mercoledì 6 ottobre 2010

Prato è malata

Di fronte alla morte bisogna stare in silenzio. O urlare.
Farò l'uno e l'altro.
Starò in silenzio per le tre povere cinesi, venute a trovare la morte a Prato. Forse mentre si recavano al lavoro. Tre morti bianche, anche queste? Forse. Le compiango. Un silenzio di riflessione e di dolore. Dirà Maila, ancora tre donne da aggiungere ad un lungo elenco. La Giunta pensa al cocomero, al corteggio, al sacro cintolo: ma alle cose di tutti i giorni, utili ai cittadini, alla loro vita, ma dippiú, alla loro spravvivenza, no. "La bomba d'acqua": ecco, si trincerano contro lo sfortunatato accadere di un evento smisurato e imprevisto. Ma la Protezione Civile non dice che è sempre meglio prevenire che curare?
Urlerò, ma più che urlo è un grido, su un'altra questione, meno importante di queste inutili morti, ma ad essa legata. Prato soffre la pioggia. Costruire un impianto fotovoltaico in una zona soggetta a inondazioni è sbagliato. Per prevenire che vada tutto in corto, dovranno sopraelevare di molto, con un impatto ambientale acutissimo. Inoltre, l'energia prodotta sará immessa in rete o sarà utilizzata localmente, e da chi? e a chi appartiene l'impianto? e perché non farlo in altra zona, se quella è a rischio di inondazioni e la manutenzione farà costare l'impianto il cinquanta per cento in piú, rendendo non conveniente la energia pulita prodotta. Stanno facendo circolare la voce, tra la gente del posto, che "l'acqua, anzi, fa bene ai pannelli solari". Niente di piú idiota, falso e ignorante. Per pulirsi la coscienza di tante scelleratezze ambientali compiute nel passato e da compiersi nell'imminente futuro, usano proditoriamente la maschera dell'energia verde per fare affari, rovinando l'ambiente e con un guadagno limitato e con frequenti interruzioni. Ci guadagneranno solo i venditori di pannelli solari e di inverter, la ditta impiantatrice, il proprietario del terreno. I cittadini, no.
Se questi sono i risultati, vuol dire che gente incompetente ci governa, e ci ha governato, schiava dei propri avidi interessi.

Gianfelice D'Accolti

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