In questi giorni ero un po' distratta. Ma loro no.
E quando arriva la data della replica de L'infanzia negata dei celestini, ritornano - o un "nuovo" celestino o chi è stato devoto di Padre Leonardo - , "si fanno vivi".
E quando arriva la data della replica de L'infanzia negata dei celestini, ritornano - o un "nuovo" celestino o chi è stato devoto di Padre Leonardo - , "si fanno vivi".
E così, puntuale, ieri sera, a teatro mi chiama un celestino.
Di Prato, lui dice, pratese pratese.
Mi chiede, arrabbiatissimo, chi mi abbia dato la foto di quei bambini alla prima comunione che il giornale ha pubblicato oggi.
- E' di più di 70 anni fa, spiego, e me l'ha data un celestino, uno che appare lì.
- Lo so bene di quand'è. Io sono uno di questi. Perché gliel'ha data?
- Perché io l'avessi e la mostrassi.
- Io ho l'originale, e ne ho tante altre...E poi Lei, Maila, ha detto bugie su Padre Leonardo. Bugie su
tutto.
-Ha letto il libro?
-No.
-Ha visto lo spettacolo?
-No. E non lo vedrò!
Il suo tono era vagamente minaccioso, non riuscivo a calmarlo.
-Perché non si è fatto vivo prima?
-Perché sono fatti miei.
Poi mi ha detto che dopo Befana mi vuole incontrare, mi farà vedere tutte le foto che ha. Ha 81 anni, è stato ai celestini dal 1942 al 1959.
Vive solo, e lavora ancora.
Ho capito che lo conoscevo, di vista, so chi è. Lo incontrerò.
Me ne sono tornata a casa accompagnata dalla stessa inquietudine che provo ogni anno in coincidenza con questo spettacolo, e ogni volta mi dico che basta, che questa volta è l'ultima, che basta con questa tortura.
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