giovedì 5 dicembre 2019

La gloria come propaganda


Scrive Adorno, era il 1967, e consola e cura davvero dalla vita offesa:

"La gloria come risultato di processi oggettivi nella società di mercato, che era soggetto al caso e spesso anche alla manipolazione, ma conservava un estremo riflesso di giustizia e di libera scelta, è oggi, definitivamente liquidata. La gloria è assunta in tutto e per tutto a funzione di uffici di propaganda debitamente rimunerati, e si commisura all'entità dell'investimento effettuato dal detentore del nome o dal gruppo di interessi che gli sta dietro....Si acquista dai lacchè dei trusts il diritto all'immortalità...Come la memoria arbitraria e l'assoluto oblio hanno sempre fatto tutt'uno, così la pianificazione della gloria e del ricordo sfocia fatalmente nel nulla, come si indovina già dalla morbosa agitazione di ogni celebrità. Gli uomini celebri son sempre di cattivo umore. Si trasformano in articoli di marca, diventano estranei e incomprensibili a se stessi e- immagini viventi di sé - tale e quali come morti. Nella vanitosa amministrazione della propria gloria prodigano l'energia oggettiva che solo potrebbe sopravvivere".  (Da Minima moralia).

Ecco, mi sembra questo il miglior commento alla mia Calamai.
E mi fa pensare tanto a quei tromboni e autorità che mostrano la loro astiosa indifferenza e censurano, sostenuti dai loro lacché e uffici propaganda.

3 commenti:

Gianfelice D' Accolti gianfelicedaccolti@gmail.com ha detto...

Meraviglioso tocco di riflessione. Grazie.

Gianfelice D' Accolti gianfelicedaccolti@gmail.com ha detto...

e poi, questa magnifica foto, e' la vera locandina dello spettacolo...di spalle, quasi a rifiutare o proteggersi dall'eccessiva esposizione agli altri, al mondo.

Maila Ermini ha detto...

Grazie a te, Gianfelice.
E infatti sarà questa, che ho finalmente scelto fra le tante che il fotografo mi ha scattato, ed è davvero una delle più significative.

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