venerdì 5 marzo 2010

ITALIANO

C'è qualcosa che non torna in merito alla imposizione della lingua che il Comune di Prato attuerà nei confronti degli stranieri che vorranno aprire una attività commerciale.
Questo 'patentino linguistico' ha, diciamolo subito, il silenzioso sostegno della maggioranza dei pratesi, che, stanchi di vedere insegne cinesi, sono contenti di questa misura punitiva; non si rendono conto però di come, coloro che ora la usano per difendere la italianità (o meglio, i loro conti correnti), in realtà non si sono impegnati affatto per fare della lingua italiana uno strumento culturale più convincente e pervasivo. Tant'è che non leggono e non scrivono.
L'altra sera, durante una serata partecipativa organizzata dalla Circoscrizione, ho chiesto una maggiore presenza della cultura sul territorio, oltre a riempire le buche.
Qualcuno ha sorriso: la solita utopista rompiballe.
Insomma, le misure del governo locale ricordano quel detto che dice: 'chiudere la stalla quando i buoi sono scappati'.

1 commento:

monica ha detto...

'fondare biblioteche, è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire' MEMORIE DI ADRIANO di MARGUERITE YOURCENAR

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