie, è pericoloso e non serve all'azienda, che sfrutta il singolo e lo vuole tale.

Non c'è nemmeno più la possibilità di essere amici sul lavoro a livello basso, come accadeva agli operai fino a trenta anni fa. Gli operai devono difendere la propria singola esistenza, il loro magro guadagno, e sono tenuti separati, ricattati, umiliati. I sindacati non possono più nulla.

Ormai, a parte rare eccezioni, e anche fuori dal contesto lavorativo, frequentiamo solo le persone che ci possono servire. Lo sfruttamento dell'altro è uno dei pochi metri di valutazione nelle relazioni.

Ti sono amico se mi servi. Se ho un vantaggio a stare con te. Di questo ho bisogno, di vantaggi, di favori, di situazioni che mi possono beneficiare.

L'amicizia è un sentimento raro, e anche l'amore ci metterei. Sono sentimenti, e vanno coltivati, e non c'è tempo, e non c'è voglia. L'amicizia non è utile, non serve. Non mi porta vantaggi, soldi, non è economica.

Questo non è il tempo dell'amore, ma dell'odio e dell'invidia, o nel migliore dei casi, dell'indifferenza.

I nostri politici ne sono un esempio: se non la pensi come loro, semplicemente ti odiano. Non sono capaci nemmeno di sostenere un qualche tipo di dialettica, costruiscono muri attorno, visto che devono anche loro pensare alla propria sopravvivenza politica ed economica.

Addirittura è ormai uso calunniare, offendere la gente senza conoscerla, senza sapere chi è veramente. E i social fungono proprio al sistema economico isolante e di sfruttamento.  Sono funzionali al neoliberismo, dove conta solo il danaro, e solo quello volatile; quello che si fa non con il lavoro, ma con la borsa e i computer. Non più  lavoro e investimenti. Non più persone.

Il dirigente inglese, diventato famoso per un giorno, riceverà un po' di pacche sulle spalle, l'azienda magari organizzerà un "viaggio tutti insieme" per socializzare, ma il rischio è che tutto torni come prima. O peggio di prima, ché egli ha osato dire ciò di cui non si può parlare, ché bisogna mostrarsi belli, efficienti, felici.
Gli auguro di credere ai miracoli.

Smartphone, social, e solitudine.
Non c'è altra prospettiva, per il momento.


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